Rivista Anarchica Online
Chicago story
di Alfred Embid
In un quartiere di Chicago, un
gruppo di cittadini si organizza per affrontare in modo nuovo tutta
una serie di problemi di ordine sanitario, sociale, urbanistico. Ne
nascono idee, proposte, pratiche di vita e di lotta che portano ad un
netto miglioramento della qualità della vita, al di fuori
delle consuete (e paralizzanti) pratiche istituzionali
Nella maggior parte dei paesi
industrializzati le spese destinate alla sanità crescono più
rapidamente del Prodotto Nazionale Lordo, sebbene non per questo la
salute degli abitanti salga in misura progressiva.
La tendenza a collocare maggiori
capitali nel settore dei servizi e in special modo nella sanità
serve a creare artificialmente delle necessità che consentano
di superare la crisi generale del sistema. Maggiori investimenti in
salute non corrispondono ad una migliore salute, ma all'espandersi
dell'industria medica e all'industrializzazione delle miserie che
essa stessa crea. Aumentare gli investimenti nella sanità
significa aumentare la medicalizzazione di tutti gli aspetti della
vita umana e incrementare la dipendenza degli individui verso il
complesso industriale delle cure mediche.
Perché questa strategia dia i
suoi frutti è necessario che la gente confidi ciecamente nei
professionisti e nei politici che la determinano. È
necessario che si ignori come la salute dipenda molto poco dalla
medicina e che per migliorarla occorre impegnarsi per modificare a
fondo l'ambiente di vita, che risulta peraltro anche più
economico. Per migliorare questo ambiente non si può che
sperare di giungere alla rivoluzione, ma nel frattempo è
possibile ed imprescindibile iniziare il cambiamento qui ed ora.
Queste tesi, difficilmente accettabili
solo alcuni anni fa, sono oggi messe in pratica in numerose località
per singole esperienze, unite tra loro da un filo conduttore comune:
la conquista dell'autonomia (1). Valentina Borremans (2),
collaboratrice di Ivan Illich, ci ha recentemente inviato un testo,
elaborato da John Michel Knight, su una interessante esperienza
realizzatasi in un quartiere nero di Chicago (3).
Si tratta di un quartiere di 60.000
abitanti situato nella zona ovest di Chicago, dove vive una
popolazione prevalentemente povera. Esiste una organizzazione
volontaria della comunità, che abbraccia un'area nella quale
operano due ospedali.
Il linguaggio della medicina
Inizialmente il quartiere era abitato
prevalentemente da bianchi, ma durante gli anni Sessanta si
verificarono alcuni mutamenti radicali e, nel corso di pochi anni, il
quartiere divenne a maggioranza nera. I due ospedali continuarono ad
operare prestando assistenza ai vecchi abitanti bianchi del quartiere
e la popolazione nera dovette lottare per ottenere l'accesso ai
servizi sanitari del complesso ospedaliero. Queste lotte convinsero
la direzione dei due ospedali ad assistere sotto il profilo sanitario
la popolazione nera allo stesso modo di quella bianca.
Dopo alcuni anni l'organizzazione
comunitaria decise che era giunto il momento di fare il punto sullo
stato della salute nella comunità. I risultati dell'indagine
rivelarono come, dopo l'apertura dei servizi ospedalieri alla
comunità nera, non si fossero verificati significativi
miglioramenti nelle condizioni di salute dei cittadini di colore.
L'organizzazione entrò allora in
contatto con il Centro per gli Affari Urbani dove lavoro. Ci chiesero
un aiuto per cercare di capire perché la salute non fosse
migliorata con l'attività terapeutica dei due ospedali.
