Rivista Anarchica Online


La città dei cittadini
di Maria Matteo

Luci ed ombre della rete autogestita, dopo la Fiera di Spezzano Albanese.

 

Dopo sei anni il vagabondare della Fiera dell'Autogestione è approdato a Spezzano Albanese, nel cuore della provincia di Cosenza, tra il Pollino e la piana di Sibari. Spezzano, i lettori abituali della Rivista certo lo rammenteranno, è da molti anni luogo di un'interessante esperienza comunalista, cui la proposta e l'azione degli anarchici locali ha saputo infondere caratteristiche precipuamente libertarie e non istituzionali e che negli ultimi due anni ha stimolato la nascita di due esperienze analoghe nel cosentino. Non a caso momento centrale della VIª Fiera Dell'Autogestione è stato l'incontro del sabato pomeriggio dedicato al confronto sul comunalismo ed all'esposizione della storia e delle vicende che hanno visto la nascita e lo sviluppo della Federazione Municipale di Base di Spezzano Albanese. L'ambito autogestionario si caratterizza sicuramente per l'attenzione agli aspetti di produzione, distribuzione e lavoro fuori e contro la logica del profitto e dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo e di quest'ultimo sulla natura ma è anche una proposta che assume una valenza precipuamente politica nelle pratiche municipaliste.
Il municipalismo, come tentativo cosciente di rompere il monopolio istituzionale rispetto alla gestione della cosa pubblica, rappresenta, nella concretezza di esperienze come quella spezzanese, il luogo simbolico e reale in cui la politica torna alla polis, alla città, all'insieme dei cittadini, ridefinendo uno spazio pubblico non statale contrapposto alle logiche di delega e di gestione privatistica delle questioni comuni tipico delle democrazie rappresentative. Non è un caso che la costituzione a Spezzano dell'FMB coincida con un momento di crisi delle istituzioni locali, travolte da uno scandalo amministrativo - che peraltro il gruppo anarchico aveva contribuito a far scoppiare - a seguito del quale molti cittadini avevano chiesto agli anarchici di presentarsi alle elezioni. La risposta a tale richiesta fu la proposta di dar vita ad un organismo politico cittadino estraneo all'agone elettorale. Negli anni che sono seguiti l'impegno sulle questioni che animavano la vita pubblica cittadina è stato costante ed ha significativamente lasciato il segno in tanti ambiti di interesse pubblico. La stessa Fiera dell'autogestione, svoltasi nella piazza centrale del paese, riconquistata ad un uso pubblico, così come tanti altri spazi che in passato il potere politico locale aveva sostanzialmente privatizzato, è stata il segno dell'interesse e dell'attenzione che circonda la Federazione Municipale di Base, che a Spezzano è stata l'organizzatrice della Fiera di quest'anno. Una Fiera che ha visto una significativa partecipazione della popolazione, oltre che di parecchi compagni da tutt'Italia che hanno portato il consueto contributo di idee, prodotti, esperienze e progetti da scambiare e confrontare.
Buona la partecipazione e l'interesse suscitato dalle varie sessioni di lavoro in cui si è articolata la Fiera: oltre al già citato incontro sul municipalismo vi sono state le sessioni dedicate all'economia autogestita, alla scuola e all'ambiente, oltre a numerosi gruppi di lavoro che sui temi dell'agricoltura, della medicina, della Rete per l'autogestione si sono susseguiti per quattro intensissimi giorni.
Anche quest'anno la Fiera non è stata solo un confronto sull'autogestione, ma anche e soprattutto un'occasione di autogestione: la cucina, gli spazi per la discussione, gli stand sono stati allestititi grazie al lavoro comune di un gruppo di compagni che già dai giorni precedenti è convenuto a Spezzano. Certo come spesso accade in queste occasioni ancora non si è riusciti a superare la divisione tra chi interviene con spirito cooperativo e partecipativo e chi si considera e si comporta da cliente, tra chi segue il lavoro organizzativo in ogni sua parte e chi pensa che il proprio contributo possa limitarsi ad un boccione di vino. Nondimeno l'indubbio successo della Fiera è il segno che anche su questo piano molti passi in avanti sono stati compiuti. La cucina, in cui si sono mescolati i sapori e le culture, la tradizione calabro-albanese e quella dei tanti luoghi da cui sono convenuti i compagni intervenuti alla Fiera, resta come ogni anno il cuore e l'emblema di un incontro il cui senso precipuo sta proprio nella capacità di contaminazione e scambio tra le tante anime dell'universo autogestionario.

 

Oltre la fiera

La Fiera di Spezzano ha rappresentato in qualche modo il culmine di un percorso iniziato sei anni orsono ad Alessandria con quello che sarebbe poi divenuto il primo di tanti incontri: da Alessandria a Padova e poi a Pietrasanta, Prato Carnico, San Martino in Rio. Un'iniziativa volutamente itinerante per consentire diverse prospettive e possibilità di incontro, un'iniziativa che ha visto la partecipazione di migliaia di compagni, un'iniziativa che è stata l'humus in cui hanno germogliato vari progetti e che, sia pure con non poche difficoltà, ha consentito il crescere della Rete per l'Autogestione. Dopo sei anni è venuto probabilmente il momento di tracciare un bilancio da cui far emergere sia le luci sia le ombre.
La difficoltà più evidente del percorso intrapreso e che a tutt'oggi permane è quella di costruire un terreno comunicativo tra esperienze che operano in ambiti lontani tra loro, che solo occasionalmente trovano altrimenti l'occasione di comunicare. Inutile nascondere che solo alcuni riescono a cogliere sino in fondo lo spirito di questa difficile sfida e spesso la propensione all'autoreferenzialità finisce con il prevalere, rendendo arduo il percorso comune. L'attitudine a privilegiare il proprio ambito d'intervento rende difficile la costruzione della Rete, l'attraversamento di snodi comunicativi che mettano in essere la relazione tra esperienze ed aree di intervento, che sappiano farsi progetto di ampio respiro, capace di operare nel qui ed ora ma anche di essere elemento catalizzatore di una progettualità più ampia.
L'emergere, forse inevitabile ma nondimeno pericoloso, di tendenze spiritualiste, filoistituzionali, di ecologismo "profondo" è in qualche modo causa e insieme conseguenza delle difficoltà testé segnalate. In questa fase delicata di crescita ma anche di confusione organizzativa e progettuale occorre riprendere l'iniziativa in senso marcatamente libertario e laico. I primi segnali in tal senso sono giunti dalla stessa Fiera di Spezzano, in cui si sono intrecciati in modo interessante temi e approcci differenti, nonché l'impegno a moltiplicare sul territorio nazionale le iniziative di incontro, moltiplicando la Fiera, dando a vita a molte fiere locali capaci di riprendere l'iniziativa in contesti territorialmente più limitati ma sicuramente più atti a creare relazioni stabili ed a supportare progetti chiari. La scommessa è quella di sempre: coniugare concretezza e radicalità, afflato rivoluzionario e testarda volontà di costruire sin da ora la città dei cittadini.

Maria Matteo

 

“La scommessa è quella
di sempre:
coniugare
concretezza e radicalità”