Grecia
Alba neo-nazista
colloquio di Steven Forti con Pavlos Nerantzis
Un giornalista “di guerra” greco, che quasi 40 anni fa ha lavorato a Radio Alice a Bologna, ci aiuta a capire il successo della destra greca e in particolare di Alba Dorata. Al centro, come sempre: nazionalismo, razzismo e antisemitismo. E la drammatica situazione sociale greca.
Ci siamo conosciuti durante la
presentazione di Fascism Inc, il nuovo documentario prodotto
dai creatori di Debtocracy e Catastroika presentato
in tutto il mondo lo scorso 10 aprile. Un documentario autofinanziato
che fa luce sul nervo scoperto dell'estrema destra ellenica:
dalla dittatura di Metaxas negli anni Trenta alla collaborazione
con i nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, dalla dittatura
dei Colonelli a cavallo tra anni Sessanta e Settanta al fenomeno
attuale e sempre più preoccupante di Alba Dorata.
Pavlos Nerantzis è un giornalista greco con una lunga
traiettoria alle spalle. I primi passi sono stati proprio in
Italia: nel 1977 era a Radio Alice a Bologna. Poi ha girato
il mondo come fotografo e inviato, soprattutto in zone di guerra:
il Centro America, i Balcani, il Medio Oriente. Nel 2008 ha
raccolto alcuni di questi scatti in Traces of War, una
mostra toccante che è stata esposta a Salonicco, Atene
e a Creta. Nerantzis è stato corrispondente dalla Grecia
per il Manifesto, ha lavorato in giornali e riviste della
sinistra ellenica come Avgi e Anti, ha partecipato
in vari progetti di radio libere greche e fino al 2007 è
stato autore e presentatore di MIXER, un programma d'indagini
giornalistiche trasmesso dal terzo canale della televisione
pubblica greca.
A Barcellona Fascism Inc è arrivato con un giorno
di ritardo, l'11 aprile. La Base, il bel centro sociale del
quartiere di Poble Sec che ha accolto la proiezione, era strapieno.
Convinco Pavlos a fare un salto la settimana successiva alla
mia trasmissione radiofonica. Parla bene italiano e una chiacchierata
sulla situazione politica e sociale greca calza a pennello per
lo Zibaldone di venerdì santo. Il fascino tutto
vintage (senza volerlo) di Radio Contrabanda, una delle
storiche radio libere catalane, lo riporta indietro nel tempo:
è in quel momento che mi racconta dei tempi in compagnia
di Bifo alla sede di via del Pratello di Radio Alice.
Parliamo della crisi e del programma lacrime e sangue imposto
dalla Troika (FMI, BCE e Commissione Europea) alla Grecia a
partire dal maggio del 2010. “Non c'è paragone
tra l'Italia, la Spagna e la Grecia”, mi dice sconsolato
Pavlos. “Davvero. La crisi in Grecia è una crisi
umanitaria, di dimensioni pazzesche. Non è che le persone
facciano fatica a vivere, è che non riescono più
a sopravvivere. E intanto le banche greche hanno preso cinquanta
miliardi di euro.”
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Siamo tutti greci adesso |
Alba Dorata, un neonazismo antisistema
Quella greca è però anche una crisi istituzionale:
i due maggiori partiti, Pasok e Nuova Democrazia, che hanno
governato il paese dalla fine della dittatura dei colonnelli,
si trovano in grande difficoltà. I socialisti rischiano
addirittura di non entrare nel Parlamento. “Mi ricorda
la fine della prima Repubblica in Italia”, commenta Pavlos.
Il voto si è disperso andando verso quelli che i sociologi
chiamano gli estremi dello spettro politico. Da un lato Syriza
che pare a un passo dal vincere le prossime elezioni, dall'altro
Alba Dorata. Chiedo a Pavlos se è ottimista riguardo
a un futuro possibile governo di sinistra. “Ci saranno
dei cambiamenti – mi dice – soprattutto riguardo
alle misure prese dagli ultimi governi verso i settori sociali
più deboli. Ma il resto è un grande interrogativo.”
Alla speranza però si affianca anche la grande paura,
quella dell'estrema destra che poco a poco sta raccogliendo
sempre più consensi.
Nelle elezioni del giugno 2012 Alba Dorata ha ottenuto quasi
il 7% dei voti pari a 18 deputati. “Il fascismo in Grecia
è rinato a causa di questa crisi, che non è solo
economica e istituzionale, ma anche culturale” mi spiega
Pavlos. “La Grecia è una delle frontiere europee,
uno snodo tra l'Asia e l'Europa. Attualmente la popolazione
greca è di 11 milioni e gli immigrati sono oltre 1 milione.
Con una disoccupazione quasi al 30% la propaganda xenofoba ha
attecchito moltissimo. In un sistema politico dove gli scandali
legati a casi di corruzione sono diventati la normalità,
Alba Dorata si presenta come un partito patriottico e anticapitalista
e usa una retorica antisistema. Anche ex-votanti del Pasok sono
passati a votare Alba Dorata! È una cosa tragica.”
È stato soprattutto ad Atene, una metropoli di oltre
4 milioni di abitanti, che Alba Dorata è riuscita a svilupparsi,
ottenendo già nel 2010 un seggio al Consiglio comunale
assegnato al suo leader Nikos Michaloliakos. Sempre più
frequenti sono diventate le azioni contro gli immigrati ed evidenti
sono ormai le coperture da parte della polizia.
