Uno
scheletro con dietro il fungo nucleare, senza alcuna scritta,
segnala nella copertina di “A” 108
(marzo 1983) un corposo blocco di articoli dedicati ai rischi
della guerra, al militarismo, alle lotte in Italia contro i
missili Cruise a Comiso (Rg), ai casi di rifiuto del servizio
militare e anche dell'alternativo servizio civile. Sicuramente
una copertina di forte impatto.
Val la pena esaminarli uno per uno i contributi in materia.
L'apertura del dossier è incentrata sul “signornò!”
di Mauro Zanoni, allora ventenne militante anarchico di Asola
(Mn), che poco tempo prima ci aveva telefonato in redazione
chiedendoci un incontro per parlare del servizio militare che
da lì a qualche tempo avrebbe dovuto prestare. Era venuto,
l'imberbe Mauro, avevamo parlato a lungo, si era generosamente
offerto di “dipingere” i locali della redazione
(cosa che fece, quasi da solo), e decise poi di non rispondere
alla cartolina dell'esercito che, per prima cosa, ti chiamava
a fare i “tre giorni”, la visita “medica”
e orientativa prima di dover indossare la divisa. Con una bella
dichiarazione pubblica, Mauro rispose appunto signornò
e in quel numero di “A” si possono leggere le sue
belle parole. Quando poi ci sarà, presso il tribunale
militare della Spezia, il processo a Mauro, noi della redazione
passammo ad Asola in auto a prendere i suoi genitori e insieme
andammo nella città ligure. Vita di “A” anche
quella.
Sergio Cattaneo e Franco Pasello, altri obiettori totali, scrivono
di “obiezione e legge”. Un altro (futuro) obiettore
totale, Agostino Manni, racconta della propria cartolina strappata.
Nel decennio successivo Ago sarà tra i fondatori (e abita
ancora lì) della comune Urupia, nel Salento. Dimitri
Roussopoulos, greco residente in Québec, tuttora attivo
e nostro saltuario collaboratore, affronta con sguardo aperto
e critico “il nuovo pacifismo”. Mario Balocco si
chiede (e risponde) “quale disarmo”? L'allora redattore
di “A” Giuseppe Gessa si occupa del pacifismo a
Est, nei paesi schiacciati dalle dittature bolsceviche. In vari
box si danno altre notizie della mobilitazione anti-militarista,
compreso un comunicato del “Coordinamento delle Leghe
Autogestite contro la costruzione della base missilistica a
Comiso”.
Ma non si parla solo di antimilitarismo in “A” 108.
Fernando Ainsa, libertario uruguayano esule a Parigi, dove ricopriva
allora importanti incarichi nell'Unesco, parla della situazione
socio-politica in Egitto. Giorgio Meneguz affronta la questione
della “malattia mentale”. Una delle figure più
interessanti dell'anarchismo statunitense, John Clark, scrive
un mini-saggio su “anarchismo e crisi mondiale”.
Luciano Lanza, nel 1971 tra i fondatori di “A” e
allora da poco uscito dalla nostra redazione (per occuparsi
di altri progetti culturali libertari), scrive un articolo intitolato
“Eni story”, nel solco del suo interesse per l'economia.
Da queste colonne gli mandiamo il fraterno saluto del collettivo
redazionale della (anche) sua rivista.
Inizia con “A” 108 un suo intenso periodo di collaborazione
con “A” Pino Bertelli, che successivamente collaborerà,
e collabora tuttora regolarmente, con “Sicilia Libertaria”.
Il suo focus è il cinema. Una collaborazione lunga una
vita, spostatasi da un periodico libertario a un altro. In un
movimento libertario come il nostro, ci sta benissimo. Senza
barriere né polemiche. E cogliamo l'occasione per ricordare
ai nostri lettori che svariate sono le testate che fanno riferimento
all'anarchismo e che meritano lettura e sostegno. Ad una in
particolare, per il suo centesimo compleanno, dedichiamo uno
speciale dossier in questo stesso numero.
La presenza specificamente femminile, su tematiche “femministe”,
è assicurata da Tiziana Ferrero, allora del collettivo
milanese “Le scimmie” (da decenni vive in Australia)
con il suo “La donna comodosa”. Libri, giornali,
archivi sono presenti numerosi nella rubrica “Rassegna
libertaria”, allora impostata come un elenco con numerose
essenziali notizie sul variegato mondo internazionale dell'editoria
anarchica.
La consueta vivace rubrica della posta e i successivi comunicati
sulla vita di “A” chiudono le 44 pagine del numero.
Quello che hai in mano ne ha 100.
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