Rivista Anarchica Online
Il meeting e oltre
di Marina Padovese / Fabio Santin
È
nota soprattutto per il Meeting Anticlericale che ogni estate
promuove nelle Marche. Ma l'Associazione per lo Sbattezzo
si occupa anche di altro. Lo spiegano, nell'autointervista che si
sono fatti, alcune/i di loro. E precisamente: Francesca Palazzi
Arduini, Federico Sora e Roberta Galarini (Fano); Gianni Cimbalo e
Patrizia Diamante (Firenze); Donato Romito (Pesaro); Walter Siri
(Bologna) ; Salvatore Cassisa (Milano); Tommaso Aversa (Roma); Marina
Padovese e Fabio Santin (Mestre). Pubblichiamo anche lo statuto
dell'Associazione e le informazioni per entrare in contatto e per
aderire.
Il primo meeting anticlericale si
tiene a Fano nell'84. Come nasce questa iniziativa?
Francesca -Inizia quasi per
scherzo. Nei suoi vari pellegrinaggi per il mondo e per l'Italia,
Wojtyla pensa di non escludere Fano. Subito noi del Circolo Culturale
"Papini" decidemmo di contestare in qualche modo la sua
venuta. La domenica precedente la sua "visita" occupammo il
luogo che il dio-in-terra doveva poi calpestare e lo dichiarammo
"Zona Dewojtylizzata". La manifestazione, e soprattutto la
trasformazione delle famose acque inquinate di Fano in Bianchello del
Metauro, provocarono grande scandalo. Le nostre idee furono ben
espresse dall'adesivo: "papa Wojtyla, no grazie" che in
quei giorni si trovò appiccicato per tutta Fano. Fummo anche
denunciati, e poi assolti, per l'affissione abusiva di questo
adesivo; ancora non si parlava di offesa o vilipendio, come è
successo ora a Orvieto. sempre per lo stesso adesivo.
E come avete deciso di continuare?
Federico - Be', diciamo che
siamo stati stimolati dal successo di quella nostra iniziativa... e
abbiamo deciso di continuare il dibattito sull'anticlericalismo
organizzando successivi meeting. Con lo slogan: "il papa ti
irrita? Irrita il papa!" si preparò il meeting dell'85,
prevedendo anche uno spazio per discussioni e seminari: si parlò
di rapporti fra Stato e Chiesa, di Concordato, di Wojtylizzazione
della chiesa cattolica. Poi nel terzo Meeting Anticlericale, quello
dell'86, si discusse fra l'altro, visto che ricorreva il
cinquantenario, dei rapporti fra chiesa cattolica e Rivoluzione
Spagnola del '36. Si parlò anche dell'ora di religione nella
scuola... non sapevamo ancora che casino sarebbe venuto fuori in
seguito su questa cosa!
Donato - L'86 fu anche l'anno
della costituzione dell'"Associazione per lo Sbattezzo".
Comunque, tanto per finire la storia del Meeting Anticlericale,
nell'edizione dell'87, la quarta, si discusse invece di chiesa e
politica, di politica scolastica fra Chiesa, Stato e mercato, di
religione e sessualità, di corpo "represso"...e poi
c'erano due mostre: una s'intitolava "Vatikan Dance" e
l'altra "Settimo: non rubare" a proposito dei rapporti tra
Chiesa e finanza, IOR, scandali vari, ecc... Poi l'ultimo meeting, quello dello
scorso anno. I seminari si pensò di presentarli sul nostro
bollettino parrocchiale ovvero "Traffico": si parlò,
con triste preveggenza, delle manovre dei cattolici, Formigoni e
ciellini in testa, per sabotare la legge sull'aborto, di esaltazione
della virilità nell'ideologia della chiesa, di donne e
religione, di anticlericalismo in Germania.
Il "Meeting Anticlericale"
non è però solo dibattiti e seminari...
Salvatore - Sì. Oltre
alle mostre di cui si parlava prima, sono state fatte mostre di
mail-art, di cartoline anticlericali e poi c'è l'aspetto più
"festaiolo", più conviviale insomma.
Durante il meeting funziona sempre un
servizio autogestito di cucina, con un menù rigorosamente
"eretico", e un angolo "di-vino" i cui ricavati,
assieme alle sottoscrizioni, ci hanno permesso di sostenere le spese
per i concerti, i video, i manifesti, il noleggio degli impianti e
tutto quanto c'è intorno ad un'iniziativa del genere.
