Torino/ Un pettirosso da combattimento
Cari amici di A,
oggi per me è una giornata dedicata alla nostra rivista.
Questa mattina ho rinnovato lÂ’abbonamento e acquistato in anticipo
il libro su De Andrè. E, a proposito di Fabrizio, mi
è venuto in mente il suo verso “... un pettirosso
da combattimento” riguardando alcune foto che ho scattato
lo scorso inverno. Ritraggono proprio un pettirosso che sfida
i limiti apparentemente invalicabili di un filo spinato, ergendosi
a simbolo della libertà. Dedicato a tutti coloro che
con la loro vita, il loro impegno e il loro lavoro, ci stimolano
a tentare di oltrepassare quotidianamente muri, barriere e confini.
Se lo ritenete opportuno potete pubblicare il contenuto della
mail. In realtà mi è sufficiente farvi omaggio
di questi scatti per ringraziarvi del vostro prezioso lavoro
al servizio della libertà.
Un caro saluto,
Riccardo DÂ’Agostino
Torino
Fornaci di Barga (Lu)/ Se alla manifestazione ci sono i fascisti
Lo scorso 13 ottobre, a Fornaci di Barga (Lu), si è svolta una manifestazione in opposizione al progetto di un pirogassificatore che ha visto sfilare comitati territoriali e ampi settori della sinistra, partiti e sindacati.
Il fatto sconcertante è stata la contestuale partecipazione al corteo, con adesione preannunciata giorni prima a mezzo stampa, di Fratelli d'Italia e Casapound, formazioni neo-fasciste per la prima volta presenti con un proprio spezzone, bandiere di partito e striscione, ad una manifestazione che doveva essere espressione dei movimenti dal basso e contro progetti autoritari di cui fascisti e neofascisti sono sempre stati sostenitori e braccio armato.
È un fatto gravissimo!
Mai prima d'ora i fascisti si erano permessi di scendere in piazza senza nascondersi dietro alle solite sigle o associazioni “a-partitiche”. Questa novità rappresenta un pericoloso precedente di sdoganamento della destra estrema all'interno dei movimenti di lotta.
Ancor più grave è che sia stata permessa l'agibilità
di piazza ai fascisti e che ci sia stata un'evidente sottovalutazione
della portata politica della loro presenza. Chi conosce la storia
dell'antifascismo non può non ricordare le infami azioni
di rastrellamento della 36° Brigata Nera Mussolini, che
aveva tra i suoi più feroci esecutori camerati provenienti
da Barga. Una zona tuttora permeata dalla presenza di neofascisti,
così come a Lucca, dove i camerati di Casapound sono
responsabili di azioni squadriste e di violenza razzista, omofobica
e sessista. Questi sono gli individui che hanno sfilato in corteo
a Fornaci di Barga, insieme a organizzazioni antifasciste e
partiti di governo (i Cinque Stelle erano anch'essi tra i partecipanti).
La lotta contro le nocività è certamente un'importante espressione di opposizione allo sfruttamento delle risorse naturali e degli esseri viventi, ma senza una coerente pratica radicale, antiautoritaria, e una consapevolezza anticapitalista, rischia di essere funzionale a recuperi riformisti da parte di partiti istituzionali, sempre meno credibili, o peggio ancora a legittimare trasversalità “oltre la destra e la sinistra” utili solo a far crescere la presenza di fascisti e gruppi reazionari nei movimenti.
Le scorie nocive non sono solo il prodotto degli inceneritori,
ma anche del fascismo e dell'autoritarismo.
Il fascismo inquina: non c'è niente da riciclare! Rifiutiamolo!
Usi-Cit Borgo Pinti Firenze - Ateneo Libertario Firenze
Firenze
Dibattito Medio-Oriente/ Una difesa d'ufficio di Israele (di cui non si sentiva il bisogno)
Cari/e compagni/e della redazione di A, vi scrivo perché
sono rimasto impressionato negativamente dalla nota pubblicata
da Paolo Finzi (Qualche
precisazione su sionismo e Israele) in margine all'ottimo
articolo di Costantino Paonessa (Paesi
Arabi / Ma qualcosa si muove – basta saper guardare
“A” 428, ottobre 2018) sui movimenti di protesta
nei paesi arabi.
L'articolo di Paonessa non conteneva a mio avviso nessuna accusa
ingiustificata nei confronti di Israele, e si limitava a raccontare
degli scontri fra i marciatori palestinesi disarmati e l'esercito
israeliano in tenuta di guerra.
Della nota di Finzi non mi è piaciuta una serie di cose.
In primo luogo, il riferimento ai bombardamenti di Israele da
parte dei paesi arabi, in opposizione alla Nakba, come se ogni
volta che si usa la parola Nakba dovesse scattare il riflesso
condizionato di opporvi qualcosa (in più, fuori luogo,
perché gli stati arabi sono una cosa e i cittadini palestinesi
un'altra); in secondo luogo quando Finzi dice che lui ha sempre
sostenuto voci israeliane critiche nei confronti dell'occupazione,
dà l'impressione che gli israeliani siano gli unici legittimati
a criticare Israele, mentre i palestinesi, che vivono ogni giorno
l'occupazione, non lo sono; infine trovo al limite della diffamazione
il riferimento ad un presunto antisemitismo delle masse arabe
in lotta negli ultimi anni contro regimi militari e/o fondamentalisti:
Finzi in questo caso pecca di essenzialismo.
L'intervento di Finzi mi sembra, insomma, quasi una difesa d'ufficio
di Israele, di cui nessuno aveva bisogno, dato che Paonessa
non aveva detto niente di particolarmente ingiusto o non corretto.
Saluti, attenti e affettuosi.
Vincenzo Angelo
Salemi (TP)
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