Si decise di analizzare i registri dei
due complessi ospedalieri per rilevare quali fossero le ragioni per
le quali la gente di rivolgeva ai servizi sanitari. Il lavoro di
rilevazione consentì di classificare le ospedalizzazioni in
sette categorie principali e di ordinarle secondo la loro maggiore
frequenza: 1) incidenti automobilistici,
2) violenze interpersonali,
3) incidenti (non automobilistici),
4) malattie bronchiali,
5) alcolismo,
6) problemi di droga (somministrate dai
medici o no),
7) morsicature di cani.
I membri dell'organizzazione
comunitaria rimasero molto sorpresi da questi risultati. Il
linguaggio della medicina si concentra sulla malattia e, nonostante
ciò, i problemi identificati avevano molto poco a che vedere
con essa.
La medicalizzazione della salute li
aveva portati a credere che fosse la "malattia" il problema
che portava al ricovero ospedaliero, ma i membri dell'organizzazione
scoprirono invece che gli ospedali si stavano occupando di fatti ben
diversi. Un passo importante verso un aumento della coscienza sociale
fu quello di riconoscere come i moderni sistemi medici hanno più
a che fare con i problemi sociali che con le malattie, e i problemi
sociali sono di competenza dei cittadini e delle organizzazioni
comunitarie. Dopo avere esaminato la lista, i membri
dell'organizzazione comunitaria decisero che potevano affrontare le
questioni che sottendevano le sette cause di ospedalizzazione.
Come buoni strateghi politici decisero
di occuparsi di un problema che pensavano di poter risolvere: era
infatti inutile impegnarsi in imprese destinate ad una sicura
sconfitta. Fu così che, scorrendo la lista, videro che le
morsicature di cani provocavano il 4% delle visite al pronto
soccorso, con un costo medio di 185 dollari. Come poteva essere
meglio affrontato il problema? Il governo della città offriva
un servizio per la cattura dei cani randagi, ma l'organizzazione
decise di non entrare in contatto con le autorità municipali.
Venne invece deciso di raccogliere una
piccola quantità di denaro e creare un fondo da destinare a
una sorta di "gratifica canina". Bisogna sapere che, per il
periodo di un mese, in un'area di un miglio quadrato, vennero
distribuiti cinque dollari per ogni cane randagio consegnato o
segnalato all'organizzazione comunitaria. Nel quartiere, infatti,
gruppi di cani semi-selvaggi avevano assalito molte persone. I
bambini dell'area interessata, dal canto loro, pensarono che cacciare
cani fosse una grande idea, così si impegnarono a fondo
nell'opera di identificazione. In un mese furono catturati 160 cani
e, di conseguenza, negli ospedali diminuirono i casi di morsicature.
L'informazione liberata
L'esito felice di questa esperienza
provocò due cambiamenti importanti nella vita del quartiere.
La gente cominciò a capire che era la sua azione, più
che l'ospedale, ad essere determinante per la salute, inoltre
l'organizzazione comunitaria si arricchì grazie
all'inserimento dei bambini come membri attivi della comunità.
La seconda tappa dell'azione
comunitaria prevedeva il confronto con una questione molto più
complessa: gli incidenti automobilistici. "Come possiamo agire
se non sappiamo nemmeno dove hanno luogo questi incidenti?". Ci
chiesero quindi di raccogliere le informazioni necessarie ad
affrontare questo problema, ma ci risultò molto difficile
individuare quando, dove e come accadevano gli incidenti
automobilistici.
Decidemmo di rivolgerci agli ospedali
per sapere, attraverso l'esame dei registri, che tipo di incidente
portava un ferito in ospedale. Se la medicina si rappresenta come un
sistema legato alle possibilità di azione comunitaria, questa
ricerca avrebbe dovuto essere possibile, mentre in realtà non
fu affatto così.
Il registro dell'ospedale non diceva
"una persona x è stata investita da un'automobile, alle
sei di sera, il 3 di gennaio, all'angolo tra Madison e Kedsie".
Alcune volte i registri non
specificavano nemmeno che la causa del ferimento era un incidente
automobilistico. Si limitavano per esempio a dire che una persona
"aveva una tibia fratturata".