Francesca - Vorrei aggiungere
una considerazione. Durante questi anni abbiamo dovuto fare i conti
con la moralità poco tollerante di molti cattolici...siamo in
una piccola città. Ma ci piace sottolineare che abbiamo
ricevuto solidarietà e naturalmente ottenuto gli spazi per
poter concretamente organizzare il meeting.
Abbiamo anche fatto i conti, purtroppo,
con chi non capisce il significato di partecipare attivamente ad una
festa autogestita, ma siamo comunque felici di aver raccolto molte
adesioni e molti contributi da parte di compagni di ogni tipo. Oltre
al resto senza costringere nessuno a passare sotto alcuna bandiera,
diciamo di "partito". Tutto questo ci sembra una conferma
della validità del pensiero e della pratica libertari.
L'"Associazione per lo
Sbattezzo" nasce durante il terzo Meeting Anticlericale.
Vogliamo parlarne?
Federico - L'associazione è
nata durante il meeting dell'86. Recentemente (il 25/12/88!) si è
data anche una forma giuridica,la più blanda possibile.
Periodiche assemblee ci hanno permesso un confronto, anche al di
fuori del meeting. Funziona un comitato di gestione, eletto ogni anno
dall'assemblea dell'associazione, che si occupa di dare esecuzione ai
deliberati assembleari, oltre che di promuovere iniziative di
dibattito e di risolvere questioni più tecniche come la
preparazione del bollettino, tenere contatti con le realtà
locali che funzionano per ora a Milano, a Mestre, a Firenze e a Roma.
Oltre a queste, e alla sede "nazionale" di Fano, ci sono in
varie città degli associati che fanno da punti di riferimento,
da "recapiti".
Perché questo nome per
l'associazione?
Tommaso - È bene
innanzitutto chiarire che l'"Associazione per lo Sbattezzo"
non amministra lo sbattezzo. Se lo facesse si porrebbe al pari di una
chiesa nel compito di "ungere" i suoi membri.
L'associazione nasce invece dalla consapevolezza che ogni essere
umano è padrone di se stesso ed è quindi in suo
potere rigettare qualsiasi atto di incorporazione ad una qualsivoglia
fede o religione che cerchi di vincolarlo per l'eternità.
Roberta - Poi comunque anche il
nome ha il suo significato. Lo sbattezzo è un atto di
liberazione individuale di chi vuole sottrarsi ai riti iniziatici di
ogni religione. La chiesa cattolica col battesimo, suo rito di
iniziazione, incorpora gli individui al proprio magistero.
L'associazione è un mezzo per liberarsi collettivamente, per
informare, sostenere e promuovere, associati, cioè insieme,
una battaglia di libertà.
Marina - Mi sembra anche
importante sottolineare un'altra cosa. L'"Associazione per lo
Sbattezzo" vuole essere una delle possibili forme di
organizzazione dell'anticlericalismo, dell'agnosticismo e
dell'ateismo. Non vuole essere l'Organizzazione con la O maiuscola.
Tant'è che è stato formalizzato nello statuto che alle
assemblee possono partecipare a pieno titolo anche i non associati e
che questi, se lo vogliono, possono usufruire dei servizi
dell'associazione come ad esempio la dichiarazione di sbattezzo/non
battezzo, il bollettino, la tutela giuridica, ecc...
Cosa vuol dire oggi essere
anticlericali?
Walter - Significa soprattutto
intraprendere una battaglia culturale che tenda a smantellare quei
valori basati sul fideismo e sulla rassegnazione,
sull'assoggettamento a voleri esterni all'individuo. Qualsiasi
visione mistica e trascendentale della vita riproduce una sudditanza
dell'individuo a leggi ad esso estranee che, per definizione,
richiedono magistrati e sacerdoti. Si potrebbe poi aggiungere che
ogni forma di conoscenza che non sia socializzabile è
portatrice di autoritarismo, di dominio e, di conseguenza, di
sfruttamento e di oppressione.
Fabio - Noi dell'"Associazione
per lo Sbattezzo" per provocazione e per scherzo stampiamo il
"certificato di sbattezzo" (a proposito: lo troverete
pronto al prossimo meeting, quest'estate!)... ma la cosa sulla quale
non scherziamo è la convinzione che sia necessario aprire una
via di dibattito e di lotta per la liberazione dal potere "temporale"
della chiesa, dalla morale sessuofobica e filogerarchica del
clericalismo ancor oggi dilagante.
