Rivista Anarchica Online


Mondi urbani possibili
A cura di Marvi Maggio

Foto di Marvi Maggio

Si è tenuto a Glagsgow, a fine luglio, l'annuale incontro dell'INURA, un'associazione internazionale che si occupa di ricerca a azione urbana.


New Castle Upon Tyne: lo spreco edilizio, un quartiere di edilizia
privata disabitato, mentre si costruiscono nuovi edifici nel centro.

Non si può negare che esistano tutte le ragioni, sociali, politiche ed umane, per opporsi alla situazione esistente. Viviamo in un mondo in cui 358 persone hanno beni e redditi equivalenti a quelli posseduti da 2,3 miliardi di persone. Diseguaglianza di opportunità e discriminazione, polarizzazione dei redditi a livello locale e globale, negazione, per le classi ed i gruppi subalterni, del diritto di decidere sulla propria vita e sull'ambiente in cui si vive, squilibri territoriali fra aree privilegiate ed aree marginali. Controllo sociale diffuso, giustificato con la sicurezza sociale, ma che travalica lo scopo dichiarato per diventare negazione assoluta di uno spazio pubblico, in cui sia possibile socializzare ed autogestire le relazioni al di fuori delle regole del mercato capitalistico, oltre ad essere veicolo di esclusione di emarginati e di chi non segue le regole: telecamere che dai grandi magazzini si diffondono nella città, a controllarti quando mangi il gelato o saluti gli amici. Glasgow, città di tradizione comunista, lotte operaie e occupazioni di case fin dal dopoguerra, oggi ha telecamere ad ogni incrocio, su ogni palazzo. La disoccupazione è elevata e la riconversione in città turistica, non la risolve, sono altre le competenze richieste ai nuovi occupati, rispetto a quelle della vecchia classe operaia. I nuovi posti di lavoro sono solo quelli funzionali a rendere i luoghi competitivi in una logica di mercato. La città come merce da vendere, del marketing urbano, corrispettivo spaziale della società o del paese azienda, adottata a Glasgow, prevede una riqualificazione che avvantaggia in modo selettivo i gruppi sociali dominanti, per peggiorare la vita dei più, che si vedono sempre più esclusi e marginalizzati da un mondo di lussi e sprechi esasperati.
L'incontro annuale dell'International Network for Urban Research and Action si è tenuto a Glasgow a fine luglio 1999. Secondo la tradizione, ormai decennale del gruppo, il convegno è stato organizzato da una delle 9 sedi regionali, quest'anno quella di Durham, nord del-l'Inghilterra, ed è consistito in una visita ad una città ritenuta peculiare per il tema trattato: "Rigenerazione e rinnovo", e in un "ritiro" in un contesto in cui, vivendo sotto lo stesso tetto, si discute, si organizza, si impara, ci si diverte insieme, si produce una conoscenza collettiva basata sulla prassi e sulla teoria per il cambiamento sociale. La visita di Glasgow, ha dato a tutti i partecipanti, l'opportunità di ascoltare funzionari ed attivisti che raccontano del loro lavoro, di frequentare strade e birrerie, di conoscere luoghi ed abitanti. Gli iscritti alla rete sono 150, originari di 25 diversi paesi, dall'Inghilterra, al Messico, alla Malesia, alla ex Jugoslavia, al Canada, all'India, Svizzera, Belgio, Sudafrica, Italia, per fare solo degli esempi. I partecipanti ai convegni annuali ruotano fra i 40 ed i 50. Essendo un gruppo autofinanziato non riesce a pagare sistematicamente i viaggi di chi non ha risorse perché disoccupato o sottoccupato o perché originario di paesi del 3° o 4° mondo. L'iscrizione è bassa, 30 franchi svizzeri, ridotta a 20 per chi ritiene di aver bisogno di un sostegno. La sede che organizza il convegno si fa carico anche della redazione di due bollettini. L'onere organizzativo è quindi sostenuto a turno e spesso si avvale delle strutture universitarie in cui alcuni di noi lavorano.
INURA è un'organizzazione non governativa, non a scopo di lucro, autogestita, anti-gerarchica e decentrata. Non esistono presidenti, direttori, comitati direttivi o segretari. Desideriamo mantenere un approccio informale e di impegno collettivo. Le decisioni vengono prese in assemblea, ma la fiducia reciproca assegna ad ognuno gradi di autonomia organizzativa. Nel corso del tempo si è creato un senso di amicizia, condivisione, fiducia, solidarietà, affetto e amore reciproco, che grazie alle profonde convinzioni ed ai valori dei partecipanti non ha dato origine ad un gruppo chiuso ed esclusivo. Il convegno Possible Urban World di Zurigo del 1997, tenutosi in parte alla Rote Fabriek e in parte al Museo di arte e design, con 200 partecipanti, equamente ripartiti fra teorici e attivisti politico-sociali, è stata un'occasione ricercata per aprire il gruppo all'esterno e trovare nuovi membri. Con il Convegno abbiamo voluto offrire, da un lato una interpretazione ricca e fondata del contesto di ristrutturazione globale in cui ci troviamo, avvalendoci della produzione intellettuale di teorici di sinistra, e dall'altro mostrare la molteplicità di lotte ed azioni intraprese in luoghi diversi, con il comune scopo di creare uno sviluppo urbano sostenibile e socialmente giusto. L'attivismo si muove su aree diverse come: l'ecologia urbana, l'esclusione sociale, le economie locali e gli sviluppi comunitari, lo spazio pubblico, la cultura urbana e la pianificazione partecipata, ma è possibile rintracciare un filo rosso che unisce questa molteplicità.


