Rivista Anarchica Online
La verità di Craxi
di Maddalena Sternai / Mauro Decortes
Intervista a Pietro Valpreda
Dopo 23 anni Bettino ci svela finalmente la verità sulla bomba in Piazza
Fontana: sono stati gli anarchici.
Avrebbe potuto essere il titolo di "Cuore" ma, purtroppo" è stato "bruciato" dai quotidiani di fine
settembre che
hanno scrupolosamente riportato le fantasiose e un po' alcoliche dichiarazioni dell'onorevole segretario del PSI
Bettino Craxi.
Di fronte ad una platea internazionale, come quella del congresso dell'internazionale socialista a Berlino, Craxi
svela infatti di aver scoperto, quando si trovava in uno dei gangli vitali dello stato italiano, la presidenza del
consiglio, le verità su Piazza Fontana e cioè che la bomba sarebbe stata messa dagli anarchici
(lasciando
sottintendere nella persona di Valpreda), con l'intenzione di compiere un atto dimostrativo. Gli stessi sarebbero
stati manovrati da servizi segreti deviati legati alla Nato, e Pinelli, brava persona ma un po' sbadato che si
occupava del piano logistico ma non controllava l'orario di chiusura della banca, si sarebbe suicidato per il
rimorso.
Bravo Craxi! E' riuscito a mettere insieme un po' di "devianza" di destra, un po' di sinistra unite alla solita dose
di ipocrita "Pinellí brava persona". Ma quali i motivi della sua dichiarazione, al di là del vino
del Reno dietro
al quale Craxi cerca di nascondersi smentendo ma solo parzialmente ("talvolta la fantapolitica aiuta a capire la
verità") le sue dichiarazioni?
La considerazione immediata su quelle farneticanti accuse - risponde Pietro Valpreda - non
sostenute da alcuna
prova (processi, controinformazioni le hanno dimostrate assurde) è che l'onorevole Bettino Craxi, non
preoccupandosi di assassinare per la seconda volta Pinelli, voglia colpire indirettamente il giudice Gerardo
D'Ambrosio.
D'Ambrosio - prosegue Valpreda - fu infatti colui che riuscì ad archiviare l'istruttoria
sull'oscura morte di
Pinelli con l'assurda sentenza di "malore attivo", e che, guarda caso, oggi è tra gli inquirenti
dell'inchiesta
"mani pulite". Craxi definendolo quindi "comunista" e con "tesi preconcette"
riguardo alla morte di Pinelli
cerca di gettare discredito su di lui. In secondo luogo vedo dietro questo "scoop" - dice Valpreda -
un chiaro
messaggio trasversale lanciato ad alcuni uomini di potere da parte di Craxi in un momento per lui tanto
precario; come a dire: durante la mia presidenza del consiglio io ho letto tutti i dossier sui servizi segreti, so
dunque al servizio di chi erano e chi li manovrava, quindi se affondo "vi" trascino con me.
Ecco perché Craxi rispolvera una tesi cavallo di battaglia delle forze più reazionarie e
contraddice le posizioni
abbracciate all'indomani della strage dal suo stesso partito, il quale, come gli anarchici e la sinistra extra
parlamentare e non, affermava le verità che fecero subito parte della coscienza popolare e
dell'immaginario
collettivo e divennero pietra miliare: Valpreda è innocente, Pinelli è stato assassinato, la strage
è di stato.
Oggi che tutto ciò non è più radicato nelle coscienze, individui bruciati come Craxi o
squallidi come Pisanò,
ex senatore dell'MSI, possono addirittura permettersi di riscrivere la storia.
Ma sta a noi, in quanto anarchici - interviene Valpreda - non permettere l'affossamento della
verità storica,
l'affossamento del sogno, da parte di politicanti, ma portare avanti l'ideale nel buio del potere.
Valpreda, di fronte ai titoli di giornale, torna a ricordare i sogni di allora, l'utopia vissuta coi compagni immerso
in un immaginario totalizzante, il vivere giorno per giorno tutto pur con le sue contraddizioni, ma quel pezzo
di giornale datato '92 gli ricorda anche l'impotenza di oggi.
Con le accuse che vogliono farlo tornare "il mostro" ricorda non solo la spontaneità collettiva ma anche
il dolore
personale e delle centinaia di altri che sono morti o sono in carcere.
Rammenta quando nel febbraio del '70 portato in cella con un romano ed un compagno di Rimini, dopo due
mesi di isolamento, lesse sui quotidiani in prima pagina: "Incriminate le donne di Valpreda: madre, sorella,
nonna, zia denunciate per falsa testimonianza"; i compagni di cella lo trattennero per impedirgli di abbandonarsi
all'ira e allo sconforto. Questo fu uno dei momenti più tragici vissuti - dice
Valpreda - più di quando Occorsio
mi disse: "Noi le contestiamo quattordici morti e centoventi feriti", là era un dolore individuale, il
più grande
vista anche la fragilità psicofisica del momento. Torna parte della rabbia di allora e Valpreda
sbotta: ma come
si permette Martelli ora di parlare di "manette facili" e "carcere preventivo" quando allora c'è stato chi
è
"marcito" in carcere per essere poi riconosciuto innocente? Solo oggi scoprono la magistratura
repressiva?
Parlare di tutto ciò potrebbe sembrare studio della preistoria ma invece è necessario, non per
commemorare,
le commemorazioni non ci interessano, ma perché per andare avanti e capire il futuro è
necessario non
dimenticare il passato.
LA SPAZZATURA DI BETTINO In relazione alle dichiarazioni di Bettino
Craxi sulla colpevolezza degli anarchici per la strage di Piazza
Fontana, gli anarchici che si riconoscono nelle sotto elencate iniziative milanesi si limitano a sottolineare
che: 1) La strage del 12 dicembre 1969 è ormai da lungo tempo - e per sempre - passata alla storia
come "la strage
di stato" per antonomasia. Sentenze giudiziarie, inchieste giornalistiche, ecc. hanno confermato quanto gli
anarchici milanesi hanno affermato nel corso di una conferenza stampa tenuta il 17 dicembre 1969 al Circolo
"Ponte della Ghisolfa" e quanto comunque ormai fa parte della coscienza civile del nostro Paese: e cioè
che
Valpreda è innocente, Pinelli è stato assassinato, la strage è di Stato. 2) E' in atto
da tempo un tentativo da parte del blocco conservtore-reazionario di riscrivere in generale la storia
dell'ultimo quarto di secolo, ed in particolare delle tragiche vicende del dicembre '69. Ultimo, in ordine di
tempo, il falso "scoop" del giornale L'indipendente del 29 maggio scorso, che spiegò
perché...Pinelli si era
ucciso. Craxi, che di quel blocco conservtore-reazionario si conferma un leader, rimescola la stessa
spazzatura. 3) Nel momento in cui il suo partito si conferma il partito del Malaffare per eccellenza, Craxi
si serve di questa
spazatura per la sua polemica con i magistrati che indagano su Tangentopoli.
Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa - Centro sociale anarchico Torricelli - "A" Rivista Anarchica -
Libreria
Utopia - Interrogations Ricerche Visive - Unione Sindacale Italiana - Centro Studi Libertari - rivista
Volontà -
edizioni Eleuthera
Milano, 17 settembre 1992
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