Marcello Bernardi, il "libertario intollerante"
come amava definirsi, è stato per molti anni il pediatra più famoso
e conosciuto d'Italia.
Nato nel 1922 a Rovereto (TN) ha vissuto dal 1934 la sua vita a Milano ed è
stato docente di Puericultura e Auxologia nelle Università di Pavia e Brescia.
Credo sia stato uno dei pochi medici che si siano occupati in maniera così
pertinente e approfondita dell'educazione dei bambini coniugando sviluppo fisico
e motorio con evoluzione psicologica cercando sempre di collegare questi aspetti
con il contesto sociale e famigliare.
Il suo libro più famoso, più volte rieditato, un vero best-seller,
dal titolo emblematico Il nuovo bambino (Rizzoli, Milano, 1972) è
stato molto più di un semplice e pur ampio e completo manuale per "l'allevamento"
dei figli per intere generazioni di genitori.
Il suo pensiero "provocatorio", singolare e ricco, è stato sempre
posto con forza e vigore, con quella giusta intolleranza nei confronti delle certezze
conclamate, dei dogmi e delle "verità".
Marcello Bernardi è insomma stato un uomo di parte: dalla parte dei bambini
e dei ragazzi, in difesa della loro libertà e autonomia, contro tutto ciò
che l'educazione autoritaria e permissiva (due facce della stessa medaglia) riesce,
attraverso soprattutto la famiglia, la scuola e la televisione, a incuneare nel
cervello e nel cuore dei bambini.
"Non credere a chi ti comanda, a chi ti punisce, a chi ti ammaestra, a chi
ti insulta, a chi ti deride, a chi ti lusinga, a chi ti inganna, a chi ti disprezza.
Essi non sanno che tu sei ancora un uomo libero" (R. Denti, Conversazioni
con Marcello Bernardi, Eleuthèra, Milano, 1991, p. 56): in questo inno
all'unico essere umano ancora libero, il bambino, egli sintetizza il suo manifesto
educativo.
Libertà e felicità sono i veri obiettivi che un'educazione autenticamente
nuova deve prefiggersi di realizzare in ogni contesto sociale.
Queste convinzioni tradotte all'interno di una professione medica, com'è
anche nei fatti quella del pediatra, sconvolgono i canoni tradizionali di ogni
scuola di puericultura ponendosi nell'ottica di una pedagogia pratica e di una
medicina diversa.
Ma uno dei problemi che ogni genitore si trova a dover affrontare nei confronti
dei figli, quello dell'educazione sessuale, ha trovato delle risposte dissonanti
dalla morale sessuofobica nei libri e nella pratica professionale di Marcello
Bernardi. Testi come La maleducazione sessuale (Emme, Milano, 1977) e Il
problema inventato (Emme, Milano, 1979) costituiscono ancora oggi dei punti
di riferimenti con i quali confrontarsi se si vuole sinceramente costruire un
ambiente educativo e liberante per i bambini e gli adolescenti. Con un linguaggio
diretto e pratico, semplice (non semplicistico) e aperto, egli ha sostenuto con
forza un orientamento di educazione sessuale libertario, che è servito
a molti di noi, per intraprendere con fermezza la propria liberazione e, conseguentemente,
a favorire quella dei propri alunni e/o figli.
Fermo e provocatorio
Senza mai avere la pretesa di distillare ricette egli ha sempre voluto insinuare
dei dubbi tra i genitori che leggono i suoi testi, che lo hanno incontrato nei
colloqui, nelle conferenze. Non ha mai rinunciato però a dire la sua, in
modo fermo e provocatorio, nell'opera di divulgazione scientifica di concetti
medico-psicologici che hanno sempre costituito il fondamento delle sue convinzioni,
ma anche nella sua filosofia libertaria di vita: "Dirò qui, subito,
che la mia fede è la libertà. O meglio, l'uomo libero. Non credo
che sia un'utopia. Credo che l'uomo potrebbe essere libero anche subito, se lo
volesse. Ma non vuole, perché la libertà richiede uno sforzo enorme
e quasi nessuno vuole farlo. Nessuno, o quasi nessuno, vuole rendersi indipendente
da ciò che altri hanno decretato giusto e necessario. Nessuno, o quasi
nessuno, vuole decidere per conto proprio ciò che si deve o non si deve
fare" (Educazione e libertà, De Vecchi Ed., Milano, 1980, p.
5).
Naturalmente questa paura della libertà ha la sua origine nell'educazione
autoritario/permissiva che famiglia e scuola, media e società intera, trasmettono
all'uomo fin dai primi momenti della sua vita.
