Così, io sorgo impavido
a solcare con l'ali l'immensità dello spazio, senza che il pregiudizio
mi faccia arrestare contro le sfere celesti, la cui esistenza
fu erroneamente dedotta da un falso principio, affinché fossimo
come rinchiusi in un fittizio carcere ed il tutto fosse costretto
entro adamantine muraglie.
(Giordano Bruno,
L'immenso e gli innumerevoli)
Si parla molto di Giordano Bruno nel quarto centenario della
sua morte, però proprio a causa di quella che è stata una morte
violenta per mano della Chiesa cattolica, la sua figura ricorre
spesso in molti ambiti solo ad emblema delle tante violenze
inflitte da Papi ed Inquisitori , men tre è proprio la sua statura
di studioso e filosofo, di rinnovatore del pensiero che viene
messa in ombra dalle etichette di "martire" ed "eretico".
Per sapere innanzitutto quale sia l'incidenza di Bruno come
filosofo e chi ricerca su di lui mi sono rivolta a Sara Fioroni,
autrice di una tesi, Giordano Bruno e il circolo infinito.
Sara fa parte di quegli studiosi e studiose che hanno potuto
usufruire di una Borsa per partecipare a convegni di studi bruniani
all'estero, nel suo caso a Londra. Oltretutto, essendo un'ottima
giocatrice di softball, penso sia adatta ad una corsa.... di
botta e risposta.
Qual è il panorama degli studi bruniani, e quanto è noto
per le sue opere Giordano Bruno?
Il panorama è va-sto, si va dall'Istituto italiano di Studi
filosofici e dal Centro di studi bruniani di Napoli, all'Isti-tuto
nazionale di studi sul Rinascimento di Firenze, presso il quale
lavora lo storico della filosofia Michele Ciliberto, illustre
brunista, ci sono poi Villa Mirafiori, presso l'Università La
Sapienza di Roma, in cui operano diversi brunisti e in cui si
organizzano periodicamente seminari e giornate di studi, ed
il famoso Warburg Institute di Londra, fondato negli anni '20
da Aby Warburg, studioso di letteratura e cultura italiana;
qui ha lavorato Francis Yates, che ha dato una svolta agli studi
su Bruno col suo Giordano Bruno e la tradizione ermetica.
Allo University College di Londra, inoltre, è presente Giovanni
Aquilecchia, presidente del Centro di studi bruniani di Napoli.
Lui è il "grande vecchio" degli studi su Bruno, oltre che uomo
di una disponibilità e gentilezza e di una passione intellettuale
che elevano ancora di più la sua statura di studioso. Ha curato
le fondamentali edizioni delle opere e a lui si deve un grande
lavoro di ricerca di manoscritti. Senza il suo lavoro sarebbe
impossibile studiare Bruno. Attualmente il pensiero di Bruno
è studiato sotto vari punti di vista, da quello della storia
della filosofia, come da quello della cosmologia, della morale
e della gnoseologia. Ora si sta molto studiando l'opera matematica
e fisica di Bruno, diciamo che è l'ultima frontiera degli studi,
a mio avviso anche la più interessante.
Tu hai partecipato a un'iniziativa internazionale, che
tipo di programmi ci sono in merito?
Queste iniziative è possibile consultarle su pagine web1;
si tratta di convegni di studi, oltre a quello di Londra del
'98 se ne è svolto nel '99 uno a Barcellona. Vi è tutta una
serie di borse per la partecipazione dei giovani studiosi ai
seminari e per poter fare ricerca negli istituti più importanti.
Inoltre l'ampio raggio di interesse per Bruno sta portando alla
traduzione delle sue opere anche in... giapponese!
