Con la morte di Domenico Sallitto (e poi, a poche settimane di distanza, della sua compagna Aurora Alleva)
si assottiglia ulteriormente la comunità anarchica di lingua italiana residente in Nord America. Il ricordo
di Sallitto, affidato alla penna di David Koven, vuole essere un più generale omaggio a una generazione
di militanti anarchici cui sentiamo di dovere molto
Calatafimi, Sicilia
Il 26 dicembre 1991, esattamente 15 giorni dopo il suo 90° compleanno, è morto un vecchio amico
e un buon
compagno: Domenico Sallitto. La sua morte ha messo termine ad una lunga vita di impegno per le idee
anarchiche. Domenico, Dom, o Menico, come lo chiamavano i suoi amici e i suoi compagni, era nato
immediatamente dopo il volgere del secolo nella città di Calatafimi, Sicilia. Calatafimi è la
città siciliana in cui
Garibaldi approdò con i suoi Mille nel 1860. Dopo che Garibaldi ebbe lasciato la Sicilia, rimase
comunque in
quest'isola una tradizione di radicalismo e di anticlericalismo che influenzò numerosi siciliani, tra i quali
alcuni
componenti della famiglia di Domenico.
Il giovane Domenico crebbe sotto l'influsso del radicalismo e dell'idealismo del 19° secolo. Autodidatta,
poiché
non aveva ricevuto una sistematica educazione formale, sviluppò un'intelligenza indagatrice. La sua
gioventù
è stata stimolata dalla passione che nutriva per la lettura, per le discussioni con i membri della sua
famiglia e
da un fortunato caso: 1'eretico della città, il Professor Vasily, si appassionò al giovane
Domenico e dedicò lungo
tempo alla sua formazione.
Dom utilizzava tutto il tempo che riusciva a strappare alle ore in cui aiutava la propria famiglia a sbarcare il
lunario con la propria piccola attività, preparando il caffè e i biscotti per gli operai che si
recavano al lavoro,
con Vasily, al quale fu debitore del proprio risveglio radicale, del suo anticlericalismo e della sua evoluzione
come anarchico.
Domenico usava raccontare delle sue passeggiate per Calatafimi con il professor Vasily e di come alcuni
religiosi, non appena si accorgevano della presenza di Vasily, si facevano di corsa il segno della croce e
scappavano via come se avessero appena incontrato il diavolo.
Il rapporto socratico di Vasily con il giovane Domenico fu di importanza cruciale per lo sviluppo delle
capacità
critiche e analitiche di Dom. Queste qualità non abbandonarono mai Menico. Egli non permise mai al
tempo
che scorreva di offuscare, fossilizzare o diminuire la vitalità del suo pensiero o le sue convinzioni.
Il suo anarchismo, la sua pratica di responsabilità individuale, la sua dedizione alla causa della
libertà, il suo
anticlericalismo e la sua messa in pratica dei principi del mutuo appoggio, si svilupparono tutti prima che egli
lasciasse la Sicilia e rimasero intatti, così come lo rimase la continua evoluzione della sua
attività intellettuale
fino al momento della sua malattia finale.
New York, New York
Domenico arrivò a New York nel 1920, all'età di 18 anni; aveva dovuto abbandonare la
Sicilia a causa della
crescente minaccia del fascismo. A New York raggiunse alcuni membri della sua famiglia che erano emigrati
dalla Sicilia prima di lui e si mise presto in contatto con un gruppo anarchico internazionale, che a quei tempi
lavorava attivamente per difendere Sacco e Vanzetti. L'International Group, come veniva chiamato, era formato
da numerosi compagni italiani che avevano lasciato l'Italia, dove la povertà dilagava, per cercare lavoro
nelle
miniere e nelle officine degli Stati Uniti. Oltre a loro, vi erano molti anarchici provenienti da tutte le parti
d'Italia che erano emigrati per scappare alle repressioni politiche che accompagnavano il sempre crescente
potere di Mussolini.
