Rivista Anarchica Online
La cospirazione degli arrabbiati
a cura di Josse
Il processo agli anarchici inglesi Prescott e Purdie, accusati di cospirazione, è stato solo
l'anteprima
del processo a Christie indicato dalla polizia come il cervello di una fantomatica Angry Brigade
Il processo Prescott-Purdie ed il caso
Christie Londra, dicembre. La conclusione del processo, Prescott-Purdie durato tre
settimane, alla "Old Bailey"
(tribunale penale di Londra) è solo una fase della catena di eventi che hanno contrassegnato la
tragica
"saga" della "Angry Brigade". La condanna di Jake Prescott a quindici anni di reclusione in quanto
"colpevole di cospirazione a fini
terroristici" (sebbene riconosciuto innocente degli attentati avvenuti) e l'assoluzione di Ian Purdie dagli
stessi capi d'accusa, non sono altro che l'assaggio di quello che la "giustizia" inglese vuole riservare a
Stuart Christie, fondatore della Black Cross (Croce Nera) inglese, nel processo che tra poco avrà
inizio. Angry Brigade ("Brigata Arrabbiata" o "Brigata degli Arrabbiati")
è la sigla con cui sono stati firmati in
Inghilterra alcuni attentati negli ultimi due anni ed alcuni comunicati, inviati alla stampa, che teorizzavano
forme di "guerriglia urbana". Come abbiamo già scritto su A, la polizia inglese ha voluto dare
a questa "brigata", vera o fantomatica
che sia (attentati e comunicati potrebbero anche essere stati fatti da un solo "arrabbiato" oppure da un
provocatore: non esiste nessuna prova dell'esistenza della Angry Brigade) l'etichetta anarchica, anche se
il contenuto dei "comunicati non era specificatamente anarchico ma genericamente "rivoluzionario".
Inoltre il comandante Bond della squadra politica, che sin dalla fine del '70 aveva alluso a Stuart Christie
come a un sospetto membro della Angry Brigade, dopo il suo arresto (agosto '71), lo indicò come
addirittura il "cervello della cospirazione". Ai giovani (11 in tutto, di cui alcuni anarchici, altri
genericamente rivoluzionari) arrestati a più riprese nel corso della orchestrata "caccia" alla Angry
Brigade
è stata contestata l'accusa di "cospirazione", un reato gravissimo (fino a 20 anni di carcere) che,
anche
ammessa la sempre negata e mai provata partecipazione degli arrestati alla Angry Brigade, resta
ridicolmente sproporzionata agli innocui attentati firmati da tale organizzazione.
L'accusa Il processo Prescott-Purdie iniziava il 10 novembre. Essi
vennero accusati di quattro attentati, (la polizia
aveva dapprima tentato di coinvolgerli in una cronologia di ventisette attentati nel giro di quattro
anni). L'accusa era fondamentalmente basata sulle testimonianze di due carcerati che dividevano la
cella con
Prescott a Brixton nel gennaio scorso (uno che era evaso al tempo del procedimento in atto, riapparve
per dare una storia identica all'altro carcerato). Essi asserivano che Prescott si vantava di aver preso parte
all'attentato alla casa di Robert Carr (Ministro del Lavoro) insieme con un uomo chiamato Ian ed a due
donne. I due carcerati, la cui identità fu tenuta nascosta in tribunale (venivano chiamati sig. A
e sig. B),
hanno ammesso che erano implicati in truffa e furto; entrambi dichiararono la veridicità delle loro
testimonianze e la "mancanza di pressioni da parte della polizia". Comunque, presumibilmente non
furono creduti dalla corte, in quanto Prescott fu assolto dall'accusa dell'attentato alla casa di Carr. A
parte questo, le testimonianze d'accusa consistevano principalmente in stralci di documenti. I soli che
potessero implicare Prescott e Purdie erano quelli scritti di loro pugno, ed il bello è che a un certo
punto
del processo un esperto calligrafo della polizia dichiarò che né Prescott né Purdie
avevano scritto alcuno
dei documenti veramente accusanti trovati alla "Comune" di Amhurst Road, il 20 agosto. Tuttavia questi
vennero addotti lo stesso come prova, per confondere l'opinione pubblica e fornire la stampa di storie
drammatiche. Un'altra cosa interessante fu quando una ragazza che conosceva Prescott fu chiamata
per testimoniare
al processo. Essa ricordò un violento commento di Prescott, in una delle sue lettere, ma la
testimonianza
si capovolse dopo un confronto con la difesa. Tale confronto rivelò che, in circa un centinaio
di lettere
inviatele, egli aveva menzionato la violenza solo una volta, e che non aveva mai parlato di bombe o
esplosivi. Le testimonianze di sei persone a favore della difesa, che fornì Prescott di alibi per le
notti degli
attentati al Ministero del Lavoro (8.12) ed alla casa di Carr (12.1), non vennero accettate dalla corte in
quanto si erano tutti rifiutati di rilasciare dichiarazioni alla polizia. L'esercizio di un diritto legale deve
essere considerato come un atto sospettoso oggigiorno. Non ci sono dubbi che la legge possa essere
subito cambiata per rendere le cose più facili all'autorità.
