Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 17 nr. 147
giugno 1987


Rivista Anarchica Online

L'inverno nucleare e oltre
di Maria Teresa Romiti

"Una macchina della fine del mondo! Proprio così. Esplodendo produrrà un fall-out radioattivo letale, in dodici mesi la superficie della terra sarà morta come quella della luna (...)" (dal "Dr. Stranamore" di Stanley Kubrik).
Le conseguenze di un'esplosione nucleare o di una guerra non possono essere prevedibili fino in fondo, troppe le variabili in gioco. Studiando alcuni scenari, però, si può avere un modello delle possibili conseguenze.
In un'esplosione nucleare viene liberata energia sotto forma di onda d'urto e vento, calore (caratteristiche anche delle esplosioni chimiche) e radiazioni nucleari. L'onda d'urto si propaga in tutte le direzioni accompagnata da venti fortissimi provocando il crollo delle costruzioni, il calore, immenso (decine di milioni di gradi centigradi) provoca ustioni di terzo grado agli essere umani nel raggio di chilometri e incendi di vaste proporzioni (fino alla "tempesta di fuoco"), le radiazioni nucleari (raggi gamma e neutroni) producono danni ingenti al patrimonio genetico cellulare (la dose assorbita si misura in Rem e oltre i 600 Rem le conseguenze sono letali). Il pericolo delle radiazioni può sussistere anche per centinaia d'anni, poiché gli isotopi radioattivi ricaduti sul terreno continuano ad emettere radiazioni e vengono inseriti nel ciclo alimentare.
Una bomba di 1 Megaton su una grande città provocherebbe danni immensi, la quasi totale distruzione, per un raggio di circa 12 chilometri, di tutti gli edifici, incendi, morti per onde d'urto, ustioni e radiazioni, pari a quasi tutta l'area metropolitana. Il fall-out successivo si spargerebbe nell'aria a seconda dei venti ma facilmente l'area contaminata potrebbe raggiungere i 300 chilometri. Bisogna anche tenere presente che i feriti avrebbero ben poca possibilità di sopravvivere dato che la maggior parte degli ospedali sarebbe distrutta e pochi i medici in grado di prestare soccorso. Se i danni di un'esplosione nucleare non sono certo da poco, molto peggio, ovviamente, sono le conseguenze di una guerra. Sono stati studiati 4 scenari possibili: 100 Megaton, 3.000 Megaton, 5.000 Megaton, 10.000 Megaton. Dall'analisi dei diversi modelli è emerso che le conseguenze non varierebbero poi molto da un modello all'altro.
Una guerra nucleare provocherebbe morti in quantità elevata, distruzione della maggior parte delle città, delle industrie e delle attività produttive. Inoltre le esplosioni nucleari, specie se contemporanee, provocano il cosiddetto "EMP" (impulso elettromagnetico), cioè il danneggiamento di tutti i sistemi elettronici e di tutte le apparecchiature elettriche; ciò produce, prima di tutto, l'impossibilità del controllo delle successive testate nucleari, ma soprattutto la paralisi quasi completa della vita d'oggigiorno. Bloccare tutti i sistemi elettronici equivale a ritrovarsi senza denaro, automobili, treni, aerei, merci, autostrade, radio, televisione. Praticamente tutto il mondo, come noi lo conosciamo, sarebbe bloccato.
In questa situazione i sopravvissuti dovrebbero affrontare problemi enormi: curare i feriti e gli ammalati senza più organizzazione medica, distruggere il cibo contaminato e trovarne di commestibile, sopportare la fame, carestie, epidemie, scarse riserve d'acqua, mancanza di generi di prima necessità. La Terra intanto entrerebbe in quello che si chiama "l'inverno nucleare". La polvere sollevata dalla esplosioni velerebbe il sole facendo abbassare in poco tempo la temperatura su tutto il globo. Praticamente, secondo recenti analisi, tutto il pianeta si troverebbe a temperature polari.
E, anche ammesso di riuscire a superare l'inverno nucleare, bisognerebbe affrontare subito "l'estate nucleare". Infatti le particelle surriscaldate ricadendo farebbero aumentare la temperatura cominciando dalle montagne più alte. Si avrebbero inondazioni spaventose ed infine un'estate ancora più micidiale dell'inverno che l'ha preceduta (l'Alaska, la Scandinavia e la Siberia avrebbero temperature superiori al normale di 30/35 gradi). Forse non basterebbe per arrivare all'estinzione della vita sulla terra, ma certo ci si andrebbe molto vicino. Quante specie sparirebbero? Quante cambierebbero radicalmente? E noi?
Potremmo essere anche noi, a quel punto, nel novero delle specie in via d'estinzione.