Frankraik: centro sociale e casa occupata dagli anni '80.

 

"C'è un altro modo"

Lo scopo prioritario dell'INURA è di creare un luogo di scambio e di confronto fra chi fa ricerca sulla città ed il territorio e chi è un attivista politico-sociale o un partecipante di movimenti urbani. In realtà molti di noi sono stati o sono appartenenti a movimenti sociali o politici e sono stati attratti dal lavorare nel campo della ricerca dalle potenzialità politiche che questa attività offre, altri, funzionari o professori universitari di sinistra, offrono ausilio e consulenze specializzate a movimenti o attivisti. Chi siamo? Solo per fare qualche esempio gli Zurighesi sono quasi tutti provenienti dal movimento di occupazione degli anni 1980, che ha ottenuto come parziale risposta la Rote Fabriek, io ho fatto parte del movimento dei circoli giovanili del 1977. Michael, un professore marxista dell'University College of London ha offerto la sua consulenza ai gruppi di abitanti che si opponevano agli sviluppi immobiliari che li avrebbero espulsi attraverso i meccanismi di valorizzazione immobiliare e gli aumenti dei prezzi. Louann è da sempre un'attivista dei movimenti che si sono opposti agli sviluppi immobiliari a Londra, fra cui quello di Coin street il cui slogan era "There is another way" (c'è un altro modo) e che ha vinto contro una della maggiori immobiliari londinesi. Il collettivo Exodus di Luton, a nord di Londra iniziato nel 1992, è composto da disoccupati e sottoproletari che hanno elaborato un modo che permettesse loro di risolvere collettivamente il loro bisogno di casa, socialità, cultura, autogestione, autodecisione. Dai Rave (feste illegali con occupazione temporanea di terreni), come diritto a riappropriarsi del territorio, che coinvolgono fra le 500 e le 10.000 persone con una media di 3.000, sono passati all'occupazione di un terreno incolto residuale fra ferrovia ed autostrada trasformato in fattoria, e di un ex ospizio trasformato in casa comune auto-ristrutturata, la HAZ Manor. Hanno costruito una filosofia di vita che sfida con coraggio le profonde ingiustizie sociali che connotano la società in cui viviamo: "la filosofia che ci guida si basa su un modo di vedere spirituale, che cerchiamo di tradurre nelle nostra vita quotidiana. Fondamentalmente, noi crediamo che l'essenza di una esistenza spirituale sia semplicemente di fare del bene agli altri_ al contrario, questa società, che noi chiamiamo Babilonia, funziona esattamente sull'opposto, perché per poter progredire c'è bisogno di essere competitivi, o di fare bene contro gli altri. Così, applicare questa semplice filosofia nella pratica è il nostro obiettivo, e questo implica chiedere in restituzione terre e proprietà, per questo scopo. Queste terre e proprietà possono così essere trasformate in base ai principi della proprietà comunitaria e della cooperazione, contrapposta alla proprietà privata ed alla competizione, che permette una evoluzione naturale organica dei progetti"1.
Exodus non è una religione, ma un modo di vivere e di fare le cose fondato sul collettivismo e l'autogestione. Ora, con la consulenza di un altro membro di INURA, stanno chiedendo all'amministrazione locale di ottenere un vecchio capannone industriale dismesso per realizzare The Ark community and activity centre, un centro comunitario e di istruzione professionale autonomo, dove i giovani possano andare ad imparare un lavoro. Potrebbe occupare 150 persone, in un lavoro socialmente significativo, che costituisca un beneficio per tutta la comunità e non semplicemente un lavoro retribuito, senza guardare a cosa e per chi si lavora. Sono disoccupati, ma non credono che il problema sia non avere un lavoro, quanto piuttosto non avere controllo sulla propria vita e sul proprio spazio. Vogliono poter svolgere attività che abbiano un significato sociale e non lavori finalizzati a permettere di comperare merci di cui non sentono il bisogno. Hanno lavorato ed imparato molto auto recuperando collettivamente le 40 unità presenti nella HAZ Manor, così facendo ne hanno ridotto il costo e hanno reso accessibili le case ai disoccupati. Lo stesso vorrebbero fare per altri beni. Esiste la possibilità di creare una economia al di fuori di quella capitalistica. I Rave vengono utilizzati per chiedere contributi volontari al progetto del centro comunitario di quartiere.
Il Collettivo Exodus è convinto che vada posta attenzione all'infrastruttura sociale della città, agli interventi significativi gestiti autonomamente dagli abitanti, invece di spendere milioni di sterline nella rivitalizzazione della città finalizzata al profitto, alla competizione commerciale e alla protezione della rendita fondiaria. Di questo ci ha raccontato Exodus quest'anno: della voglia di confrontarsi con gli abitanti del quartiere, per far capire che loro non sono solo Rave e spinelli, ma anche e soprattutto un collettivo desideroso di lavorare attivamente alla costruzione comune di occasioni migliori di vita per l'intero quartiere e la città. Stanno organizzando un referendum per verificare cosa pensano gli abitanti di Luton della loro idea di centro comunitario. La