Lo Stato non finirà mai di stupirci.
Anche le istituzioni cosiddette "democratiche" hanno deciso
di aggiornarsi con le nuove tecnologie, e di avvicinare il cittadino/contribuente/suddito
digitalizzato. In nome della massima trasparenza, in modo che
tutti siano resi edotti sul modo in cui vengono governati. Quale
migliore strumento della Rete? Dunque, vai con Internet! Vediamo
il bel risultato.
Si parte da http://www.parlamento.it/
Da qui si può subito scegliere se visitare la camera dei deputati
oppure il senato della repubblica. Presso la camera veniamo
accolti da un elegante svolazzo autografo nientepopodimeno che
del presidente dell'assemblea. Silenzio, prego, parla Violante:
"Benvenuti! Spero che queste informazioni vi aiutino a seguire
più direttamente il nostro lavoro. Segnalateci le lacune; cercheremo
di superarle." Promette bene.
Bella roba, non c'è che dire: banche-dati con i testi integrali
degli atti parlamentari, le attività degli onorevoli, le autorizzazioni
a procedere, i dati elettorali, il testo integrale di tutte
le leggi regionali, i resoconti sommari e stenografici del senato,
delle giunte e delle commissioni, le schede complete dell'attività
legislativa e non legislativa dei senatori e dei membri del
governo, la composizione del senato e del governo, i dati relativi
al procedimento parlamentare di formazione di ogni legge dello
Stato. Questi ultimi terminano con il 1990, e considerando quello
che è successo negli ultimi otto anni dire che sono obsoleti
è poco.
E ora vediamo come si consulta tutto questo ben di Dio. Ecco
qua: «Al sistema informativo della Camera si può accedere inoltrando
apposita richiesta al Segretario generale della Camera dei deputati
(Piazza Montecitorio, 00186 Roma - oppure fax n. 06-67602329).»
Fax? Fax??? Oddio, il fax! In tempi di posta elettronica e di
firma digitale, questi ci chiedono di mandare un fax! Con nome
e cognome, poi, giusto per sapere chi vuol sapere cosa, e magari
anche perché, e poi scrivere tutto su una simpatica scheda da
infilare in qualche archivio del Viminale. Ma non è finita qui.
Ottenuta l'autorizzazione, ci verrà inviata una password che
ci permetterà di accedere ai preziosi archivi della repubblica.
Non si capisce il senso di questa password, visto che comunque
il servizio è gratuito (almeno per momento, ma con l'aria che
tira fra un po' ci faranno pagare una gabella anche per consultare
le loro preziosissime banche-dati...) e che in ogni caso possiamo
solo leggere senza modificare alcunché (e ci mancherebbe pure!...).
Vabbé, pazienza. Si aspetta l'autorizzazione e si prepara Netscape.
E invece... il browser è inutile. Credevate che gli amministratori
del sistema informatico del parlamento fossero tanto furbi da
mettere online tutto il materiale in formato HTML? Poveri illusi.
In nome del massimo aggiornamento tecnologico, le banche-dati
si consultano solo in em ulazione di terminale. Sì, proprio
lui, il vecchio TN3270. Per fortuna ci informano che «si tratta
di banche dati in formato carattere residenti sull'elaboratore
centrale senza interfaccia "amichevole" per l'utente, (...).
Una consultazione efficace presuppone l'apprendimento del linguaggio
di interrogazione e della struttura dei documenti.» Chiaro no?
Sennò era troppo facile! Vogliamo fare sì o no un po' di fatica
per capire dove vanno a finire i nostri quattrini? Insomma,
l'HTML evolve per i fatti suoi, Java si diffonde a macchia d'olio,
i plug-in diventano ogni giorno più utili... e questi qui sono
ancora all'emulazione di terminale.
Ma non lasciamoci scoraggiare. In fondo l'uso dell'informatica
anche in parlamento è un bel passo avanti verso l'automazione.
Ora almeno saranno le macchine che risponderanno alle richieste
dei cittadini su leggi e atti parlamentari, in automatico, senza
la necessità di pagare altro personale, e... Cos'ho detto? In
automatico? Un momento, prego. Ecco, dimenticavo: presso il
parlamento italiano anche i computer hanno diritti sindacali
che vanno rispettati. L'interessante documento ci informa infatti
che il servizio è accessibile da lunedì a giovedì dalle 8 e
30 alle 20 e 30, il venerdì dalle 8 e 30 alle 20, e il sabato
dalle 8.30 alle 12 e 30. Poi anche il computer deve "staccare",
poverino. Chissà come si sarà stancato.
Marco Cagnotti
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