Un'altra componente dell'International Group era rappresentata dall'ampio numero di anarchici ebrei attivamente
impegnati nell'opera organizzatrice del crescente movimento dei lavoratori degli Stati Uniti e che avevano preso
parte nel movimento favorevole per la causa dei lavoratori e contro la guerra che culminò con la
deportazione
di Emma Goldman, Alexander Berkman e molti altri attivisti anarchici nel 1919. L'International Group
aveva
anche dei membri russi, tedeschi e scandinavi, oltre ad un certo numero di anarchici che facevano parte
dell'I.W.W. Menico contribuì alla vita di questo gruppo con la sua grande energia e con il suo intelletto
sempre
pronto a porsi nuove domande. Il gruppo, formato da compagni anarchici dai retroterra così diversi,
contribuì
a sua volta alla evoluzione di Menico.
Gli elementi del gruppo erano numerosi, Emma Goldman e Alexander Berkman, Luigi Galleani, l'oratore
carismatico, editore della rivista anarchica in lingua italiana "Cronaca sovversiva". Oltre a queste
personalità
vi era una ricca varietà di correnti di pensiero anarchico che prendevano origine dalla discussione delle
attività
e degli scritti di Bakunin, Kropotkin, Proudhon, Stirner e dei numerosi scrittori e attivisti anarchici che avevano
contribuito alla crescita dell'anarchismo in Europa e negli Stati Uniti a cavallo tra il 19° e il 20° secolo. Lo
stimolo
rappresentato da tutte queste idee ha avuto l'effetto di ampliare la prospettiva storica di Domenico. Il suo
impegno per la responsabilità individuale, già intenso, fu ulteriormente rafforzato dalle idee
di Luigi Galleani,
ma fu temprato anche dalle idee comunitarie e anarco-comuniste di Errico Malatesta, Kropotkin, Goldman e
Berkman. Ritornando con il pensiero all'effetto che la partecipazione alla vita di questo gruppo ha esercitato
su di lui, si può solo cercare di immaginare la dose di ricchezza ed entusiasmo che essa apportò
al giovane
Domenico.
Oakland, California
Anche se Menico rimase a New York per circa 10 anni, non si sentiva a proprio agio in quella città.
Proveniente
da una piccola cittadina siciliana, gli mancava una vita vicina al mondo della natura, che permettesse ad una
persona di avere relazioni feconde e piene di significato con il vicinato e con la famiglia. Non riusciva ad
adattarsi alla vita rumorosa e disordinata di una metropoli. Dopo essere entrato in contatto con una delle giovani
compagne del gruppo, cominciò a convivere con lei. Nel 1931 Menico e la sua campagna lasciano New
York
e si trasferiscono nella parte occidentale del paese, stabilendosi ad Oakland, in California, nella parte della baia
opposta a San Francisco. Qui, nel maggio del 1932, la sua compagna diede alla luce una bimba, Nina, alla quale
Menico restò legato per il resto della propria vita. La nascita di Nina fu però purtroppo seguita
dalla morte di
sua madre per tubercolosi.
Questo tragico evento inaugurò un periodo difficile della vita di Domenico. Domenico era diventato
un membro
attivo dell'ampia comunità anarchica internazionale che si raccoglieva a San Francisco e nei suoi
dintorni. Per
riuscire a guadagnarsi il pane, unì i propri sforzi a quelli di un altro compagno, John Ferrero, chiamato
amichevolmente dai suoi compagni "Johnny il cuoco", e aprì un piccolo ristorante ad Oakland. Questo
ristorante
divenne il centro di ritrovo di molti compagni. Sopra la cucina c'era un piccolo mezzanino, che fu in parte
"affittato" a Marcus Graham, l'editore del mensile anarchico "MAN". Fu questo fatto, e solo questo fatto, che
portò in ultimo all'arresto di Johnny e Menico da parte dell'ufficio immigrazione l'11 aprile 1934,
quando furono
incarcerati in previsione di una loro espulsione nell'Italia fascista.