prima volta che li ho conosciuti, sono rimasta colpita dal modo in cui si pongono di fronte agli altri: fiducia e rispetto, attenzione ed interesse. Arrivati ad INURA come attivisti, sono stati capaci sia di imparare da chi fa il teorico a tempo pieno, sia di offrire la loro elaborazione cresciuta nella prassi. Donne e uomini provenienti dai campi più disparati: un ex ferroviere, una ex agente immobiliare, operai, studenti, militari, un buttafuori, hanno una capacità analitica e propositiva invidiabile. Così lontana dalla protervia di chi si pone come l'attivista che fa (ma cosa e con quali risultati?) e non si perde in chiacchiere, mentre lo studio e la memoria sono un'attività irrinunciabile di chiunque sia teso al cambiamento sociale. Il senso di INURA è di cercare di mettere in collegamento teorici ed attivisti e gruppi diversi, che possono imparare e trarre ispirazione uno dall'altro, perché condividono una visione del mondo in cui vale più la relazione con l'altro che i soldi o il potere o la fama. INURA intende fare contro informazione, perché non possiamo contare sull'informazione ufficiale, per diffondere la conoscenza dell'opposizione e della resistenza esistente nel mondo. Mark è un regista che fa parte di Spectacle una compagnia di produzione televisiva indipendente specializzata in documentari e giornalismo investigativo condotto dalla base. Distribuisce video indipendenti, offre servizi a produttori indipendenti e laboratori di istruzione sulla comunicazione, la produzione e i mezzi di comunicazione basati nella comunità. Ha prodotto fra gli altri alcuni video su Exodus per Channel four ed uno True lies in Rostock su un assalto di fascisti ad una casa per lavoratori vietnamiti, in parte filmato dagli stessi vietnamiti, nato da una collaborazione con un altro membro di INURA che vive a Rostock appunto. Ora, fra i progetti collettivi di INURA c'è la produzione di un video che mostri gli scopi e le proposte insite nell'organizzazione, utilizzando un mezzo di comunicazione più immediato della carta stampata.
Per la prima volta quest'anno c'è Dragon, di Novi Sad. Insegna arte all'università e ha fatto coraggiosamente, sulla strade della sua città, interventi artistici con il suo gruppo LED. A riprova che l'arte simbolizza e rappresenta ed ha valenze politiche profonde, il suo gruppo ha saputo aprire la discussione contro la guerra Nato e contro Milosevic, attraverso la metafora degli oggetti immersi nel ghiaccio che si scioglie, della spazzatura o dei corpi distesi su fogli di carta per la strada, il cui contorno viene tracciato con un pennello per "la ricostruzione del crimine". Nel video che ci ha mostrato ci sono poliziotti allibiti e passanti che capivano perfettamente di cosa si stava parlando, in un mondo dove la repressione politica rende difficile il confronto ed il dibattito. L'espressione artistica è anche questo, è anche attivismo politico, quando decide di non essere succube alle logiche del mercato dell'arte e alla rappresentazione simbolica del potere e delle classi dominanti.
Philipp oltre ad essere un ricercatore che si occupa di urbanizzazione e di spazio pubblico ed un ex occupante di case, suona il violino e partecipa ai nostri incontri anche suonando. Fred, uno degli organizzatori del convegno di quest'anno, professore di Sociologia, passa molto del suo tempo libero come volontario nel Waddington Street Centre di Durham, che ha contribuito a fondare. Si tratta di un centro che offre supporto e cura alle persone che hanno sperimentato problemi di salute mentale permanenti, come la schizofrenia e la depressione grave. Offre un centro sociale dove le persone possono incontrarsi, ottenere consigli e sostegno e avere un pasto oltre ad una vasta gamma di corsi di istruzione e professionali ed occasioni per imparare tecniche artistiche. È utilizzato da circa 120 persone che vivono nelle loro case nel quartiere ma che spesso sono isolate e beneficiano di un sostegno sociale in un ambiente amichevole ed informale. L'auto aiuto fa parte delle logiche del centro, finanziato dal Comune ed in cui operano sia lavoratori retribuiti che volontari. Il responsabile delle attività artistiche per esempio ha fatto uso del centro e ora vi è occupato.
Andreas non c'è quest'anno per via del progetto di casa collettiva e di lavoro autogestito KraftWerk che si sta trasformando in realtà: un'area industriale dismessa di Zurigo, di 20.000 mq, darà case a 700 persone e lavoro a circa 300. L'intervento sarà suddiviso in 30-40 appartamenti, unità di 450-600 mq su due piani, che ospitano ognuno 15 -20 persone. Ogni appartamento definirà la propria struttura sociale. Il progetto vuole rispondere anche alla mancanza di lavoro: fra lavoro domestico non retribuito e lavoro retribuito che va scomparendo, vuole sperimentare nuove forme per mantenersi nel contesto sociale. L'ipotesi è che lavoro retribuito non monetariamente, servizi comunitari, scambi interni di servizi e prodotti, creano una vita migliore con meno lavoro. Kraftwerk vuole ridefinire vita, lavoro e reddito, con lo scopo di provvedere una distribuzione egualitaria di lavoro fra donne e uomini.


