Rivista Anarchica Online
Il convegno su Stirner
di Enrico Ferri
Nella "Sala degli Angeli" della seicentesca sede dell'Istituto universitario "Suor
Orsola Benincasa" di Napoli
si è tenuto nei giorni 10-11-12 novembre il convegno internazionale di studi "Max Stirner e
l'individualismo
moderno", per ricordare il 150esimo anniversario dell'opera principale di Max Stirner, Der Einzige und
sein
Eigentum (L'unico e la sua proprietà), edita da Otto Wigand a Lipsia, in mille esemplari, alla
fine del 1844, con
il millesimo 1845. Max Stirner è uno dei personaggi più controversi, esaltati e derisi, del
panorama filosofico moderno, "famoso,
anzi famigerato", scrisse Lange, nel 1866, nella sua Storia del materialismo. La fama di
"Anticristo" attribuita a Stirner, e di libro "famigerato" riservata a L'unico e la sua
proprietà, fu
alimentata da molti degli ambienti intellettuali e politici in cui Stirner e la sua opera trovarono lettori, esegeti
e proseliti. Nietzsche, secondo la testimonianza di alcuni amici, conosceva L'unico e lo aveva in
grande stima;
Marx ed Engels, prima, e i marxisti dopo, lo ritennero un "liberale"; Engels scrisse, nel 1886, che Stirner con
la sua teoria della rivolta aveva influenzato Bakunin; gli anarchici da quasi un secolo lo considerano "un
pensatore anarchico", anche se questo non ha impedito a Mussolini di riferirsi con toni di ammirazione a Stirner,
né a Carl Schmitt di dichiararsene lettore attento, e a Ernst Junger di ispirarsi a L'unico,
in un celebre romanzo.
Autodidatti e accademici, uomini di fede ed iconoclasti si annoverano tra i lettori di Stirner. Negli anni trenta
L'unico si leggeva anche nei caffè della Rive Gauche frequentati dagli esistenzialisti,
mentre il libro veniva
tradotto in tutte le lingue europee e perfino in giapponese. La prima edizione in lingua italiana, a cura di
Ettore Zoccoli, risale al 1902 e da allora se ne sono avute
diciannove edizioni. Il convegno di Napoli ha cercato di ripercorrere le fasi dell'influenza del pensiero di
Stirner dal 1844 ad oggi,
ricostruendo le varie letture de L'unico e della filosofia di Stirner: i suoi rapporti con Hegel, di
cui fu allievo;
lo scontro con Feuerbach e Marx; la relazione con Bruno Bauer; l'influenza con Stirner su alcune tesi su
Nietzsche; gli aspetti liberali de L'unico; la lettura da parte di una certa cultura di destra; lo Stirner
"esistenzialista" e "antimoderno". Una intera sessione dei lavori è stata dedicata ai rapporti tra
Stirner e l'anarchismo. Nel suo libro Stirner non
parla mai di anarchia, anzi polemizza contro la teoria sociale della proprietà di Proudhon, uno dei padri
fondatori dell'anarchismo. Non si hanno elementi certi che attestino una conoscenza diretta tra Stirner e
Bakunin, mentre Kropotkin che divenne, alla morte del primo, il leader del movimento anarchico, polemizza
apertamente con Stirner e con gli "individualisti puri, nel senso di Stirner" in "La scienza moderna
e l'anarchia". Altrettanto fecero gli esponenti di spicco del movimento anarchico italiano, come Malatesta
e Cafiero, che
consideravano l'anarchismo una dimensione del socialismo piuttosto che del "puro individualismo". D'altra
parte, non sono mancati, soprattutto in Italia, in Francia e negli Stati Uniti, entusiasti seguaci di Stirner
e della sua opera, soprattutto nei primi decenni del nostro secolo. E' del tutto comprensibile l'interesse e la
simpatia degli anarchici per Stirner, se si considerano alcuni aspetti
del suo pensiero: l'affermazione del primato dell'individuo sulla società e lo Stato, la critica di tutte le
forme di
governo, dalla monarchia alla democrazia diretta, in quanto dimensioni coercitive; la critica della religione e
di ogni dogma; la teorizzazione di forme di associazionismo spontanee, volontarie, non vincolanti, non "fisse";
la simpatia stirneriana per il federalismo contro il centralismo gerarchico. Soprattutto la teoria stirneriana
dell'individuo inteso come "unico", cioè originale e irripetibile, non riducibile e assimilabile a nessun
universale
estraneo è stata ritenuta espressione del pensiero libertario. Il modo in cui Stirner ha sviluppato il
suo sistema filosofico, sul principio del primato del singolo in quanto
L'unico non ha, però, generato lo stesso entusiasmo. Già Kropotkin lamentava
come la teoria stirneriana
"offenda i sentimenti d'uguaglianza base di ogni emancipazione - poiché non è possibile
emanciparsi finché si
vuole dominare su qualcuno", ed un intelligente studioso dell'anarchismo, come Woodcock, nota che Stirner
ricorre "con allarmante frequenza a parole come forza, potere, potenza:
parole che quasi tutti gli anarchici usano
in senso peggiorativo". Neanche la rivendicazione di una proprietà intesa come "diritto di uso e di
abuso", attraverso la forza e le
capacità individuali, può essere sottoscritta da tutti gli anarchici, così come il rifiuto
della solidarietà e dell'aiuto
reciproco, ai quali si sostituisce "l'interesse personale" e "l'uso reciproco", sono lontani dal solidarismo e dal
comunitarismo anarchici. Tra la esplicita rivendicazione di dimensioni di vita libere, antiautoritarie e
spontanee, e tesi che ripropongono
postulati del pensiero liberale (il primato della proprietà) e che hanno suscitato l'interesse di personaggi
della
destra tradizionale, come l'esaltazione della potenza in quanto strumento di autoaffermazione, si dibatte il
pensiero di Stirner da 150 anni. Merito del convegno di Napoli è stato non solo di aver richiamato
l'attenzione sui molteplici e controversi
aspetti del suo pensiero, ma pure di riaprire il dibattito su uno dei testimoni e degli interpreti delle aspirazioni
e delle contraddizioni dei nostri giorni.
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