Rivista Anarchica Online
Un vilipendio insopportabile
Come concesso per la legge 772, nell'anno 1990 ho presentato richiesta di servizio civile
presso il distretto di
Milano in quanto obiettore di coscienza. Richiesta peraltro perfettamente accettabile a rigor di norme vigenti
e completa in tutte le sue parti, ma giunta alle autorità competenti con ritardo, il quale è stato
causato
dall'incompetenza del militare dell'ufficio, e non da mia negligenza. Una volta ricevuta la chiamata alle armi,
partire e prestare regolare servizio di leva sarebbe stato in antitesi con le mie convinzioni etiche e prova di
profonda contraddizione con le mie ideologie di nonviolenza nonché di indiscutibile
pusillanimità. Probabilmente ho peccato di ingenuità pensando che un obiettore di
coscienza non possa essere per definizione
imputato di renitenza alla leva; in realtà questo è accaduto.Vilipendio alle armi è un
termine piuttosto forte, ma
vilipendio alla mia dignità e ai miei valori etici, mi riesce ancora più insopportabile.
Crescita morale continua, integrità dell'individuo, sono valori inalienabili e garantiti dalla
Costituzione italiana,
e sulla base di queste convinzioni, ritengo di dover ravvedermi sulla scelta di prestare servizio civile. Innanzi
tutto perché ritengo che i compiti che mi verrebbero affidati, sia a livello di assistenza e sanità,
culturale, di
tutela ambientale, mi trovino completamente impreparato su molti fronti. Operatori esperti, provati e
sicuramente più motivati per passione e compensi economici e professionali hanno certo più
capacita e diritto
di agire all'interno di settori e situazioni di sovente molto fragili e precarie; dove spesso le altrui reazioni e
sentimenti vengono messi in gioco. In secondo luogo sono profondamente convinto che la scala gerarchica
e le dinamiche di sottomissione e privazione individuale si ripetano nel corso del servizio civile quanto nella
normale organizzazione militare. Poiché questa concezione della vita, seppur ridotta in uno spazio di
tempo non
permanente, mi riesce inaccettabile, incompatibile e deleteriamente deprimente intendo pormi davanti ad essa
quale obiettore totale. Ciao
Fabio Portaluppi (Milano)
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