Dunque il 5 e 6 aprile
i cittadini italiani sono chiamati alle urne per eleggere i loro
rappresentanti politici nel Parlamento. Francamente non
vediamo in questa tornata elettorale alcuna novità
sostanziale che ci spinga anche solo a ridiscutere la nostra
tradizionale scelta astensionista. Le ragioni del nostro rifiuto
di partecipare alla sarabanda elettorale sono infatti ben più
profonde e radicate dei giochi di facciata e delle esasperate
contrapposizioni tra i vari partiti, tutti uniti nello spingere i
cittadini-sudditi a non disertare le urne. Non ci interessano i
Verdi, al cui movimento abbiamo guardato con attenzione e simpatia
quando muoveva i primi passi
e ancora non aveva scelto di stare dentro le istituzioni. Una
volta imboccata la "via istituzionale", per combattere
dall'interno i nemici dell'ambiente e del vero progresso, si
sono omologati alle altre forze politiche, mettendosi in gara per
ottenere poltrone e assessorati. Si è così andata
formando spesso una profonda frattura fra la base del movimento
(ed alcune associazioni ambientaliste fiancheggiatrici) ed i suoi
rappresentanti, schizofrenicamente lasciati liberi di spartirsi
il potere con gli altri. Nessuna simpatia
nutriamo per Rifondazione Comunista, che si vanta di essere la
Vera Opposizione al sistema di potere DC. Estranei come siamo
all'ideologia ed alla storia del comunismo variamente realizzato,
lasciamo che altri si facciano carico della sua rifondazione. Il
filone libertario (e, per dirla con Camillo Berneri, anche
liberale) del socialismo nel quale riconosciamo le origini della
nostra storia ci situa altrove rispetto ai vari Cossutta,
Garavini, ai partitini marx-leninisti (trotzkisti compresi) che
si sentono orfani di Togliatti o di Berlinguer. Qualche nostro lettore
ci ha segnalato la sua simpatia per la Rete, vissuta come
un'alternativa anche etica al sistema partitocratico. Saremo dei
bastian-contrari o delle insopportabili Cassandre, ma non ci
crediamo. Non è in discussione la buonafede di tanti di coloro
che nella Rete si impegnano (ed anche si candidano) - così
come rispettiamo la tensione al cambiamento che anima numerosi
sostenitori dei Verdi, di Rifondazione ed anche di altre forze
politiche. Non è questo il problema centrale. Il fatto è
che il Potere, con i suoi meccanismi stritolanti, non ammette
deroghe alle sue leggi di funzionamento. "Lasciate ogni
speranza voi che entrate" si dovrebbe leggere all'entrata
della Camera e del Senato. E soprattutto dovrebbero tenerlo
presente coloro che il 5-6 aprile prossimo riterranno comunque
di votare, magari turandosi il naso: convinti, così, di dare
il loro contributo alla causa del progresso. "Ci sono le Leghe
da battere, non è il momento delle scelte puriste".
"Ma come, proprio voi volete lasciare la strada aperta alla
Seconda Repubblica di Cossiga e Craxi?". "Spiegate allora
che cosa serve starsene a casa e rinunciare all'arma del voto. E
soprattutto spiegate, se anche sarete in milioni a non andare
alle urne, che cosa cambierà". Questi e altri simili
ragionamenti ci vengono ripetuti fino alla noia in queste
settimane. La critica che ci viene rivolta è la stessa, da
sempre: siete i soliti anarchici, quelli che per astratte ragioni
ideologiche rinunciano ad incidere anche poco nella realtà.
Quelli che non temono di mischiarsi ai qualunquisti pur di non
stare in qualche modo con la sinistra. E via discorrendo. Non è possibile
rispondere, in questa paginetta, all'ampio ventaglio di critiche
che investe l'astensionismo anarchico. Quello che ci preme
innanzitutto chiarire è che il nostro astensionismo niente
ha a che vedere con l'astensione di chi "se ne frega",
resta a casa e basta. Il nostro rifiuto di partecipare al rito
delle elezioni, funzionale soprattutto a legittimare l'attuale
assetto politico-istituzionale, sottende in realtà una forte
volontà di partecipazione alla vita sociale. Disertando le
urne, noi vogliamo sottolineare che altri sono - dovrebbero essere -
i mezzi con i quali si esprime la società civile: mezzi
di azione diretta, di autogestione (o, se preferiamo, di gestione
dal basso) che tendano a delegittimare il Moloch statale e la
sua macchina stritolatrice delle libertà vere e dei
diritti. La sera del 6 aprile
non saremo davanti alla TV a contare le astensioni, a gioire per un
loro eventuale aumento. Non aderiamo ad alcun partito, nemmeno a
quello "dell'astensione".