Rivista Anarchica Online




Una grande “A“ cerchiata disegnata su di un muro, davanti al quale stazionano Bakunin e Malatesta. E alla base la scritta “speciale autogestione“. La copertina di “A“ 76 (agosto/settembre 1979) segnala che sta per tenersi, a fine settembre, a Venezia il Convegno internazionale di studi sull'autogestione. E, a parte 4 articoli, tutto il numero (speciale a 60 pagine) è dedicato alla pubblicazione di 12 relazioni scritte appunto per il convegno veneziano.
Apre il dossier Autogestione una dettagliata intervista agli organizzatori, nella loro sede del Centro Studi Libertari di Milano. Seguono le seguenti relazioni: Carlos Semprun Maura, Sogni e menzogne dell'autogestione; Franck Mintz, Moneta e rivoluzione; Gruppo editoriale della rivista A ideia, L'esperienza portoghese; Dario Paccino, Autogestire quale tecnologia?; Ferro Piludu e gruppo artigiano ricerche visive, Autogestione e comunicazione; Francesco Codello, L'educare autogestito; Franco Melandri, Noi cooperiamo... loro comandano; Franco Bunuga, Il dominio e l'autogestione; Marianne Enckell, L'ideologia contro la memoria; Vincent Albouy, la rivolta di Stettino; Akihiro Ishikawa, Modelli di autogestione in Giappone; François Dirdam, Autogestione e antropologia. Due osservazioni veloci: il carattere sicuramente internazionale del Convegno di studi (7 relazioni su 12 sono “straniere“), l'intreccio tra collaboratori di “A“ e relatori al Convegno (4 di questi 12 lo erano e in varia misura lo sono tuttora... 37 anni dopo).
Originale e interessante il resoconto redazionale del primo Incontro internazionale di gruppi editori di riviste anarchiche, svoltosi a Lyon (Francia) a fine giugno 1979. Presenti o aderenti pubblicazioni stampate in Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Inghilterra e Italia.
In un altro riquadro redazionale si riferisce dell'impegno redazionale nella distribuzione commerciale di “A“. E si informano i lettori che “a partire da questo numero la rivista è in vendita anche in numerose edicole di Foligno“. Lo riportiamo ricordando che proprio in quel 1979 fu tentato il canale nazionale della distribuzione commerciale nelle principali città e in numerose altre località.
Un “assalto al cielo“ che alla fine si rivelerà insostenibile per le finanze di “A“, dal momento che la distorta macchina della distribuzione riusciva a prosciugare più soldi di quanti ne entrassero dalle vendite. I costi (indipendenti da nostre scelte) della spedizione delle copie e del rientro di parte delle copie invendute rendevano e renderanno impensabile qualsiasi tentativo di distribuzione commerciale. Noi sfidammo la realtà del mercato e ne uscimmo sconfitti, ma non al punto di non saper incassare il colpo e poi ripartire.
Tra i 4 articoli non/autogestione, ci piace segnalare quello della nostra “redattrice responsabile“ (lo era allora nel 1979, lo è tutt'oggi 37 anni dopo) Fausta Bizzozzero, “L'amore espropriato“. Fausta, che non fa parte della nostra redazione dal 1989, ne ha mantenuto la responsabilità legale. Nel suo scritto su “A“ 76 si riferisce a un caso di cronaca, sette donne violentate da un uomo. Il quale dopo ogni stupro dichiarava, in sostanza, di sentirsi costretto a stuprare a fronte delll'impossibilità, in questa società, di poter avere con le buone quanto riteneva un suo diritto“. Una specie di esproprio della figa osservava testualmente e amaramente Bizzozzero. Che, dall'episodio, partiva per un'analisi più complessiva della condizione delle donne, compresa l'impossibilità di uscire da sole di notte.
Due ultimi annunci su quel numero di “A“.
Per sabato 16 giugno 1979 viene convocata la XIX assemblea di “A“ a Milano, in viale Monza 255. “Tutti i lettori sono invitati a partecipare“.
E poi la precisazione che dal 5 luglio al 20 agosto la redazione, nel 1979, sarebbe rimasta chiusa. Da molti anni queste “ferie“ hanno subito una drastica riduzione. Nella prossima estate 2016, come nelle precedenti, saremo chiusi “solo“ le prime 3 settimane di agosto.