Rivista Anarchica Online
Autoritario/libertario
Vorrei cercare di dare forma alle considerazioni su Destra/Sinistra che da tempo mi frullano
per la testa chiarendo
che non è mia intenzione affermare alcunché, ma solo contribuire al dibattito che si va
diffondendo, non solo sulla
rivista, ma un po' in tutta la società più attenta. Sinistra/Destra sono dei codici come tanti altri
che l'uomo utilizza
per comunicare con i propri simili ed evitarsi continue lunghe precisazioni. Sono una sorta di contenitori
di significati sintetizzati in una parola che ogni volta li richiama tutti. Come tutti
i codici, hanno validità solo se migliorano la comprensione di ciò che vogliono comunicare,
se cioè sono
facilmente decifrabili dai nostri interlocutori. L'uomo è in continua evoluzione e il linguaggio con lui,
a volte i
codici mantengono nel tempo la loro validità e altre no, oppure questo può accadere
parzialmente: per un gruppo
sociale o per una zona geografica, ma può anche essere il codice stesso a risignificarsi. Alle origini
Sinistra connotava progresso sociale in direzione di libertà, uguaglianza e fratellanza che erano gli
ideali della rivoluzione francese da cui nascono i termini Destra e Sinistra che giungono fino a noi e in questi
termini è rimasto corrispondente all'immaginario e al sistema di valori anarchico almeno fino alla Ia
Internazionale. E' qui, (simbolicamente), che le cose si complicano non poco. Al suo interno si trovano
(volendo
sintetizzare), due correnti: la prima, guidata da Marx, mira alla conquista dello stato, alla centralizzazione del
potere e alla statalizzazione dei mezzi di produzione mediante pratiche autoritarie, per giungere solo in un
secondo tempo all'eliminazione dello stato; la seconda corrente, sostenuta da Bakunin, non poteva condividere
tutto ciò essendo propugnatrice di pratiche libertarie per sostituire lo stato con libere federazioni nelle
quali i
lavoratori avrebbero avuto il controllo diretto dei mezzi di produzione. Abbiamo quindi una spaccatura della
Sinistra tra Libertari ed Autoritari che pur mirando a finalità similari, differiscono largamente nel come
raggiungerle, infatti per gli Anarchici il fine NON giustifica i mezzi, cosa comunemente accettata dai comunisti
autoritari. Dal 1872, anno della frattura al congresso dell'Aia, è successo tutto quello che noi
sappiamo: il movimento
anarchico, nonostante una larga diffusione fino ai primi decenni del '900 non è riuscito a concretizzare
diffuse
forme di autogestione tranne che per la breve esperienza spagnola, diminuendo via via la sua diffusione nel
corpo
sociale e ora, pur non avendo perso nulla della sua validità teorica, è momentaneamente lontano
dal gioco politico.
Storia ben diversa quella occorsa al comunismo autoritario che ha assunto sempre maggior peso nella
società
cogliendo l'obiettivo rivoluzionario in Unione Sovietica e in numerose altre nazioni, contando comunque
numerose forze politiche anche non strettamente rivoluzionarie in tutto il mondo e diventando addirittura, fino
a pochi anni fa, uno dei due sistemi economico/sociali a dividersi il dominio del mondo, poi il suo crollo che
è
storia d'oggi. Ma torniamo ai nostri codici Destra/Sinistra e in particolare pensiamo al processo di
risignificazione che ha subito
il contenitore Sinistra dal 1789 anno della rivoluzione francese fino ai giorni nostri. Il comunismo sia nelle sue
forme autoritarie che in quelle parlamentari/riformiste ha praticamente monopolizzato questo termine
diventandone finanche sinonimo, ma gli anarchici non appartengono a questo passato e anzi, lo hanno sempre
combattuto. Dice Noam Chomsky: "...se Sinistra è quel segmento di opinione che si preoccupa di
ottenere più libertà, più
giustizia, più democrazia, uguaglianza e controllo popolare sugli affari pubblici allora è
più forte che mai (...) ma
siccome i termini sono stati privati del loro significato, ecco che Sinistra difficilmente può essere usato
per quei
concetti". Chomsky si definisce Socialista Libertario ed è una definizione in cui molti anarchici
si possono riconoscere, ma
non dobbiamo dimenticare che l'anarchismo non prescrive UNA dottrina economica ma, connotandosi come
un
sistema di valori basato sulla libertà (indissolubilmente legata ad uguaglianza, solidarietà e
differenza), permette
di scegliere il sistema economico che in quel dato periodo storico, latitudine geografica e situazione sociale
meglio incarna i propri valori e le aspirazioni della gente. In conclusione io preferisco definirmi Libertario (oltre
che Anarchico), in antitesi ad Autoritario. Sono questi i codici che sostituisco a Sinistra/Destra e che uso per
interpretare il mondo e scegliere come e con chi rapportarmi. Non l'assolutizzazione di un programma
economico,
ma un sistema di valori e la coerenza mezzi/fini credo debbano essere i riferimenti nella ricerca del progresso
sociale.
Fabrizio Villa (Milano)
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