Frankraik

 

In modo non autoritario

Quello che rende così speciale INURA è una visione complessiva ed internazionale delle questioni ed una capacità di agire nel concreto e nel locale, nella convinzione che sono molte le lotte necessarie per costruire una società più giusta. Proveniamo da paesi diversi, ma condividiamo cultura, valori, principi, obiettivi, che a ben guardare fanno parte della memoria collettiva di tutti gli individui ed i movimenti che si sono opposti alle ingiustizie sociali, alle discriminazioni, alle prevaricazioni ed al potere delle classi dominanti, del capitalismo, della mercificazione. In questo caso come in altri si percepisce chiaramente come l'opposizione sociale sia riuscita a superare i confini, le supposte appartenenze etniche o nazionali. Se il capitalismo si globalizza, non sono solo le culture locali a potersi opporre ad esso, ma anche altre culture internazionali fondate su opposti principi. La sfida oggi è proprio quella di mettersi in rapporto, di fare rete attraverso i confini, perché è necessario avere una visione capace di comprendere le interrelazioni fra i fenomeni e di dare origine a forme di resistenza ed opposizione interconnesse. Quest'anno abbiamo discusso molto del futuro della nostra organizzazione. Vogliamo incrementare le nostre attività comuni: sia di ricerca che di azione. In questi nove anni abbiamo imparato molto gli uni dagli altri. Lavorando insieme in modo non autoritario si verifica nel concreto che si possono adottare modi di vivere e di operare ben diversi di quelli della competizione e della mercificazione. Gli obiettivi sono nei mezzi, nei modi in cui ci si organizza e si fanno le cose insieme, e aiutano ad arricchirli. Ogni lotta o movimento urbano o sperimentazione che cerchi di dare concretezza agli obiettivi di giustizia sociale, di eguaglianza di opportunità, ed INURA è una comunità internazionale che ha questi scopi, rende possibile l'esperienza di rapporti veri fra le persone, profondi, che danno una ragione in più, se ce ne fosse bisogno, per creare strutture alternative ed opporsi alle ingiustizie sociali. L'idea è che possa esistere un'altra economia che non sia basata sul profitto, le merci ed un consumismo privo di spessore e di cultura, che possa esistere un'altra città con più luoghi di socializzazione e di produzione di cultura ed arte, con abitazioni a prezzi accessibili, che non si limiti a svilupparsi in relazione alla valorizzazione immobiliare e al profitto. Perché "c'è un altro modo"...