Mi dicevi prima che quello di Bruno è un pensiero "trasversale",
che tipo di legami ha avuto con la cultura del secolo precedente
(ricordiamo che Bruno è nato a Nola nel 1548 e morto nel 1600),
con quella tradizione di studi ermetici tradotta da Marsilio
Ficino che rimaneva lontana dalle sistemazioni filosofiche dei
cosiddetti dottori della Chiesa? E che importanza ha avuto per
Bruno vivere nell'epoca delle Rivoluzioni di Copernico, e delle
tesi contro la Chiesa di Roma di Martin Lutero?2
Bruno aveva una cultura sterminata, lo scopriamo leggendo
le sue opere, dove spesso ci si accorge che sta citando, ad
esempio Aristotele, a memoria. Probabilmente il fatto di essere
entrato giovane nell'ordine dei domenicani ha contribuito a
una grande possibilità di conoscenza di ogni genere di opera.
Ricordiamo che i domenicani avevano grandi patrimoni librari
ed erano grandi eruditi (ricordate il famoso Guglielmo di Baskerville
de Il nome della rosa?).
Il suo è un pensiero trasversale perché si interessa di una
vastità di argomenti ma con un carattere diverso dagli ermetisti
a lui precedenti, perché lui non rimane chiuso in quegli studi
ma allarga i suoi orizzonti, né tenta di giungere ad una sistemazione
religiosa del suo pensiero, come i neoplatonici, bensì compie
una ricerca di significati profondi, per fare ciò è disposto
ad andare esplicitamente contro ad ogni credo religioso e filosofico.
Inoltre è proprio la sua attitudine che è diversa, pare che
scrivesse di getto, seguendo un flusso di pensiero che sembra
infinito. Il suo è un pensiero "in fieri", non sistematico e
sempre in movimento. C'è qualcosa nella sua ricerca che ci porta
a vedervi dei ponti sia verso la ricerca scientifica moderna
sia verso le filosofie a lui seguenti. Per fare un esempio,
Copernico col suo De Revolutionibus Orbium coelestium
pone le basi matematiche per smentire l'aristotelica e cristiana
credenza che fosse il sole a girare intorno alla terra; però
Copernico, per una sorta di timore o meglio, "reverenza aristotelica",
espone la sua teoria accordandola in qualche modo con la teoria
delle sfere celesti di aristotelica memoria, in modo da non
dare scandalo a papi e preti. Bruno accoglie le teorie copernicane
come rivoluzionarie, ma le radicalizza all'estremo, teorizzando
invece l'infinità dell'universo, facendo letteralmente esplodere
l'ottava sfera!
E poi arriverà Galileo a dimostrare queste tesi coi suoi
cannocchiali, e a subire nel 1612 l'accusa di eresia. Ma quali
erano le idee di Bruno in materia di fede ad essere considerate
eretiche dalla Chiesa? E possiamo considerare Bruno un eretico?
Bruno ha scritto e pensato per tutta la vita in modo da non
poter essere considerato né un religioso in senso proprio né
tanto meno un mistico. Lui non si è definito cattolico ortodosso
e quindi è solo la chiesa a definirlo eretico. Per l'esattezza,
lui riteneva con fermezza di incarnare lo spirito autentico
del cristianesimo, peccato che il suo pensiero in materia religiosa,
oltre che filosofica, fosse del tutto eccentrico rispetto alla
ortodossia cattolica. Del resto sin dalla sua uscita dal convento
domenicano, nel 1576, quando già conosceva l'opera di Erasmo
da Rotterdam,3 la sua strada va verso la ricerca
di una spiritualità diversa, ma lungi anche dalla strada mistica
dello "stare attoniti" a contemplare e della passività di una
fede; lui ricerca, teorizza, sostiene le sue idee in maniera
perentoria, vuole prendere in mano la possibilità di conoscere
e rintracciare i legami tra macro e micro cosmo, vuole leggere
il cosmo, capirne e possederne lo spirito. Bruno teorizzava
l'universo come infinito e l'infinità dentro ogni singola parte
dell'universo. E di ogni parte del cosmo ricercava le connessioni,
i legami profondi. Nella visione dell'universo infinito, così
com'è infinito Dio4, nella ricerca delle profonde
connessioni fisiche tra le parti del cosmo e in questa sua grande
presunzione di poter trovare le chiavi di conoscenza, e quindi
di possesso, del cosmo5, la Chiesa ha visto un gran
pericolo! C'è da dire che tra i motivi della sua condanna c'erano
le sue affermazioni fortemente blasfeme sui dogmi cristiani.
