Argentina: La lotta del Mocase
Il Mocase è un movimento campesino di Santiago del Estero, nella Regione
del Chaco nel nord dell'Argentina. È costituito da più di 8,500
famiglie, soprattutto dell'etnia Quechua, le quali stanno difendendo il loro diritto
di possedere anche giuridicamente la terra che loro occupano di fatto da decenni.
Nonostante il fatto che la Costituzione argentina accordi il titolo legale su
un terreno a quelli che lo occupano da almeno 20 anni, i membri del Mocase hanno
sofferto l'intimidazione continua e la violenza da parte della polizia e dei baroni
della terra.
L'albero di quebracho cresce solamente nella regione del Gran Chaco. Dalla metà
dell'ottocento in poi, più di dieci milioni di ettari di foresta di quebracho
sono stati abbattuti, soprattutto da imprese di capitale britannico, per fornire
il legno duro per le traversine delle rotaie e il tannino per l'industria del
cuoio. Le compagnie della selvicoltura stabilirono appezzamenti enormi di terreno,
nei quali i taglialegna di Santiago rappresentavano i servi della gleba in questi
"moderni" sistemi feudali.
A partire dagli anni 1940, il taglio e trasporto dei tronchi nella regione gradualmente
cessò di dare margini di profitto "accettabili", e così
gli imprenditori se ne andarono per cercare nuove fonti di guadagno, lasciando
come strascichi la disoccupazione e la miseria. Le famiglie senza lavoro si stabilirono
sulle terre abbandonate dove prima c'erano stati i depositi di legname; aprirono
strade, costruirono scuole e lavorarono la terra, coltivando principalmente cotone
ed ortaggi.
Fin dagli anni Ottanta, varie cooperative ed organizzazioni di tipo sindacale
sono sorte per rappresentare gli interessi dei campesini, e nel 1989 si è
formato il Mocase (Movimento dei Campesini di Santiago del Estero). Negli ultimi
anni, quelli del Movimento hanno sofferto attacchi e percosse, tentativi di evincerli
con bulldozer, telefonate minacciose ai loro uffici e calunnie raccontate su di
loro alla stampa locale; hanno sofferto detenzioni illegali, botte e tortura nelle
celle dei posti di polizia rurali.
Per ulteriori informazioni, e per inviare messaggi di solidarietà
con e-mail: cenepp@arnet.com.ar (in spagnolo)
o Mapucam@hotmail.com (in italiano o
inglese)
Leslie Ray
A Genova contro il G8
Appello al movimento anarchico e libertario
G8 a Genova: quali prospettive per una presenza anarchica visibile, autonoma
e in grado di far comprendere le ragioni della propria opposizione ai processi
di globalizzazione?
A luglio si terranno a Genova i lavori del G8. Questo vertice di potenti riassume
in forma spettacolarizzata le tendenze ad una concentrazione a livello mondiale
di poteri economici e politici che mai era stata vista. I processi cosiddetti
di globalizzazione stanno sempre di più dividendo il mondo tra ricchi e
poveri, affamando le popolazioni di interi continenti, marginalizzando strati
crescenti di popolazione all'interno dei singoli paesi, precarizzando ogni forma
di lavoro, eliminando - dove esistevano - ogni forma di garanzie sociali. Tutto
in nome del profitto e dell'accumulazione capitalistica senza regole né
vincoli.
A tutto questo dobbiamo opporci con la consapevolezza di avere le carte in regola,
più di tanti altri, per la coerenza che il nostro movimento ha sempre dimostrato
nella lotta contro ogni forma di potere e di sfruttamento.
Siamo stati e siamo portatori di un punto di vista non riformista, internazionalista
e di ricostruzione dell'unità e della capacità di lotta delle classi
lavoratrici e degli sfruttati. Anche in questa occasione dobbiamo ribadire: l'impossibilità
di democratizzare organismi politici ed economici (nazionali o transnazionali)
che hanno come unico scopo l'intensificazione dello sfruttamento del lavoro e
delle risorse; l'inconciliabilità - in questi come in altri processi -
degli interessi degli sfruttati e degli sfruttatori; l'invarianza delle funzioni
dello Stato che se abdica al controllo dell'economia mantiene e rafforza quello
sociale, poliziesco e militare; la consapevolezza che i diritti esistono solo
sulla carta e quindi nulla valgono se non sono sorretti da rapporti di forza favorevoli.
Da qui la necessità di lottare: per la libertà di circolazione di
tutti in un mondo senza barriere; contro il militarismo, le guerre, le carceri;
per una riduzione generalizzata dell'orario di lavoro, e, senza riproporre un
modello di welfare che ha significato la statalizzazione del movimento operaio,
per la difesa delle garanzie sociali acquisite, per il raggiungimento di una qualità
della vita dignitosa per tutti.
In questa ottica ci sentiamo di proporre a tutti i compagni un percorso di opposizione
al G8 in cui il movimento anarchico possa esprimere la consistenza e la forza
delle sue ragioni. Proponiamo quindi di incominciare a discutere sulla possibilità
di: - organizzare una manifestazione nazionale a Genova in un periodo precedente
ai giorni del G8 per garantire visibilità e possibilità di esprimere
i nostri contenuti in tutta autonomia; - organizzare nelle modalità da
definire un Convegno - sempre a Genova - sulle tematiche della globalizzazione,
nei giorni precedenti il G8; - organizzare un significativo spezzone di manifestazione
e altre iniziative autorganizzate (essendo anche riferimento ai compagni che verranno
dall'estero) nei giorni caldi del vertice.
Coordinamento Anarchico Genovese / C.S.O.A. Pinelli - Genova / Coordinamento
Anarchico Ligure e Piemontese (Federazione Anarchica Torinese - FAI; Gruppo anarchico
Sciarpanera di Alessandria; FAI di Alessandria; Gruppo anarchico Luigi Galleani
- FAI di Vercelli; Gruppo anarchico Pietro Gori - FAI di Savona; FAI di Chiavari)
per info: 0338 6594361
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