Solo con la morte di un giovane rapper greco, Pavlos Fyssas,
nel settembre del 2013 vi è stata una reazione sia da
parte della cittadinanza sia da parte del governo di grosse
koalition Nuova Democrazia-Pasok guidato da Andonis Samaras.
Chiedo a Pavlos se gli arresti dei dirigenti di Alba Dorata
avvenuti dopo la morte di Fyssas sono una cosa seria o solo
un paravento: “Sono misure prese soprattutto per soddisfare
l'opinione pubblica greca e per far calmare anche gli europei,
che non vedono di buon'occhio la crescita di questo movimento
neonazista.” Avrebbe senso illegalizzare Alba Dorata?
“Credo sia meglio di no – mi risponde Pavlos –
sia perché si formerebbe un nuovo partito con un altro
nome sia perché si creerebbero dei martiri. Sarebbe controproducente”.
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Pavlos Nerantzis |
Un governo di destra... estrema
Chiedo a Pavlos se sono attendibili le molte voci che parlano
dello stretto rapporto tra il gruppo dirigente vicino a Samaras
e i neonazisti. Me lo conferma e aggiunge che non si esclude
un accordo dietro le quinte tra Nuova Democrazia e Alba Dorata
dopo le prossime elezioni. “Quello che mi preoccupa di
più non è solo che questo governo applica delle
misure drastiche contro i settori più deboli della società,
ma che un partito conservatore come Nuova Democrazia fondato
da Constantino Karamanlis subito dopo la caduta della giunta
dei colonnelli oggi è controllato da un gruppo di estrema
destra e ultranazionalista”, precisa Pavlos. Non è
un caso che molti deputati di Nuova Democrazia abbiano abbandonato
il partito. Recentemente è emerso che Panayotis Baltakos,
sottosegretario alla presidenza e braccio destro di Samaras,
manteneva stretti rapporti con i neonazisti di Alba Dorata.
E già prima, Adonis Georgiadis, ministro della salute
in quota Nuova Democrazia, è arrivato ad affermare “Bisogna
avere dei morti al confine con la Turchia perché solo
così gli immigrati capiranno che questa terra non è
loro, ma è terra greca”. Georgiadis, proveniente
dall'estrema destra nazionalista e ultrareligiosa del LAOS,
non è nuovo a questo tipo di dichiarazioni, mi spiega
Pavlos. “Pensa che considera suo mentore Kostas Plevris,
ideologo nazista greco, antisemita e negazionista.” E
ancora: Makis Voridis, ex ministro delle Infrastrutture nel
governo tecnocratico di Papademos e attualmente deputato di
Nuova Democrazia nel parlamento greco, era un militante di estrema
destra, fondatore del Fronte Ellenico e leader del LAOS. “Sono
circolati video dei primi anni Ottanta dove insegue militanti
di sinistra con un'ascia in mano”, mi racconta Pavlos
con un misto di rabbia e tristezza.
Il problema, mi spiega ancora, è che in Grecia non si
è mai riconosciuto il filo rosso che collega l'estrema
destra greca attuale ai tempi dell'occupazione nazista durante
la Seconda Guerra Mondiale. “Dopo la fine della guerra
civile greca del 1946-1949 i collaborazionisti non sono mai
stati condannati e nemmeno dopo la giunta dei colonnelli: c'è
stata invece una caccia alle streghe degli attivisti e militanti
di sinistra. E gli uomini dell'estrema destra si sono riciclati
in partiti democratici.” Come mostrava bene anche il documentario
Fascism Inc ci sono stati dei rapporti stretti tra il
mondo dell'industria e l'estrema destra. Dei rapporti che ci
sono ancora oggi con i neonazisti. “Non mi meraviglio
che alcuni imprenditori appoggino Alba Dorata: i capitalisti
non guardano il colore politico” mi dice Pavlos. “Quello
che mi preoccupa di più è che alcuni settori della
classe media che sono sempre stati anticomunisti hanno votato
e voteranno per Alba Dorata. La preferiscono come opzione a
Syriza e ai due grandi partiti che ritengono responsabili della
crisi. Queste persone non si considerano fascisti: pensano che
il loro sia un voto di protesta. Ma che voto di protesta è
quello dato ai neonazisti?”
Alba Dorata, mi racconta Pavlos, sta facendo anche presa sui
giovani. “In questi tempi di crisi la gente cerca un'alternativa
e il fascismo e il nazismo si presentano come delle alternative.
Bisogna insegnare ai giovani cosa sono stati il fascismo e il
nazismo. Bisogna combattere l'ignoranza. Solo così anche
i giovani capiranno che fascismo e nazismo non sono delle alternative.”
Lasciando Radio Contrabanda e camminando per il barrio Gotico
di Barcellona invaso dai turisti, mi azzardo a domandare a Pavlos
se ci sono possibilità di cambiare le cose. “Con
l'attivismo politico – mi risponde – ma non fine
a se stesso. Senza l'attività politica le cose non cambiano.
Non devi regalare agli altri i tuoi sogni. È anche lo
sforzo di cambiare se stessi. Essere responsabili di ciò
che facciamo ogni giorno.” È una bella frase per
salutarsi dopo aver tanto parlato dei raid contro gli immigrati,
dell'uccisione di un rapper antifascista, dei molti giovani
che votano un partito che ha Hitler come modello. È un
bel consiglio, soprattutto. Per i giovani e i meno giovani.
Steven Forti
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