carcere
Lettere
da dentro
a cura di Sandra Berardi
Apparentemente l'Italia per tre mesi si è fermata, tranne che per le “attività indispensabili“ e i luoghi di comunità forzate quali ospedali, RSA e carceri. Riportiamo qui stralci di alcune delle centinaia di lettere che riceviamo e che restituiscono una contro-narrazione rispetto al carcere quale luogo più sicuro per evitare il contagio. Traspare, inoltre, nettamente la consapevolezza di essere soggetti portatori di diritti che vengono sistematicamente calpestati in nome dell'ormai sempreverde emergenza mafie: emergenza che, a ben guardare, è lontana nel tempo e nella storia, ma sempre utile a limitare diritti dei cittadini e doveri delle istituzioni.
Sandra Berardi
Associazione Yairaiha Onlus
Ho paura
(...) Sto come si può stare in un momento come questo in un luogo buio come questo. Il Covid-19 ha colpito l'Italia e il mondo intero, quante vittime ha fatto e chissà quante ne farà. Io tesoro sono molto preoccupata, lo sai che non godo di ottima salute e perciò sono ancora più impaurita.
È da più di un mese che non si fanno colloqui con i familiari e non è facile per una mamma stare lontana dai propri figli, capisco benissimo che è una precauzione presa per il bene di tutti, ma vedo sbagliato il fatto che a noi ci hanno proibito i colloqui mentre da altre carceri arrivano detenute. Pensa che finalmente sarei dovuta scendere in Calabria per fare colloquio con mio marito ma a causa del coronavirus dicono che non si fanno traduzioni perchè non ci sono le scorte. Ma questa è una bugia e loro lo sanno, come lo sono tante altre.
Penso che qua ci sia stato più di un caso, ma non me la prendo con la direttrice, gli agenti che, anzi, cercano di venirci incontro per quello che si può; mi fa rabbia che chi ha il destino dell'Italia in mano non fa niente per i detenuti. È giusto Sandra che veniamo trattati solo come dei numeri? Perché non ci mandano a casa con i domiciliari a scontare la pena e allo stesso tempo poter stare vicino ai nostri cari? So che hai pubblicato la mia lettera, qui ti salutano tutte e ti mandano un caro abbraccio, lo so che non risolvo niente con i miei testi però è come se anche io, nel mio piccolo, dessi un contributo all'Italia. In questo periodo di quaresima la vera croce la stiamo portando noi detenuti che, oltre ad essere privati della libertà, siamo privati di tutto, ed ho paura sai che questo virus mi porta via senza l'abbraccio dei miei figli e del mio nipotino. Andrà tutto bene.
Mary
Non sono bravo
a scrivere
(...) La preoccupazione di noi tutti detenuti, per chi ha a cuore i valori della famiglia, va sempre a loro e poi a noi stessi, sperando che dentro le carceri questa Brutta Bestia non entri; sapete bene che se questo dovesse succedere noi non avremmo scampo, non c'è la possibilità di curarsi e per noi sarebbe la fine. Non so se sarebbe giusto morire così, e poi per noi cardiopatici è ancora più pericoloso... speriamo che passi presto.
Mi raccomando pure a voi tutti di rimanere a casa con l'auguri di poter tornare presto alla normalità. Comunque, scusate se faccio errori, non sono bravo a scrivere; domani faccio la videochiamata e vedrò i miei figli, i miei gioielli, e il fatto che si sentono con voi mi fa tanto felice. Adesso vi saluto con tanta stima e un arrivederci e sentirci presto.
Santo
Istanze rigettate
(...) Il coronavirus ha creato una situazione molto seria per noi tutti detenuti e voi tutti in libertà. In poco tempo siamo passati da una realtà viva e movimentata a una realtà statica, forse l'unico modo per combattere questo virus è stare isolati ma, come ben sappiamo, i bisogni primari dell'essere umano sono all'infinito quindi io credo che proprio questo sarà il problema più grande.
L'istanza per la detenzione domiciliare qua l'abbiamo presentata in tanti, chi lo ha fatto da solo, chi lo ha fatto attraverso il proprio legale, ma credo che vista l'ordinanza del Dap, saranno tutte rigettate. Ma dai pericoli che percepiamo, per giustizia ed equità, penso che dovrebbero essere accolte tutte perché tutti siamo a rischio.
