Rivista Anarchica Online
Erhard in francese
a cura della Redazione
Malgrado le numerose pubblicazioni favorite dal bicentenario degli avvenimenti
del 1789, i giacobini tedeschi
rimangono ancora piuttosto sconosciuti e non vengono praticamente tradotti. Con il presente volume
(Du droit
du poeuple à faire la révolution et autres écrits de philosophie politique
1793-1795, di Johann Benjamin
Erhard, pagg. 400, franchi svizzeri 50, Editions l'Age d'Homme, case postale 67, CH - 1000 Lausanne 9), ci si
augura di contribuire a colmare questa lacuna. La lettura delle opere di Johann Benjamin Erhard, teorico
penetrante e al tempo stesso coraggioso militante, potrà contribuire, speriamo, alla scoperta da parte
del pubblico
di lingua francese del movimento democratico radicale nella Germania della fine del XVIII secolo. La storia
di
questo movimento dimostra infatti che gli ideali di emancipazione e di valorizzazione dei diritti dell'uomo non
sono mai stati patrimonio esclusivo di una sola nazione, nemmeno all'epoca della Grande Rivoluzione. Ma
l'interesse di queste opere va ben oltre l'interesse storico. Erhard è di fatto insieme un kantiano
ortodosso, un
difensore del diritto di rivoluzione e un partigiano della Costituzione montagnarda del 1793. Ora, a torto o a
ragione, in genere si considera Kant come un avversario del diritto di resistenza e, benché lo si sappia
amico della
Rivoluzione francese, come un uomo di tendenza piuttosto moderata, «girondino» si potrebbe dire, ovvero
«termidoriano»; il «caso Erhard» pone allora la questione: «Come si può essere insieme kantiano e
"giacobino"?». In contatto con i migliori spiriti dell'epoca (in particolare Kant, Schiller, Reinhold e Fichte)
e molto stimato dagli
stessi, Erhard presenta un contributo originale al dibattito del periodo sul diritto di rivoluzione e sui diritti
dell'uomo, contributo che può ancora risvegliare l'interesse del lettore contemporaneo, per il quale tali
questioni
hanno, sfortunatamente, conservato tutta la loro attualità. "Erhard - scrive Helmut G. Haasis nella
postfazione alla traduzione francese - è più necessario che mai; possa egli
ritrovare la sua forza di un tempo, poiché non nuota più nel senso della corrente emancipatrice
dominante, come
due decenni or sono, ma nuota di nuovo contro la corrente torbida, come è sempre stato in Germania
tra 1795 e
il 1967 . Un giorno sarà forse descritto come un traditore della patria, come spia vendutasi al nemico,
o anche
come nemico della razza. Colui che vuole prepararsi a ciò, fa bene a tener pronto il proprio bagaglio
intellettuale,
non tanto per emigrare, spero, ma per esaminare a fondo la gravità della situazione. ( ... ) Dopo la caduta
dei
regimi staliniani esplodono conflitti etnici, che si allargano su terre bagnate di sangue in nome della purezza
del
territorio nazionale. Non si potrà certamente porre argine a questi istinti di potenza bestiali con la sola
teoria
erhardiana del diritto e della rivoluzione, ma colui che si rifiuta di seguire ciecamente i passi di una fazione ha
già tra le mani, con l'opera di Erhard, un solido campione di una riflessione critica che non sarà
superflua, se non
il giorno in cui l'utopia della pace perpetua non sarà divenuta realtà». Dopo la morte di Johann
Benjamin Erhard
(1766-1827), nessuna delle opere di questo autore era stata ripubblicata fino all'edizione curata da H.G. Haasis
nel 1970 (Monaco, Hanser, IIa ed. Francoforte sul Meno, 1976), che raccoglieva la monografia sul diritto di
rivoluzione, qualche altro testo di filosofia politica e morale e dei documenti storici. Oggi questa edizione
è quasi
esaurita. Il presente volume contiene la traduzione di tutti i testi dell'edizione Haasis, eccetto
l'Apologie du diable (una cui
traduzione di Ph. Secrétan è apparsa nel 1989 per i tipi della Presses Universitaires de Caen)
e alcuni documenti
di interesse esclusivamente storico. Esso contiene in più la traduzione di due importanti articoli
sull''«autocrazia»,
mai più ripubblicati dopo la loro apparizione, nel 1793. A parte il breve Nouvel appel à
la nation allemande (del
quale nel 1976 è apparsa una traduzione di M. Gilli per gli «Annales littéraires de
l'Université de Besançon»),
nessuno di questi testi era stato ancora tradotto in francese. A commento dei testi ci sono numerose note,
il cui scopo è quello di fornire i punti di riferimento storici
indispensabili e, soprattutto, collocare le tesi dell'autore nel quadro della filosofia politica moderna (in
particolare
in rapporto ai contemporanei più vicini a Erhard, come Kant e Fichte). Il
volume contiene inoltre
un'Introduzione, che illustra le circostanze della pubblicazione e l'apporto teorico di
ciascuno dei testi tradotti,
uno Studio di H.G. Haasis (pubblicato in tedesco nell'edizione del 1970), che insiste
sui rapporti tra la teoria e
la prassi politica di Erhard e uno Studio originale di S. Colbois che valuta il contributo
dell'autore alla discussione
sul diritto di resistenza e a una critica della posizione difesa da Kant
su questo argomento. La Bibliografia offre
un elenco esauriente delle opere di Erhard conosciute attualmente, una scelta di testi (fonti e studi critici)
riguardanti il giacobinismo tedesco e un elenco della letteratura critica dedicata di recente a Erhard, che si
è
cercato di rendere il più possibile completa.
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