Rivista Anarchica Online


alle lettrici, ai lettori

Questo numero

Aprono il numero tre scritti sui migranti, con taglio diverso. Segue la bella storia fiorentina dell'un vi si fa fare, la lunga lotta contro la realizzazione di un maxi-inceneritore, raccontata su “A” dalle più scatenate animatrici della protesta, le Mamme No-inceneritore (da noi ribattezzate, dopo gli scambi di mail per realizzare il servizio, le Mamme Inceneritrici). Andrea Papi e Maria Matteo ci offrono le loro riflessioni sull'attualità. Cosimo Scarinzi analizza le lotte dei fattorini/rider di Foodora e, da vecchio sindacalista (alternativo) qual è, torna alle lotte del sindacato ferrovieri nello scorso millennio.
La danza di Yvonne Rainer, le canzoni di Cesare Basile, un convegno di ecoteologia e uno di pedagogia alternativa, la fiera del libro anarchico a Lisbona e il ricordo del “nostro” avvocato Luca Boneschi costituiscono i Fatti&Misfatti.
Marco Giusfredi dedica la sua tavola a un librone su Tomaso Serra, piccolo grande militante anarchico sardo. Una dozzina di pagine sono dedicate a un resoconto (e due scritti) e tante foto delle Cucine dell'Amore, tenutesi a Massenzatico (Re) all'inizio dell'autunno. Proseguendo nell'attenzione allo sport, Giuseppe Ciarallo scrive sul rugby. Marco Pandin e Alessio Lega firmano le rispettive rubriche di musica, immancabili. Quelli di Ippolita iniziano su questo numero una nuova rubrica (“Senza rete”) dove affrontano le nuove tecnologie in relazione al mondo che cambia. La prima puntata è chiarissima. Le prossime... pure (ce l'hanno promesso).
Vivace il reportage di Luca Lapolla dal convegno internazionale sull'anarco-femminismo svoltosi in Gran Bretagna lo scorso settembre. Con il contributo della nostra Carlotta Pedrazzini, che al convegno internazionale si è occupata di Emma Goldman (pubblicheremo la sua relazione). Santo Barezini, nella sua consueta lettera da New York, si occupa dell'esercito USA, del vasto consenso di cui gode in patria, del suo nefasto ruolo nello scacchiere mondiale. E di chi, come Howard Zinn, ha fatto pubblica autocritica del suo passato militare e militarista. Felice Accame, tra il guardare una trasmissione televisiva e il riportare a casa il nipotino da scuola, ci offre una delle sue consuete e originali riflessioni, che ci fanno riflettere sulla “banalità del potere”.
La Rassegna libertaria consta di sette recensioni, come sempre tra loro molto diverse. Il nostro Paolo Pasi, che si divide tra il Tg3 e “A” (e i libri che sforna) aggiunge numero dopo numero una sua lettera dal futuro, sornione e critico. Una ricercatrice storica, scartabellando negli archivi della Stasi, la polizia segreta della fu Repubblica Democratica di Germania (la “Germania Comunista”, 1945/1989) ha trovato un documento che interessa la stampa anarchica italiana: lo riproduciamo.
Una ventina di pagine sono dedicate alla ripubblicazione, da parte di Elèuthera, di un bel librone di grafica militante di oltre trent'anni fa. È un'occasione per ricordarne l'autore, il mitico Ferro Piludu, che ha messo il suo cuore e le sue mani anche in questa rivista.
Due rubriche ormai “storiche” sono quelle rispettivamente della prof. universitaria Nicoletta Vallorani e dell'ergastolano Carmelo Musumeci (che in carcere ha comunque trovato volontà e impegno per laurearsi finora tre volte): in realtà questa volta Carmelo cede il suo spazio a Francesca De Carolis per un suo scritto sull'Asinara e Pianosa. Due isole meravigliose, qui presentate nella loro funzione carceraria. Isole di concentramento, appunto.
Una figura significativa del recente teatro italiano, Leo De Berardinis, è ricordato (e non è la prima volta) sulla rivista. Sei lettere si occupano della repressione contro il movimento No Muos in Sicilia, dei trattamenti differenziali ad alcuni detenuti, di un infopoint a Cosenza, di un botta e risposta sui lavoratori del terziario avanzato e di complimenti ad “A” con una domanda per ora senza risposta: perché non siamo su Facebook?
E poi il consueto elenco dei “fondi neri” (la più prosaica, ma assolutamente la più importante delle nostre rubriche), la pubblicità a una libreria Lgbt e femminista (a Milano) e un appello all'abbonamento 2017 in quarta di copertina.
Buona lettura. E se qualcosa non vi sconfinfera, invece di mugugnare, mandateci una mail o una lettera. Il dibattito è il nostro pane. Metteteci alla prova.