Rivista Anarchica Online
I cavalieri erranti
a cura della Redazione
«Abituati» all'esilio, gli anarchici di lingua italiana vissero numerosissimi una vera e propria diaspora, durante
il nero ventennio. I più si rifugiarono in Francia, ma anche in USA, Svizzera, Belgio, Inghilterra,
ecc. La tragica
sorte di quanti cercarono rifugio nella Russia dei soviet e si ritrovarono perseguitati dal regime comunista.
Primissimo pensiero degli anarchici nell'esilio fu la stampa per continuare anche
dall'estero gli attacchi al
regime fascista. Il I Maggio del '23 esce a Parigi «La voce del profugo», ed il 3 giugno il quindicinale «Il
profugo». Cominciarono intanto le provocazioni criminali dei fascisti: il 3 settembre sempre a Parigi il
giovane anarchico
Mario Castagna viene aggredito da una banda di fascisti e nella colluttazione contro i suoi aggressori ne uccide
uno. Pochi mesi dopo, il 20 febbraio 1924, il giovane anarchico Ernesto Bonomi uccide, in un ristorante
di Parigi,
con alcuni colpi di rivoltella, il gerarca fascista Nicola Bonservizi, segretario dei fasci all'estero, corrispondente
del «Popolo d'Italia» e redattore del giornale fascista di Parigi «L'Italie Nouvelle». Il nostro compagno
dichiarerà di aver voluto protestare contro i delitti impuniti dei fascisti e dei loro complici.
Verrà condannato
a otto anni di galera. Un altro giornale vedrà la luce il primo Maggio, sempre a Parigi, a cura di
compagni
italiani: «L'lconoclasta»; inoltre sempre in quell'anno alcuni anarchici danno vita ad un giornale clandestino
intitolato «Compagno, ascolta!» dove vengono date indicazioni per una lotta energica e spietata,
nell'eventualità
di una insurrezione in Italia. Dopo pochi giorni dal delitto Matteotti si costituisce a Parigi un comitato
animato dagli anarchici e che darà vita
in seguito ad un altro giornale dal titolo «Campane a stormo», la cui redazione verrà affidata al
compagno
Alberto Meschi. Per il delitto Matteotti gli anarchici italiani in Francia danno inizio anche ad una campagna
nazionale generale che culmina nella distribuzione di migliaia e migliaia di volantini in cui venivano denunciati
i crimini dei fasci (luglio 1924). Durante l'anno 1925 gli anarchici italiani continuano la loro
attività antifascista, mentre prosegue la
pubblicazione di giornali e riviste; basterà qui ricordare «La tempra» e «Il monito». In questi anni
le persecuzioni, le privazioni di ogni genere, le più vili angherie nei confronti degli anarchici
continuano da parte di agenti fascisti in Francia. Comunque essi non piegarono. Proprio in quei giorni (11
ottobre 1927) Luigi Fabbri, insegnante, dopo essersi
rifiutato di prestare giuramento al fascismo ed essere riuscito a rifugiarsi in Francia, pubblica a Parigi, con
Berneri e Gobbi, il giornale «Lotta umana».
Via
individuale Continuano intanto
le persecuzioni e gli arresti e le espulsioni. Nel marzo del 1928 a Parigi viene arrestato il
compagno Pietro Bruzzi; altri due compagni, Carlotti e Centrone (che morirà valorosamente in Spagna)
vengono
prima arrestati e dopo espulsi. La risposta il più delle volte è opera di coraggiosi militanti
che agiscono sempre in via individuale. Il 22 agosto
a Saint-Raphael (Francia) il console, noto fascista, marchese Di Mauro viene fatto segno di un attentato. Pochi
mesi dopo, 1'8 novembre, il giovane anarchico Angelo Bartolomei, con un colpo di rivoltella, uccide il prete
fascista don Cesare Cavaradossi. Questi, vice Console, gli aveva proposto, per evitare l'espulsione dalla Francia,
di tradire i compagni e di diventare suo confidente. Il Bartolomei riesce a fuggire da Nancy e a rifugiarsi in
Belgio, dove però verrà arrestato nel gennaio del 1929. Anche in altri paesi gli anarchici
italiani continuano a subire persecuzioni ed arresti per la loro attività
antifascista. Nel luglio del 1928 in Belgio l'anarchico Gasperini ricorre allo sciopero della fame per ribellarsi
all'estradizione chiesta dal governo italiano (aveva ferito, assieme ad altri compagni, alcuni fascisti nel 1921).
Il governo belga concederà invece l'estradizione del compagno Carlo Locati. L'espulsione è
una sorte che colpirà moltissimi compagni. Infatti pochi mesi dopo, il 13 Agosto, a Liegi, il
compagno Gigi Damiani viene prima arrestato e poi espulso (Tunisia). A questa ondata di persecuzioni che vede
gli anarchici italiani colpiti sempre in prima fila, il movimento cerca di rispondere come può.