A proposito di clericalismo
dilagante non può non venire in mente quanto sta succedendo
negli ultimi tempi a proposito di aborto...
Patrizia - E già! Senza
rispetto per le donne, già messe a così dura prova da
quell'aborto che è la 194, la legge sull'aborto, ecco di
nuovo i crociati alla riscossa. "Come sabotare la legge 194"
era il titolo di una comunicazione a cura dell' AIECS di Milano,
presentata all'ultimo meeting. Si denuncia il lavoro sottile,
gesuitico, in atto ormai da molto negli ospedali italiani, per
impedire alle donne di poter abortire nella struttura pubblica. Nel
giro di pochi anni, si diceva, la legge resterà formalmente in
piedi, ma non verrà applicata perché mancheranno gli
operatori. Il chiavistello di questa manovra, clericale e
ostruzionistica , era ed è l'obiezione di coscienza: l'80% dei
primari, in Italia, sono obiettori!
Comunione e liberazione e movimento
popolare hanno incrementato silenziosamente le obiezioni di coscienza
e ora, ritenendosi tanto forti da poter uscire allo scoperto, hanno
rotto quella consegna del silenzio che per molto tempo gli è
giovata. Organizzano dibattiti, te li ritrovi alla televisione, sui
giornali...l'ingordigia clericale, anche di spettacolo, non ha
limiti...
A proposito di ingordigia, e i
finanziamenti alla chiesa?
Gianni -La chiesa cattolica ha
beneficato e beneficia tuttora in Italia del finanziamento statale
che viene erogato in varie forme. Quelli più consistenti sono
stati fino ad oggi i cosiddetti "supplementi di congrua"
corrisposti ai ministri di culto, cioè al clero. A questi
vanno aggiunti i fondi destinati alla costruzione e alla riparazione
degli edifici di culto, gli stipendi corrisposti ad insegnanti di
religione nella scuola pubblica, ai cappellani nell'esercito, nelle
carceri e negli ospedali, poi ci sono i finanziamenti ad enti
cosiddetti di beneficenza e di assistenza ecc...
Non si contano inoltre le "elargizioni"
occasionali, le facilitazioni concesse ad enti ed istituti finanziari
come lo IOR (l'Istituto per le Opere Religiose) ecc...
E con il nuovo concordato?
Gianni - Diciamo subito che il
nuovo concordato ha aumentato i finanziamenti a insegnanti e
cappellani e ha mutato le modalità di erogazione e le entità
dei finanziamenti. Uno degli effetti forse meno noti di questo
concordato è l'introduzione di un nuovo regime per il
sostentamento del clero e in generale per quello che rimane essere il
finanziamento pubblico alla chiesa cattolica. Questa regolamentazione
entrerà in vigore in tutte le sue parti entro il 1990 e
prevede fra l'altro che le donazioni fatte dai cittadini a favore
della chiesa cattolica siano ammesse in detrazione, nella
dichiarazione dei redditi, fino a 2 milioni. Poi, sempre nella
dichiarazione dei redditi, il cittadino dovrà indicare a chi
vorrà devolvere lo 0,8% dell'imposta da pagare e dovrà
scegliere fra lo Stato, che lo destinerà a scopi di carattere
sociale (tralasciamo anche su questo i possibili commenti...) o alla
chiesa cattolica.
Walter - La fetta da spartire,
questo 0,8%, non è cosa da niente: oltre 2.000 miliardi
all'anno secondo i dati dell'88 e, stando a quanto sostiene la CEI
(Conferenza Episcopale Italiana), il 95% di questo contributo
dovrebbe essere versato alla chiesa. Organizzare l'obiezione fiscale
anticlericale, sul tipo di quella antimilitarista già in atto,
è uno degli obiettivi dell'"Associazione per lo
Sbattezzo".
Veniamo ad un altro argomento che
scotta, l'ora di religione nella scuola...
Donato - Sorvolando sulla
questione "crocefisso" negli uffici pubblici, finita male
per il crocefisso stesso che è stato ridotto a simbolo di
dominio più che di fede, nel senso che "per forza"
dobbiamo tenercelo, e sulle questioni ugualmente spinose come quella
della presenza di ordini religiosi negli ospedali pubblici ecc., la
scuola mi sembra l'"oggetto" più importante delle
mire integraliste.