Per esempio Bruno riteneva un peccato solamente veniale il sesso
prima delle nozze, affermava che Gesù era un "grande mago" e
non riconosceva i sacramenti come l'eucarestia e via dicendo.
Inoltre non aveva mai avuto simpatia per S. Paolo e S. Agostino,
per citarne solo due! Sono numerose le ragioni della sua morte,
comunque quella meno determinante per la sua morte è l'accusa
di copernicanesimo. Gli Inquisitori avevano capito con chi avevano
a che fare, con un genio "ultra-copernicano", "ultra-aristotelico"
e "ultra-cristiano", con una mente eccessivamente fertile e
minacciosa. Loro stessi hanno avuto timore nel condannarlo,
come si evince dai documenti del processo6...
Possiamo allora definire la sua teoria come 'panteista'.
Ho letto sue critiche alla religione cattolica che ha "tradito"
il cristianesimo, ed in questo caso la sua posizione è vicina
ai neoplatonici quali Ficino.7 Però anche in questo
caso lui va oltre, sfuggendo ad una cristallizzazione religiosa
del suo pensiero. Si potrebbe addirittura dire che c'è un legame
diretto tra la filosofia di Bruno e la futura filosofia di Spinoza,
sino a giungere alle teorie sull'atomo e alla ricerca contemporanea
delle connessioni tra infinitamente piccolo e grande, tra scienza
e filosofia, sino ad arrivare alle intuizioni filosofiche più
recenti!
Beh, andiamoci piano. Bruno è stato definito nei secoli "panteista",
"atomista", "materialista" ed altro, anche un anticipatore di
alcune tematiche spinoziane e leibniziane. Non mi sembra corretto
ingabbiare il pensiero di Bruno in categorie rigide... tant'è
vero che l'attuale critica si sta allontanando da ogni intento
classificatorio, per dare spazio all'analisi degli aspetti più
rivoluzionari del pensiero del Nolano. Tra questi, come tu accennavi,
gli studi che Bruno affronta negli ultimi anni della sua vita,
per esempio, sul rapporto tra infinitamente piccolo e infinitamente
grande o sull'atomismo fisico e matematico. Se non fosse stato
imprigionato, nel 1582, a giudicare dagli ultimi suoi scritti,
portati alla luce proprio da Aquilecchia, sarebbe andato molto
lontano... "vicino", cioè alle teorie fisico-matematiche poi
elaborate nella cosiddetta "modernità". Questo per fare un esempio.
Certo che Bruno è stato pericoloso per la Chiesa anche per questo
aspetto del voler legare la sua ricerca cosmologica, matematica,
filosofica, ed anche magica, con la politica; infatti col suo
più o meno volontario esilio in tante terre ed in tante città,
alla ricerca del sostegno intellettuale dei potenti e degli
intellettuali di allora, era una potenziale mina vagante, poteva
far saltare gli equilibri ed il potere della chiesa cattolica,
già minato da Martin Lutero, da Calvino, dalle intemperanze
dei regnanti che non sempre erano ben disposti a soggiogarsi
al Papa!
Ho letto di confronti tra la sua opera e quella di pensatori
politici come l'inglese Tommaso Moro, autore del celebre Utopia
in cui si prefigura una società libera dalla proprietà privata,
del 1516, e Tommaso Campanella, autore de La città del sole,
anch'egli torturato dalla Chiesa, che legami ha avuto Bruno
con loro?8
Anche il confronto con Campanella, ad esempio, che ha pubblicato
La città del sole nel 1602, è emblematico: Campanella
riesce a scampare alla morte e a ottenere considerazione in
Italia. Le idee e l'atteggiamento di Bruno invece si sono sempre
dimostrate inconciliabili col Potere.
