Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 22 nr. 191
maggio 1992


Rivista Anarchica Online

Indiani e uranio
di Mary McLaughlin

Si concluderà nel giugno prossimo una vasta operazione per lo spostamento della popolazione Navajo dalla regione di Black Mesa, dove sono state trovate enormi riserve di uranio. A un secolo dai fatti di Wounded Knee, la resistenza dei nativi americani non si è ancora fermata. Il caso di Leonard Peltier, in carcere da quindici anni per una montatura poliziesca

L'anno in corso, il 1992, segna il 500° anniversario della spedizione di Colombo, che molti governi e grandi aziende celebrano come un "incontro di culture". Il movimento che si oppone a queste celebrazioni, organizzatosi liberamente sotto lo slogan "500 anni di resistenza", cerca di contrastare la mitologia dominante per quanto riguarda i viaggi di Colombo, mentre molte persone in Europa e nelle Americhe stanno organizzando degli eventi culturali ed educativi proprio con questo scopo.
Le popolazioni indigene del Nord America sono sopravvissute ad un olocausto di proporzioni immani. Riesaminare la storia americana rappresenta una necessità morale per gli Stati Uniti nel loro complesso e un compito comunque difficile per i singoli individui. Da una parte, quando molti non indiani guardano agli eventi del passato, non possono che riconoscere l'atrocità, motivata solo da razzismo e avidità, di quanto è accaduto e infatti molte persone vi vedono motivo di vergogna.
Dall'altra, sappiamo tutti che non possiamo cambiare il passato, la maggior parte di noi ama pensare che, se ne avesse avuto la possibilità, avrebbe fatto le cose senz'altro in maniera migliore e inoltre la maggioranza degli americani è stata portata a credere che tutti questi aspetti negativi siano terminati con il massacro di Wounded Knee nel 1890. Di conseguenza molte persone ritengono che ormai ci sia poco, se non niente, da fare.
Se questo esame del passato vuole avere qualche significato per il futuro, tuttavia, bisogna andare oltre il 1890, per vedere quale sia stato il destino delle popolazioni indiane nel 20° secolo, giunto ormai quasi al suo termine e del quale la maggior parte dei non-indiani non sa praticamente niente.
Le Guerre contro gli indiani non sono finite 100 anni fa, ma sono continuate lungo tutto il secolo in corso, in una maniera più sofisticata, ma con le stesse conseguenze disastrose per il popolo indiano.

Il problema sovranità
Discutendo di questi temi è necessario tenere a mente solo alcuni punti fermi di carattere generale. Prima di tutto, deve essere ricordato che i trattati rappresentano la suprema legge che regola il territorio ed essi vengono siglati solo fra nazioni sovrane. Gli Stati Uniti non concludono trattati con i singoli stati che li compongono o con minoranze etniche. Si tratta di un fatto spesso dimenticato o banalizzato, ma il problema della sovranità sulla terra da parte delle popolazioni indigene è al centro di tutte le lotte tradizionali per il possesso del territorio svoltesi nel Nord America. In secondo luogo, quando è stato creato il sistema delle riserve, gli indiani furono costretti ad insediarsi su delle terre che nessun altro voleva, poiché si trattava di terre non arabili o non adatte al pascolo.
Nel 20° secolo si è scoperto che la maggior parte delle risorse minerarie del paese (carbone, olio di scisto, metano e, soprattutto, uranio) si trovavano al di sotto di queste terre che nessuno desiderava.
Così, ancora una volta, gli indiani si trovarono ad essere d'impaccio sulla via del progresso. Arriviamo pertanto al terzo punto e cioè al fatto che il governo degli Stati Uniti abbia nel corso del 20° secolo agito in collusione con interessi privati, soprattutto i grandi cartelli che si occupano di materie prime per la produzione di energia, allo scopo di violare tutti i trattati siglati con le nazioni indiane e mettere in tal modo le mani sui piccoli territori rimasti a queste popolazioni. Uno degli assi portanti di questa strategia è stata la costituzione del sistema dei consigli di tribù, ma che è rimasto in realtà controllato dal Dipartimento degli interni. I consigli di tribù furono osteggiati dalla maggior parte delle tribù indiane, ma sono l'unica voce indiana riconosciuta dal governo federale e non hanno alcun altro potere oltre a quello di vendere o cedere in affitto terreni che appartengono alla tribù. Il governo degli Stati Uniti ha fatto chiaramente intendere che niente potrà impedirgli di ottenere questi terreni. Negli anni più recenti, esso ha agito con particolare risolutezza nella Big Mountain e a Pine Ridge, nel Sud Dakota.
La Big Mountain è una comunità della regione Black Mesa della Riserva Navajo, dove proprio in questo momento, oggi, centinaia di famiglie Dine (Dine è il nome tradizionale che i Navajo usano per indicare se stessi) si trovano di fronte ad un'imminente sgombero forzato dalle loro abitazioni situate in territorio indiano, al fine di permettere che la Peabody Coal espanda le proprie attività nella regione Black Mesa, che è ormai diventata la più grande miniera a cielo aperto del mondo. Queste persone, che vivono in alcune delle ultime comunità tradizionali indigene del Nord America, hanno lottato per tutti gli ultimi 16 anni contro il trasferimento.
Nel 1974 il Congresso varò la Legge Pubblica 93-531, che disponeva il trasferimento di 10.000 Dine, con la scusa di risolvere una disputa territoriale tra i Navajo e gli Hopi, i quali avevano vissuto gli uni accanto agli altri per secoli. La disputa era un imbroglio, fabbricato al fine di garantirsi i titoli proprietari necessari per la concessione di affitti in favore delle attività minerarie nella regione del Black Mesa. La legge 93-531 è stata il coronamento di decenni di bugie e di manovre legali troppo complicate per essere descritte in questa sede. Non c'è spazio neanche per descrivere il destino delle migliaia di Dine che sono già stati trasferiti, più della metà dei quali sono ora senza casa, o le durezze e le vessazioni sopportate da coloro che hanno scelto di rimanere sulla loro terra. E' sufficiente dire che nel 1980 il Quarto Tribunale Russell, riunitosi a Rotterdam, ha stabilito che la legge 93-531 viola la Convenzione sulla Prevenzione e la punizione del Crimine di Genocidio, oltre a altri cinque accordi internazionali sui diritti umani.

