Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 27 nr. 237
giugno 1997


Rivista Anarchica Online

Uomini liberi, non disertori

Ci si sente un po' "reduci", dopo la "rimpatriata" anarco-anti-militarista tenutasi al Bloom di Mezzago.
I termini appena riportati tra virgolette rappresentano lo sfogo provocatorio della generazione nata a cavallo del'68, troppo tardi per avere nel sangue gli slanci ideali di quel periodo e troppo presto per poterne assaporare i frutti (spesso caduti ancor prima di maturare). Un modo insomma, per esorcizzare l'inconscia sottomissione che ha accompagnato la gioventù di quasi tutti i diciottenni degli anni '80.
E' posssibile che il gene dell'antimilitarismo sia un'esclusiva del DNA anarchico (magari dell'ultima generazione...) e che le annuali ondate di soldati di leva rappresentino il monotono rinnovarsi di un'indistinta marea di sottomessi; ma messa in questi termini, non si sfocia nel banale?
Gli anni dell'adolescenza, al termine dei quali fa capolino il servizio militare, sono il periodo più ribelle e confuso ad un tempo, nella vita di ciascuno di noi; Non è escluso altresì, che lo stato richieda questo tipo di prestazioni ai suoi cittadini, approfittando proprio di questa congiuntura! Come se non bastasse, questo servigio viene richiesto al termine di molti anni di indottrinamento scolastico, sul quale molto è già stato scritto e che non consente quasi mai una visione lucida ed obbiettiva del problema in questione. A diciotto anni, infine, sono ancora aperte le ferite provocate dalla sottomissione catto-famigliare, autentici inibitori della libertà giovanile.
Già! E l'antagonismo tipico dei giovani che fine ha fatto? che ne è stato dell'intraprendenza ribelle e libertaria dell'adolescenza?
Non basta avere lo spirito giusto, occorrono anche strumenti! I giovani che hanno avuto la fortuna di essersi affrancati dalla sottomissione culturale del regime, si sono trovati a doversi confrontare con l'assenza d'informazioni e consulenza.
Oggi le cose stanno lentamente cambiando e la nascita di molti gruppi e associazioni specializzate nell'assistenza all'obiezione totale, stanno provocando l'aumento esponenziale dell'antimilitarismo (pacifico...) nel nostro tessuto sociale. Questa è la dimostrazione più evidente che i giovani degli scorsi decenni erano soli più che sottomessi e sprovveduti più che insensibili.
Attualmente siamo in presenza di un ricettario smisuratamente variegato nel campo dell'antimilitarismo e del pacifismo; a seconda dei casi è diventato: rifugio, ripiego mestiere, moda e chissà cos'altro. Lo stato si sta attrezzando per riciclare in ogni modo l'enorme massa di "obiettori", sempre più spesso a discapito dell'occupazione e della stessa dignità dei giovani. Il "servizio civile", infatti, sta divenendo un vergognoso strumento di sfruttamento della manodopera a costo zero; naturalmente il tutto si svolge nell'ombra dell'ala benevola della sinistra e delle sue organizzazioni, nonchè degli apparati statali e produttivi (come sempre è necessario che tutto cambi affichè ogni cosa resti uguale a prima...).
Anche l'obiezione totale, come accennato in precedenza, sta avendo un discreto boom! c'è chi sospetta che ciò sia dovuto all'addolcimento delle pene detentive e della repressione statale; ma si tratta pur sempre di una scelta impegnativa, a prescindere dai costi. E' curiosa piuttosto la scelta fatta da taluni, di evitare il carcere, onde finire nelle mani degli assistenti sociali; non significa forse, ammettere... una certa "patologia piuttosto che palesare un diverso e consapevole ideale?
Il cadere in qualche contraddizione ed esemplificare nel trattare queste tematiche, è sintomatico di una vivacità dialettica tormentata e feconda, tipica della cultura anarchica e libertaria, nel tentativo di comprendere una realtà in continua evoluzione e soggetta ad ogni sorta di pulsioni addomesticatrici: istituzionale, partitiche, produttive e di certa società civile...
Difficilmente si potrà venire a capo di questa questione, senza estirpare le cause stesse che la determinano. Gli strumenti, la fantasia e la determinazione non ci mancano. Il presupposto di qualsiasi futura iniziativa, non può che restare la creazione di una cultura autenticamente antimilitarista e antiautoritaria, attraverso i più svariati canali informativi e di sostegno, da e verso le realtà impegnate in questi ambiti e coinvolgendo tutte le energie a nostra disposizione; nel nome di un diverso modo di vivere insieme.

Franco Frascolla
(Olgiate Molgora)