Rivista Anarchica Online
Ma la patafisica cos'è?
Cari compagni/e di «A», presentando sull'ultimo numero l'intervista a Baj, avete citato il fatto che è stato tra i fondatori di
un istituto di patafisica. Non credo di essere l'unico a non sapere che cos 'è. Potreste chiarirmi in
quattro parole cos'è? Ciao.
Marcello (Roma)
Per rispondere esaurientemente ci vorrebbe un bel saggio. E non è detto che prima o poi non lo si
possa pubblicare. Per ora, comunque, abbiamo girato la domanda a una compagna, redattrice di
Volontà (ed ex di «A»), che si è interessata dell'argomento .
«La patafisica è contro ogni convenzione e ideologia; le ideologie passano, la Patafisica resta. Non
è un comitato di salute pubblica e non si propone di salvare il mondo; è inclusiva, universale,
antidogmatica. E' un invito a riflettere sulle nostre contraddizioni, a non credere alle verità assolute,
a tollerare le nostre incoerenze come risultato delle incoerenze del mondo, in nome della
immaginazione e della libertà». E più oltre questo avvertimento «Chi varca questa soglia è
patafisico». Queste parole, scritte a caratteri cubitali, accoglievano i visitatori della mostra milanese
«Jarry e la Patafisica», tenutasi l'anno scorso a Milano a Palazzo Reale. Patafisica. Un nome curioso per designare una dottrina certamente curiosa: la «scienza delle
soluzioni immaginarie». La Patafisica viene definita come «scienza del particolare», studia «le
leggi che presiedono le eccezioni» ed il suo campo d'azione va al di là della metafisica, così come
la metafisica va al di là della fisica. La scienza di tutte le scienze, o la scienza dell'inesistente, o se
volete, una non-scienza. Vi sentite disorientati di fronte a simili affermazioni? Benvenuti nel regno
della Patafisica! Il simbolo della Patafisica può essere considerato un'enorme riproduzione fatta di luci al neon
colorate che appariva all'ingresso della mostra: un uomo in bicicletta che pedala verso mete
sconosciute. Quell'uomo è Alfred Jarry, l'inventore della Patafisica, o meglio, colui che la rivelò al
mondo (perché essa è sempre esistita!). La parola «Patafisica» appare scritta per la prima volta
nell'atto primo, scena seconda, dell'opera teatrale «Ubu cornuto», scritta da Jarry nel 1897, dove si
legge: «La Patafisica è la scienza che noi abbiamo inventato perché ve ne era un gran bisogno».
Alfred Jarry, nato in Francia, a Lavai, nel 1873 e morto alcolizzato giovanissimo (34 anni), nel
1907, fu certamente un personaggio bizzarro, amò sempre stupire, dissacrare, provocare: sul suo
letto di morte, quando gli chiesero se voleva un «curé» (un prete), rispose che voleva un «curédentes», cioè uno stuzzicadenti. Fu saggista, romanziere, amico di pittori, pittore a sua volta (fu il
primo ad esaltare il giallo di van Gogh) e incisore. La sua opera più famosa fu «Ubu re», un'opera
teatrale rappresentata per la prima volta nel 1896 che suscitò un grande scandalo. Ubu è una specie
di macchina-mostro che dileggia dittatori, re e generali della vita quotidiana. Incarna tutto il lato
grottesco del mondo, la stupidità del potere e delle convenzioni sociali: «Gettate i nobili nella
botola», «Nella botola i magistrati», «Nella botola i finanzieri». Un tratto che caratterizza tutti i patafisici è quello di spaziare nell'arte, nella letteratura, pittura,
cinema, scienza. Da Queneau, pittore, matematico e romanziere a Marcel Duchamp, pittore dada e
abile giocatore di scacchi. Nel 1963 viene fondato a Milano l'Istituto Patafisico Milanese (tra i suoi
fondatori Enrico Baj e Arturo Schwarz). Il simbolo adottato come segno di riconoscimento è una
spirale o giduglia. I seguaci della Patafisica sono generalemente volontari, ma molti vengono
insigniti «ad honorem» come patafisici involontari (Leonardo da Vinci è uno di questi). I più noti
patafisici sono: Raymond Queneau, Jacques Prévert (chi l'avrebbe mai detto?), Max Ernst, Eugène
Jonesco, i fratelli Marx (a proposito: l'unico marxismo riconosciuto dai patafisici è quello dei
fratelli Marx!), Boris Vian, Man Ray, C. M. Escher, Juan Mirò. Come già detto una scienza, anzi una non-scienza, curiosa, dissacratoria e anti-dogmatica,
all'apparenza molto poco lontana dall'anarchismo. E non obiettate che la Patafisica è una cosa
inutile, incomprensibile, una masturbazione cerebrale di pochi intellettuali: fareste il loro gioco. Il
risultato sarebbe quello di sentirsi rispondere che dovremmo essere un po' più antidogmatici e un
po' più patafisici! Qualche frase curiosa «La Patafisica è nel suo procedere imperturbabile» (dai «Cahiers» del Collegio di Patafisica). «La Patafisica non pretende di salvare il prossimo riformandolo. Essa è didattica ma non
pedagogica. Ha un modello ma non ha alcun fine. E' monolitica e libertaria. Ritualista e scanzonata.
Profetica e antimessianica. (Dall'allocuzione di Virgilio Dagnino «L'uomo patafisico è extralucido»). «Per definizione Dio è inesteso ma per la chiarezza dell'enunciato ci è concesso di attribuirgli un
qualsiasi numero di dimensioni maggiori di zero» (Dallo scritto di Alfred Jarry «Della superficie di
Dio»). «Quello che è più incomprensibile è che possa esserci ancora qualcosa di comprensibile» (Albert
Einstein).
Tiziana Ferrero
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