Rivista Anarchica Online
Processo allo stato
a cura della Redazione
Com'è noto, forse il 23 febbraio
inizierà il processo per la Strage di Stato. La scadenza ha intensificato
la campagna di controinformazione e di mobilitazione dell'opinione pubblica condotta dal movimento
anarchico, nelle città e nei paesi, nelle scuole e nelle fabbriche, nei circoli culturali e nelle piazze,
ovunque
siano presenti gli anarchici e per quanto il loro numero e le loro disponibilità finanziarie lo
consentano. L'importanza che gli anarchici attribuiscono a questa campagna, che da qualche mese
è il tema centrale
della loro azione, non si origina solo dall'appassionata determinazione di liberare dei compagni innocenti,
ma anche e soprattutto da una scelta politica meditata, dalla convinzione che
la battaglia per la liberazione
di Valpreda e degli altri anarchici sia innanzitutto una grande battaglia politica
contro lo stato. Valpreda non è vittima di un errore giudiziario, ma di un preciso disegno
politico. La strage di stato del
1969 è stata solo l'aspetto più clamoroso di una delle più sporche e complesse
vicende politiche del
dopoguerra; il processo Valpreda sarà il più importante processo politico degli ultimi 25
anni se
riusciremo a farne un'occasione non solo per dimostrare agli occhi dei giudici l'estraneità degli
anarchici
agli attentati, ma soprattutto per smascherare agli occhi dell'opinione pubblica la trama politica e la rete
di complicità che sta dietro a quelle bombe. Smascherare la complicità dell'apparato
statale significa vibrare un duro colpo al sistema. Significa
mettere sotto processo lo stato.
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