Rivista Anarchica Online
Arte e militanza
Gent.mo Sig. Antonio Catalfamo, dopo aver letto la Sua recensione («A» 214, pag.
24) del poeta Antonio De Rose ed aver apprezzato, insieme,
la straordinaria maestria dell'innovativo artista e la Sua abilità di critico, mi permetto di sottoporre alla
Sua
attenzione una poetessa, ahinoi, misconosciuta. Costei, di sicura fede anarchica, ha portato la propria arte
ad un livello tale che tacerne l'esistenza sarebbe un
orrido misfatto. Le poesie di Mara Magno constano, spesso, di una sola lapidaria frase che s'imprime nel
cervello, nel cuore e
nel subconscio del lettore con lo stesso attaccamento, se m'è concesso il paragone, di una zecca.
Prendiamo, per esempio, la poesia «Ecologia Libertaria» che recita: «A piombo veto!». Come non
riconoscere
in questo verso la lezione di Bookchin e le analisi di Vandana Shiva! Anche nei momenti più
intimistici, questo stile potente ed espressivo non viene meno; ricordando un tenero
incontro con un infante, ecco che la poetessa verseggia: «Musetto? Mentine-ine» reiterando abilmente l'ultima
sillaba, vizio proprio del lessico fanciullesco e riportando il lettore alla fragranza dei sapori perduti, inghiottiti
dall'avida fauce del tempo. La lezione dei classici Mara Magna dimostra di averla appresa alla perfezione: i due
versi citati, infatti, non sono che gli anagrammi di «T'amo pio bove» e «E mite un sentimento». Cosa chiedere
di più all'arte, alla vita, all'amore? Se sogniamo tutti insieme con questa poetessa cosa mai può
accadere!? Tanto più che Mara Magna è ... l'anagramma di «anagramma»! E il senso di
predestinazione, a questo punto,
ci attanaglia tutti come una garrota.
Maria G. De Rienzo (Treviso) P.S.: La militanza non è
sufficiente per fare dell'arte.
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