Marvi Maggio
(socia e co-fondatrice dell'INURA)


Zurigo: casa occupata, 1991.

I principi dell'INURA

I principi fondatori del gruppo sono stati elaborati nel 1991, al primo convegno tenutosi a Salecina, fra le alpi Svizzere in un rifugio, la cui organizzazione collettiva e comunitaria è ispirata dalle teorie del comunista svizzero Pinkus.
1. INURA è una rete di persone coinvolte in azione e ricerca in luoghi e città. Siamo impegnati a condividere le nostre esperienze ed informazioni per migliorare la comprensione dei problemi che affliggono le nostre aree;
2. Noi siamo impegnati alla riappropriazione di potere da parte della popolazione nei loro quartieri, comunità, città e regioni;
3. Nel nostro lavoro riconosciamo l'importanza delle diversità etniche e culturali e il bisogno di opporsi al razzismo, e dalle discriminazioni di classe e di genere;
4. I cambiamenti nelle forme di lavoro e della vita domestica e comunitaria devono essere comprese e progettate in relazione fra di loro;
5. Noi dobbiamo opporre resistenza e rovesciare il processo di polarizzazione dei redditi e di qualità dell'ambiente, sia nella frammentazione sociale presente nelle nostre città che nella divergenza fra regioni centrali e periferiche;
6. La nostra rete in particolare vuole ampliare i collegamenti con campagne per la casa, il lavoro e l'ambiente;
7. Noi miriamo a favorire i processi di sviluppo ambientalmente sostenibili;
8. Noi cerchiamo di resistere alla centralizzazione e agli effetti dannosi della globalizzazione;
9. Noi stiamo lavorando per elaborare una visione forte e differente della futura vita urbana;
10. INURA lavorerà con una molteplicità di metodi di ricerca, comunicazione, interazione e disseminazione di informazione, incluso il lavoro accademico, produzioni con i mezzi di comunicazione di massa, documenti di attivisti, dibattiti e racconti di esperienze urbane. INURA invita futuri contributi da accademici, le arti, attivisti politici e movimenti sociali.

per informazioni
Chi volesse iscriversi all'INURA e ricevere i bollettini ed avere l'accesso alla listserve, può rivolgersi alla sede svizzera di INURA:
Philipp Klaus,
Nordstrasse 151,
CH 8037 Zurich;
(e-mail: klaus@smile.ch)
oppure in Italia:
marvi@archi.polito.it
Presto avremo un sito web. Ve lo faremo sapere.

 

 

Il libro in inglese, che raccoglie una antologia di scritti di torici e di attivisti, nato dal Convegno di Zurigo del 19997, è: INURA, Possible Urban World. Urban Strategies at the end of the 20th Century, (IBSN 3 7643-5986-2). E' stato stampato in 1.000 copie ed è esaurito. Ora si attende una ristampa: potete rivolgervi all'editore svizzero:
Birkhauser Verlag. PO Box 133.
CH-4010 Basel, Switzerland;
fax 0041 61 205 07 92
e-mail: orders@birkhauser.ch
I video di Spectacle su Exodus, Rostock o altro, possono essere richiesti a:
info@spectacle.co.uk
website: www.spectacle.co.uk
fax 0044 (0) 171-978 1361.

INURA, Possible Urban World, Basel, Birkhauser Verlag, 1998, pag. 40.