La
copertina di “A” 103 (agosto/settembre 1982)
è dedicata all'antimilitarismo. All'interno il tema è
sviluppato da un redazionale, da uno scritto di Franco Melandri
e da tre più brevi interventi di Pippo Scarso, Paolo
Soldati e Elvio Busolini. I due interni di copertina e la quarta
di copertina riportano il programma completo delle tre giornate
di studio, promosse dal Centro Studi Libertari di Milano nel
centralissimo Palazzo delle Stelline per l'inizio dell'autunno
1982. Nel cinquantenario della morte del rivoluzionario campano,
allora come figura di riferimento del pensiero e del movimento
anarchico, un bel gruppo di storiche/ci, studiose/i e militanti
ha assicurato la propria presenza (in ordine di apparizione):
Vincenzo Mantovani, Enzo Santarelli, Luigi Di Lembro, Pier Carlo
Masini, Adriana Dadà, Giampiero Landi, Arthur Lehning,
Gino Cerrito, Elis Fraccaro, Paolo Finzi, Clara Germani, Paola
Feri, Maurizio Antonioli, Claudio Venza, Joao Freire, Eduardo
Colombo, Carl Levy, Misato Toda, Luigi Carlizza, Franco D'Elia,
Nico Berti, Giovanni Boniolo, Paolo Facchi, Massimo La Torre,
Luciano Lanza. Non solo italiane/i, ma anche provenienti da
Paesi Bassi, Portogallo, Francia, Regno Unito e Giappone.
Altri temi affrontati: indagini su piazza Fontana, violenze
poliziesche, Radio Libertaire a Parigi, repressione in Polonia,
Spagna, Italia, situazione politica francese, gelosia in amore,
femminismo, numerose recensioni e segnalazioni di libri, la
ripubblicazione di uno scritto del solito Malatesta sulla violenza,
un paio di lettere, un intervento di Andrea Papi sulla nonviolenza.
Insomma, un numero – il 103 di “A” –
come sempre variato nei temi e nelle collaborazioni.
Un'occhiata alle sottoscrizioni evidenzia che varie lettrici/lettori
ricordano Virgilio Antonelli, bella figura di militante anarchico
livornese, capostipite di una famiglia anarchica che ha oggi
raggiunto la terza generazione, aderente alla Federazione Anarchica
Italiana. Altre/i inviano alla rivista un contributo ricordando
Pio Turroni, altra bella figura di militante, aderente ai Gruppi
d'Iniziativa Anarchica, nati da una scissione dalla FAI per
dissensi sulle modalità organizzative. La compresenza
di questi “ricordando...” dà il segno del
ruolo di dialogo e di superamento di divisioni interne al mondo
anarchico che la nostra rivista ha sempre svolto, favorita –
anche – dal fatto di non aver mai voluto essere espressione
di un'organizzazione, ma piuttosto uno spazio aperto sia all'interno
sia verso l'esterno del movimento anarchico.
In quel 1982, 37 anni fa appunto, si era nella fase iniziale
di quel profondo sommovimento che porterà, da allora
ai giorni nostri, a una progressiva crisi delle forme di lotta
e di “rappresentanza” che oltre un decennio prima
– nel mitico 68 – avevano trionfato. Anche la rivista
che hai in mano o che – segno dei tempi – forse
stai sfogliando sullo schermo del tuo computer o del tuo tablet
non è rimasta indenne dalle trasformazioni lineari o
sussultorie di questi ultimi decenni.
Noi della redazione ci sentiamo tutte/i dentro questi nostri
tempi non facili, assolutamente non facili. Crediamo comunque
di avere ancora molto da apprendere e da dire. Ci interroghiamo,
cerchiamo nuove collaboratrici e collaboratori con cui lavorare
e confrontarci. Nuove persone, nuovi stimoli, nuovi tempi. Nei
prossimi numeri di “A” vedremo se questi siano solo
boni propositi.
Intanto continueremo a fare su ogni numero questo salto all'indietro
di 37 anni, che ci serve anche per vedere come eravamo tanti
anni fa. Ma proprio tanti. Perché 37 anni sono una vita.
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