Rivista Anarchica Online
Ricordando Salvatore Salemi: la sua vita,
un'altalena
Quando ci si accosta, anche se casualmente, a figure come quella di Salvatore Salemi, si
prova un senso di
vertigine per la profondità dell'esistenza. Esistenza che quando raggiunge la piena consapevolezza di
sé e dei
propri limiti, esprime anche disagio e dolore. Abituati come siamo a considerare la "debolezza", nostra e altrui,
come una cosa di cui vergognarsi, forse proviamo fastidio davanti a chi esprime quel malessere che è
anche
nostro. Salemi era tutto quello che NON dovrebbe essere uno scrittore e poeta di successo: era un debole, era
malato di mente, era un nomade, sradicato dalla sua terra, la Sicilia, e perennemente alla ricerca di un luogo
fisico
e mentale da "adottare"; era un umile, che non amava far mostra di sé nei salotti o alla televisione, non
esibiva
la sua cultura ma la donava. Era nato a Catania nel 1932. Cresciuto tra le biblioteche e i cinematografi, Salemi
era anche un appassionato di musica Jazz...Charlie Parker fa la colonna sonora a questa storia di poesia
improvvisata, poesia che è proprio come la musica, è fatta per essere ascoltata, così
com'è, su un treno in corsa,
in un autogrill, in un locale fumoso. Perciò scriveva utilizzando qualsiasi superficie (Tano Marcellino
ricorda che
utilizzava anche i sottobicchieri da birra, facendo ruotare le frasi per adattarle alla forma del sottobicchiere),
e
senza correggere, e leggeva immediatamente la sua poesia a chi gli stava davanti. La sua vita era un'altalena di
fasi depressive e guarigioni, di ricoveri in manicomio (dove gli vennero praticati anche gli elettroshock) e di
periodi relativamente tranquilli nei quali Salemi coltivava miriadi di interessi, viaggiava, approfondiva
conoscenze, annodava i fili di altre storie, sollecitato dai fermenti intellettuali, politici e artistici del periodo
coincidente alla sua giovinezza in particolare (come la parentesi nel P.C.I., poi rapidamente chiusa, i contatti
col
Gruppo Kobra, la partecipazione alle lotte e alle manifestazioni sindacali e politiche nel 1969, ecc. ) Sade, Rosa
Luxemburg, Martin Buber, i surrealisti e gli anarchici, furono la sua fonte letteraria, e anche nei momenti
più acuti
delle crisi depressive continuava a leggere, anzi, non possedeva quasi che libri, e dischi di musica
Jazz. Sentendo fortemente di avere origini ebraiche - è un sentimento, non una certezza,
poiché sono state cancellate
nella storia e nella memoria della famiglia - pubblica i "Canti in gloria del Popolo Ebreo" (1958) . Pubblica
anche
"Lettera a Edith" (1962), poi, fino al 1987, anno della pubblicazione di "Soggiornando vicino", un racconto,
"Poema senza titolo" e "Tre poesie", il blackout editoriale. La particolarità della sua vita, densa e nello
stesso
tempo dispersiva per l'alternarsi di momenti creativi e distruttivi, gli impedì di farsi conoscere al grande
pubblico;
restò emarginato, anzi, visse poverissimo per molto tempo con la sola pensione sociale e aiutato dagli
amici.
Salemi è morto nel 1992, per i postumi polmonari di un'influenza contratta in ospedale e senza che gli
siano state
praticate le cure necessarie (è un'altra storia di ordinaria follia ospedaliera), e ancora molti suoi scritti
sono inediti
quando non dispersi. "Le Grand Jeu", Associazione di amiche e amici del poeta Salvatore Salemi, formatasi
di recente, sta facendo un
lavoro di recupero, raccolta e pubblicazione di suoi testi, e altre iniziative pubbliche per portare alla conoscenza
della sua biografia e della sua opera. Ho qui sottomano "Soggiornando vicino". In queste pagine l'insignificante
diventa importante, i particolari si dilatano, le cose minime hanno un peso e una dimensione enorme.
Così era
la concezione della vita e della poesia di Salemi: raccontare il visibile e l'invisibile, scalzando la superficie delle
cose, raccontare tutto, perché tutto ha una storia da raccontare. Dare voce e corpo a chi e alle cose che
non hanno
una voce e un corpo "importante", che solitamente sfuggono, lasciando solo un'esile scia nella coda dell'occhio,
un ronzio nell'orecchio. Questo secondo me è il messaggio più forte di questo poeta, mite e
visionario, insieme
all'atto del donare. Atto che non è cristianamente intriso di pietà e di bontà, ma
è gesto provocatorio, senza
condizioni, libero. Quindi autenticamente sovversivo. "...Groucho fuma, sigari di arpa, / agonizzanti in cerchi
di
calura, / nel dormitorio lungo la cantina. / Una campana a gesso sulle spalle / la coda della scimmia non si stacca
/ soviet spento come parapetto/ chi restaura sale per governi / bandiere ridipinte flautiste / urlate a 1/2 sera per
dispetto / a un comizio di talpe in doppiopetto..." (Stralcio di una poesia di Salvatore Salemi, scritta nel 1966,
ritrovata nel 1992).
Pralina (Firenze)
BIBLIOGRAFIA Dl SALVATORE SALEMI: "Canti in gloria del Popolo Ebreo, (Schwarz
editore,Milano - 1958); "Lettera a Edith" (Giannotta editore, Catania - 1962); "Soggiornando vicino"
(L'Alfabeto urbano, Napoli - 1987); "Poema senza titolo" (Lunarionuovo, n° 42, Catania - 1987); "Tre
poesie" (Terra di teatro/presenze, L'Alfabeto urbano, Napoli -1987).
LE GRAND JEU (Associazione di amiche e amici del poeta Salvatore Salemi) c/o Gaetano Marcellino, via
Dalmazia 95, 95127 Catania.
|