Rivista Anarchica Online
Nel corso del tempo
di Stefano Giaccone
quasi-recensioni in salsa fanta-cronaca...
Mi chiamo Stefano. Lavoro nel Palazzo Agnelli a MI.TO. Sono uno delle centinaia di operatori di computer
addetti a risistemare il Cervello Europa 1. Questo enorme elaboratore contiene tutta la memoria, le storie, i
documenti dell'umanità, dalle origini ad oggi. Ha subito un guasto di proporzioni ancora indefinibili
che si è
voluto chiamare la Grande Evaporazione. Io ho il compito di districare e ripristinare due dei files danneggiati:
Arialdo, un seguace di Dolcino che fugge dalla repressione del Papato nel 1307 e Spino, un militante
rivoluzionario chiuso nel solaio di Radio Alice a Bologna 1977 durante una perquisizione di polizia. Questo
sono io. O no? Identità. È un problema di sentirsi, di essere interno a un perimetro mentale
e materiale.
Per un indiano di Delhi,
un tossico malato di AIDS, un servo della gleba nel medioevo, un montanaro e sua moglie del 1789 in Val
Varaita, la percezione di sé, il sapere chi si è insomma, è probabilmente legato ad un
sistema cartesiano più
semplice. Perché oggi tutti vogliono sapere chi sono? Perché ognuno è alla ricerca di
una identità? Spino: « ... è che con noi si son sbagliati. Hanno detto: vogliono studiare?
va bene. Tanto poi
finiranno a
lavorare come i loro padri e faranno la fila per comprarsi le 127 che hanno appena finito di montare.
Perché un
proletario è così: finché non si rompe i coglioni e pensa a starsene a casa, a mangiar
meglio, a vedersi un film.
Ma noi? quelli del Movimento, Circoli del proletariato, femministe siamo solo i loro figli oppure c'è
qualcosa
di diverso? Cioè, al limite, volendo delle cose diverse non siamo già un'altra cosa da quelli di
prima? Eppure
le nostre lotte nascono dalle loro e noi dobbiamo seguire la loro guida perché siamo dei rivoluzionari,
dei
compagni. Io son sicuro di questo. O quasi. Da dove nasce l'aggressività del nostro tempo, e quale forma
espressiva assume? La mia tesi, per dirla con parole difficili da pronunciare, è che l'aggressività
nasce dalla
dinamica di deterritorializzazione e riterritorializzazione. Cioè il dissolversi dei territori, delle
identità, della
base reale di appartenenza. La riterritorializzazione è la paura della deriva, e la conseguente
ricostruzione
disperata dei territori, prima di tutto come territori interiori, come bisogni psichici di identificazione». La
seconda parte mi ricorda Franco Berardi «Bifo»: infatti il file di Spino s'è mescolato con un suo articolo
(Rumore-Ottobre 94). Identità 1: compagno. Ma penso che la questione sia legata anche alla memoria.
«Alla fine ha ammassato circa 300.000 oggetti. Alcuni li teneva nel suo alloggio nell'East Village, New
York,
altri in bauli, ma buona parte è rimasta per 25 anni alla Butler Library alla Columbia University ..
.letture su
nastro, chiacchiere telefoniche con William Burroughs, improvvisazioni con Dylan. Quando l'università
di
Stanford ha offerto circa 1 milione di $, Allen Ginsberg l'ha preso al volo». (New York Times 20 settembre 94).
Identità 2: poeta beat. Parlando di Ginsberg: uscirà a giorni un box di 4 CD «Holy soul Jerry
Roll». (leggete
Rockerilla - Novembre l'articolo di Bertoncellì). Alla memoria futura è dedicata l'opera del
Centro di
Documentazione di Pistoia, anno XXV (via degli Orafi 29, 51100 Pistoia). Il suo notiziario dà conto
di centinaia
di pubblicazioni (stampate ma anche musicali) con una breve recensione e il recapito, alternando numeri
tematici ad altri «misti». Un ottimo modo per sapere cosa c'è di nuovo, cosa è stato detto in
proposito, dove
cercare. «...la modernizzazione impressa dal capitalismo, ad esempio, ha sradicato enormi masse di popolazione
dal loro humus di vita, inurbandole e industrializzandole a forza di migrazioni su varia scala, esodo dalle
campagne, scomparsa della famiglia allargata, esautoramento della comunità locale a misura (d'occhio
e di
contatto) d'uomo, ridislocazione degli organismi politici, eliminazione di garanzie sociali, introduzione di nuovi
stili di vita. L'accelerazione vertiginosa impressa dalla tecnologia ha altresì modificato la percezione
della realtà
... » Salvo Vaccaro-Rivista A 213. Splendido articolo. Si può dire-Identità 3: uomo?
