Il
numero di giugno/luglio 1982 (“A” 102)
ha un'ironica copertina con Karl Marx e Michail Bakunin che
si sfidano a braccio di ferro. Naturalmente, essendo la copertina
di “A” rivista anarchica, vince il russo. Come previsto.
I due interni di copertina sono dedicati ad altrettante iniziative
promosse dal movimento anarchico a livello nazionale, ad Ancona
e a Milano. Nel capoluogo marchigiano, sabato 17 e domenica
18 luglio, si svolgono una serie di iniziative: una conferenza-dibattito
su Malatesta, con interventi di Gino Cerrito, Carlo Doglio,
Placido La Torre, Umberto Marzocchi; poi un corteo per le vie
cittadine con comizio finale di Paolo Finzi e Umberto Marzocchi.
Nel capoluogo lombardo, nel week-end 24/26 settembre, un convegno
di studi promosso dal Centro Studi Libertari di Milano, con
una ventina di relatori, tra i quali Giampietro “Nico”
Berti, Maurizio Antonioli, Arthur Lehning, Vincenzo Mantovani,
Pier Carlo Masini, Misato Toda, ecc.
Il numero si apre con le lotte operaie, la guerra anglo-argentina
per il possesso delle isole Falkland (in inglese) o Malvinas
(in spagnolo), la situazione degli anziani, ricordi della vita
dell'anarchico cesenate Pio Turroni ripresi da un bel libro
di Louis Mercer Vega, una doppia pagina di cinema, un lungo
saggio dell'anarchico statunitense John Clark sul contrasto
di pensiero tra Karl Marx e Michail Bakunin (oggetto anche della
copertina), una proposta di “edicola viaggiante”
proveniente dal Trentino, tre lunghe lettere su vari temi.
Lo scritto che vogliamo evidenziare è la lunga intervista
(8 pagine) realizzata da Paolo Finzi a Monica Giorgi, appena
uscita dal carcere dopo 3 anni di detenzione. Il racconto dettagliato
della propria esperienza dietro le sbarre, con sue considerazioni
su molti temi d'attualità politica e anche su aspetti
più generali del vivere e del lottare, è denso
di umanità e pone interrogativi. Val davvero la pena
rileggerla oggi, 37 anni dopo.
Ne è passato di tempo, da allora. Anche Monica ha modificato,
non di poco, il proprio approccio all'impegno sociale, alla
visione del mondo, ai propri interessi. “L'importante
non è con chi ti relazioni, ma come ti relazioni”
ci ha detto spesso. Monica ha sviluppato riflessioni e comportamenti
che attengono innanzitutto alle questioni di genere, ma si allargano
all'anarchismo, alla violenza e a molte altre tematiche connesse.
Il dialogo tra di noi è sempre restato aperto, anche
sulla base di quella mobilitazione per la sua libertà
di cui “A” fu tra le protagoniste, tra il 79 e
l'82.
Monica Giorgi, una delle tante nostre collaboratrici storiche,
un'amica e compagna che legge “A” dall'inizio degli
anni 70, vi ha scritto saltuariamente. Anche a partire da “A”,
ha sviluppato un suo pensiero con il quale non siamo sempre
d'accordo. Per fortuna nostra e delle lettrici/lettori.
“A” vuole essere una rivista di sguardo lungo sul
mondo, di taglio anarchico e libertario, aperta, critica e autocritica,
alla continua ricerca di approfondimenti e stimoli. Per aiutarci
a pensare, non per darci la linea. Nemmeno quella anarchica.
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