Rivista Anarchica Online
Barcellona: incontro internazionale
di Emilio Penna
Circa un migliaio i partecipanti all'Esposizione internazionale sull'anarchismo
tenutasi a Barcellona dal 27
settembre al 10 ottobre. Lo sforzo organizzativo è stato sostenuto da diverse entità culturali
anarchiche spagnole,
quali l'Ateneu Enciclopedic Popular, l'Ateneu Libertari di Poble Sec, la Fundaciò d'Estudis Libertaris
i
Anarcosindacalistas, tutti di Barcellona, la Fundacion Anselmo Lorenzo di Madrid. Hanno inoltre collaborato
il Centro Studi Libertari di Milano e i C.l.R.A. (Centre International de Recerches sur L'Anarchisme) di Losanna
e Marsiglia. Un appuntamento importante per la comunità anarchica: era dall'incontro internazionale
anarchico
del settembre 1984 a Venezia che in Europa mancava un momento di confronto, conoscenza e scambio di tale
portata. I partecipanti sono stati ovviamente in gran parte spagnoli anche se non sono mancate discrete
presenze
dall'Italia, dal Sudamerica, dall'Inghilterra, dalla Francia. Fulcro dell'incontro sono state una serie di tavole
rotonde su vari argomenti (ecologia, scienza, lavoro alternativo, militarismo, femminismo, emarginazione,
pedagogia e anarcosindacalismo). Il momento culturalmente più stimolante, specie per gli anarchici
intervenuti
dall'estero, è stato il dibattito internazionale «L'anarchismo di fronte alla crisi delle ideologie». Tale
convegno
si è articolato in cinque sessioni: «Etnia, nazione, stato», «Individuo, comunità e
società», «Oltre la
democrazia», «Nord-Sud e i condannati della terra», «Un'utopia per il 21° secolo». I temi scelti sono oggi
indubbiamente centrali per un approccio anarchico che sappia cogliere le sfide che un mondo in sempre
più
rapida trasformazione ci pone innanzi. All'ottima scelta degli argomenti non ha sempre però corrisposto
un
adeguato livello di approfondimento. Spesso le relazioni, ed il successivo dibattito, non sono riuscite ad andar
oltre la piuttosto scontata riproposizione dei «sacri principi dell'anarchismo», conditi da massicce dosi di
ottimismo trionfalistico. Un ottimismo che trova peraltro alimento più dagli insuccessi altrui che da
un'accresciuta influenza sociale dell'anarchismo. Il fallimento o la crisi di modelli sociali molto quotati in un
passato anche recente non possono essere assunti tout court quale occasione per lo sviluppo di una maggiore
sensibilità libertaria. Nondimeno alcune relazioni sono state di ottimo livello e molto stimolanti. Per
menzionarne solo alcune, quella di Eduardo Colombo, di Tomàs Ibànez, di Joan Martinez Alier,
etc. Troppo
complesso sarebbe soffermarsi su ognuna: mi limiterò pertanto a citare l'intervento dell'ottantacinquenne
Luce
Fabbri, anarchica italiana che ha trascorso gran parte della propria vita in Uruguay ove si rifugiò con
il padre
Luigi, uno dei maggiori esponenti dell'anarchismo italiano, per sfuggire al fascismo. Malgrado l'ormai
veneranda età il suo intervento ha rivelato un agile e vigile spirito critico. La sua relazione, tra le
più lucide ed
appassionanti di tutto l'incontro, ha mostrato una capacità straordinaria nell'elaborare analisi in cui
s'avverte
costante la tensione di una continua ridefinizione delle tematiche sociali e politiche nonché delle
conseguenti
strategie. Il lungo applauso tributatole dai presenti è stato un omaggio non solo alle sue parole ma anche
alla
sua vita. Oltre i dibattiti, l'incontro è stato caratterizzato da numerose altre iniziative collaterali:
una «Settimana del
cinema Iibertario» piuttosto interessante e poi concerti, spettacoli teatrali, letture di poesie, presentazioni di libri,
mostre, etc. Resta da segnalare la grande capacità organizzativa dimostrata dai compagni di Barcellona,
che
hanno fatto fronte ad uno sforzo certo non indifferente in modo ineccepibile.
Emilio Penna
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