Bruno è stato a Ginevra, dove ha avuto contatti, insoddisfacenti
per lui, coi calvinisti, poi si è recato a Parigi, a cercare
sostegno per i suoi studi, di lì a Oxford e a Londra, poi di
nuovo a Parigi e di là scacciato ancora a Wittenberg, a Praga,
e verso Francoforte, poi a Zurigo... infine a Venezia, dove
il patrizio Mocenigo, che gli aveva chiesto lezioni decide poi
di denunciarlo alla Inquisizione, di là trasferito a Roma, dove
dopo otto anni viene arso a Campo dei Fiori come eretico. Leggendo
dei suoi spostamenti in Europa mi sono annotata anche i titoli
di alcune sue opere, ma sarebbe troppo discuterne ora. Quali
opere sono più accessibili a chi non ha una preparazione linguistica
e filosofica adatta?
Ci sono le opere in volgare, leggibili certo più agilmente
di quelle in latino, e la divertentissima commedia in italiano
Il Candelaio. Tra i dialoghi, si possono leggere lo Spaccio
de la Bestia trionfante e La Cena de le Ceneri, il primo
dialogo cosmologico, il più famoso perché espone le teorie astronomiche
copernicane e perché in esso troviamo una splendida metafora
satirica della società inglese dell'epoca. Possiamo stendere
una breve bibliografia, dalla quale però escludiamo le opere
su Giordano Bruno di personaggi quali Gabriele La Porta, della
Rai, che ha venduto una biografia romanzata veramente inaffidabile.
È consigliabile invece leggersi gli atti del processo dell'Inquisizione
a Bruno. Da lì si comprendono i motivi per cui la Chiesa ha
deciso di mandarlo al rogo.
A proposito di accuse a Bruno, c'è la questione della magia,
quella su un aspetto della quale, la mnemotecnica, lo stesso
delatore Mocenigo voleva essere istruito, e quella per la quale
venivano arse sul rogo le 'streghe', sono la stessa cosa?
C'è tutta una tradizione, fiorentissima dal secondo secolo
dopo Cristo in poi, di opere di alchimia, di magia, di ermetismo,
che si differenziano tra loro a seconda della preponderanza
delle formule magiche, o della teoria filosofica, alle quali
si rifà il neo-platonismo. Pensa che lo stesso nome 'ermetismo',
deriva da Ermete Trismegisto, autore a cui si attribuiscono
opere diversamente datate. Si tratta sempre della ricerca filosofica
e magica di chiavi di lettura e di manipolazione dell'esistente,
e di ricerca interiore. Bruno, come si è detto, ha proseguito
questa tradizione ermetica, radicalizzandola, nella misura in
cui l'ha allontanata dall'ambito cattolico in cui l'avevano
mantenuta gli ermetisti precedenti, Ficino in primo luogo. Fondamentali
sono le sue opere sull'arte mnemonica, cioè della memoria, molto
importante nella formazione del 'mago'. Naturalmente la Chiesa
ha fatto in modo di denigrare chi si interessava di arti alchemiche,
magiche, e le stesse streghe (spesso guaritrici ed erboriste,
ostetriche e filosofe). C'è addirittura chi dice che Bruno,
quando decise di allontanarsi dall'Italia, aveva poco prima
fatto scoppiare un incendio in Vaticano presentando un suo esperimento
magico!
Sarebbe stato divertente, un antesignano di 'Vorrei che 'l Vaticano
andesse in fiammé. E quest'arte della memoria mi ricorda l'esercizio
di memoria degli uomini-libro di Fahrenehit 451, anche
lì c'erano libri da rogo e la mente diveniva un luogo di esercizio.