Comunque gli alibi furono presumibilmente creduti o al minimo non vennero negati dalla giuria, in
quanto
Prescott fu assolto dai due attentati. Una delle cose più strane del processo fu l'articolo del
"Times" del 24.11, il quale suggeriva falsamente
in due punti che Prescott avesse incastrato Purdie con la sua testimonianza. La difesa di Purdie
sollevò
la cosa in tribunale, e il "Times" dovette dedicare un terzo del suo articolo del 25.11 ad una "errata
corrige" che finiva con la dichiarazione: "Il Times si rammarica delle sue inesattezze dovute
alla
disattenzione del nostro cronista". Sarebbe interessante conoscere direttamente che
cosa è successo per indurre un giornale di così chiara
fama a perpetrare un tale errore... La cosa completamente inspiegabile fu la presenza di Prescott sul
banco dei testimoni il 22 e il 23.11, che
deve essere stato il risultato o del parere male informato del legale o una bravata personale, o
entrambi. Tutta la sua testimonianza fu coraggiosa, molta parte fu di grande effetto, (il racconto del
suo passato),
altra fu utile (l'esclusione di Purdie dalla complicità), ma in parte fu disastrosa (l'ammissione di
aver
indirizzato tre buste per il comunicato nr.4 della "Angry Brigade" dopo l'attentato a Carr). Mentre
apprezziamo alcuni dei suoi commenti - come quello: "se la classe dominante fosse abbattuta o con la
violenza o buttandola nel Tamigi con i rifiuti, sarebbe una buona cosa per il popolo" - noi rimaniamo
convinti che ci sono solo due valide ragioni per presentarsi sul banco dei testimoni in casi come questi:
o per negare completamente ogni addebito; o per fare una completa ammissione di ogni cosa e sostenerla
con una forte difesa politica. Ma anche dopo una simile dannosa "confessione", che può aver
fatto parte
di un piano donchisciottesco per discolpare Purdie, è difficile vedere come Prescott potesse
essere
incolpato di far parte della "Angry Brigade"; poteva essere considerato un simpatizzante, forse, ma
difficilmente un cospiratore. Non ci sono prove che lui abbia preso parte a qualsiasi incontro per decidere
attentati o anche che ne fosse a conoscenza. Ma l'avvocato di Prescott si dimostrò
incompetente, non sollevò le eccezioni che potevano essere sollevate
contro la procedura e non seppe contro-interrogare i testimoni dell'accusa, che potevano essere fatti
propri dalla difesa. D'altra parte l'avvocato di Purdie fu all'altezza della situazione e Purdie,
seguì la prassi corretta di stare
lontano dal banco dei testimoni, basandosi sul principio tradizionale della legge inglese per cui tocca al
tribunale decidere la colpevolezza e non alla difesa dimostrare l'innocenza. Per una volta il principio
ha funzionato e Purdie è stato assolto e scarcerato ma egli è ancora accusato per
assegni a vuoto e il 1° 12 gli hanno rifiutato la libertà provvisoria per questa accusa minore,
nonostante
il fatto che in genere venga concessa. Comunque Ian Purdie ha già trascorso nove mesi in
carcere per un crimine che non ha commesso - e
questa la chiamano giustizia.