Ormai, però, diventa difficile anche la pura sopravvivenza, per le continue espulsioni che
colpiscono chiunque
faccia una energica attività antifascista: nel gennaio del '29 i compagni Gobbi, Berneri, Fabbri e Fedeli,
in
seguito alle forti pressioni del governo italiano, vengono arrestati a Parigi e condotti alla frontiera con il Belgio.
E' questo l'inizio della odissea di Berneri e di tanti altri compagni. Arrestati in una parte ed espulsi, non resta
che cambiar nome e attività, attraverso la Francia, il Belgio, il Lussemburgo, la Svizzera, sempre
braccati e
senza posa. Nel settembre del 1929 a Saarbrucken (Germania) il giovane anarchico Enrico Manzoli
(Morano), aggredito
da un gruppo di fascisti appartenenti ai «caschi di acciaio», si difende e ne uccide uno. Altri anarchici,
però,
cadranno sotto i colpi dei fascisti: nel gennaio del 1930, a Nizza, è ucciso da un ex-carabiniere il
compagno
Vittorio Diana, a causa del suo intransigente atteggiamento in occasione delle manifestazioni fasciste per
l'inaugurazione di un gagliardetto. Pochi mesi prima era morto in seguito ai patimenti e privazioni, presso Parigi,
il giovane anarchico Malaspina, braccato senza posa dalle polizie di vari paesi. Era stato imputato di aver
lanciato una bomba contro la Casa del fascio di Juan-les-pins. Assolto per insufficienza di prove, era stato in
prigione e più volte torturato. Il 1929 vede gli anarchici ancora in prima fila nella lotta al fascismo,
anche se tale lotta è affidata, data la
scarsità pressoché totale di mezzi, alla sola volontà e al solo coraggio. Nel giugno del
1929 i compagni raccolti
attorno alla redazione della rivista «Lotta Anarchica», fanno arrivare in Italia, clandestinamente, un giornale
di piccolo formato e stampato su carta velina. Si tenta anche di passare all'azione: nell'agosto dello stesso
anno l'anarchico Paolo Schicchi (compie in
quell'anno 65 anni!) si imbarca dalla Francia e poi in Tunisia per la Sicilia, dove vuole suscitare con il proprio
esempio un movimento di ribellione contro il fascismo; ma al suo arrivo a Palermo viene immediatamente
arrestato assieme al compagno Gramignano. Vennero condannati rispettivamente a 10 e a 6 anni di galera. Il
compagno Renda, anch'egli partecipante all'impresa, venne condannato a 8 anni. Nel gennaio del 1921 a
Parigi si tiene un convegno di anarchici per intensificare la lotta clandestina in Italia,
lotta che porterà molti compagni ad essere arrestati e deportati al confino. Questo non impedì
di continuare a
spedire materiale in Italia portato da vari compagni. Gli anarchici comunque in quegli anni collaborarono anche
con altre formazioni antifasciste, soprattutto con «Giustizia e Libertà», senza interrompere la serie di
continue
azioni individuali. Anche in America gli anarchici svilupparono una forte attività antifascista.
Già il 16 giugno del '23 il governo
fascista premeva su quello americano per far chiudere il foglio anarchico «l'Adunata dei Refrattari». La risposta
degli anarchici non si fece attendere: il 24 novembre scoppia una bomba al consolato italiano mandandolo
completamente in rovina. Tutto l'anno 1924 segna una serie continua di manifestazioni antifasciste organizzate
ed animate dagli anarchici. A Cuba, per esempio, gli anarchici organizzarono uno sciopero generale in
occasione dell'arrivo di una nave italiana (27 settembre 1924). Non si contano le provocazioni fasciste di
quegli anni, sebbene il più delle volte i fascisti ricevano delle lezioni
durissime, come nel caso di una provocazione fascista ad un comizio anarchico (16 agosto 1925) a New York.
Certo gli anarchici, sebbene pochi e sempre perseguitati e soprattutto senza nessun appoggio esterno, furono
in quegli anni una spina non indifferente per il governo americano. Non passava giorno che alle provocazioni
fasciste, appoggiate e protette, certe volte, dalle autorità americane, gli anarchici non rispondessero per
le rime.
Il '26 e il '27 sono due anni infuocati per il movimento anarchico negli Stati Uniti. Infatti, in quegli anni, alla
protesta contro il fascismo, si assomma la protesta contro la criminale persecuzione di Sacco e Vanzetti. E'
praticamente impossibile enumerare qui tutte le manifestazioni, gli attentati, e gli scontri sia contro le
autorità
americane che contro i fascisti. Sono gli anni in cui gli anarchici venivano presi molte volte a pistolettate sulla
pubblica via, sia da poliziotti americani che da agenti fascisti. Anche negli anni seguenti, fino al '36,
continuarono da parte degli anarchici manifestazioni e attività antifasciste
che culminarono in arresti e deportazioni in Italia. Molti compagni, come Armando Borghi, vissero lunghi anni
clandestinamente, a causa di tali persecuzioni. Altri, sfuggiti miracolosamente a tante peripezie, morirono poi
valorosamente in Spagna, o fatti prigionieri, vennero poi deportati in Italia.
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