Ermete mi sembra poi una specie di autore immaginario, tipo
oggi Luther Blisset! ... Col passar del tempo molte conoscenze
dei legami tra umanità e natura, tra micro e macro, tra forze
interiori ed esteriori, sono andate perdute, basti dire che
ancora si sta recuperando la conoscenza circa il potere curativo
di erbe e metalli, e la scienza ora scopre affinità tra la fisica
e la geometria del microscopico con quella del cosmo. Anche
la cultura ebraica, con la sua cabala, era affine a questa tradizione,
e anche di questa Bruno si è occupato. Vorrei per concludere
citare un passo, riportato da Francis Yates nel suo libro su
Bruno e l'ermetismo, si tratta di una dedica al vice Cancelliere
dell'università di Oxford che l'aveva ospitato:
"Philoteus Jordanus Brunus Nolanus, dottore di una più astrusa
teologia, professore di una sapienza più pura e innocua, noto
alle migliori accademie europee, filosofo di gran seguito, ricevuto
onorevolmente dovunque, straniero in nessun luogo, se non fra
i barbari e gli ignobili, risvegliatore delle anime dormienti,
domatore dell'ignoranza presuntuosa e recalcitrante, proclamatore
di una filantropa universale, che non preferisce gli Italiani
ai Britanni, i maschi alle femmine, le teste mitrate a quelle
incoronate, gli uomini di toga a quelli d'arme, coloro che portano
il saio a color che non lo portano, ma colui che è più temperante,
più civile, più leale, più capace; che non prende in considerazione
la testa unta, la fronte segnata, le mani lavate, il pene circonciso,
ma (e ciò permette di conoscer l'uomo dal viso) la cultura della
mente e dell'anima. Che è odiato dai propagatori di idiozie
e dagli ipocriti... .
Francesca "Dada" Knorr

1) Istituto Nazionale Di Studi s ul Rinascimento,
Firenze
www.iris.firenze.it
Warburg Institute, Londra
www.sas.ac.uk/warburg
Guido Del Giudice
(il suo sito è ricco di informazioni)
www.geocities.com/Athens/Atlantis/1457
inoltre: www.giordanobruno.org
2) Niccolò Copernico, astronomo polacco (1473-1543),
teorizzò per primo il triplice moto della Terra: attorno al
proprio asse, attorno al Sole e rispetto all'eclittica. Il suo
De revolutionibus orbium coelestium è del 1543, un primo
colpo alle teorie astronomiche sostenute dalla Chiesa. Solo
poco prima, nel 1517, il tedesco Martin Lutero aveva dato invece
un colpo alla teologia della Chiesa cattolica romana con le
sue 95 tesi, affisse a Wittenberg.
3) Erasmo da Rotterdam, olandese, noto per
il suo Elogio della follia (1511), teologo con una grande
spinta di ritorno al cristianesimo (la 'follia' di agire secondo
i principi cristiani nella vita), polemico con Lutero.
4) "Perché non dovrei considerare l'universo
come specchio infinito e degno simulacro in modo che la sostanza
infinita e la potenza perenne della natura non si manifestino
fisicamente? Perché non si deve credere che l'immenso sia esplicitamente,
e perché non si deve credere che Dio, il quale implicitamente
è in tutto, e tutto dovunque, non si manifesti pienamente negli
effetti?" Bruno, De immenso et innumerabilibus, l. I, cap.
11, p. 453.
5) "Non è lecito pensare che questo mondo abbia
più principi e di conseguenza molti ordini in luogo di uno.
E, conseguentemente, se uno solo è l'essere ordinato, le sue
parti sono unite e subordinate alcune a alcune parti, altre
a altre, sicché le parti superiori si collocano subito dopo
l'essere più vero, espandendosi in una mole estesa e in molteplice
numero verso la materia; di qui l'accesso dell'ente che è massimamente
per sé a quello che ha il minimo di identità e non a caso è
detto quasi nulla. Chi concepirà con la mente questo ordine
con i suoi gradi, contrarrà similitudine del grande mondo altra
da quella che secondo natura ha in se stesso. Per cui, agendo
quasi secondo natura, senza difficoltà percorrerà l'universo."
Bruno, De umbris idearum.
