Dal 17 al 27 maggio si è svolta presso La Loggia-Centro
Internazionale di Scrittura Drammaturgica di Montefiridolfi
(Firenze), la manifestazione Oltrebabele Euramerica, che
ha ospitato sette autori di teatro latinoamericani impegnandoli
nel lavoro di stesura definitiva della traduzione italiana
di alcune loro opere con unéquipe di traduttori; sui testi
tradotti ha lavorato, quindi un gruppo di attori e registi.
La loro lettura e le prove sono stati un momento di importante
verifica per il traduttore. Tradurre la scrittura drammaturgica
implica, infatti conoscere la comunicazione teatrale e le
sue regole e la responsabilità di restituire lazione contenuta
nella parola; obbliga inoltre a pensare costantemente per
immagini e a sentire il ritmo scenico.
Il Centro Internazionale di Scrittura Drammaturgica, avendo
coscienza della specificità della traduzione drammaturgica
e conoscendo la necessità di nuove proposte per la scena
italiana, è un organismo che promuove la drammaturgia contemporanea
straniera creando loccasione dellincontro di lavoro autore-traduttore
e successivamente si propone di realizzare lo scambio e
la circolazione delle esperienze fra gli operatori teatrali.
Oltrebabele Euramerica è un progetto nato nel 1996 e
realizzato in collaborazione con altre importanti realtà:
dallUniversità di Siena, Facoltà di Lettere, che ha creato
e coordinato il Comitato di Selezione Italiano delle opere,
ad altri centri europei di traduzione teatrale come la francese
Maison Antoine Vitez, o il Theater und Mediengesellschaft
Lateinamerika E.V. della Germania, il Vlaams Theater Instituut
del Belgio e la Sala Beckett di Barcellona. I tre paesi
latinoamericani scelti per dare inizio al progetto, sono
stati quelli del Cono Sud, cioè lArgentina, il Cile e
lUruguay, per il particolare legame storico-culturale che
li lega allEuropa, anche se lobbiettivo non era certo
quello di evidenziare le somiglianze col vecchio continente,
bensì confrontarsi con le molteplici e diversificate esperienze,
che in quei paesi, per quanto riguarda in particolare il
teatro, hanno prodotto una ricca serie di proposte e possono
vantare una vitalità espressiva in questo campo non certo
paragonabile a quella italiana attuale. Il teatro sudamericano
è pressoché sconosciuto in Italia, sia per la scarsezza
delle pubblicazioni di testi in italiano, sia per la quasi
totale assenza di spettacoli provenienti dallAmerica Latina
nei festivals e rassegne teatrali italiani. Se i grandi
maestri della scena latinoamericana sono conosciuti nel
resto dEuropa, grazie alla loro partecipazione ai festivals,
che danno spazio anche alle realtà più giovani e nuove di
quei paesi, in Italia negli ultimi anni ci sono state pochissime
occasioni per conoscere i linguaggi teatrali di questo continente.
Eppure il teatro laggiù è vivo. Mentre qui si parla costantemente
di crisi del teatro, peraltro innegabile anche dal punto
di vista creativo, in un paese come lArgentina, ad esempio,
in cui le difficoltà economiche sono una realtà con cui
la maggior parte della gente deve fare i conti quotidianamente,
nel fine settimana si propongono nella capitale circa una
settantina di spettacoli e anche nel resto del paese, il
teatro è sentito come momento irrinunciabile di comunicazione
e aggregazione.
Tre generazioni di autori hanno rappresentato il teatro
argentino nellincontro del C.I.S.D., a cominciare da Griselda
Gàmbaro, nata a Buenos Aires nel 1928, una delle scrittrici
più conosciute ed apprezzate dellAmerica Latina, autrice
anche di romanzi oltre ad essere certamente fra i drammaturghi
più importanti dellArgentina. Dopo aver creato scandalo
agli inizi degli anni 60 per aver accolto certe forme del
teatro dellassurdo europeo, calandole però criticamente
nello specifico della realtà argentina, e aver inaugurato
così un filone di ricerca comunemente conosciuto come teatro
davanguardia, Griselda Gàmbaro ha dato vita nel corso
della sua intensa attività a una lunga serie di situazioni
e personaggi in un percorso creativo fra i più ricchi e
fecondi. Durante la dittatura militare, Griselda Gàmbaro
è fra gli autori messi al bando e la sua opera è proibita;
costretta allesilio, vivrà in Spagna.
Se la Gàmbaro, sensibile creatrice di figure e realtà
psicologicamente complesse, rappresenta al meglio il teatro
dautore, Eduardo Pavlovsky, psicoanalista, attore e autore,
nato a Buenos Aires nel 1933, è lesempio più notevole di
una drammaturgia dattore, nata sin dallinizio per il
Pavlovsky interprete, che in scena completa la sua ricerca
e studia certe psicopatologie sociali - quelle, ad esempio
che hanno portato i militari al potere e instaurato il terrore
- usando il mezzo teatrale e il palcoscenico per una sorta
di psicodramma collettivo, che deve coinvolgere e scuotere
il pubblico. Il torturatore non è un mostro, non è uno psicopatico,
è uno di noi, forse è in noi, nella normalità di un buon
padre di famiglia, questo ci dice Pavlovsky in una serie
di opere dedicate al tema della repressione, a partire da
Il signor Galìndez del 1972, considerato uno dei migliori
drammi del teatro ispanoamericano contemporaneo; la repressione
è un fenomeno complesso, denunciare non basta, bisogna capire
e riconoscere su quali basi di consenso si manifesta questo
aberrante fenomeno. Pavlovsky, sfuggito al sequestro durante
la dittatura ed esule in Europa per tre anni, è fra le personalità
del teatro argentino più conosciute e tradotte allestero;
ma in teatro non esplora solo la dinamica che ha permesso
lArgentina dei desaparecidos e della sistematica violazione
dei diritti umani: grande sperimentatore e attore straordinario,
nella sua più recente fase creativa analizza la logica consumistica,
frivola e illusoria del neoliberalismo, creando un personaggio
che rappresenta unappassionata resistenza e che si oppone
alla vacuità del vivere attuale in cui tutto si consuma
senza senso e sentimento.