«...vogliamo comunicare
esperienze e non solo protestare, proporre una città a misura d'uomo, dove ci siamo anche noi» da «La
città
invisibile-giornale dei senza fissa dimora» di Torino. Dopo «fuori binario» (Firenze), «scarp de' Tenis»
(Milano), «piazza Grande» (Bologna). Identità 4: emarginato, homeless, clochard. Bé, vediamo
cosa dice
Arialdo: «... ma la nostra disfatta non fu provocata soltanto dai cani da guardia del Papa. Anche i borghesi, i
cittadini, coi loro interessi di bottega, si unirono a Dolcino e altri predicatori per aver maggior profitto e far torto
ai loro signori. Ma, appena Papa Clemente V chiamò alle armi contro l'eretico Dolcino, prontamente
tradirono,
poiché questa è la natura degli uomini di città. Se l'antagonismo dei contadini verso gli
altri gruppi sociali è
insieme generatore e dimostrazione di una loro sia pure elementare coscienza politica, all'avversione per i
signori va aggiunta l'avversione per i ceti borghesi e per i cittadini più in generale». A parte il mescolarsi
dentro
il file di brani da «L'uomo medioevale» di Jacques Le Goff ne esce l'identità 5: il contadino.
Identità 6: etnica, geografica. Se ne parla, come motivo di una raccolta fondi sul CD "Drobtinice
Upanja»,
compilato dal collettivo Nuclear Sun Punk di Gorizia (c.p. 11434170 Gorizia. Venti carte van bene). Molto
bello: punk HC, punk melodico, reggae, rap, da tutto il mondo. Prendete carta e penna e scrivete a questi
compagni (che tra l'altro saluto caldamente). Ne parla l'ottimo Germinal, giornale anarchico di Trieste, Friuli,
Veneto e ... Certe volte basta una congiunzione come questa per comunicare l'aprirsi, il farsi attraversare, senza
dimenticarsi chi si è, cosa hanno visto i nostri occhi, sentito le nostre orecchie. «...forme diffuse di
spaesamento,
deidentificazione, solitudine, trasfigurandola tuttavia nella misera e poco edificante libertà di carriera
e del
lavoro autonomo, sempre più spesso eterodiretto...in questa mancanza di cognizione della dimensione
comunitaria, lasciata agli apologeti del mercato, vi è nondimeno una grossa carenza della sinistra».
Potremmo
proporre una Identità 6: anarchico. Perché forse a qualcuno interessa. Non a me, onestamente,
come pure quella
cosa che si chiamava e si chiama «sinistra». Ma, nonostante una lontananza profonda dalle tesi illustrate ad
esempio negli articoli «Distruggere la sensibilità gerarchica, liberare la mente" - Paolo de Toni,
Germinal 65
oppure Pippo Guerrieri, Umanità Nova 32, condivido in pieno il modo, il tono, il rispetto per i fratelli
e le
sorelle attorno (identità 7 e 8). Cito: «La sensibilità gerarchica la fa da padrona. Dall'interno
di nessuno degli
anarchismi esistenti si riesce a mettere in luce le dinamiche coercitive e competitive che continuamente si
riproducono ... l'anarchismo dovrebbe avere due caratteristiche fondamentali: la prima quella del pluralismo e
del massimo rispetto della diversità; la seconda, l'elaborazione di un pensiero teorico razionale e
scientifico in
grado di proporre l'unità e l'applicazione universale. Ed invece non abbiamo né il rispetto della
diversità né la
ricerca dell'unità". Oppure «...la logica da nemici va cancellata nel movimento, sostituita da quella della
correttezza ovunque e comunque, base primaria di ogni solidarietà e ogni rapporto. È questa
la discriminante
fondamentale nei rapporti fra gli anarchici». Si ricerca una identità all'interno della propria
creatività, della propria voglia di comunicare.
