Le
memorie di un terrorista sonoro
Si è già scritto qualche tempo fa, e proprio su queste pagine,
di Eugene Chadbourne addirittura come di un terrorista sonoro.
Faccia simpatica e temperamento generoso, Eugene è un virtuoso
della chitarra e di mestiere fa il musicista giramondo. Non
si tratta di un musicista qualsiasi, però: è un praticante convinto
e testardo dellautogestione totale e delle formule musicali
più azzardate, uno sperimentatore esagerato ed un ricercatore
instancabile.
Le sue canzoni sono state definite come larsenale della musica
contro, e - credetemi - non è unesagerazione da rockgiornalisti
arrapati.
Lattività di Eugene si estende, con unapprossimazione per
difetto, in migliaia di concerti, centinaia di collaborazioni
e una lista disumana di registrazioni su cassette, album e cd:
tutti - tranne uno - rigorosamente autoprodotti e venduti di
persona ai concerti oppure pubblicati in giro per il mondo da
etichette indipendenti ed estremiste come Fundamental, Parachute,
Watt, Leo, Rastascan, ReR, Intakt, Alternative Tentacles, Ictus,
etichette ben conosciute agli appassionati di quella musica
che non riesce a restare costretta nei binari del pentagramma
e delle definizioni di genere.
Oggi non vi parlerò dellEugene Chadbourne musicista, bensì
dellEugene Chadbourne scrittore. E non vi racconterò delle
cose nuove: non è più un segreto per nessuno che è proprio lui
che si nasconde dietro la firma del fantomatico Dr. Chad, a.k.a.
Eddie Chatterbox...
Ebbene sì, sono frutto della sua mente anarcoide le cronache
di avventure musicali impossibili e le recensioni corrosive
e gli interventi furiosi su Maximum RocknRoll, Sound Choice,
Spex, Forced Exposure e quantaltro cè di meglio nella
stampa indipendente musicale doltreoceano...
Di Eugene Chadbourne sono stati recentemente pubblicati due
libri: nonostante siano entrambi grosso modo riconducibili al
filone saggistico/autobiografico, sono due cose abbastanza diverse
tra loro come impostazione, premesse, costo e contenuto.
Bye bye DDR riassume in un centinaio di pagine fitte lesperienza
diretta di Eugene, musicista che ha suonato nei paesi dellEst
prima durante e dopo la caduta del muro di Berlino: una cronaca
avvincente e curiosa ben farcita di annotazioni brillanti, dove
sono sparsi volentieri spunti per sorridere, ghignare e riflettere.
Tuttaltro che un resoconto scritto da un turista americano
nel senso deteriore del termine, tanto per intenderci.
Sono storie e riflessioni di un musicista girovago che, come
i piccoli organizzatori locali che tengono letteralmente vivo
il circuito a parte, prende il treno e ti da appuntamento
alla stazione, il musicista girovago con le valigie strapiene
di materiale da scambiare.
È quello che te lo porti a casa e dopo la doccia crolla sul
divano o sul letto, quello che ti parla in inglese americano
per mezzora filata e che simpegna ad ascoltare i tuoi tentativi
di discorso nella sua lingua, quello con cui si mangia insieme
(non al ristorante: basta un panino in fretta, un minestrone
o una pastasciutta alla buona fatta a casa), quello che ti porta
una foto delle figlie e ti chiede di spedirgli le cartoline.
Ecco: Eugene è proprio il tipo di persona con cui si fa subito
amicizia. È il tipo di musicista che riesce a ficcarti in testa
i suoi accordi obliqui e contamina i tuoi sogni con limmagine
di chitarre maltrattate e miti della musica popolare americana
che si rivoltano nella tomba. È il tipo di musicista che, quando
lo riaccompagni in stazione il giorno dopo, ti assale la malinconia:
lui è dietro il vetro del finestrino e tu, di qua, improvvisamente
galleggi in un mondo più grigio e più triste.