Angel Island / Ellis Island
Ferrero e Sallitto non furono mai accusati o processati formalmente da parte di un tribunale. Il loro arresto
fu
semplicemente un ulteriore tentativo dei politici ultra-reazionari della California di distruggere chiunque fosse
in qualche modo collegato con il movimento dei lavoratori o che in qualche modo esprimesse dei punti di vista
in contrasto con i loro interessi costituiti. L'anno 1934 vide anche la sanguinosa repressione dello sciopero dei
lavoratori portuali di San Francisco. L'ufficio immigrazioni, che teoricamente doveva essere costituito da
funzionari federali, era in realtà un gruppo di "ignoranti zoticoni" (vedi il pamphlet storico "Ferrero e
Sallitto
liberi"), in mano a potenti del luogo come il virulento nemico dei sindacati William Randolph Hearst, il
"barone" delle banche A. P. Giannini e le ricche e potenti aziende agricole della California. Si trattava di una
sezione che adottava un atteggiamento sistematico di controlli senza limiti sugli immigrati nati all'estero.
La scusa con la quale l'ufficio immigrazioni giustificò l'arresto di Ferrero e Sallitto era quella della
concessione
di uno spazio in affitto a "MAN". I funzionari dell'ufficio ritennero che questo era un motivo sufficiente per la
deportazione, dato che "MAN" propugnava l'insurrezione e il rovesciamento del sistema capitalista. L'Ufficio
immigrazioni non poté toccare l'editore di "MAN", Marcus Graham, poiché non riuscì
a provare che non era
nato negli Stati Uniti e decise quindi di cercare di colpire il giornale mediante l'espulsione di Ferrero e Sallitto.
Nonostante questi atti repressivi, "MAN"continuò ad uscire fino a dopo la seconda guerra
mondiale.
Ferrero e Sallitto furono imprigionati in un edificio dell'ufficio Immigrazioni situato sulla Angel Island nella
baia di San Francisco fino a quando i compagni del luogo non riuscirono a pagare la cauzione (La liberazione
di Menico fu ritardata di tre mesi con la scusa di motivi tecnici). Furono quindi chiamati a presentarsi a Ellis
Island, New York, per sottoporsi ad un procedimento di espulsione. Il primo ad andare ad est fu Ferrero, seguito
dopo poco da Domenico con la sua giovane figlia. L'ufficio immigrazioni, ancora una volta senza un processo
formale e senza un'udienza, rinchiuse tutti e due gli uomini a Ellis Island.
Ancora New York
In seguito al loro nuovo imprigionamento nel carcere di Ellis Island, si sviluppò un ampio
movimento per
salvare i due uomini dall'espulsione nell'Italia di Mussolini, che avrebbe avuto come esito una morte sicura o
una brutale incarcerazione. Dom prese accordi con i suoi compagni, affinché si prendessero cura di sua
figlia
Nina mentre egli si trovava in prigione. Anni dopo mi raccontò come un aggressivo agente dell'FBI lo
aveva
minacciato di sottrargli la bambina e di mandarla in un orfanotrofio, cercando così di spezzare il suo
spirito di
resistenza. Ferrero e Sallitto furono tenuti in carcere per più di un anno prima che il comitato di difesa
riuscisse
ad ottenere una mandato di "Habeas Corpus", grazie al quale furono liberati dietro il pagamento di una
cauzione.
Formatosi poco dopo il caso Sacco e Vanzetti, il comitato di difesa, che raggruppava anarchici, l'unione
americana per le libertà civili, organizzazioni sindacali, l'IWW e perfino la Federazione delle chiese
di New
York e Brooklyn, esercitò una pressione sulla cosiddetta amministrazione liberale di Roosevelt
affinché i due
uomini venissero liberati, ma solo nel gennaio del 1938 le accuse furono ritirate. Fu allora che Domenico
tornò
in California per raggiungere Nina, che ormai aveva cinque anni, e Aurora Alleva, la figlia anarchica di una
famiglia anarchica, che sarebbe diventata la compagna di Dom per il resto della sua vita.