Fatte poche eccezioni, l'atteggiamento
dei laici e della sinistra in genere verso la questione scuola e
insegnamento religioso cattolico è sempre stato caratterizzato
da due errori. Il primo errore è stato a mio avviso
sottovalutare quel fenomeno integralista cattolico che già nei
primi anni '70 dava alla luce CL, la quale proprio verso la scuola
indirizzava le sue attenzioni. Il secondo errore è ancor oggi
il voler ridurre tutto lo scontro verso l'ingerenza cattolica ad un
fatto preminentemente giuridico e costituzionale e pretendere di
combattere solo a colpi di carta bollata tutte le mostruosità
partorite dalle crociate confessionali di questi anni.
Il nostro contributo alla costruzione
di una nuova sensibilità è fondamentale proprio a
partire dalla scuola. Vorrei far notare che nei nuovi programmi della
scuola elementare, alle due ore di religione cattolica, si
affiancherà un insegnamento denominato "conoscenza dei
fatti religiosi". Questa volta obbligatorio per insegnanti e
alunni.
Finisce qui l'autointervista
dell'"Associazione per lo Sbattezzo". A chi vuole saperne
di più diciamo che è stato stampato un fascicolo di 16
pagine, curato dall'associazione stessa, dal titolo: "Il
Peccato". Lo troverete inserito in un numero di giugno di
"umanità Nova" e nel n° dell'estate della
rivista "Homo sapiens". Oppure potete richiederlo
direttamente all'associazione, di cui pubblichiamo a pagina 9
indirizzo e conto corrente postale, versando un contributo e
specificando la causale.
Inoltre informiamo tutti che è
stata aperta una sottoscrizione a favore dell'edizione '89 del Meeting
Anticlericale, che si terrà come sempre a Fano alla metà
di agosto. Anche per questo i versamenti vanno effettuati al medesimo
conto corrente postale, sempre specificando la causale.
Associazione per lo sbattezzo /
istruzioni per l'uso
La sede nazionale è a
Fano. Recapito postale: Associazione per lo Sbattezzo, c/o Circolo
"N. Papini", cas. post. 13, 61032 Fano (Ps). Il conto
corrente postale è il n. 11849619. Recapito telefonico:
0721/829369. Sede del Circolo "N. Papini": via Garibaldi
47. Comitati locali dell'Associazione si
trovano a Firenze (c/o Editrice Crescita Politica, via Nova
de' Caccini 12r, 50121 Firenze) ed a Roma (c/o Circolo
Cafiero, via Vettor Fausto 3, 00154 Roma).
La quota associativa annuale è
di lire 10.000. E' possibile effettuare versamento di quote
pluriennali. La quota annuale comprende l'invio del Bollettino
dell'Associazione. I non associati possono ricevere il Bollettino
versando lire 10.000 all'Associazione. I versamenti vanno effettuati
sul c.c.p. 11849619 intestato "Associazione per lo Sbattezzo"
via Garibaldi 47, 61032 Fano (PS); oppure sul conto corrente bancario
1477/84 intestato a Morelli/Sora presso la sede centrale della Cassa
di Risparmio di Fano (specificando la casuale). Per aderire
all'Associazione per lo Sbattezzo bisogna compilare il modulo di
adesione, che si può richiedere direttamente alla sede di
Fano. Come appare sul modulo di adesione, può
essere richiesto il rilascio della dichiarazione di libertà
delle religioni (prevista dallo statuto dell'Associazione e
comunemente denominata "Dichiarazione di sbattezzo").
Il rimborso delle spese di stampa e
spedizione della dichiarazione sono quantificate in lire 10.000. Le
spedizioni vengono effettuate in contrassegno. La "Dichiarazione di libertà
delle religioni" ha un valore simbolico, ma anche un effetto
"giuridico" civile. Per attivare questo effetto è
necessario che la Dichiarazione venga notificata alla parrocchia dove
fu amministrato il rito d'incorporazione e/o al vescovo della diocesi
sotto la cui giurisdizione ricade l'abitazione. Il modulo di notifica viene inviato in
4 copie congiuntamente alla Dichiarazione. Due copie vanno inviate
all'autorità religiose sopra citate, una va conservata assieme
alla Dichiarazione e l'ultima va inviata all'Associazione (che in tal
modo curerà gli eventuali problemi legali – articolo
quindici dello Statuto). Naturalmente è possibile aderire
e sostenere l'Associazione e le sue attività senza richiedere
la Dichiarazione, oppure questa può essere richiesta ma
rimanere di stretto "uso" personale, senza invio di
notifiche.