Lasciamo perdere queste smancerie e torniamo ai libri (ebbene,
ho una voglia matta di rivederlo e di assistere ancora ad una
sua performance!). In Bye bye DDR Eugene racconta frammenti
di vita da estraneo nei luoghi del socialismo, parla della
gente che frequenta i circoli culturali improvvisati nei retrobottega
e nelle biblioteche di quartiere, parla di un mondo che è cambiato
e che una volta cera e adesso non cè più né domani ci potrà
più essere.
Chadbourne sa offrire una scrittura leggera, mirabile nella
semplicità nel saper cogliere le sfumature nelle frasi della
gente, e scrive del prima e del durante e del dopo come un amico
sa raccontare le storie piccole di un mondo lontano, storie
che scopri incredibilmente simili come odore e sapore alle tue
piccole storie di provincia.
Limitare Chadbourne a questo ruolo di cronista sarebbe comunque
ingiusto e comunque non sufficiente a completare il mosaico
bizzarro del suo personaggio: Eugene non incarna lo spirito
del viaggiatore romantico con la chitarra in spalla, eppure
sa osservare luoghi, persone, gesti ed inflessioni della voce
dei suoi interlocutori con precisione quasi poetica. I suoi
appunti non sono solo cronache di viaggio ma, soprattutto, cronache
di incontri e scontri di culture.
Questo aspetto così caratteristico e speciale del suo stile
narrativo, abbondantemente aromatizzato da un sarcasmo pungente
e dissacrante, è amplificato nellaltro suo libro I hate the
man who runs this bar, che si propone già in copertina come
una guida di sopravvivenza per veri musicisti.
Concepito e realizzato come un vero e proprio manuale suddiviso
in capitoli (del tipo lista degli organizzatori dallA alla
Z, rapporti con le etichette discografiche etc.), il libro è
stracolmo di citazioni tragicomiche, dialoghi e vignette paradossali,
ammiccamenti e buoni consigli (buoni nel senso di utili ed intelligenti).
I personaggi ed i fatti raccontati in questo libro (tutti i
nomi dei locali e dei gestori sono stati cambiati, per proteggere
gli innocenti) sono così assurdi, ma così assurdi da costituire
ciascuno un caso letterario: memorabili le descrizioni del fantomatico
Beppe del piccolo circolo comunista di Udine e del famosissimo
jazzista che invita il misconosciuto musicista di provincia
alle sessions per il nuovo album, per poi fargli passare una
serie incredibile di disavventure.
Bye bye DDR ha laspetto e la consistenza di un libretto autoprodotto,
ed è stampato da Ridgeway Press, una piccola casa editrice indipendente
attiva dal 1974, un centinaio di pagine, costa US$12. Una piccola
curiosità: lultima dozzina di pagine del libretto contiene
stralci di lettere, vignette e disegnetti fatti da Carsten Scheinpflug,
un fan irriducibile che ha seguito Eugene in uno dei suoi ultimi
tour in Germania a cavallo di una bicicletta.
I hate the man who runs this bar -nonostante il contenuto
e la simpatica foto di copertina- si presenta come un libro
serio pubblicato da una casa editrice seria, cioè la californiana
Mix Books, specializzata in pubblicazioni musicali didattiche
(anche in senso non ortodosso, come in questo caso).
Conta quasi 200 pagine, ci sono molte foto e molte informazioni,
in coda note bio/discografiche minuziose e fatte bene anche
se per forza di cose incomplete, e costa US$30.
Credo sia francamente impossibile trovare entrambi nel nostro
paese, a meno di un clamoroso colpo di culo in una libreria
internazionale. Ecco quindi i recapiti degli editori.
Ridgeway Press, p. o. box 120, Roseville MI48066 USA.
Mix Books, 6400 Hollis St., Emeryville CA94608 USA (fax 001-510-9230369).
Mix Books ha anche un sito internet tramite il quale si possono
anche ordinare i libri: lindirizzo è http://www.mixbookshelf.com.
Marco Pandin
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