Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 25 nr. 220
estate 1995


Rivista Anarchica Online

Nino Pino: un anarchico siciliano
di Antonio Catàlfamo

Nino Balotta è stato una delle figure più brillanti di antifascista in provincia di Messina. Laureato in Medicina Veterinaria, si iscrisse alla Facoltà di Scienze Politiche di Perugia. In precedenza era stato radiato dal corso allievi ufficiali e ridotto al rango di soldato semplice. Dichiarato abile ai servizi sedentari, non vestì mai la divisa militare, fedele alla tradizione anarchica e antimilitarista dei suoi concittadini di Barcellona di Sicilia, Salvatore Caratozzolo e Sebastiano Torre, figlio del popolo. Infatti, Caratozzolo, che si rifiutava di combattere nella prima guerra mondiale, fu legato ad un palo ed esposto alla gogna degli austriaci, che lo risparmiarono. Torre, antimilitarista ai tempi della guerra di Tripoli, fu processato e condannato.
A Perugia, Pino si lega agli ambienti antifascisti di Giustizia e Libertà. Con una falsa tessera del GUF e con nome vero, inizia l'attività di corriere antifascista tra l'Italia e la Francia, incontrando i francesi Beccatini, il segretario di Virgile Barel, e Gasparre. La vera identità di costoro gli fu nota solo nel dopoguerra. Un primo maggio del 1935-'36 ad una manifestazione anarchica a Marsiglia, fa circolare sul foglio dattiloscritto la poesia Alba di Maggio, successivamente musicata e pubblicata nel '47 su Terra e Libertà, la voce del movimento anarchico siciliano:
Stanotte una gran face
è balenata sul mondo
L'agitava una turba: vi erano Sacco e Vanzetti
Bonaventura Durruti
Kropotkin, Pietro Gori,
Ferre Gorki, Bonnot,
tutti quelli che furono
tutti quanti saranno...
Stanotte è balzato alla vita
il sogno
creduto chimera:
il sogno per cui tanti forti
indomiti son morti
e tanti ancora morranno,
il sogno per cui tanti morti
son vivi
e per sempre vivranno nei cuori
Nel febbraio del '32 polizia e carabinieri lo aspettano al ritorno di uno dei tanti viaggi in Francia per sequestrargli materiale compromettente ed arrestarlo. Pino si barricò in un abbaino per distruggere i documenti diretti ai vari cospiratori con i quali aveva i contatti. Un carabiniere si avventurò su per il tetto e cominciò a sparargli. Pino si schermiva come poteva, lanciando tegole. I carabinieri certamente lo avrebbero ucciso se non fosse insorta la folla trabocchevole che intanto si era radunata nella sottostante Via Operaia. Se la cavò con qualche ferita e 18 mesi di reclusione. Ma riuscì a distruggere il materiale e nessuno fu coinvolto. Nel corso della perquisizione nella sua abitazione, la polizia sequestrò la traduzione di un saggio divulgativo della teoria della relatività. Einstein, ch'egli era andato a trovare più volte durante l'esilio dello scienziato ebreo in Belgio, a villa "La Savoyarde", a Le Coq-sur-mer, lo aveva autorizzato a pubblicare l'opera in Italia, purché i proventi andassero in beneficenza.
Nel 1935 pubblica il volumetto Tifo Sportivo e suoi effetti, che mette in evidenza gli effetti negativi del tifo sull'organismo umano e perciò cozza con la propaganda sportiva del regime. A due anni dalla pubblicazione la rosea Gazzetta dello Sport attaccò il volume con un articolo firmato da Enrico Emanuelli. Il libro fu messo all'indice dal Minculpop e l'autore fu denunciato. Eminenti studiosi dimostrarono la validità scientifica del saggio e il Pino se la cavò. Nel 1937 finiscono i viaggi di Pino all'estero. Cadde nelle mani della polizia al valico di Mortola presso Ventimiglia. Al momento dell'arresto finse di leggere un libro. Fu processato e diffidato. Il mancato incontro in contrada Lotte di Ventimiglia doveva avvenire con il libertario Colombo. Costui, accortosi di essere pedinato dalla polizia, non venne all'appuntamento col Pino. Torturato, non fece mai i nomi degli altri corrieri dell'organizzazione. Fu fucilato. A Savona è una figura mitica. La madre dopo il '37 esercitò il mestiere di pescivendola al mercato cittadino.