6) Celebre la frase che Bruno pronunciò dopo
la sentenza di condanna: "Forse avete più paura voi nel condannarmi
che non io nel subire la condanna", dagli Atti del Processo.
7) Marsilio Ficino (1433-1499), fiorentino,
filosofo e traduttore di Platone e di molti altri classici,
animatore della "Accademia platonica", sosterrà il sostanziale
accordo tra platonismo e cristianesimo.
8) Tommaso Moro, filosofo e politico inglese,
amico di Erasmo da Rotterdam, lancia nel tempo questa Utopia,
che significa 'nessun luogo' e che da allora riscuoterà grandi
successi! Tommaso Campanella segue anch'esso questa tradizione
utopista immaginando i 'solari' vivere nella città del Sole,
con una religione 'naturale' (sempre il ritorno al cristianesimo)
e governati da un unico sacerdote e da tre magistrati (purtroppo
queste utopie erano ancora... un po' lontane da quel che vorremmo).

Nota
bibliografica
di Sara Fioroni
Si
può iniziare a leggere le opere di Bruno da:
- Il Candelaio (divertente!)
DIALOGHI
ITALIANI
Edizione classica: Dialoghi italiani, a cura di Gentile,
G., terza ed. a cura di Aquilecchia, G., 1958, Sansoni,
Firenze.
Edizione appena uscita: Le opere filosofiche italiane,
a cura di M. Ciliberto, 2000, I Meridiani Mondadori, Milano.
(esistono numerose edizioni più o meno recenti dei singoli
dialoghi italiani).
Tra i dialoghi il più leggibile è Cena de le Ceneri
il primo pubblicato (Londra 1584) e quello da cui emergono
in modo più immediato ed evidente la innovatività delle
teorie astronomiche e fisiche "ultra-copernicane" e antiaristoteliche
di Bruno. Oltre a ciò contiene una splendida critica in
chiave metaforica della società e degli intellettuali
londinesi del tempo.
Per chi ama la poesia petrarchesca è molto bello e molto
impegnativo il poema: De gli Eroici Furori, ed.
Laterza.
OPERE LATINE
Sono tutte molto ostiche, sia dal punto di vista teoretico
che interpretativo; Bruno scrive in latino le opere assolutamente
non divulgative, quelle magiche, quelle metafisiche e
fisiche più complesse e quelle matematiche dell'ultima
fase. Le opere latine non si fanno leggere bene in generale,
a maggior ragione da un lettore "non brunista" e non filosofo.
Si può leggere un'antologia di brani sul rapporto uomo-cosmo
infinito a cura di F. Papi, dal titolo: Infinità della
natura e significato della civiltà, Firenze, 1976.
Comunque:
- Un'opera molto bella e significativa il "De umbris idearum"
è la prima opera filosofica, o meglio magico-ermetica
di Bruno. L'edizione più recente (1997) è quella curata
da N. Tirinnanzi (discepola di Ciliberto): Bruno, Le
Ombre delle Idee, Il Canto di Circe, Il Sigillo dei Sigilli,
trad. N. Tirinnanzi, 1997, BUR, Milano.
- Opere latine (Dialoghi, De immenso et innumerabilibus,
De triplice minimo et mensura, De monade, numero et figura),
Utet, Torino, 1980, trad. di C. Monti.
- Il Sigillo dei sigilli e i diagrammi ermetici,
tra. it. Colombi, Mimesis, Milano 1995. Questo testo,
che contiene una traduzione del Sigillus sigillorum,
è da segnalare sia per la prefazione e la postfazione
di Ubaldo Nicola, che interpreta i diagrammi mnemonico-matematichi
disegnati e stampati da Bruno stesso come mandala, sia,
soprattutto, perchè questi vengono riportati per la prima
volta nella loro versione originale.
OPERE SU BRUNO
BIOGRAFIE E BIBLIOGRAFIE
(ometto tutte le infinite, noiosissime e per la maggior
inattendibili biografie scritte nell'800 e agli inizi
del '900)
Ciliberto, M., 2000, Giordano Bruno, Laterza, Roma-Bari.
