alle lettrici,
ai lettori
Non
solo scritti
Non siamo certo l'unica rivista
a farlo. Disegni, graphic novel, tavole, fumetti stanno vivendo
una loro positiva stagione nel mondo dell'editoria in lingua
italiana (e non solo). Anche noi di “A” abbiamo
accentuato la nostra attenzione per la comunicazione, diciamo
così, non “parolaia”: quella appunto che
non si limita a usare le parole, ma vi aggiunge (o a volte addirittura
sostituisce) altri strumenti più o meno artistici. Ne
è un esempio il numero di “A” che hai in
mano.
Qualche mese fa si è fatto vivo in redazione un fotoreporter
romano, Claudio Sisto, proponendoci di collaborare con dossier
fotografici di carattere politico-sociale dalla capitale. Detto
fatto. A marzo (“A” 432) è uscito un suo
dossier sullo sgombero
dell'area ex-Penicillina, questa volta sugli scontri
a Torre Maura tra fascisti e antifascisti.
Avevamo pubblicato un suo bel dossier sull'annuale festa
europea dei rom nel sud della Francia nel giugno 2013 (“A”
381): Barbara Giampietri, fotografa spezzina con un bel portfolio
di mostre sul mondo artistico, cinematografico, del popolo del
vento e in altri campi, ci offre su questo numero un angosciante
reportage dai resti del manicomio
di Volterra (Pi).
Valeria De Paoli ha addirittura una sua rubrica (“Senza
confini”) di sole tavole. Le sue consuete 3 pagine
sono dedicate questa volta all'olio di palma. Valeria lavora
nella cooperazione internazionale e ne ha anche scritto... con
le sole parole. Disegno e scrittura, spesso affiancati: il massimo.
Anastasiya Norenko si è fatta viva un paio di mesi fa,
proponendo un suo disegno. Lo abbiamo pubblicato, ci ha preso
gusto, un altro suo disegno
compare in questo numero.
Nerosunero, un noto artista e illustratore (e abbonato sostenitore),
ci ha inviato un suo graffiante
disegno.
Ci sono poi, sparse in questo numero, tre tavole un po' criptiche
di Anarchik, disegnato da Roberto Ambrosoli.
Sul prossimo numero pubblicheremo un reportage di 9 pagine del
nostro collaboratore marchigiano Matthias Canapini. Tema: la
guerra in Iraq. Si era già occupato, con foto e scritti,
del terremoto in Italia Centrale, degli effeti della guerra
in Vietnam, Cambogia, Bosnia, e del rugby sociale.
Tutto ciò per sottolineare come “A” sia aperta
alla comunicazione non solo “testuale”, ma - in
varie possibili forme - artistica, e non solo fotografica. E
sempre il prossimo numero avrà una bella, ma bella bella,
maxi-copertina (maxi perchè fronte e retro) del nostro
(dopo 3 copertine sue, possiamo definirlo tale?) ErrePush.
Facciamo (nuovamente) appello alle persone interessate a contattarci,
a proporci i loro progetti o opere, disegni o graphic novel,
vignette o fotografie e quant'altro.
Non possiamo garantire la pubblicazione. Per le opere artistiche
come per gli scritti, è sempre la redazione a decidere
dopo aver ricevuto e valutato. A tutte e tutti risponderemo,
comunque, come sempre.
Buona lettura di questo numero(ne) estivo (+ 24 pagine, stesso
prezzo).
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