«Ma ahimè! nate
in libertà e per la libertà, tutte le manifestazioni dell'Arte che si svilupparono parallelamente
allo sviluppo ed
al perfezionamento degli esseri umani, furono, in seguito, monopolizzate ed alterate dai potenti del tempo che
le imposero un compito totalmente opposto a quello per il quale erano state create; in modo che da leva di
emancipazione e di civiltà quale essa era all'origine, l'Arte si trasforma in strumento di oppressione e
di
oscurantismo". Parole di Virgilio Gozzoli, un «operaio atipico» come legge il sottotitolo del libretto
«Rivoluzione in tipografia» di Alberto Ciampi. Molto bello, capace di farci riflettere su come certi dibattiti
arrivano da molto lontano. (TraccEdizioni, C.P. 110-57025 Piombino-Livorno. Con tutto il rispetto,
perché c'è
il copyright?). Identità 9: non-artista. YOU HAVE NEW MAIL. @OUTOFTHE BLUE. FU.
DEC.COM. Eccola qua! Out of the blue, la mia
amica
che scrive nella mia posta elettronica. Identità X: donna del futuro. «In rete, fratello. Stavolta il
Blatto, anzi il Dottor Blatto mi ha letteralmente sommersa di roba da leggere
e
ascoltare. Abbiamo passato un bel pomeriggio (anche se lui sta delle ore nella cabina del VirtualTrip, con la
ripro di Sharon Stone: gli farà male un giorno di questi. Ma questi quale???). Comunque siamo partiti
da "Sete",
secondo LP del Panico. Lungamente atteso da voialtri. Panico come un motore rumoroso ma anche oliato, punk
ma lucido come un fucile, molto caldo, poetico fino allo struggimento. Ritmi di metropoli. Nel materiale
grafico è acclusa la storia della genesi di questo LP che è uscito
Autoprodotto, distribuito fuori
dai negozi da una decina di collettivi e singoli. Un documento di Vanni su cosa vuol dire, al di là della
fantasie
o dei rancori, fare, distribuire, aiutare, esistere come gruppo musicale di compagni. Poi abbiamo ascoltato "the
way the things are ... " primo LP degli Schwartzneggar. Un gruppo nuovo, inglese ma che raccoglie compagni
provenienti dai Crass e Thatcher on Acid. Ovvero il punk anarchico inglese nella sua forma originale:
capacità
di comunicare, sincerità, potenza. Un disco di rock ma articolato, dai testi splendidi e diretti su ruoli
sociali,
sessuali, ecc. Dal vivo Steve Ignorant e soci ti ricordano cos'è viversi il punk come una scelta radicale
d'amore.
(R.B. Discs P.O. Box 357 London SE19 1AD England). Tra tutti 'sti dischi ho trovato infilati due opuscoli. Uno
di fumetti: TOXIC BIKER. Micidiale! Si presenta esternamente come un fumetto della Marvel (super eroi USA
e simili) ma dentro è grafica/xerox/fumetto vorticoso e acido. Si può avere da El Paso
Occupato-Via Passo
Buole 47-10100 Torino o da FreePress Adalbert.str. 28-10179 Berlin Germany. L'altro opuscolo si chiama
"Opuscolo di sviluppo del manifesto contro la legalizzazione degli spazi occupati" di Frisetti-Spesso-Luca
Bruno da EI Paso e Barocchio Occupati. Cercalo e leggilo. Per finire ci siamo sparati un 45 giri
"SOUNDBLAST", autoprodotto (Andrea Bezzi - via Salara 17 - Castiglione Cervia - Ravenna). Grande disco,
hard/grunge ma col taglio ancora di chi non ha paura di mostrare le proprie ferite né la propria rabbia.
Sentendo
dischi come questo, il Panico e altri, la loro scelta di riprendere il discorso dell'Autoproduzione insieme a nuovi
collettivi di compagni, non capisco come mai tu sia sempre in bananadura e sfiduciato. Perché non riposi
un
po'? Ciao, piccolo neanderthal. Fuori rete, out of the blue.» Ma come cazzo fa a ... Già, facile: dal
futuro son buoni tutti.
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