In California
In California Dom e Aurora cercarono di ricostruire le loro vite. Erano ancora i tempi della grande
depressione
e il lavoro scarseggiava. Dom, che era un operaio metallurgico di grandi capacità, aveva
difficoltà a trovare
lavoro e, quando lo trovava, veniva licenziato per aver cercato di organizzare i suoi compagni di lavoro al fine
di migliorare le loro condizioni. Ci furono periodi in cui vivevano senza praticamente avere fonti di reddito.
Avevano preso in affitto una piccola casa situata in un'azienda agricola di Santa Clara, vicino a San
Francisco.
Riuscivano a coltivare da soli la maggior parte del cibo di cui avevano bisogno. Dom, un uomo minuto, che
arrivava appena a un metro e mezzo di altezza, possedeva una voce possente e ricca da baritono. Era anche un
musicista autodidatta di talento, in grado di suonare svariati strumenti a corda.
Quando Dom e Aurora si trovavano disperatamente alle strette, Menico prendeva la sua chitarra o il suo
mandolino e andava a cantare nei bar della zona per raccogliere un po' di soldi da portare a casa.
Il suo talento musicale, unito a quello di altri musicisti anarchici, forniva gran parte della musica da ballo e di
intrattenimento alle numerose feste anarchiche che venivano allestite dai gruppi della California settentrionale,
quei meravigliosi banchetti accompagnati da danze che aiutavano a tenere uniti i nostri gruppi anarchici e che
venivano utilizzate per raccogliere fondi per il movimento.
Più tardi Dom e un compagno affittarono un pezzo di terra sul quale avrebbero coltivato verdure da
vendere sul
mercato. Infine, spinto dal sempre maggiore bisogno di avere una sicurezza economica che gli permettesse di
essere indipendente, Menico acquistò un vecchio camion e alcune attrezzature da giardinaggio e
cominciò a
lavorare come giardiniere. La sua capacità di svolgere con abilità i lavori più duri, la
sua affidabilità, unite alla
sua esperienza nell'orticoltura e nel giardinaggio, gli permisero di farsi una clientela stabile sulla quale poteva
fare affidamento per guadagnarsi un reddito decente.
Durante la stagione della frutta, Aurora lavorava nei conservifici, per arrotondare le entrate.
Domenico e Aurora continuarono a guadagnarsi la vita in questo modo. Fedeli alle loro radici anarchiche,
continuarono ad apportare importanti contributi alle attività e alla vita dei gruppi anarchici della costa
occidentale. Menico e Aurora erano ben consci delle trappole che tende una società avida di beni
materiali come
la nostra e mantennero uno stile di vita ispirato alla semplicità. Anche se Dom avrebbe potuto
trasformare senza
sforzi la sua abilità nel giardinaggio in un'impresa di grande successo, dato che era altamente apprezzato
e
rispettato. Fedele al suo credo anarchico che gli vietava di sfruttare il lavoro di altri individui, mantenne
volutamente la sua attività sufficientemente piccola da poter svolgere il lavoro da solo.
Domenico mantenne viva la sua vita intellettuale con lettere e discussioni intense. Era inoltre convinto che
essere un anarchico richiedeva qualcosa di più dell'adesione intellettuale ad una serie rigida di concetti
e non
ha mai esitato ad esprimere e mettere in pratica le proprie convinzioni. Grato alla Unione americana per le
libertà civili (ALCU) per il ruolo da lei svolto negli sforzi per ottenere la sua liberazione, Domenico
rimase
legato all'ALCU per il resto della sua vita. La sua condizione di membro di tale Unione non rappresentava un
semplice attaccamento sentimentale, ma piuttosto una partecipazione attiva alle questioni libertarie civili
sollevate dalla sua comunità. Numerose volte, dietro sua iniziativa, la sezione locale dell'ALCU ha
intrapreso
delle azioni per evitare che gruppi religiosi utilizzassero le scuole pubbliche come un terreno per la loro
propaganda.
Allo scoppiare della guerra del Vietnam, praticamente gli unici tra gli anarchici della sua generazione, Menico
e Aurora si unirono agli altri attivisti per la pace che facevano parte della loro comunità e parteciparono
alle
varie attività contro la guerra.
