Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 25 nr. 215
febbraio 1995


Rivista Anarchica Online

Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)

Boghes che rockas
Avevo già preparato qualcosa di scritto per presentare questa iniziativa dell'etichetta indipendente sarda Roias, ma ... stavolta vivo di rendita: preferisco siano i promotori stessi a parlare. Il testo che segue è tratto dal volantino che accompagna il compact disc: sono proprio le parole giuste, dette dalle persone giuste. Non avrei potuto, sinceramente, fare di meglio.
«( .. .)"Boghes che rockas" è un progetto di valorizzazione dell'enorme potenziale costituito dalla creatività culturale della Sardegna in tutti i campi, dalla musica alle arti visive. La scelta del nome, che significa "voci come rocce" rappresenta sinteticamente metodi e intenti: dare voce e forza alla nostra specificità creativa, fortemente legata alla nostra realtà e alle nostre tradizioni, creando spazi e possibilità per cui tale creatività abbia possibilità di esprimersi e mettersi alla prova. Il tentativo è quello di eliminare handicap politici, geografici e mentali, per metterci alla pari col resto del mondo e, partendo da questa zona culturalmente liberata, cercare il conforto diretto pronti a contaminarci e a mischiarci con esso e con le sue influenze, senza dimenticare il luogo da cui si è partiti, senza chiusure autoghettizzanti ma anche, finalmente, senza ossessioni di emulare ed imitare a tutti i costi i modelli esterni. Ma "Boghes che rockas" vuole marcare con forza anche i metodi, e non è un caso né soltanto la voglia di rappresentarci con il principale elemento costitutivo della nostra terra, le rocce appunto, che ci hanno fatto scegliere questo nome. Questa scelta rappresenta la volontà di lanciare, decisa e rabbiosa, una "intifada culturale" che faccia delle pietre la sua voce ( ... ). Ci siamo ormai abituati, per necessità più che per volontà, a vivere l'esperienza di produzione e promozione artistica come una guerriglia. Ci hanno costretto a correre bassi, a raccogliere le briciole, a litigarci gli avanzi, a nasconderci dietro gli angoli, ad abbandonare i locali e gli spazi conquistati perché ad uno ad uno ce li hanno chiusi, a fare imboscate culturali spuntando all'improvviso. E ci hanno ignorato anche quando i nostri "attentati" all'omologazione culturale erano plateali e vistosi, non informando o disinformando. Non ci piace la vita da clandestini, ma è stata in questi anni una necessità. È giunto il momento di fare di necessità virtù, di venir fuori e tirare sassi a viso scoperto. Cominciamo da noi stessi, dai nostri atteggiamenti, abbattendo il provincialismo oscurantista dei mezzi televisivi e della stampa locali, troppo spesso abbacinati da pompati artisti pseudo-famosi che per il solo fatto di "venire da lontano" vengono privilegiati e coperti di attenzioni, mentre si trascurano le attività locali, si disertano incontri organizzati con tanta fatica, si dimenticano gruppi e organizzatori e promotori culturali locali che spesso stanno dietro osannate manifestazioni.
( ... ) Liberiamo questa zona geografica, mentale e infrastrutturale. Non possiamo appropriarci dei mezzi di produzione, ma gestirli ed usarli. Non abbiamo i mezzi di informazione, ma possiamo costringerli ad occuparsi di noi se stiamo uniti e creiamo un movimento tale che faccia sentire le sue voci come rocce fuori dalla Sardegna ... ».
Non vi do la lista dei partecipanti né quella delle canzoni di questa raccolta: immagino che i presupposti di questo lavoro siano ben altri, e ben più alti, della caccia alla recensione.
Contatti: Raios, via A. Roth, 13/c 07100 Sassari.