IL
PROCESSO
Baraghini, M.,1999, Giordano Bruno, il processo e
la condanna, Ed. Millelire Stampa Alternativa.
Ciliberto, M. ,1994, Giordano Bruno.
Un'autobiografia, Procaccini, Napoli.
Drewermann, E.,1999, Giordano Bruno; il filosofo che morì
per la libertà di pensiero, BUR, Milano.
Mercati, A. ,1942, Il sommario del processo di Giordano
Bruno, con appendice di Documenti sull'eresia e l'Inquisizione
a Modena nel secolo XVI, Biblioteca Apostolica Vaticana,
Città del Vaticano.
COSMOLOGIA ASTROLOGIA E FISICA
testi utili per inquadrare Bruno nel contesto storico,
filosofico e scientifico del tempo e per comprendere il
suo contributo alla rivoluzione scientifica.
Koyrè, A.,1957, Dal mondo chiuso all'universo infinito,
trad. it. Feltrinelli, Milano, 1974.
Kuhn, T.,1957, La rivoluzione copernicana, trad. it. Einaudi,
Torino, 1972.
Rossi, P.,1973, La rivoluzione scientifica: da Copernico
a Newton, Loescher, Torino.
LETTURE TRASVERSALI E "STORICO FILOSOFICHE" DEL PENSIERO
DI BRUNO
AA. VV.,1982, Giordano Bruno ieri ed oggi, Bastogi.
Ciliberto, M.,1979, Lessico di Giordano Bruno, Ed. dell'Ateneo
& Bizzarri, Roma.
Ed anche (1990), Giordano Bruno, Laterza, Roma-Bari. Badaloni,
N.,1955, La filosofia di Giordano Bruno, Parenti, Firenze.
Ricci, S.,1999, Giordano Bruno nell'Europa del '500 .
BRUNO, I SUOI PREDECESSORI ED I SUOI CONTEMPORANEI
Bruno ha citato e si è confrontato con un'infinità
di autori antichi, medievali, a lui contemporanei, orientali
e occidentali, cattolici o eretici. Non è utile qui segnalare
testi o articoli specialistici, si possono leggere a questo
proposito le opere di carattere generale o storico filosofiche
(tutte citate in queste pagine), quali;
Ciliberto, 1990 e 1996; Yates, F. 1964;
Badaloni, 1955; Ricci, 1999.
MNEMOTECNICA ED ERMETISMO
Rossi, P.,1960, Clavis universalis: arti mnemoniche
e logica combinatoria da Lullo a Leibniz, Il Mulino, Milano-Napoli.
Yates, F.,1964, Giordano Bruno e la tradizione ermetica,
trad. it., Laterza, Roma-Bari, 1985. Ed anche: 1966, L'arte
della memoria, trad. it. Einaudi, Torino, 1972. E,1995,
Giordano Bruno e la cultura europea del Rinascimento,
Laterza, Roma-Bari.
GNOSEOLOGIA
Spruit, L.,1988, Il problema della conoscenza in Giordano
Bruno, Bibliopolis, Napoli.
Noferi, A.,1979, Il gioco delle tracce. Studi su Dante,
Petrarca, Bruno, il neoclassicismo, Leopardi; l'Informale,
La Nuova Italia, Firenze.
...e per finire, autori contemporanei hanno citato Bruno,
come Bertolt Brecht, che scrive un breve racconto sulla
prigionia di Bruno, 'Il mantello dell'eretico', in Opere
complete, Einaudi; e Italo Calvino, che cita Bruno nel
suo 'Lezioni americane' (Mondadori, Oscar), nei paragrafi
su 'Esattezza e visibilità'.
In questi giorni è anche rappresentato uno spettacolo
teatrale, di Assemblea Teatro, "L'ultima notte di Giordano
Bruno", con musiche di Battiato e Foxx.
Sara Fioroni
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