Ma c'è l'uranio
Nondimeno, rimane la legge del paese. Il trasferimento avrebbe dovuto terminare l'8 luglio del 1986. Le cose sono andate più lentamente, in parte a causa del fatto che la Peabody Coal e il governo degli Stati Uniti hanno mantenuto un atteggiamento pubblico impostato alla negazione che qualcosa del genere stesse avvenendo, ma le cose stanno ormai giungendo rapidamente al termine.
L'amministrazione Bush vuole che tutto sia risolto entro quest'anno, perché la Peabody Coal ha negoziato con il Giappone dei grossi affari che richiedono un'espansione immediata delle attività e la vendita del carbone così ottenuto renderà con ogni probabilità minore il deficit commerciale con i giapponesi. Abbiamo quindi tutti i motivi per ritenere che il colpo finale sarà dato durante l'estate del 1992 e l'improvviso forte aumento delle vessazioni nei confronti della gente che abita il territorio, prodottosi lo scorso autunno, sembra confermare questa previsione.
La riserva Sioux di Pine Ridge nel Sud Dakota copre i più grandi depositi di uranio negli Stati Uniti. Le miniere di uranio sono state a lungo combattute dai Lakotas, ma agli inizi degli anni '70 Pine Ridge aveva un consiglio di tribù guidato da un uomo chiamato Dick Wilson che favoriva le operazioni di estrazione dell'uranio e per il quale era un abitudine quella di assassinare o aggredire i propri oppositori. La situazione ha portato i Lakotas tradizionali a chiedere aiuto al Movimento degli Indiani Americani "AIM", cosa che ha portato alla occupazione di Wounded Knee nel 1973.
Nei tre anni che seguirono, decine di indiani di Pine Ridge furono assassinati e centinaia di altri furono vittime di aggressori. Per la grande maggioranza di questi crimini non furono nemmeno svolte delle indagini, anche se l'FBI era competente a farlo e aveva nella riserva la più alta percentuale di agenti per numero di abitanti nel paese. L'FBI forniva infatti alle squadracce di vigilanti di Wilson informazioni riguardanti i membri dell'AIM e una quantità incredibile di armi d'attacco, poiché la polizia federale era concentrata a Pine Ridge con lo scopo esplicito di distruggere l'AIM.
Questo clima di terrore raggiunse il suo apice il 26 giugno 1975, quando due agenti dell'FBI apersero il fuoco su di un campo AIM vicino a Oglala, nel Sud Dakota, dando il via ad una sparatoria in cui i due agenti rimasero uccisi insieme ad un membro dell'AIM di nome Joe Stuntz. Ovviamente, sulla morte di Joe Stuntz non furono mai compiute indagini. Inoltre, il giorno in cui avvenne la sparatoria , Dick Wilson si trovava a Washington per cedere illegalmente un ottavo della riserva a ricercatori di uranio.
La morte dei due agenti ebbe come conseguenza una nuova, maggiore ondata di terrore e infine Leonard Peltier, membro dell'AIM fu condannato a due ergastoli consecutivi per favoreggiamento e istigazione alla loro uccisione. Ha passato gli ultimi 15 anni in una prigione federale per un crimine che non aveva commesso, giudicato e condannato sulla base di prove e testimonianze che il governo ha riconosciuto, più di dieci anni fa, come false. A Leonard è stata di recente negata un'udienza comprovatoria che egli aveva chiesto per tentare un'ultima volta di ottenere un nuovo processo, mentre sono ora in corso al Congresso dei tentativi per riuscire a convocare dei testimoni in merito.
