Pensare la differenza sessuale, costruirne un senso che vada al di là della
disparità che da sempre ne è il segno
distintivo è compito difficile ma, credo, imprescindibile per le anarchiche e gli anarchici. Da
qualche tempo alcune donne del nostro movimento lavorano per creare una rete di collegamento tra le
compagne che consenta di aprire canali di comunicazione e di intervento che sappiano dar corpo ad un'ipotesi
di femminismo libertario. E' questo un percorso segnato dalla necessità di inventare un lessico
capace di esprimere quel doppio senso di
appartenenza che ci accomuna - l'essere anarchiche e l'essere femministe - senza perdere nulla della
fecondità
di due approcci che, pur talora convergenti, non possono peraltro essere identici. Troppo spesso gli anarchici
hanno asserito che il femminismo non avesse nulla da dire, poiché poneva questioni che l'anarchismo
già
risolveva e ricomprendeva. Per gli anarchici l'individuo è stato sempre punto di partenza mai punto
d'arrivo. In tal modo ciascuno di noi
è un segmento indistinguibile dagli altri, un'astrazione, non una persona reale. Assai difficile è
liberarsi dalle
costrizioni che ci vengono dall'esterno, molto più difficile è separarsi dall'immagine di noi che
l'educazione ci
ha dato e che oggi intimamente siamo. Una società senza stato, padroni, istituzioni coercitive genera
un forte
sgomento, una grande incertezza, ma ancor più forte è lo sgomento, ancor più grande
è l'incertezza quando
l'individuo non emerge come singolo da liberare ma come ipotesi da costruire. Un anarchismo pienamente
coerente con se stesso deve acquisire maggior consapevolezza che gli individui
sono persone concrete ed il rispetto per l'altrui alterità non può limitarsi ad essere mero
principio etico ma anche
traguardo nell'arduo processo di creazione di identità libertarie. In tale prospettiva i settori più
apertamente
libertari del movimento delle donne aprono un terreno di sperimentazione e ricerca la cui valenza è
universale.
E' tempo che il movimento anarchico investa di sé tali problematiche, uscendo da quel pantano di
benevola
indifferenza talora intrisa di sottile irrisione, che spesso accompagna le proposte considerate prive di
importanza. Assistiamo così al paradosso per cui viene considerato "giusto e normale" l'impegno delle
donne
a favore degli obiettori totali, il sostegno degli studenti alle lotte dei lavoratori, la solidarietà con gli
immigrati,
mentre il femminismo altro non è che "una questione di donne". Eppure nessuno penserebbe che la lotta
al
razzismo riguardi i neri e non i bianchi...Vi è certo in ciò un vizio originario che va
oculatamente individuato
e criticato, un vizio che affonda le proprie radici nell'humus da cui trae alimento la modernità, il cui atto
di
nascita coincide con la creazione di una sfera pubblica politica che costruisce il proprio ambito di
autonomia rispetto alla religione da un lato e al privato dall'altro. Il femminile, definendosi quasi
completamente nella sfera
privata, resta al di fuori del contratto che istituisce la sfera pubblica. Ne deriva una contraddizione grave che
l'anarchismo, eccezion fatta forse per la corrente individualista, non ha saputo affrontare: ecco perché
le
ingiustizie sociali riguardano tutti, e la discriminazione sessuale, pur condannata, è "solo un affare
femminile". Non mi pare peraltro opportuno lasciarsi irretire dal facile ma sterile gusto per la polemica ma
che si debba
altresì lavorare per moltiplicare le occasioni di confronto all'interno del movimento. In tale spirito
è nata
l'iniziativa lanciata dal gruppo delle donne anarchiche di uno o due giorni d'incontro, festa, dibattito. Tale
iniziativa si terrà sabato 23 e domenica 24 maggio a Livorno presso la sede della F.A.I. in via degli Asili
33.
L'incontro ruoterà intorno a tre assi fondamentali: un primo momento di incontro informale e di
conoscenza tra
le compagne presenti in cui verranno presentati i materiali sinora raccolti per un eventuale bollettino delle donne
anarchiche; un secondo momento di festa aperto a tutti con concerto e spettacoli tra cui l'Allergia Theatre
(Valeria Vitali, Dada Knorr, Maria Diotallevi, Cinzia Zigiotto da Pesaro) che rappresenterà un suo
lavoro; ed infine la domenica mattina sarà dedicata alla assemblea-convegno sul tema
"Dall'emancipazione alla pratica
della libertà'" in cui dopo le relazioni introduttive si aprirà il confronto tra le anarchiche e gli
anarchici presenti
su senso e prospettive del femminismo libertario.