Un caro saluto.
Cosimo
Ogni speranza per anziani
e ammalati è andata
perduta
Ciao Sandra, con questo Covid-19 sembra che tutti abbiano perso la ragione.
Qui c'è una situazione a dir poco caotica, ogni giorno una discussione perché questo carcere è veramente particolare: tutti gli istituti hanno dato una telefonata al giorno e otto videochiamate di un'ora al mese, due a settimana. Qui lo sanno ma non vogliono mollare più di quanto ci hanno dato (2 telefonate e 1 videochiamata di 15 minuti).
Ci hanno detto che per il mese di maggio le videochiamate saranno di mezz'ora ma sempre solo 4. La magistratura di sorveglianza si è dileguata ma per quello che sto ascoltando in questo momento in televisione ogni speranza per anziani e ammalati è andata perduta. Ho appena sentito il ministro della giustizia dire che ha emanato una direttiva in cui si dice che i magistrati di sorveglianza non possono scarcerare più nessuno senza il consenso della Dda e della Dna, non credo che questa direttiva sia costituzionalmente accettabile visto che nella nostra Costituzione vige la divisione dei poteri dello stato, ma se così fosse saremmo in piena Demokratura. E poi non si capisce niente, fanno un sacco di confusione perchè ormai in questa TV spazzatura ci sono solo tuttologi che hanno competenza su tutto e tutti, e la cosa peggiore è che non c'è contraddittorio. La nostra Costituzione garantisce il diritto alla vita e alla salute, così anche le convenzioni internazionali e la Cedu ma sembra che questi principi non esistano più.
Io credo che ora che stanno cercando di intimidire i magistrati si bloccherà tutto anche se le critiche più severe sono state per la scarcerazione di persone sottoposte al 41 bis, anche perchè i tuttologi non hanno detto che Bonura, quello scarcerato dal tribunale di sorveglianza di Milano, ha il fine pena a dicembre e gli hanno dato pochi mesi di vita; lo stesso per Zagaria.
In poche parole, le poche persone che sono uscite hanno pochi mesi di vita! Stamattina in Tv hanno detto che è uscito Francesco La Rocca e stanno facendo un gran casino, ma non dicono che ha 84 anni, Santapaola e Cutolo sono entrambi in gravissime condizioni di salute ma non hanno diritto ad essere curati per il loro passato anche se ultra ottantenni. Ad andarci di sotto saremo, ancora una volta, tutti noi.
Un caro saluto.
A.
Poche persone
lottano per noi
Salve, sono Gianfranco, con questa mia vi faccio sapere di aver ricevuto la vostra lettera e ho fatto girare le istanze, come potete immaginare sono tanti i detenuti che l'hanno presentata perché le patologie che accompagnano le nostre detenzioni sono tante e tanto gravi.
Io stesso l'ho presentata ma so già che non ci sarà niente da fare, qua ti riconoscono le patologie solo quando sei in punto di morte e, a quel punto, accolgono le domande di sospensione pena solo per non allungare troppo l'elenco dei morti di carcere.
Oggi non mi hanno fatto fare la videochiamata in quanto la direzione ora chiede il contratto del cellulare ma è già da tre settimane che chiamavo sul cellulare di mia moglie. Qua hanno dato 3 telefonate a settimana e 1 videochiamata di mezz'ora. E questo sinceramente non lo capisco perché normalmente abbiamo 6 ore di colloquio al mese e in più c'è una telefonata a settimana; ci tengo a sottolineare che il mio è un reato “comune“ commesso 40 anni fa che mi trovo a pagare oggi che sono una persona completamente diversa.
Un'altra cosa che non capisco è il fatto che siamo 3 in cella, due definitivi e un giudicabile ma a quanto so i giudicabili non dovrebbero stare nelle stesse sezioni dei definitivi. Questo è un carcere senza regole, chi si alza la mattina comanda e decide cosa possiamo e cosa non possiamo fare, uno scaricabarile continuo tra direzione e comandante. Ora chiudo, non vi annoio oltre. Vi ringrazio a nome di tutti per quello che fate per noi detenuti e non è poco perché ci sono poche persone che lottano per noi.
Un caro saluto.
Gianfranco
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