Il giudice È difficile trovare parole adatte per descrivere il
giudice Melford Stevenson. La sua sentenza era così
influenzata e - come l'anno scorso al processo nella "Cambridge Garden House" - così politica
(mentre
pretendeva di essere apolitica), che Prescott giustamente gli urlò: "Rottame" andandosene dal
banco degli
accusati. Quel giudizio non possiamo che confermarlo. Melford Stevenson ha pronunciato la sua
sentenza
oscena su Prescott, con un discorso che deve essere preso come testimonianza di pura follia, non solo
sua ma di tutto il sistema di vendetta organizzata chiamata giustizia. "Fortunatamente per voi,
la giuria vi ha assolto dal secondo e dal terzo capo d'accusa, sulla
partecipazione agli attentati alla St. Jame's Square ed alla casa di Carr, e io devo naturalmente
fedelmente agire in conformità con le conclusioni della giuria". Il che significava che
egli era in disaccordo con la giuria ma non poteva dirlo (non che fosse importante
poiché aveva fatto quello che voleva con la prima accusa). "Ma essa vi ha accusati
di complicità nella peggiore cospirazione che io abbia mai sentito in anni di
esperienza". Si è dimenticato della banda Kray, che ha condannato ad un totale di 142
anni, solo nel
1969? Suggerisce seriamente che la "Angry Brigade" sia peggio di quella? Presumiamo che quel
"peggiore" significhi niente di più che politicamente inaccettabile. "Non ho dubbi che
voi siate stati scelti come strumento da gente più pericolosa. Essi sono tuttavia
ignoti, ma io egualmente devo far fronte al fatto che abilmente facevate parte di quella
cospirazione". La sola "prova" sulla partecipazione di Prescott nella "cospirazione" che venne
"stabilita" in Tribunale
fu che egli conosceva i cospiratori in quanto essi gli chiesero di indirizzare alcune buste al loro posto. Ma
se avesse conosciuto il contenuto avrebbe potuto facilmente alterare la propria calligrafia. Allora doveva
essere punito non a causa della sua abile partecipazione agli attentati, ma
perché deliberatamente rifiutò
di denunciare quelli che lo avevano usato come "strumento". "Io considero, come mi è
stato chiesto, il vostro infelice passato, che indubbiamente ha contribuito alla
situazione in cui vi siete cacciato. Se io non tenessi anche conto della vostra strumentalizzazione, nel
senso che ho appena detto, la sentenza sarebbe stata più
pesante". Più pesante di quindici anni? La pena massima per
cospirazione a fini terroristici è di venti anni. All'inizio del 1892, con il caso della anarchico
Walsall, un gruppo di quattro uomini (dopo essere stato
infinocchiato da un agente provocatore di nome Auguste Coulon) venne processato e imprigionato, tre
a dieci anni e uno a cinque, per fabbricazione di bombe, non da usare in questo paese ma da inviare in
Russia. David Nicoll, l'editore di "Commonweal", il giornale anarchico più importante
dell'epoca, in un articolo
pubblicato il 9 aprile 1892, che descriveva l'azione della polizia, il processo ed il giudice, concludeva con
la domanda: "Questi uomini hanno diritto a vivere?". Per questo, egli, a sua volta, fu imprigionato
per diciotto mesi, ma aveva ragione. Noi non approviamo l'azione terroristica come metodo politico,
e riteniamo inutile o controproducente
mettere bombe negli uffici governativi, nei commissariati di polizia nelle case dei ministri e ufficiali di
polizia, ma dobbiamo dire che se il comandante Bond, Jhon Mathew, e Melford Stevenson, fossero fatti
saltare in aria, noi difficilmente sentiremmo rammarico dopo quello che essi hanno fatto a Jake Prescott
e tentato di fare a Ian Purdie.
La stampa La stampa inglese ha generalmente assunto, in questa
occasione, un atteggiamento ignorante e
mistificante; l'Evening Standard del I dicembre, in un articolo dal titolo "I violenti che parlano con le
bombe", identifica la "Angry Brigade" con gli anarchici e descrive i
"guerriglieri urbani" come "violenti
attivisti di una rivoluzione di lavoratori, studenti, insegnanti, sindacalisti, omosessuali, disoccupati e donne
del movimento di liberazione", concludendo che "l'ideologia della brigata arrabbiata è sostenuta
appassionatamente dalla stampa underground". Il "Daily Express" del 2 dicembre esprimeva
l'opinione del "giusto idiota" e riferendosi alla condanna la
definiva: "severa, ma giusta", - e inoltre: "il verdetto per Prescott dovrebbe essere una scossa elettrica
per
i gruppi anarchici... Adempiendo giustamente al suo ruolo di difensore della legge, il giudice Melford
Stavenson ha meritato la gratitudine di ogni democratico". Il Daily Mirror del 2 dicembre descriveva
