Rivista Anarchica Online
I bambini di Terezin / "Poi vorrei
vivere..."
di Paolo Finzi
L'ultima, proprio
l'ultima, di un giallo così
intenso, così assolutamente
giallo, come una lacrima
di sole quando cade sopra una roccia
bianca - così
gialla, così gialla! - l'ultima volava in alto
leggera, aleggiava scura per baciare il
suo ultimo mondo. Tra qualche
giorno sarà la
mia settima settimana di ghetto: i miei mi hanno
ritrovato qui e qui mi chiamano
i fiori di ruta e il bianco
candeliere del castagno nel cortile. Ma qui non ho
visto nessuna farfalla. Quella dell'altra
volta fu l'ultima: la farfalle non
vivono nel ghetto.
Pavel Friedman era
un bambino di Terezin. E Terezin è una città della
Cecoslovacchia che servì da ghetto, tra il 1941 ed il '45, per
circa 150.000 ebrei ivi deportati dall'Europa Centrale e Orientale.
Il totale delle vittime di Terezin ammonta a 140.937 ebrei, dei quali
33.529 morirono nel ghetto e 88.196 in vari lager (principalmente ad
Auschwitz). Al museo di Storia
Contemporanea di Milano (via S.Andrea 6, 9.30-12.30/14.30-17.30,
lunedì chiuso / ogni giovedì, alle 21, serate di
dibattito, musica, ecc.), sotto il titolo "Poi vorrei
vivere...", sono esposte fino al 15 luglio testimonianze dal
ghetto di Terezin 1941-1945. Molte poesie, disegni, ecc. sono opera
di bambini, come questa di Pavel che abbiamo scelto tra le tante. Una piccola mostra,
in prima mondiale. Niente foto tragiche, niente forni crematori né
cataste di cadaveri, di denti, di capelli. Ma tante piccole voci,
flebile e fiere al tempo stesso. Una testimonianza da non perdere. Che il silenzio
non sia silenzio (Primo Levi).
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