Mauricio Kartun, drammaturgo, regista e docente di creazione
collettiva e drammaturgia, è nato a Buenos Aires nel 1946;
nel corso della sua attività teatrale ha creato testi e
spettacoli vicini alla tradizione comica popolare argentina,
così come si è mosso nelle linee di un certo tipo di realismo,
o ancora, ha lavorato nellelaborazione drammaturgica di
materiali diversi. È questo il caso di Sacco & Vanzetti,
il testo che è stato tradotto in italiano proprio nellambito
di Oltrebabele Euramerica, che si compone anche di lettere
dei protagonisti, atti della questura, articoli di giornale,
ricostruendo così il contesto storico, ma anche il rapporto
fra Nicola e Bartolomeo, gli affetti, le passioni, le idee,
fino allesecuzione, realizzando unopera su piani dazione
simultanei allinterno della struttura tradizionale della
tragedia.
Attualmente Kartun sta lavorando a un testo teatrale sulle
lotte anarchiche nella provincia di Buenos Aires e in particolare
sul ruolo delle donne nelle manifestazioni e negli scioperi;
saranno infatti tre donne anarchiche, molto diverse fra
loro per età e per carattere, le protagoniste di unopera
concepita come lungo racconto da far rivivere in scena.
Daniel Veronese, quarantenne, è autore già di molti testi
teatrali, in cui sperimenta il linguaggio grottesco, costruendo
ritmi e situazioni ai limiti dellassurdo, ma creando anche
intensi personaggi femminili, protagonisti di monologhi
o di opere di accentuato lirismo e finezza psicologica.
Proveniente dal teatro di figura, fondatore e regista di
un importante gruppo di ricerca, El periférico de objetos,
Veronese ha curato la regia di spettacoli premiati per la
forza espressiva, ricchi di suggestioni ed atmosfere. Riconoscendo
in Griselda Gàmbaro e in Eduardo Pavlovsky, due suoi maestri
dal punto di vista ideale e politico, Daniel Veronese è
senzaltro tra le figure più interessanti dellattuale scena
argentina, così come Rafael Spregelburd, nato nel 1970,
rappresenta la più recente fase della ricerca teatrale.
Già riconosciuto per loriginalità della sua proposta drammaturgica,
fa parte di un gruppo di giovani autori, che oggi a Buenos
Aires scrivono, interpretano, dirigono e mettono in scena
i loro testi, oltre a pubblicarli regolarmente nella collana
CaRaJaJi.
Ha recentemente debuttato nella regia teatrale luruguaiano
Carlos Liscano, già scrittore e giornalista, che ha scoperto
il teatro come autore in Svezia, dove ha vissuto in esilio
per più di 10 anni, dopo 13 anni di condanna come prigioniero
politico nel suo paese. Anche oggi, le autorità consolari
uruguaiane, in occasione della manifestazione fiorentina,
si sono espresse con imbarazzo nei confronti di un cittadino
uruguaiano, forse non troppo degno, a parer loro, di rappresentare
la nazione per il suo passato di sovversivo (!).
Scrivere, ci ha detto Liscano, è stato un modo per vincere
lisolamento e lemarginazione del carcere, in cui è entrato
poco più che ventenne, dove comunicare coincide col voler
sentirsi vivi. Il teatro, poi è stato una sorpresa: lo ha
affascinato per la possibilità di partire dalla scrittura,
che è un esercizio solitario, e di creare successivamente
uno spettacolo grazie allapporto degli altri. E quello
di Carlos Liscano è un teatro di grande sensibilità e intelligenza;
il naturale senso dellumorismo crea situazioni esilaranti
unite a una volontà dissacrante nel rappresentare valori
e luoghi comuni di una società descritta con ironia e divertimento.
La semplicità della scenografia proposta privilegia il gioco
ritmico del testo, che è molto godibile già solo durante
la lettura.
Lironia, il grottesco, la provocazione sono elementi con
cui lavora anche il cileno Ramòn Griffero, uno dei protagonisti
della scena del suo paese già dagli anni 80, quando, tornato
dallesilio - ha lasciato il Cile a 18 anni - ha dato vita
al Teatro Fin de Siglo, aprendo nella capitale la sala
Trolley, che è stato anche uno dei pochi luoghi di aggregazione
giovanile durante la dittatura di Pinochet. Griffero non
è solo autore drammatico, ma anche regista, sceneggiatore
per il cinema e la televisione, scenografo, teorico e insegnante;
premiato in diverse occasioni, è una delle voci più significative
e originali del teatro cileno attuale, che vive oggi un
momento di grande crescita e sviluppo.
Lincontro organizzato dal C.I.S.D. è stata, insomma unoccasione
di lavoro, ma anche di scambio umano, davvero unica e ci
auguriamo che serva da stimolo per conoscere, studiare e
rappresentare anche in Italia una drammaturgia ricca e variegata,
che nasce come urgenza e restituisce al teatro quella
forza espressiva critica e quella capacità di lettura della
realtà, che il teatro ha bisogno di recuperare per trovare
la sua ragion dessere.