Occorre capovolgere questa logica e passare, secondo Bernardi, da un'educazione
fondata sul rispetto dovuto automaticamente all'adulto da parte del bambino, ad
un rispetto che gli adulti devono al bambino.
È in particolare ai genitori che egli si rivolge, sia per necessità
professionali ma anche perché indubbiamente la famiglia costituisce pur
sempre il primo e principale fondamento educativo. E ai genitori ostinatamente
e senza falsi pudori egli indirizza le sue riflessioni, le sue provocazioni, con
quella chiarezza che lo contraddistingue. La famiglia viene così vista
e analizzata concretamente nei ruoli specifici di padre e madre, di nonni e parenti,
ma anche di come e quanto (tanto) questa risenta del clima culturale e sociale
attuale. Inoltre Bernardi non rifugge dal prendere in considerazione temi e problemi
delicati ma scottanti come il problema religioso, quello sessuale, la morte e
l'invasione dei media, e lo fa con la schiettezza che gli è propria e che
contraddistingue un po' tutta la sua vita di pediatra e di educatore.
La sua scelta ricade su un modello di famiglia aperta, nella quale si accetti
il figlio per quello che è realmente, in sostanza una struttura sana che
consenta ai piccoli di crescere liberamente, che non si appropria di essi ma anzi
li aiuta a diventare autonomi. In sostanza la famiglia aperta "è quel
porto ideale, sicuro e incrollabile, dal quale si parte per la conquista del mondo,
ma al quale si può sempre ritornare. La famiglia aperta non si impone al
figlio, ma si mette a sua disposizione. Non lo abbandona, ma nemmeno lo trattiene.
È solida come una roccia, ma elastica come un giunco" (Gli imperfetti
genitori, Rizzoli, Milano, 1988, p. 19).
Questo perché egli è convinto che ogni bambino sia un essere nuovo,
un potenziale profeta, una luce nuova che si schiude al mondo, e che pertanto
non si possa mai dare per scontato e acquisito nulla, che sia necessario essere
aperti fino in fondo ad una nuova vita che si evolve, a un individuo unico e diverso
che si affaccia nel mondo con una sua propria specificità.
Il punto è proprio questo: "Per leggere tutta la ricchezza del mondo
infantile, e quindi per aiutare davvero un bimbo a crescere, è indispensabile
sapere e potere uscire dal nostro mondo adulto, fatto di razionalizzazioni commerciali,
di scambio economico, di possesso e di potere, quando non addirittura di mercimonio
e di indebite appropriazioni" (La tenerezza e la paura, Salani, Firenze,
1996, p. 13).
Il compito dei genitori è molto difficile, faticoso, nel quale è
indispensabile dare spazio e tempo anche alla tenerezza, permettere ad essa di
emergere, liberarla dai condizionamenti e dagli stereotipi entro cui è
stata relegata da una società che ha definito rigidamente ruoli, tempi
e spazi anche per i sentimenti.
Rispetto vero e
profondo
Marcello Bernardi si cimenta anche con l'età difficile dell'adolescenza
(Adolescenza, Fabbri, Milano, 1998) nel consueto modo e con la usuale chiarezza,
senza reticenze e tabù, affrontando temi come la contraccezione, l'aborto,
i rapporti sessuali, la gravidanza, le paure e le ansie, infondendo in chi legge
una calma e una serenità uniche, ma al contempo anche stimolando una ricerca
interiore necessaria e utile per non adagiarsi su certezze ed idee codificate.
L'ultimo lavoro consegnato alle stampe (L'infanzia tra due mondi, Fabbri,
Milano, 2000) è un altro inno alla libertà del bambino e al rispetto
vero e profondo di cui egli ha diritto.
Numerose sono state anche le sue pubblicazioni scientifiche, che qui non si citano,
ma forse il miglior modo di ricordare la sua straordinaria sensibilità
per il mondo infantile è quello di ripetere ancora una volta quei versi
che tanto amava di Kahlil Gibran, che bene riassumono quei principi libertari
che hanno ispirato la sua vita di educatore e di medico: "I vostri figli
non sono figli vostri, sono i figli e le figlie della vita stessa. Essi non vengono
da voi, ma attraverso di voi e non vi appartengono. Potete custodire i loro corpi,
ma non le anime loro, che abitano case future che neppure in sogno potete visitare".
Grazie Marcello, grazie per me e per tutti coloro che hanno trovato in quello
che hai scritto il modo più proficuo di liberarsi dall'ansia di essere
genitori.
Francesco Codello
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