Le due situazioni che abbiamo qui descritto in breve, riflettono un modello le cui linee fondamentali possono essere rintracciate in tutto il continente. Il cinquecentenario della spedizione di Colombo solleva indubbiamente questioni di ingiustizia storica e di genocidio culturale, ma tali questioni vengono poste sempre guardando unicamente al passato, le nostre lacrime di coccodrillo non aiuteranno Cavallo Pazzo e faranno ancora meno per i suoi discendenti. La realtà oggi significa per gli indiani disoccupazione totale, sterilizzazione forzata, trasferimento forzato e malnutrizione. Significa il più alto tasso di mortalità infantile e la più bassa speranza di vita. Significa ingiustizia cronica e assassini politici. Tutte queste cose rappresentano puri e semplici atti di guerra e i cittadini degli Stati uniti non devono solo ammettere che queste cose accadono, ma devono anche riconoscere la misura in cui essi approfittano del loro verificarsi. Si tratta di una verità valida particolarmente per le persone che fanno parte dell'ampio movimento per un cambiamento sociale progressista in questo paese, poiché l'integrità morale del movimento, come l'integrità morale della nazione, risiede nella sua capacità di affrontare i torti che vengono ancora fatti alle popolazioni indigene del Nord America. Le lotte per fermare i trasferimenti forzati da Big Mountain e per ottenere giustizia per Leonard Peltier rappresentano tutti e due dei buoni punti dai quali cominciare.
A questo scopo invitiamo tutti ad organizzare delle giornate di azione internazionali coordinate nelle seguenti date:
26 giugno - Anniversario della sparatoria di Oglala - Giornata di iniziative per ottenere la liberazione di Leonard Peltier.
6 luglio - Termine di scadenza per i trasferimenti forzati da Big Mountain - Giornata di iniziative per Big Mountain.
12 ottobre - Giornata di iniziative per i 500 anni di resistenza continua da parte delle popolazioni indigene dell'America.
Ci sono molti modi per esprimere il nostro messaggio nel corso di queste giornate, tra cui manifestazioni (veglie, marce, comizi, teatro di strada, picchetti, invii massicci di lettere ecc.), offerte, iniziative educative e altro. Vi invitiamo a partecipare a queste giornate di azione in tutti i modi in cui potete. Se prevedete di partecipare, vi preghiamo di inviarci informazioni riguardo alle vostre iniziative a:
Support for Native Sovereignity, P.O. Box 2104, Seattle, WA 98111.
Per ulteriori informazioni su Leonard Peltier o per contribuire alle sue spese legali ecc., contattare: The Leonard Peltier Defense Committee, P.O. Box 583, Lawrence, KS 66044,913/842-5744.
Per effettuare donazioni direttamente ai resistenti Dine di Big Mountain contattare: Support for Future Generations, P.O. Box 22134, Flagstaff, AZ 86002.
Un altro gruppo coinvolto nei progetti di aiuto diretto/azione diretta per Big Mountain è quello dei Veterans Peace Action Team, P.O. Box 743, Winslow, AZ 86047, 602/289-4460.

Mary Mclaughlin (Seattle Leonard Peltier Support Group)
Arthur Miller (Bayou La Rose, Red Knife Defense/Support Committee)
Pete Murney (Support for Native Sovereignity, Seattle Big Mountain Support Group)


(traduzione di Andrea Ferrario)