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LO STATUTO DELL'ASSOCIAZIONE PER LO SBATTEZZO
ART. 1 È costituita l'Associazione per lo Sbattezzo con sede legale a Fano, via Garibaldi 47. L'Associazione per lo Sbattezzo è ente morale e non persegue fini di lucro.
ART. 2 L'Associazione per lo Sbattezzo persegue i seguenti fini:
-assicurare e garantire un'effettiva libertà dal e del pensiero religioso;
- dare la possibilità a tutti di rigettare formalmente le professioni di fede, di fare abiura, senza che ciò pregiudichi in alcun modo gli interessi individuali;
- garantire a credenti e non credenti la libertà dall'oppressione degli apparati religiosi;
- liberare la società dall'ingerenza nella vita sociale delle organizzazioni religiose, sottoponendo a controlli, con un'attenta vigilanza, l'associazionismo religioso.
ART. 3 In particolare l'Associazione per lo Sbattezzo si propone di:
- sviluppare la riflessione sull'ateismo e sull'agnosticismo, promuovendo ed incentivando la discussione tra i non credenti sulle ragioni della loro scelta;
- combattere le ingerenze religiose nella scuola e in tutte le altre istituzioni pubbliche, nella cultura, nell'arte, nella scienza;
- garantire l'onorabilità e la non discriminazione a tutti coloro che ritengono, in tutta libertà, di rinnegare la propria appartenenza ad un credo religioso, anche se sono stati in passato oggetto, consciamente o inconsciamente, di riti propiziatori religiosi;
- difendere, mediante la loro partecipazione all'attività dell'Associazione, tutti coloro che si considerano oppressi dalle sette religiose, prima fra tutte la Chiesa Cattolica;
- far rispettare il diritto all'inviolabilità del proprio domicilio da agenti di qualsiasi religione;
- assicurare anche mediante la promozione di iniziative anticlericali, la lotta contro l'intolleranza in materia di garanzie alla libertà religiosa e di coscienza.
ART. 4 I membri dell'Associazione rivendicano il loro bisogno di un rapporto sereno e gioioso con la natura, il piacere e le cose belle della vita. Si impegnano pertanto a battersi per trasformare la società in modo da creare le condizioni materiali che rendano possibile l'effettiva liberazione dalla religione.
ART. 5 L'iscritto all'Associazione per lo Sbattezzo può delegare l'Associazione a tutelarlo in caso di decesso, onde garantire la non effettuazione di riti contrari alle proprie credenze o convinzioni ed il rispetto delle sua volontà nelle pratiche di tumulazione.
ART. 6 L'Associazione si impegna a sviluppare la tutela e l'assistenza dei propri aderenti anche con consulenze giuridiche in difesa della libertà dalla religione.
ART. 7 L'attività dell'Associazione si sviluppa in programmi annuali, decisi dall'assemblea ordinaria dell'Associazione, che ne articolano gli scopi. Tali programmi saranno sviluppati, con la partecipazione e l'impegno personale di tutti i soci, dal Comitato di Gestione dell'Associazione.
ART. 8 Possono fare parte dell'Associazione atei, agnostici e/o anticlericali, antireligiosi. L'Associazione è composta dai soci. Tale qualifica si acquisisce facendone richiesta attraverso le sezioni o i comitati locali oppure direttamente al Comitato di Gestione che delibera sull'accettazione. Al socio è richiesta una quota di partecipazione, stabilita annualmente dall'Assemblea ordinaria dei soci. Può diventare socio chiunque abbia compiuto quattordici anni, accetti il presente Statuto e le deliberazioni che in base ad esso saranno adottate dagli organi dell'Associazione e non svolga attività contrarie ai fini e agli scopi dell'Associazione.