Good morning, mr. Nobody
«Sento passare sopra la mia casa / temporali, ossa, aerei e le ore / e le carte nere che avevamo / Vecchi lupi cercano nuovi compagni / mentre i fatti e i suoni semplicemente affondano in questo modo deserto. / Prima di muoverci, dividiamo / sguardi perduti come qualcuno che dimentica il cappello / come lasciare una scia luminosa per correre a casa, sconvolti / di restare soli / Un giorno tenevo questa semplice foglia come un diamante del passato / bruciandomi il palmo delle mani tornai a casa con briciole di vetro / Trovai la foglia sepolta in profondità nel ghiaccio / Ora la casa è fredda / Bambini giocano lì fuori ... («The leaf is now under the ice»)».
Sciolti gli ultimi dubbi legati al "formato tecnologico" (il passaggio dal vinile al compact disc è talvolta ideologicamente difficile ... ) ecco un'altra reincarnazione della bella stagione dei Franti. Howth Castle è il nome che contraddistingue i protetti recenti di Lalli e Stefano Giaccone, e questo «Good morning, Mr. Nobody!» è il proseguimento ideale del suggestivo debut-album «Rust of keys» del 1990. Nel frattempo sono cambiate molte cose, dentro e fuori dei protagonisti, eppure nelle canzoni qui raccolte si ritrovano sensazioni familiari, atmosfere intime come già conosciute ( ... non nel senso deteriore di già sentite).
Invece che canzoni, più che altro dei pretesti per raccontare delle storie, dei ricordi, dei frammenti di sé usando strumenti musicali semplici, la voce (Lalli non manca mai di commuovere e stupire per intensità ed espressività), dei rumori. Le parole (le mie, soprattutto), diventano un peso inutile: «Good morning, Mr. Nobody» si è incollato al mio cd-player come una storia d'amore che non si riesce a dimenticare. Distribuzione indipendente, rivolgetevi a Backdoor (Torino) o alla Blu Bus, via Consolata 5, 11100 Aosta

Megatalogo
È uscito da poco il terzo aggiornamento del Megatalogo, un centro di distribuzione indipendente specializzato in musiche eterodosse (che ci dà una mano nella distribuzione di «Voix vulgaires»). A conferma della tendenza che le precedenti edizioni manifestavano, ci si ritrova dinanzi a una scelta internazionale ed ampia, e a prezzi più che corretti (mediamente un cd costa 4/5 mila lire meno che in un tradizionale negozio di dischi). Da segnalare le note tecniche ed informative che frequentemente accompagnano i titoli. Un'occhiata veloce: sono ancora disponibili alcune copie dei 3cd-box degli Etron Fou Leloublan e degli Henry Cow, c'è il nuovo Tim Hodgkinson «Each in our own town», una grossa fetta del catalogo dell'etichetta belga SubRosa, Kevin Ayers e Sun Ra.
Megatalogo, via alla Fortezza 10, 19038 Sarzana (La Spezia). Telefono e fax (0187) 627893.

Gi-Napajo
L'avevano minacciato, e sono stati di parola: i vicentini Gi-Napajo hanno pubblicato una nuova raccolta di registrazioni (ancora, rigorosamente dal vivo, senza audience né trattamenti né sovraincisioni).
Nonostante il tempo intercorso tra le due pubblicazioni sia piuttosto breve, è impossibile non notare, e non compiacersi, di un grosso salto di qualità generale: sempre che non si tratti di un innamoramento temporaneo,
direi che ci si trova di fronte a una rivelazione del rock sotterraneo nazionale. L'impressione è che i Napajos abbiano abbandonato certi narcisismi à-la-Rock-in-Opposition per concentrarsi su un impasto sonoro che, a tratti, ha dell'incredibile. Certo, a volte affiorano spettri di amori dal nome famoso (una certa aria già respirata nel periodo Ralph/Residents di Fred Frith ... ) ma grande parte della musica chiusa in questo nastro sa volare per conto proprio. Gran bella sorpresa in questi periodi di magra. Un augurio di cuore: una vincita al totocalcio da destinare a registrazioni fatte bene. Per ora ci si deve accontentare. Contatti: Gi-Napajo c/o Muriki Records, via Marconi 77, 36056 Tezze sul Brenta (Vicenza).