Rivista Anarchica Online
La ricreazione è finita
La Redazione
Le elezioni hanno dato i risultati, più o meno, che avevamo
previsto, cioè un incremento (del 3% in
termini di voti) del MSI a destra, a spese dei liberali e, meno sensibile, del PCI a sinistra, a spese del
PSIUP; la volontaria scomparsa dei monarchici e la involontaria scomparsa dei socialproletari, con il
clamoroso fallimento del Manifesto (che da extra-parlamentare
diventa ex-parlamentare e dell'MPL.
C'è stato inoltre l'inopinato (ma non troppo) successo democristiano (che ha dato la misura della
persistente funzionalità della tattica degli opposti estremismi) ed il ritorno a destra di una parte
del falso
elettorato socialdemocratico.Passate le elezioni senza che da esse sia uscita (né poteva uscirne)
alcuna soluzione ai problemi politici
e tanto meno a quelli economici e sociali, riprende lo spettacolo sul palcoscenico del parlamento, con
la rappresentazione deformata dei problemi reali. Governo di centro,
centro-sinistra, "pentarchia"
(neologismo), monocolore, consultazioni, programmi... Al di là del fumo una sola cosa appare
certa:
ogni politica governativa oggi, qualsiasi sia la formula partitica, non può che fare perno sul
"ristabilimento dell'ordine", di quell'ordine dei padroni senza il quale non si esce dalla crisi, senza il quale
non si fanno le riforme, senza il quale i padroni (capitalisti e burocrati) non stanno tranquilli,
perché la
conflittualità è "fisiologica" se si manifesta nelle fasi di sviluppo e se è priva di
contenuti rivoluzionari,
è "patologica" nelle fasi di stagnazione e con aspirazioni libertarie ed egualitarie.Non a caso
l'ordine pubblico viene al primo posto nei discorsi programmatici del leader designato
Andreotti. La repressione è dunque il tratto caratteristico dell'attuale fase politica e del prossimo
futuro.
Non crediamo, con questa affermazione, di ideologizzare una nostra paranoica fissazione.Limitandoci
al nostro "microcosmo" di sovversivi, sono avvenuti fatti, nell'ultimo mese, che non
crediamo essere "ordinaria amministrazione" ma indicativi di una netta progressione autoritaria, fatti
che,
pur a diverso contenuto drammatico, sono accomunati dal medesimo significato politico. Così
l'assassinio dell'anarchico Serantini (e non tanto l'assassinio in sé, riferibile all'orribile sadismo
di alcuni
poliziotti, quanto la copertura che immediatamente gli assassini hanno avuto dalle autorità e da
quasi
tutta la stampa). Così il divieto di un comizio dell'Organizzazione Anarchica Milanese (per
"motivi di
traffico" non previsti dal codice) ed il suo "scioglimento preventivo" con il rastrellamento di una
cinquantina di compagni (in tranquilla violazione di tre o quattro articoli di legge). Così l'arresto
immediato e la condanna ad 1 anno e quattro mesi di un giovane anarchico romano che aveva
scarabocchiato, in attesa della pizza, qualche frase ritenuta offensiva della memoria di Calabresi su una
tovaglia di carta. Così la condanna ad oltre un anno di galera senza condizionale di alcuni
militanti di
Lotta Continua per un volantino su Calabresi (argomento tabù, assai più pericoloso
della pornografia).
Così l'attacco al Movimento Studentesco della "Statale" di Milano (pur così
ammanigliato con la sinistra
parlamentare, pur così ammorbiditosi negli ultimi mesi da consentire - colmo di democraticismo
e di
agibilità politica! - persino la vendita della stampa anarchica). Così la prontezza e la
durezza e la
disinvoltura degli interventi polizieschi ed il moltiplicarsi delle incriminazioni...L'abbiamo già
detto ma giova ripeterlo. Lo stato deve intervenire in modo sempre più pesante e con
violenza sempre più scoperta contro le minoranze rivoluzionarie. La ricreazione è finita.
I padroni
vogliono eliminare i focolari di "infezione" libertaria ed egualitaria accesi in questi anni, vogliono
schiacciare la fragile ma promettente traccia di autonomia proletaria e di spirito rivoluzionario lasciata
dall'autunno del '69. Il sistema economico è in crisi ed in ristrutturazione e non può
permettersi
probabilmente un altro autunno caldo. Poiché i sindacati non sono garanzia sufficiente deve
intervenire
in prima persona lo stato.La recrudescenza della repressione non ci coglie impreparati né
impauriti. La violenza dello stato,
l'appesantirsi delle condanne, le illegalità del potere, gli assassini impuniti sono insieme prova
di forza
ma anche dimostrazione di timore e dunque di vulnerabilità.
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