Rivista Anarchica Online
Non c'è più religione
di Paolo Finzi
Il primo discorso che viene fuori,
quando si tocca questo argomento (la
crisi della famiglia, n.d.r.) è naturalmente quello
della crisi dei "valori". Non c'è più Onore,
non c'è più Fedeltà, non c'è più
rispetto per i genitori né per gli anziani, non c'è più
Religione, né Castità, né Purezza. Più
niente di ciò che costituiva la nervatura della famiglia. Una lamentazione particolare è
riservata al tramonto dell'Autorità. Giusto, è
tramontata quasi del tutto. Però, secondo me, non abbastanza.
Vale forse la pena di ricordare qui che i portatori di questo valore
si sono rivelati in molti casi essere dei mafiosi, dei ladri e dei
faccendieri, i quali hanno irrimediabilmente perduto la faccia e
l'hanno fatta perdere anche agli onesti. Ragion per cui coloro che un
tempo erano per definizione i detentori dell'Autorità, Capi,
Maestri, Sacerdoti, Padri e Padroni, adesso non sono più presi
molto sul serio. I cosiddetti valori se ne sono
andati, tutti o quasi tutti. Ma il fatto è che dovevano
andarsene. Di passi come questo se ne trovano
molti nell'ultimo libro – Gli imperfetti genitori
(Rizzoli/Milano Libri, Milano 1988, pagg. 23, lire 25.000) –
del pediatra Marcello Bernardi. Pediatra vuol dire "medico
dell'infanzia": e Bernardi, specialista in pediatria, libero
docente in puericultura e auxologia nelle Università di Pavia
e di Brescia, presidente del CEMP (Centro di Educazione Matrimoniale
e Prematrimoniale), è di sicuro il più noto pediatra
italiano. Ma è anche qualcos'altro, qualcosa di più. Grazie al successo ottenuto dai suoi
libri (da 1.000 giorni di parole ai volumi di educazione
sessuale: Il problema inventato, Il figlio
facoltativo e Maleducazione sessuale), in particolare da
Il nuovo bambino, diventato negli anni un vero best-seller e
pubblicizzato (un po' pomposamente) come "il manuale
indispensabile di ogni mamma moderna", Bernardi è
diventato un vero e proprio punto di riferimento per chi si occupa
dello sviluppo dei bambini, sia sul piano della riflessione teorica
sia su quello ben più concreto della pratica quotidiana. Un pediatra atipico, dunque. In
Italia – affermava Bernardi nel corso di un'intervista che
gli feci esattamente dieci anni fa (Famiglia: la fabbrica dei
cretini, "A" 70, dicembre '78/gennaio '79, pagg. 2/28)
– non è "normale" che un pediatra, che
dovrebbe occuparsi solo dei bambini che hanno mal di pancia o che
fanno pipì a letto, si interessi anche dei più generali
problemi della società. Francamente, credo che i miei
"colleghi" pediatri non si siano nemmeno accorti
dell'uscita del mio libro. Per le mie idee, per certe mie prese
di posizione, a volte mi sono sentito dare dell'anarchico. Anche se
la cosa non mi dispiace - aggiungeva
- debbo francamente dire che istintivamente rifiuto qualsiasi
catalogazione. Aldilà delle etichette, comunque, io sono
assolutamente convinto della necessità della libertà
quale condizione per il positivo sviluppo della personalità
umana. Chiaro nell'esposizione, libertario
nell'impostazione, Bernardi ha di sicuro il pregio dell'equilibrio:
si rifà di continuo a quel "buon senso" che non è
mai l'aurea mediocritas della gente perbene, né tantomeno
l'accettazione dei soliti luoghi comuni. Ribaltandoli, Bernardi
sembra anzi indicare che il "buon senso", se spogliato di
tutte le ipocrisie, le angosce, le "corazze" protettive, si
identifica pari pari con la libertà. E con il suo linguaggio
semplice, da zio simpatico se non proprio da nonno saggio, Bernardi
parla alla gente, alle mamme, a noi tutti con le parole di tutti i
giorni.
Abbiamo molti e consistenti motivi -
scrive, per esempio, in apertura
del capitoletto intitolato "Le
punizioni" -
per credere che una delle più fallimentari operazioni umane
sia la punizione. Parlo della punizione di qualsiasi tipo, a tutti i
livelli, applicata a chiunque e per qualsiasi ragione.
Parlo quindi, per esempio, dell'ergastolo, della tortura, della pena
di morte, della carcerazione in generale, della privazione di
determinati diritti, eccetera. Se è vero quanto ci dicono i
competenti, e pare sia vero, tutte le leggi punitive provocano un
aumento dei crimini contro cui sono dirette. Ecco spiegato, in poche e semplici
parole, uno dei capisaldi di un'educazione libertaria. Già,
l'educazione libertaria: si intitola così un bel libro
dell'anarchico americano Joel Spring, pubblicato in Italia nell'82
dalle Edizioni Antistato (e recentemente ripubblicato per i tipi di
Eleuthera). Nell'edizione italiana, il libro di Spring è
preceduto da un saggio proprio di Bernardi, dal titolo "Educare
meno, educare tutti", di cui riportiamo le considerazioni
conclusive. Personalmente, credo che il peggio
sia già stato raggiunto da un pezzo e che, senza il coraggio
della ribellione e del rinnovamento, seguiteremo a consumarci
nell'inferno che abbiamo creato. Credo che senza coraggio sia
impossibile vivere da uomini. Credo che la paura sia la peggiore
condanna dell'uomo, e che sia immorale rovesciare i nostri terrori
sulle spalle dei nostri figli. Magari sotto forma di educazione. Urgono ribellione e rinnovamento,
dunque. Lo dice anche Bernardi, gran maestro di buon senso.
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