Prescott come uno strumento degli anarchici, in un articolo
intitolato "Il piano per il potere della Angry Brigade, che fra l'altro diceva: "La
Brigata Arrabbiata" è
parte di un movimento mondiale underground nato, sul finire degli anni sessanta, dalla cultura hippy e
dal movimento di liberazione della donna. Una banda di rivoluzionari - intelligenti, ma traviati. Il loro
fine
è spaventevolmente semplice. Creare il panico con atti terroristici. Le autorità reagiranno
con la
repressione e i lavoratori protesteranno contro tale misura. Semplice, ma condannata al fallimento. Il
popolo odia la violenza politica". "Il Guardian" del 2 dicembre in un caotico articolo che
contraddiceva il suo passato "liberale" attaccava
duramente: "Un gruppo di anarchici (o forse più di uno) che si oppongono crudelmente al
sistema
capitalistico, usando le bombe come unica forma di dibattito politico e che ora ci mostreranno uno
"show" di giustificazioni intellettualoidi a sostegno della recrudescenza della violenza. Non è una
ideologia
che possa venir mai accettata in una democrazia. La democrazia è il sistema politico preferibile
in quanto,
tra vari argomenti ragionevoli, uno solo è destinato a prevalere, tramite il voto popolare. Gli
anarchici possono dire che le loro bombe sono destinate solo contro la proprietà, ma di fatto
mettono
in pericolo vite umane, spesso di quelli che non c'entrano. La società ha il dovere assoluto di
proteggersi
dal terrorismo". E concludeva con il giudicare la sentenza contro Prescott troppo
severa, visto che non
esistevano prove sulla sua partecipazione alla preparazione ed alla attuazione degli attentati (comunque,
per il Guardian, l'occasione era troppo favorevole per non scatenare una caccia all'anarchico). Da parte
sua l'incredibile "Daily Telegraph" riportava l'opinione che: "contro tiranni e dittatori di ogni sorta, l'uso
di bombe o di proiettili, comunque esecrabili in situazioni particolari, è comprensibile. Dove la
democrazia è imperfetta, dove i poveri, per esempio, le donne, i gruppi religiosi o razziali sono
esclusi
dal diritto del voto, la violenza appare l'unico modo per ottenere il riscatto della propria condizione.
L'attività di Prescott e della Brigata Arrabbiata è un avvertimento salutare che la
democrazia più perfetta,
(un uomo un voto) non riesce a disarmare tutti i dissensi violenti (L'Ulster è naturalmente un altro
caso).
Noi tendiamo a confondere la volontà di una maggioranza come la volontà di tutti. Noi
ci aspettiamo che
le minoranze attendano la loro volta, pacificamente, in attesa di diventare maggioranza. Ma non è
sempre
così".
Il prossimo processo Nel frattempo le autorità si stanno
preparando per il processo, veramente "importante", agli altri giovani
implicati nel caso; i quattro arrestati alla Comune di Amburst Road, (George Buchanam , Hilay Creek,
James Greenfield, Anna Mendelson) e altri cinque, arrestati in seguito (Chris Bott, Stuart
Christie,
Angela Weiz, Allen e Pauline Couroy) tra il 21 ed il 22 di agosto del 1971. Da allora compaiono,
settimanalmente, davanti al magistrato inquirente, in attesa del processo, che
dovrebbe iniziare tra poco. Nel frattempo sono state presentate il 24 novembre due richieste di
scarcerazione, di cui solo una ha avuto successo, quella a favore di Stuart Christie (animatore della
Crocenera anarchica in Inghilterra) non è stata accolta, malgrado l'offerta di una grossa cauzione
da parte
dell'attrice Vanessa Redgrave, di Stuart Hood e di nostri compagni, (ma nel corso della richiesta,
l'avvocato è almeno riuscito a ricavare una buona dose di informazioni). Il primo dicembre
è stata
avanzata, questa volta con successo, un'altra richiesta a favore di Pauline Couroy, insegnante universitaria
arrestata il 23 novembre. Le motivazioni erano: il suo bambino, il suo lavoro "rispettabile" ed alcuni
parenti ricchi; le richieste della polizia erano una cauzione di 20.200 sterline (30.300.000 lire) e
condizioni umilianti (niente attività politica, niente cambio di residenza, niente passaporto,
libertà vigilata).
Ma ci sono ancora otto compagni in galera, capaci di passare da 5 a 6 mesi dentro prima di essere
convocati per il processo ed aspettare un anno prima di essere processati. Non c'è molto da fare
per loro,
tranne che organizzare manifestazioni, sensibilizzare l'opinione pubblica e, al limite, inviargli pacchi e
lettere. Le informazioni sul processo a Christie emergono dal confronto tra il suo avvocato e il
comandante Bond
circa i motivi del rifiuto alla sua scarcerazione. Bond ha rivelato che, durante gli ultimi 4 anni (n.d.t.
