Quando mi chiedono cos'è l'anarchia,
so solo rispondere: la libertà dell'altro. È sufficiente per
vantarmi anarchico?
Sta di fatto che ho dedicato tutta la mia vita alla libertà,
mia e altrui con una scelta contadina collegata a Carlo Pisacane.
La fine millennio con l'affermazione della centralità della
terra - e di quanto ne segue: l'ambiente e l'agricoltura - dovrebbe
rendere chiaro ai giovani estremi che è stato ed è un grave
errore non essersene interessati e non interessarsene.
I potenti - che sanno - hanno fatto e fanno di tutto perchè
la terra - intesa nelle sue diverse significanze - venga annullata,
persa la guerra, della violenza, puntano alla rivincita con
la finanza.
L'orrorizzante "globalizzato" della America Online e Time Warner,
società di 640.000 milioni di lire è una ulteriore prova. Quante
persone si potrebbero togliere dalla miseria con l'impiego corretto
di quella cifra mostruosa?
Non accorgersene - giovani estremi e voi in particolare dei
circoli Anarchici e dei centri Sociali - è il suicidio.
La lotta deve essere sì nelle città, ma altrettanto certo e
più ancora nelle campagne. Contro ogni fraintendimento. È l'esigenza
della qualità, soprattutto alimentare, che ci rende più forti
e capaci di opporci alla massificazione ed alla protervia globalizzante.
Ho detto le parole che seguono al grande pranzo, in Percoto
di Udine, 29 gennaio, offerto alle "autorità", agli uomini di
cultura ed ai vignaioli, dopo la proclamazione dei premi Risit
d'Aur alla civiltà contadina. Io avevo l'incarico di consegnare
il premio alle Donne del Vino, un'associazione che raccoglie
le vignaiole che operano, appunto, nelle vigne.
Dibattito pretestuoso
V'è un mio racconto mai scritto. Il mio racconto mai scritto
sul vecchio che, divenuto cieco, si dispera per l'impossibilità
di leggere i libri e, ancor più, di non riconoscere i volti
degli amici. Si arrabbia anche di non riconoscere quelli dei
nemici, cui rifiutare la mano.
Grazziaddeo le amiche friulane, le Donne del Vino, mi sono vicine.
Le riconosco una ad una. Potrebbero essere mie figlie. Lo sono,
nei fatti.
Il vino è il canto della terra verso il cielo. Ha i suoi tenori
e i soprano, contadini - agricoltori se volete - e contadine
che lavorano le vigne e ne vinificano le uve, con tutta la fatica,
l'intelligenza e la passione che vigna e vino esigono. I tempi
mutano e sempre più le donne si fanno protagoniste. Anche nel
mio campicello. Per cui a loro soprattutto chiedo consiglio
ed aiuto.
Siamo di fronte a un mutamento sociale di proporzioni inaudite.
Fallito il tentativo di schiavizzare l'umanità con la violenza,
è in atto quello di schiavizzarla con la finanza. La terra è
l'unico reale baluardo in grado di contrapporsi e far fallire
il proposito. Loro lo hanno capito. E fanno di tutto per oltraggiarla
ed annullarla.
I Risit d'Aur sono nati con il preciso proposito di esaltare
la civiltà contadina, e quindi la terra.
Anno via anno, con premi alla cultura di maggior impegno (se
di reale impegno non può non essere legata alla terra), ai contadini
ed agli artigiani.
La Terra madre. La Donna madre, le uniche capaci di generare.
La finanza è sterile, astiosa, implacabile. Corrompe gli uomini,
quelli del potere, politici e giornalisti, col danaro.
Primo, rigoroso ordine dei padroni: si metta a margine l'agricoltura,
la si ignori quanto più possibile ed è perciò che nei programmi
dei partiti l'agricoltura è, nella realtà, assente.
Tre giorni fa in New York, si sono riuniti alcuni sopracciò
della politica e dell'economia - pensa té - per combattere la
povertà del terzo e del quarto mondo. Ciascuno di loro era coperto
di danaro. Non combattevano contro la povertà, davano regole
"per la povertà " così che l'orbe terracqueo sia provvisto di
schiavi che si prendano carico del lavoro e di padroni che li
facciano sopravvivere nei limiti stretti dei "benefici" consumistici.
Le tivvù, i quotidiani, i settimanali, hanno esaltato l'orrorizzante
"globalizzo" della America Online e Time Warner, società di
640.000 milioni di lire. Quante persone si potrebbero togliere
dalla miseria con l'impiego corretto di quella cifra mostruosa?
Lo esaltano anzichè esecrarlo, quell'ipertrofico potere, in
mano ad una decina o poco più di persone.
Proprio al contrario la povertà si combatte con l'insegnamento,
di luogo in luogo, delle tecniche di coltura della terra e con
l'approvvigionamento dei mezzi. Ogni uomo in ogni paese del
mondo, anche il più difficile per condizioni climatiche (com'è
dimostrato dagli esquimesi) - se è in grado di conoscere le
qualità della terra in cui è nato e su cui vive, ed ha i mezzi
adatti per coltivarla - si rende libero. È libero.
Questa è l'inoppugnabile verità tenuta nascosta, con rabbiosa
protervia, da chi ha bisogno di schiavi.
Ed è proprio per ciò che mi rivolgo alla cultura, ai premiati
del Risit e alle Donne del Vino, in primis, perchè mi aiutino
nella battaglia intrapresa per eliminare la povertà del nostro
Sud.
Nel Sud vi sono più di un milione di olivicoltori che non hanno
raccolto le olive, quest'anno, da che il mercato gli offriva
il 40% in meno del niente dell'anno scorso.
L'80% del mercato - dicono - è in mano alle multinazionali,
Unilever e Nestlé in testa.
Nei supermercati sono in vendita i cosiddetti oli extra-vergine
di oliva, a meno di 6.000 lire, quando il costo contadino non
può - sottolineo, non può - essere inferiore a 10.000 lire (e
dico dell'olio appena franto, non ancora confezionato e senza
alcun margine di guadagno).
Basterebbe che "le autorità" provvedessero - e i giornalisti
appoggiassero - due elementari norme: "essere olio d'oliva il
solo liquido ottenuto dalla sola frangitura delle olive" e "è
italiano l'olio d'oliva franto da olive italiane" e quel milione
di olivicoltori, da poveri si farebbero benestanti, capaci,
anzi costretti, ad assumere manodopera.
È gravissima colpa dei politici, degli economisti e dei giornalisti
ignorare questo fatto che non ha nessuna possibilità di smentita.
L'anno scorso, qui in questa sala ho dato il preannuncio delle
Denominazioni Comunali. Ciascun comune rivendica il diritto
di proteggere e valorizzare i prodotti e manufatti della propria
terra con l'esatto nome di ciascuna delle località. È partito
l'iter parlamentare ma io affermo: i Signori Sindaci già possono
dar atto alla denominazione comunale per ciascuno dei loro prodotti
con l'uso del potere notarile.
(Questo, amici dei circoli Anarchici e centri Sociali è un fatto
rivoluzionario, in grado di mettere ai margini le multinazionali
e di dare lavoro, serio e non flessibile, a milioni di giovani).
Chiedo una seconda volta aiuto agli uomini di cultura e a ciascuno
presente in questa grande sala, famosa per la distillazione
dei prodotti primi della terra, vinacce e frutti.
Luigi Veronelli

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