Decidemmo allora di cercare tra le
fonti di dati usati dai macropianificatori per la loro attività,
sino a quando ci imbattemmo finalmente nelle informazioni che
cercavamo. Si trattava di dati relativi alla tipologia degli
incidenti automobilistici nella città, utilizzati da un gruppo
di macropianificazione che aveva il compito di trovare soluzioni...
per rendere più scorrevole il traffico automobilistico! Tutti
i dati raccolti vennero trasferiti in una pianta topografica del
quartiere che segnalava dove avevano avuto luogo gli incidenti. Nei
punti in cui la gente rimaneva ferita veniva tracciata una X rossa.
Venne quindi deciso di evidenziare in
questo modo tutti gli incidenti stradali occorsi in un periodo di tre
mesi. Nell'arco di tempo esaminato si erano
verificati circa un migliaio di incidenti nel quartiere, che, come
abbiamo detto, era formato da 60.000 abitanti. Grazie alla mappa la
gente verificò, ad esempio, come negli ultimi tre mesi sei
persone erano rimaste ferite ed una era morta in un'area di soli 7
metri quadrati. Il luogo degli incidenti fu immediatamente
individuato all'entrata del parcheggio di un negozio. L'azione
comunitaria successiva, più che alla richiesta di aiuti
dall'alto, si risolse con un intervento diretto sul problema,
attraverso l'accordo con il padrone del negozio per l'eliminazione
delle cause degli incidenti.
L'informazione era stata "liberata"
dallo stato di cattività in cui si trovava per l'azione
congiunta della medicina e dei macropianificatori, per essere
consegnata a coloro che potevano farne uso.
L'esperienza della mappa ebbe due
conseguenze significative: 1) venne evidenziata la possibilità
di inventare modi diversi di affrontare un problema di salute che la
gente poteva capire: in questo caso l'organizzazione comunitaria
negoziò con il padrone della bottega per costringerlo a
cambiare l'ingresso del parcheggio. 2) Emerse l'esistenza di problemi
che l'organizzazione comunitaria non era in grado di risolvere da
sola. Per esempio: una delle ragioni principali dell'alto numero di
incidenti era da ricercarsi in alcune decisioni sulla viabilità
prese ad alto livello dalle autorità municipali, che
consistevano nella trasformazione a traffico veloce di alcune strade
che attraversano il quartiere, dove si verificava il maggior numero
di incidenti. Se un intervento dell'organizzazione comunitaria del
quartiere non era sufficiente ad imporre cambiamenti di così
vasta portata, l'unione con altri organismi della comunità
venne individuata quindi come necessaria per affrontare le autorità
anche rispetto a questioni più complesse.
La serra sul tetto
La terza esperienza di azione
comunitaria si realizzò in relazione al problema delle
malattie bronchiali. Assodato che un'alimentazione equilibrata
rappresenta una condizione indispensabile alla buona salute, i membri
della comunità verificarono che non si faceva uso di frutta e
verdura sufficienti ad una sana nutrizione. Si trattava di alimenti
molto costosi, in modo particolare durante l'inverno.
Si pensò allora alla possibilità
di coltivare in proprio questi alimenti, ma un rapido giro intorno
alla città rivelò la mancanza di un sito adatto allo
scopo. Qualcuno segnalò allora che le loro case erano
appartamenti di due stanze con il tetto piano, proponendo di
realizzare una serra in uno dei tetti, a titolo sperimentale. L'idea
venne subito considerata affascinante, la serra fu costruita, un
problema importante di salute sembrava aver trovato soluzione.
Inoltre, quasi immediatamente si
verificò che la serra rappresentava anche un vantaggio dal
punto di vista economico. La serra rappresentava una soluzione al
problema di una alimentazione adeguata e costituiva anche una
realizzazione adeguata per il quartiere, che la gente poteva avere ed
usare per migliorare la propria salute.