Stuart è ritornato nel '67 in Inghilterra, dopo tre anni
e mezzo di carcere in Spagna, per il suo appoggio attivo alla resistenza antifranchista), Christie è
sempre
stato tenuto sotto sorveglianza e spesso perquisito; e che, sebbene non esista la minima
prova del legame
tra lui e la "Angry Brigade", è considerato il "principale motore" della
cospirazione. Bond ha anche
espresso il parere che un simile processo non può non tener conto dell'attività politica
di Stuart negli ultimi
7 anni, dal giorno del suo arresto in Spagna nell'agosto 1964 (e si riferiva evidentemente alla condanna
a 20 anni impartitagli dai franchisti per trasporto di esplosivi). L'unico aspetto positivo dell'intera
tragedia, a parte la soluzione di Purdie, è stata la presa di posizione del
Consiglio Nazionale per le Libertà Civili che ha fatto causa alla polizia per l'arresto ingiustificato
di due
persone, nel corso della caccia alla Angry Brigade.
Che fare Un compagno è stato condannato a 15 anni di
galera (a meno del ricorso in appello), e 9 possono
aspettarsi fino a 20 anni di galera a testa. Non è questo il momento per intavolare una discussione
politica
sul principio e prassi della guerriglia urbana, esemplificati in Inghilterra dalla Angry
Brigade, sebbene
forse per qualcuno né varrebbe la pena (come per IUk - rivista marxista che ha pubblicato un
articolo dal
titolo "La politica delle bombe"). Questi ignobili speculatori hanno la
sfacciataggine di presentare la
Angry Brigade come epigone della più antica tradizione anarchica, quella della
propaganda del fatto,
dimenticando abilmente che il terrorismo non è mai stato una condizione essenziale
dell'anarchismo, bensì
un aspetto marginale e storico, e l'Irlanda di oggi lo dimostra, di tutte le
componenti minoritarie. Il nostro impegno oggi, in questa atmosfera gravida di
minacce nei nostri confronti (il che vuol dire che
l'anarchismo rimane l'unica vera alternativa al sistema), non può fermarsi ad una semplice azione
solidaristica nei confronti dei compagni ingiustamente incarcerati. Noi non crediamo nella giustizia dei
padroni, ovunque si trovino, sia in Italia che in Germania, che in Inghilterra, perché ha sempre
un unico
scopo: reprimere chi lotta per la propria emancipazione. Dobbiamo ampliare il nostro intervento per
creare le condizioni di una vera presa di coscienza popolare.
(da un articolo di Freedom n.38 - settimanale della Federazione Anarchica Britannica).
Traduzione ed
elaborazione di Josse
Cari compagni,
ho ricevuto il numero 8 di A e vi ringrazio. Sembra che il nostro processo vada per le lunghe,
come quello a Valpreda. Non siamo stati ancora
convocati dal magistrato inquirente ed è probabile che ciò non avvenga prima del gennaio
'72, se
tutto va bene. Un assaggio, comunque, l'abbiamo già avuto con il processo a Prescott e Purdie
(arrestati nove mesi fa con la stessa accusa): Purdie assolto in quanto, in nessun
modo, sono
riusciti a comprovare le accuse e allora è stato chiaro che il suo arresto era dovuto unicamente
alle
sue idee politiche. La Gran Bretagna non può più piangere sulle condanne e sul
trattamento inferto ai prigionieri
politici in Spagna, Grecia, Sud Africa ed altri posti del genere. Con questa sentenza artefatta si è
messa sullo stesso piano di quei regimi che condannava. Un'altra indicazione da questo processo: il
giudice, Melford Stevenson, uno dei giudici più reazionari in Gran Bretagna, ha detto che la
sentenza è stata leggera e che quando i "veri" colpevoli saranno
giudicati (ovviamente si riferiva a
noi) otterranno la sentenza massima. Ciò significa che se noi, con prove e testimonianze
fabbricate
a puntino, saremo riconosciuti colpevoli dalla corte, non potremmo aspettarci che un minimo di
vent'anni! Mi meraviglio quanto a lungo resista la "facciata" della democrazia liberale in Gran
Bretagna. La
repressione diventa sempre più evidente a tutti i livelli. E questo perché lo "Stato",
impaurito, è
costretto ad usare sempre più la polizia, a dimostrare così il vero volto delle conquiste
sociali. Quando tale volto diviene evidente, allora non ci sono alternative, oltre allo stato di
polizia! Mi manterrò in contatto con voi per tutta la durata del processo. Salute
Stuart. |
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