Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 25 nr. 215
febbraio 1995


Rivista Anarchica Online

Arte e militanza

Gent.mo Sig. Antonio Catalfamo,
dopo aver letto la Sua recensione («A» 214, pag. 24) del poeta Antonio De Rose ed aver apprezzato, insieme, la straordinaria maestria dell'innovativo artista e la Sua abilità di critico, mi permetto di sottoporre alla Sua attenzione una poetessa, ahinoi, misconosciuta.
Costei, di sicura fede anarchica, ha portato la propria arte ad un livello tale che tacerne l'esistenza sarebbe un orrido misfatto.
Le poesie di Mara Magno constano, spesso, di una sola lapidaria frase che s'imprime nel cervello, nel cuore e nel subconscio del lettore con lo stesso attaccamento, se m'è concesso il paragone, di una zecca.
Prendiamo, per esempio, la poesia «Ecologia Libertaria» che recita: «A piombo veto!». Come non riconoscere in questo verso la lezione di Bookchin e le analisi di Vandana Shiva!
Anche nei momenti più intimistici, questo stile potente ed espressivo non viene meno; ricordando un tenero incontro con un infante, ecco che la poetessa verseggia: «Musetto? Mentine-ine» reiterando abilmente l'ultima sillaba, vizio proprio del lessico fanciullesco e riportando il lettore alla fragranza dei sapori perduti, inghiottiti dall'avida fauce del tempo. La lezione dei classici Mara Magna dimostra di averla appresa alla perfezione: i due versi citati, infatti, non sono che gli anagrammi di «T'amo pio bove» e «E mite un sentimento». Cosa chiedere di più all'arte, alla vita, all'amore? Se sogniamo tutti insieme con questa poetessa cosa mai può accadere!?
Tanto più che Mara Magna è ... l'anagramma di «anagramma»! E il senso di predestinazione, a questo punto, ci attanaglia tutti come una garrota.

Maria G. De Rienzo (Treviso)
P.S.: La militanza non è sufficiente per fare dell'arte.