Guardando retrospettivamente la vita di Menico è possibile osservare la sua fedeltà ai propri
ideali e la coerenza
con la quale mise in opera le sue convinzioni per propugnare questi ideali. Il rispetto di Menico per se stesso
rispecchiava il rispetto che nutriva per i diritti e le opinioni delle altre persone, così come lo
rispecchiava il suo
agire ispirato al mutuo appoggio. La sua integrità lo spingeva a mettere in pratica al meglio delle sue
possibilità
il suo modo di vedere l'anarchia e così facendo, Domenico Sallitto è stato d'esempio a tutti
noi.
Una nota personale
La morte di Domenico rappresenta per me una perdita anche dal punto di vista personale. Lui e Aurora sono
state delle persone importanti nella mia vita, fin dal momento in cui per la prima volta ci siamo incontrati,
quando Audrey Goodfriend ed io arrivammo a San Francisco nel gennaio 1947. Divenimmo dei compagni e
degli amici cordiali, comprensivi e sempre pronti ad aiutarci a vicenda.
A quei tempi passammo molte piacevoli ore presso la piccola casa che avevano preso in affitto a Los Gatos.
Aurora, una meravigliosa cuoca, preparava dei pranzetti deliziosi che condividevamo con loro con grande
piacere. (Mi ricordo ancora il primo indimenticabile risotto alla milanese che ci preparò). Ci hanno
anche fatto
conoscere, con grande disponibilità, il paesaggio della California settentrionale.
Ma gli incontri più importanti che avevano luogo tra di noi erano quelli in occasione dei quali
passavamo degli
interi pomeriggi discutendo le nostre opinioni in merito agli eventi che si producevano in seno alla
società e alle
interpretazioni dell'anarchismo. I diversi eventi che avevano caratterizzato le nostre vite venivano resi umani
e vicendevolmente scambiabili da questi franchi scambi di opinioni.
L'intellighenzia di Menico poneva sempre delle sfide stimolanti. La sua capacità di comprendere gli
effetti che
la sua vita passata, con tutti i processi subiti e le altre peripezie, aveva su quella che attualmente viveva e la sua
ostinazione nel riflettere nella sua vita presente le proprie convinzioni e il proprio passato sono sempre state
fonte di ispirazione.
Menico partecipò in seguito attivamente anche ai vivaci incontri tra gruppi anarchici che si tenevano
a San
Francisco e a Berkley. In occasione di questi incontri si impegnava in discussioni con luminari come Kenneth
Rexroth e Paul Goodman, tenendo loro testa. Quando in seguito avviammo la scuola Walden a Berkley, egli
contribuì sia con il proprio lavoro, che finanziariamente, alla continuazione delle sue
attività.
Se il successo nella vita di un uomo può essere misurato in base alla sua integrità, alla sua
affidabilità, alla sua
capacità di conservare la propria umanità e alla sua devozione all'ideale di una società
più umana, sensibile e
ugualitaria, Domenico Sallitto deve essere considerato come uno degli uomini di maggiore successo.
P.S. - Esattamente cinque settimane dopo la morte di Menico, Aurora, sua compagna per tutta la vita, è
deceduta. Soffriva del riacutizzarsi di un cancro, dopo un periodo di miglioramento durato cinque anni. Non
era più in grado né di camminare, né di prendersi cura di se stessa ed era fortemente
afflitta e addolorata. Era
diventato chiaro a tutti, amici e familiari, che non aveva più la volontà di vivere.
Alla fine, quando le sue condizioni si erano fatte più gravi, costringendola al ricovero in ospedale, ha
rifiutato
tutte le cure e ha smesso di mangiare. È morta alcuni giorni dopo.
Anche se il suo temperamento era diverso da quello di Domenico, non era per questo meno intellettuale,
acutamente arguta e impegnata per l'anarchia di quanto non lo fosse lui. Era inoltre dotata di un vivace senso
dello humour che rendeva la sua compagnia estremamente piacevole. Ho già espresso i sentimenti che
mi
legavano sia a Domenico che ad Aurora e so che mi mancheranno per il resto della mia vita.