Più avanti emerse un altro uso
importante delle serre. I costi dell'energia sono negli Usa molto
alti e rappresentano un peso rilevante per la gente povera. I tetti
delle case sono uno dei luoghi principali della perdita di calore e
quindi di aumento dei costi energetici. L'idea della serra aveva
quindi trasformato la perdita in un vantaggio. Il calore che
fuoriusciva dal tetto venne utilizzato per la serra in modo che essa
stessa divenne uno strumento per la conservazione dell'energia. Un uso ulteriore delle serre si
sviluppò quasi per caso. L'organizzazione comunitaria
possedeva un ospizio per anziani e uno degli ospiti, un giorno,
scoprì l'esistenza delle serre e decise di lavorare un po'
mettendo ordine tra le piantine.
Una volta tornato all'ospizio, raccontò
la cosa agli altri anziani i quali cominciarono subito a recarsi ogni
giorno nelle serre per dare una mano nella cura delle piante. La
direzione dell'ospizio verificò come l'attività nelle
serre aveva provocato un vero e proprio entusiasmo tra gli anziani,
che avevano scoperto uno scopo per le loro giornate. Le serre si
erano quindi trasformate anche in un mezzo di riabilitazione e di
riaggregazione per persone isolate dalla sfera produttiva e sociale.
La gente cominciò a scoprire
cose sulla tecnologia di cui non aveva mai tenuto conto: una
struttura semplice, una serra, che poteva essere costruita ed usata
localmente contribuendo a migliorare la salute, lo sviluppo
economico, la conservazione dell'energia, la possibilità per
gli anziani di essere e sentirsi utili. Una semplice serra aveva
prodotto risultati multipli, con pochissimi effetti negativi
collaterali.
Consentitemi di sviluppare questo
concetto con un esempio.
Noi possiamo acquistare bauxite dalla
Giamaica, rame dal Cile, caucciù dall'Indonesia, petrolio
dall'Arabia Saudita, legno dal Canada e forza lavoro da tutti questi
paesi; possiamo quindi organizzare queste risorse in una corporation
statunitense che utilizza operai specializzati e tecnici per
produrre, ad esempio, uno spazzolino da denti elettrico. Se uno
strumento deve essere, principalmente, un manufatto che sviluppa
lavoro, allora lo spazzolino elettrico è un anti-strumento. Se
sommiamo tutto il lavoro che è stato necessario per la sua
produzione abbiamo come risultato un livello infinitamente maggiore
di quello sviluppato nel suo uso. Lo spazzolino elettrico e i sistemi
utilizzati per produrlo rappresentano l'essenza dell'errore
tecnologico. La serra rappresenta invece l'essenza della possibilità
tecnologica. Lo spazzolino elettrico è uno strumento che
inibisce le capacità della gente e favorisce lo sfruttamento;
la serra è uno strumento che contrasta lo sfruttamento e
consente l'azione comunitaria.
Utilizzata in questo modo la serra crea
azione cittadina e migliora la salute. La medicalizzazione esasperata
del problema della salute inabilita le capacità autonome della
comunità, concentrandosi in strumenti tecnici e terapeutici
che necessitano di enormi investimenti in termini di lavoro e di
energia, con vantaggi limitati nel miglioramento della salute.
Demedicalizzare la salute
Possiamo riassumere in cinque punti le
conclusioni da trarre da questa esperienza di azione comunitaria.
1) Il miglioramento della salute è
oggi un argomento riservato ai tecnici e agli specialisti ma nel
quartiere di Chicago fu preso in mano dagli interessati.
2) La salute degli abitanti del
quartiere migliorò grazie all'utilizzo di risorse locali, ma
furono individuati i limiti dell'azione collettiva di fronte a forze
esterne alla comunità che erano responsabili del cattivo stato
di salute della gente. Un esempio è quello della strada a
scorrimento veloce che attraversava il quartiere.
