Domanda: «Quanto sarebbe stato diverso
il 68 se avesse avuto a disposizione computer, cellulari e
tutte le diavolerie della tecnologia moderna?» Domanda idiota,
non cè che dire. Come stupirsi? I giornalisti RAI non brillano
certo per intelligenza. Sennò non farebbero i giornalisti RAI.
Umberto Eco lo sa, e dà una risposta degna di lui:«Qualche anno
fa il movimento della Pantera aveva a disposizione il fax
ed
è durato tre mesi.» Insomma, lattrezzo tecnologico serve a
poco se dietro il braccio cè una testolina carente di idee.
Giusto. E non cè da stupirsi se le idee mancano soprattutto
ora in Italia perché, grazie alle forze progressiste finalmente
giunte al potere, viviamo felici e contenti come non mai, e
non abbiamo più bisogno di far funzionare i nostri tre neuroni.
Anche perché, pare, la pancia piena favorisce latrofizzazione
delle sinapsi. Purtroppo non tutti i luoghi del mondo sono felici
quanto il nostro angolino di Europa, più sberluccicante che
mai dei sorrisi dei banchieri che lhanno appena comprata e
che già preparano la vaselina per gli europei. Vi sono anche
luoghi tristi, nei quali la gente deve combattere per il pane,
la scuola, gli ospedali, le strade. E, si sa, il bisogno aguzza
lingegno: i neuroni si accendono, le sinapsi si surriscaldano,
e le idee per fottere il potere partono. E dove vanno? Dipende.
In poche parole dipende dal mezzo con cui le si spedisce in
giro per il mondo. Lo sapevano bene gli studenti di Piazza Tienanmen
che nel 1989 avevano capito lutilità del fax. Chissà cosa avrebbero
fatto con la posta elettronica e con il Web. Probabilmente quello
che oggi ci fanno zapatisti e compagni.
Gli insorti chiapanechi non sono i primi ad aver capito che,
accanto alla guerriglia, uno strumento di riscatto sociale irrinunciabile
nel mondo moderno è linformazione. Luomo con il passamontagna
nero e la pipa non sarebbe diventato quel simbolo che è se non
avesse saputo vendere con abilità e intelligenza la propria
immagine e le proprie parole ai giornalisti e quindi allopinione
pubblica mondiale. Però linsurrezione messicana è la prima
ad aver sfruttato in maniera massiccia lo strumento tecnologico
per eccellenza, il più moderno, il più alla moda, il più romanticamente
libertario, borghese, sovversivo, elitario, capillare e pericoloso
della fine del secolo: Internet. Così accanto a fucili e munizioni
ha schierato anche computer e modem. E sono nati, voluti da
chiapanechi o da loro simpatizzanti, siti, liste, gruppi, e
il solito bendiddio che la Rete sa produrre.
Il punto migliore per trovare materiale sul Chiapas nella Rete
è probabilmente Zapatistas in Cyberspace (http://www.eco.utexas.edu/faculty/Cleaver/zapsincyber.html),
un sito che si offre come raccolta di link. «Che palle!» esclamerete
voi, «La solita raccolta di puntatori messi uno in fila allaltro
senza che si capisca neanche dal nome se sono interessanti!»
E invece no. Invece Zapatistas in Cyberspacer accoglie sì dei
link, ma ha lambizione di presentarsi come A Guide to Analysis
& Information, e quindi li commenta e li descrive uno per
uno. E non si limita ai siti di associazioni, comitati e centri
sociali. Raccoglie anche liste e gruppi di discussione, in tutte
le lingue. Quindi accanto alle home-page dellEZLN ¡Ya Basta!
(http://www. ezln.org)
e dello Zapatista Front of NationalLiberation (http://www.peak.org/
~joshua/fzln/), che pure meritano di essere visitati non
fossaltro perché consentono di essere aggiornati sulle ultimissime
novità con comunicati, notizie e documentazione varia, si trovano
un sacco di altre cose interessanti e degne di attenzione. Fra
le risorse in lingua italiana citeremo prima di tutto EZLN-it,
una lista di discussione alla quale ci si può iscrivere presso
il sito del Coordinamento Zapatista per lItalia (http://www.ecn.org/ezln-it/),
che ospita anche un utile motore di ricerca dedicato alla lista
stessa. Molto interessante è pure il sito del Comitato Chiapas
Torino (http://vivaldi.nexus.it/commerce/
tmcrew/chiapas/index.htm), nel quale oltre ad appelli urgenti,
un forum di discussione e la solita raccolta di altri link si
può trovare anche un interessante saggio di Claudio Albertani
dedicato alla comunità di Tepoztlán. Vi sono poi Materiali del
2° Incontro per lUmanità e conto il neoliberismo (http://vivaldi.nexus.it/commerce/
tmcrew/chiapas/index.htm) e Zapatistapage - Tactical Media
Crew (http://vivaldi.nexus.it/
commerce/ tmcrew/ chiapas/chiapas.htm), questultimo un
po disordinato nella presentazione della propriahome-page.
Il C.S.O.A. La strada (http://www.ecn.org/la.strada/)dà
spazio a sua volta al Chiapas, ma ospita nel proprio sito anche
risorse non strettamente concernenti i movimenti sociali di
base e offre una sorta di muro virtuale sul quale chiunque
può lasciare un segno del proprio passaggio. Inutile dire che,
indice della maturità dei frequentatori, la maggior parte dei
graffiti rientrano nella categoria cazzate. Comunque, meglio
lì che non sui muri veri. Kollettivo Estrella Roja (http://www.ecn.org/estroja/)
è invece un sito dedicato in generale alle lotte di insurrezione
e di autodeterminazione, dal Chiapas al Kurdistan.Una citazione
a parte merita Tatanka Group Homepage (http://www.geocities.com/CapitolHill/4647/),
che presenta lattività di un gruppo di persone che lavorano
a progetti precisi nel Chiapas (La Semillita del Sol, Progetto
della ReteEducatori e Progetto Aiutiamo Ramona). Semplice, senza
fronzoli, si carica in fretta. Purtroppo rompe un po la finestrella
che si apre ogni volta che ci si collega al sito (e che ci si
ricollega, pure), con lo sponsor. Ma Geocities è Geocities.
E la pubblicità è il prezzo da pagare alla società liberista
per avere uno spazio gratuito. Alla faccia del Chiapas.
Marco Cagnotti
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