ART. 9 Possono essere costituite Sezioni e Comitati locali dell'Associazione che si daranno autonomamente un proprio regolamento e metteranno a punto un programma di lavoro; di tali programmi e attività le sezioni daranno comunicazione al Comitato di Gestione. Delle iniziative autonomamente intraprese da Sezioni e Comitati locali sono responsabili, sia sotto il profilo economico che giuridico, gli organi direttivi e gli iscritti che le hanno deliberate. A tal fine possono riscuotere dai soci contributi e indire sottoscrizioni. L'Associazione come tale risponde, sia sotto il profilo economico che giuridico, solo delle iniziative approvate dal Comitato di Gestione. Lo svolgimento di attività contrarie agli scopi e ai fini dell'Associazione può dar luogo all'espulsione deliberata dal Comitato di Gestione, sottoposta a successiva ratifica dell'Assemblea dei soci.
ART. 10 L'organo di gestione dell'Associazione è l'Assemblea annuale ordinaria dei soci alla quale partecipano di diritto tutti gli iscritti nelle forme e con le modalità previste dal regolamento interno. L'Assemblea ordinaria:
- elegge il Comitato di Gestione, composto almeno di 9 membri, che resta in carica per un anno;
- delibera sulle modifiche del regolamento interno;
- nomina tre sindaci revisori ai quali sono demandati l'esame del bilancio e gli altri compiti propri del loro incarico;
- approva il bilancio preventivo e consuntivo;
- delibera sul programma annuale e sulle iniziative da intraprendere in relazione a quanto stabilito dall'art. 3.
All'assemblea dell'Associazione possono intervenire anche i non iscritti che accettano i principi dell'Associazione e il suo statuto.
ART. 11 L'Assemblea straordinaria è indetta con almeno 20 giorni di anticipo dalla data di convocazione. Può essere convocata su richiesta di almeno il 30% dei soci, di Sezioni e Comitati locali, per iniziativa del Comitato di Gestione.
ART. 12 Il Comitato di Gestione ha il compito di sviluppare le iniziative decise dall'Associazione per la durata dell'anno sociale; di redigere il bilancio preventivo e consuntivo, di svolgere le attività di segretariato dell'Associazione; di custodia dei verbali delle riunioni, dei libri sociali e dell'archivio. Elegge nel suo seno un Presidente, che ha la rappresentanza dell'Associazione.
ART. 13 Il Comitato di Gestione è delegato dall'Assemblea a rilasciare attestati di appartenenza all'Associazione, nonch%eacute; eventuali autodichiarazioni sulla non appartenenza a fedi religiose, sette o confessionali.
ART. 14 I non battezzati hanno diritto di richiedere all'Associazione una dichiarazione dalla quale risulti la non consumazione del rito del battesimo o l'abiura dell'avvenuta incorporazione di una religione.
ART. 15 L'Associazione si impegna ad assistere legalmente i suoi iscritti che hanno notificato alle rispettive confessioni religiose l'avvenuto sbattezzo o l'abiura nel caso di esercizio di atti di giurisdizione che risultino in qualunque modo lesivi della loro libertà religiosa.
ART. 16 I beni dell'Associazione, costituiti dalle quote associative annuali, dalle sottoscrizioni ordinarie e straordinarie dei soci, da elargizioni, lasciti e devoluzioni a favore dell'Associazione sono destinati al raggiungimento dei fini e degli scopi sociali. L'Associazione rilascerà certificazione quietanzata di tali versamenti ai fini della loro deducibilità dal reddito imponibile, richiesta questa che l'Associazione si impegna a sostenere con la mobilitazione dei propri iscritti oltre che legalmente.
ART. 17 L'Associazione per lo Sbattezzo propugna l'assoluto separatismo nei rapporti tra lo stato e le confessioni religiose. Per questo motivo l'Associazione si impegna a battersi affinché le quote di imposta destinata dalla legge a favore delle confessioni religiose vengano soppresse. Fin quando tale destinazione verrà mantenuta l'Associazione sosterrà le richieste di coloro che desiderano utilizzare queste somme per attività finalizzate alla difesa della libertà dalla religione.
ART. 18 In caso di scioglimento dell'Associazione deliberato da almeno tre quarti degli iscritti in un'Assemblea appositamente convocata con questo argomento all'ordine dell giorno, i beni sociali potranno essere devoluti ad associazioni che perseguono scopi affini a quelli dell'Associazione per lo Sbattezzo.
ART. 19 Per quanto non previsto dal presente Statuto si fa riferimento al regolamento interno dell'Associazione per lo Sbattezzo e al Codice Civile italiano.
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