Dopo sei anni il vagabondare della Fiera
dell'Autogestione è approdato a Spezzano Albanese, nel
cuore della provincia di Cosenza, tra il Pollino e la piana
di Sibari. Spezzano, i lettori abituali della Rivista certo
lo rammenteranno, è da molti anni luogo di un'interessante
esperienza comunalista, cui la proposta e l'azione degli anarchici
locali ha saputo infondere caratteristiche precipuamente libertarie
e non istituzionali e che negli ultimi due anni ha stimolato
la nascita di due esperienze analoghe nel cosentino. Non a caso
momento centrale della VIª Fiera Dell'Autogestione è
stato l'incontro del sabato pomeriggio dedicato al confronto
sul comunalismo ed all'esposizione della storia e delle vicende
che hanno visto la nascita e lo sviluppo della Federazione Municipale
di Base di Spezzano Albanese. L'ambito autogestionario si caratterizza
sicuramente per l'attenzione agli aspetti di produzione, distribuzione
e lavoro fuori e contro la logica del profitto e dello sfruttamento
dell'uomo sull'uomo e di quest'ultimo sulla natura ma è
anche una proposta che assume una valenza precipuamente politica
nelle pratiche municipaliste.
Il municipalismo, come tentativo cosciente di rompere il monopolio
istituzionale rispetto alla gestione della cosa pubblica, rappresenta,
nella concretezza di esperienze come quella spezzanese, il luogo
simbolico e reale in cui la politica torna alla polis, alla
città, all'insieme dei cittadini, ridefinendo uno spazio
pubblico non statale contrapposto alle logiche di delega e di
gestione privatistica delle questioni comuni tipico delle democrazie
rappresentative. Non è un caso che la costituzione a
Spezzano dell'FMB coincida con un momento di crisi delle istituzioni
locali, travolte da uno scandalo amministrativo - che peraltro
il gruppo anarchico aveva contribuito a far scoppiare - a seguito
del quale molti cittadini avevano chiesto agli anarchici di
presentarsi alle elezioni. La risposta a tale richiesta fu la
proposta di dar vita ad un organismo politico cittadino estraneo
all'agone elettorale. Negli anni che sono seguiti l'impegno
sulle questioni che animavano la vita pubblica cittadina è
stato costante ed ha significativamente lasciato il segno in
tanti ambiti di interesse pubblico. La stessa Fiera dell'autogestione,
svoltasi nella piazza centrale del paese, riconquistata ad un
uso pubblico, così come tanti altri spazi che in passato
il potere politico locale aveva sostanzialmente privatizzato,
è stata il segno dell'interesse e dell'attenzione che
circonda la Federazione Municipale di Base, che a Spezzano è
stata l'organizzatrice della Fiera di quest'anno. Una Fiera
che ha visto una significativa partecipazione della popolazione,
oltre che di parecchi compagni da tutt'Italia che hanno portato
il consueto contributo di idee, prodotti, esperienze e progetti
da scambiare e confrontare.
Buona la partecipazione e l'interesse suscitato dalle varie
sessioni di lavoro in cui si è articolata la Fiera: oltre
al già citato incontro sul municipalismo vi sono state
le sessioni dedicate all'economia autogestita, alla scuola e
all'ambiente, oltre a numerosi gruppi di lavoro che sui temi
dell'agricoltura, della medicina, della Rete per l'autogestione
si sono susseguiti per quattro intensissimi giorni.
Anche quest'anno la Fiera non è stata solo un confronto
sull'autogestione, ma anche e soprattutto un'occasione di autogestione:
la cucina, gli spazi per la discussione, gli stand sono stati
allestititi grazie al lavoro comune di un gruppo di compagni
che già dai giorni precedenti è convenuto a Spezzano.
Certo come spesso accade in queste occasioni ancora non si è
riusciti a superare la divisione tra chi interviene con spirito
cooperativo e partecipativo e chi si considera e si comporta
da cliente, tra chi segue il lavoro organizzativo in ogni sua
parte e chi pensa che il proprio contributo possa limitarsi
ad un boccione di vino. Nondimeno l'indubbio successo della
Fiera è il segno che anche su questo piano molti passi
in avanti sono stati compiuti. La cucina, in cui si sono mescolati
i sapori e le culture, la tradizione calabro-albanese e quella
dei tanti luoghi da cui sono convenuti i compagni intervenuti
alla Fiera, resta come ogni anno il cuore e l'emblema di un
incontro il cui senso precipuo sta proprio nella capacità
di contaminazione e scambio tra le tante anime dell'universo
autogestionario.
Oltre
la fiera
La Fiera di Spezzano ha rappresentato in qualche modo il culmine
di un percorso iniziato sei anni orsono ad Alessandria con quello
che sarebbe poi divenuto il primo di tanti incontri: da Alessandria
a Padova e poi a Pietrasanta, Prato Carnico, San Martino in
Rio. Un'iniziativa volutamente itinerante per consentire diverse
prospettive e possibilità di incontro, un'iniziativa
che ha visto la partecipazione di migliaia di compagni, un'iniziativa
che è stata l'humus in cui hanno germogliato vari progetti
e che, sia pure con non poche difficoltà, ha consentito
il crescere della Rete per l'Autogestione. Dopo sei anni è
venuto probabilmente il momento di tracciare un bilancio da
cui far emergere sia le luci sia le ombre.
La difficoltà più evidente del percorso intrapreso
e che a tutt'oggi permane è quella di costruire un terreno
comunicativo tra esperienze che operano in ambiti lontani tra
loro, che solo occasionalmente trovano altrimenti l'occasione
di comunicare. Inutile nascondere che solo alcuni riescono a
cogliere sino in fondo lo spirito di questa difficile sfida
e spesso la propensione all'autoreferenzialità finisce
con il prevalere, rendendo arduo il percorso comune. L'attitudine
a privilegiare il proprio ambito d'intervento rende difficile
la costruzione della Rete, l'attraversamento di snodi comunicativi
che mettano in essere la relazione tra esperienze ed aree di
intervento, che sappiano farsi progetto di ampio respiro, capace
di operare nel qui ed ora ma anche di essere elemento catalizzatore
di una progettualità più ampia.
L'emergere, forse inevitabile ma nondimeno pericoloso, di tendenze
spiritualiste, filoistituzionali, di ecologismo "profondo"
è in qualche modo causa e insieme conseguenza delle difficoltà
testé segnalate. In questa fase delicata di crescita
ma anche di confusione organizzativa e progettuale occorre riprendere
l'iniziativa in senso marcatamente libertario e laico. I primi
segnali in tal senso sono giunti dalla stessa Fiera di Spezzano,
in cui si sono intrecciati in modo interessante temi e approcci
differenti, nonché l'impegno a moltiplicare sul territorio
nazionale le iniziative di incontro, moltiplicando la Fiera,
dando a vita a molte fiere locali capaci di riprendere l'iniziativa
in contesti territorialmente più limitati ma sicuramente
più atti a creare relazioni stabili ed a supportare progetti
chiari. La scommessa è quella di sempre: coniugare concretezza
e radicalità, afflato rivoluzionario e testarda volontà
di costruire sin da ora la città dei cittadini.
Maria Matteo
La
scommessa è quella
di sempre:
coniugare
concretezza e radicalità
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