3) L'azione comunitaria sviluppò
l'autonomia delle persone, che aumentarono il controllo sulle cause
che producevano la malattia.
4) Come conseguenza di questi
provvedimenti si verificò nel quartiere una riduzione
nell'utilizzo dell'assistenza sanitaria, cosa che secondo gli
economisti ufficiali equivale a un impoverimento della collettività.
Nonostante il fatto che la gente non sia più morsa dai cani,
abbia meno incidenti automobilistici, sia meno soggetta alle
patologie respiratorie, nelle loro analisi emerge solo la riduzione
nel consumo dei medicinali e il calo degli interventi chirurgici.
Tutto ciò implica una discesa
dei consumi e, di conseguenza, una riduzione del Prodotto Nazionale
Lordo (PNL). Se seguiamo fino in fondo questo tipo di analisi
risulterà una constatazione paradossale: identificando gli
indici del PNL come quelli del benessere collettivo, bisogna
convenire che meno teste rotte contro i parabrezza, meno morsicature
di cani e un minor numero di bronchiti corrispondono a uno stato
generale di disgrazia. Noi siamo comunque sicuri che gli abitanti del
quartiere di Chicago non sono dello stesso parere. Probabilmente
avranno compreso che la loro salute migliorerà quando
smetteranno di essere semplici consumatori di atti medici per
reclamare quel denaro che serve oggi ai professionisti della sanità
per non migliorare la loro salute. 5) Il miglioramento dello stato di
salute degli anziani ricoverati nell'ospizio derivava dalla
partecipazione al lavoro nelle serre. Si tratta di un fenomeno
registrato anche in altri studi e ricerche sulla situazione della
terza età.
Tra i fattori studiati nelle comunità
che detengono i livelli più elevanti nella speranza di vita,
una grande importanza è stata assegnata al grado di
partecipazione dei cittadini agli affari comunitari. Scrive Leaf:
"Una caratteristica comune a tutte le regioni da me visitate è
la coincidenza tra il livello di partecipazione attiva e produttiva
dei membri anziani della società con il mantenimento di uno
stato non degradato della personalità"(4). Questo ed
altri studi ci fanno concludere che un fattore importante di salute e
di longevità è, senza dubbio, l'essere membro attivo e
motivato del gruppo sociale, così come rimanere integrato
socialmente in comunità con un elevato grado di mutuo appoggio
e sviluppare in esse attività produttive interessanti.(5)
Naturalmente la società
industriale ci offre una prospettiva diametralmente opposta.
L'obiettivo fondamentale del sistema produttivo è quello di
liberarsi al più presto delle persone anziane. Le attività
autonome più frequentemente praticate consistono nello
spostarsi col telecomando da un canale all'altro della televisione,
solo per accorgersi che il programma è lo stesso.
L'integrazione comunitaria degli individui si realizza solo con la
scolarizzazione obbligatoria e riducendo la partecipazione degli
individui agli affari comunitari ad un'escursione alle urne ogni
cinque anni. (...)
La salute, se intendiamo migliorarla,
deve essere demedicalizzata, perché dipende meno dalla
medicina quanto dalle relazioni delle persone con il loro ambiente di
vita e con la comunità di cui sono membri.
(traduzione
di Giuseppe Gessa dal periodico anarcosindacalista spagnolo CNT)
(1) Medicinas blandas y
antimedicina. Las mil y una ediciones, Madrid.
(2) Valentina Borremans. Apartado 479,
Cuernavaca, Messico.
(3) John Mc Knight, Salute
comunitaria in un quartiere di Chicago, seminari su un altro
sviluppo della salute, Uppsala (Svezia), 1977.
(4) Citato da Pelletier in Holistic
health, Edizioni Rocher, Monaco.
(5) Vedere il mio articolo Conoscete
la differenza tra un imbecille, la pensione e il paradiso?,
Rivista della U.D.D., n° 68.
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