Rivista Anarchica Online
Cronache sovversive a cura della Redazione
Attentati fascisti
Milano. Pubblichiamo l'elenco dei più rilevanti attentati e delle
aggressioni compiute dai neo-squadristi
del Movimento Sociale Italiano, della Costituente Repubblicana, di Ordine Nuovo, di Avanguardia
Nazionale, del FUAN e di altri gruppi neo-squadristi, dal 1 gennaio di quest'anno fino al 9
febbraio.
1 gen. Palermo: quattro ordigni esplosivi collocati in altrettanti edifici
pubblici. 2 Roma: cariche esplosive in due cabine
telefoniche. 6 Mantova: devastata la sede del Movimento
studentesco. 10 Varese: devastata la sede del Movimento
studentesco. 12 Parma: il mazziere Bruno Di Luia aggredisce e ferisce
il dirigente comunista Mirko Sassi sorpreso
per la strada a leggere l'Unità. 12 Varese: aggrediti e malmenati
tre studenti. 14 Trento: devastata e incendiata la sede del Movimento
studentesco. 14 Messina: bombe contro le poste e la
questura. 15 Milano: tre studenti aggrediti e percossi. 15
Trento: tre incendi appiccati in poche ore in varie sedi. 16
Roma: bomba nel recinto dell'Università. 17
Trento: bomba contro l'albergo degli studenti. Un secondo ordigno esplosivo distrugge
l'auto di un
sindacalista della CISL. 18 Trento: scoppia una bomba davanti al
Tribunale. 18 Varese: i muri della città vengono coperti da decine
di scritte provocatorie nazifasciste. 19 Bergamo: bomba contro il Liceo
Sarpi. 21 Verona: i teppisti di Ordine Nuovo aggrediscono e percuotono
a sangue tre studenti alla facoltà di
Magistero. 22 Palermo: uno studente isolato, alla fine di una
manifestazione, viene malmenato e ferito. 23 Lecco: dopo l'inaugurazione
di una sezione della Giovane Italia i fascisti si scagliano contro la folla.
L'accoltellatore Roberto Bravi viene arrestato per la seconda volta. 23
Palermo: aggredito e ferito uno studente. 23 Milano: dopo
un comizio di Franco Servello un corteo di missini si scontra con la polizia. Un nutrito
gruppo di teppisti attacca a sassate la sede della UIL di via Salvini e ferisce il sindacalista Silverio
Pizzaglia. 23 Milano: al casello dell'autostrada la polizia intercetta un
camioncino con 17 picchiatori armati di sbarre
e catene guidati dal vecchio fascista Nicola Parpagliolo e dal mazziere Giuseppe
Canzoneri. 27 Pachino (SR): tre comunisti feriti da una bomba esplosa
davanti alla sezione del partito. 29 Milano: un gruppo di fascisti
aggredisce tre lavoratori davanti alla Camera del Lavoro. Tra gli
aggressori viene arrestato per la terza volta Roberto Bravi, noto accoltellatore. 30
Milano: irruzione notturna nel Bar Magenta, frequentato da studenti di Lotta Continua.
I mazzieri
devastano il locale, malmenano il vecchio proprietario e rubano a una ragazza la borsetta e una macchina
fotografica. 30 Sassari: un gruppo di missini che attende l'arrivo del
segretario Almirante malmena all'aeroporto il
segretario della federazione comunista Salvatore Lorelli. 31 Milano: una
carica esplosiva di oltre due chili, collocata durante la notte accanto a uno degli ingressi
secondari dell'Università statale, provoca ingenti danni all'interno
dell'edificio. 31 Firenze: fitto lancio di pietre e bottiglie dalle finestre della
sede del MSI contro la folla che protesta
per un comizio tenuto da un dirigente del FUAN: 11 feriti. 31 Varese:
spaccati a sassate i vetri della sede della CISL e della federazione comunista.. 1 feb.
Modena: attentato notturno alla federazione del PCI, con tentativo di
incendio. 1 Reggio Emilia: aggressione e ferimento del sindaco comunista
Bonazzi. 2 Roma: un gruppo di squadristi del FUAN ferisce lo studente
Antonio Balasone. 3 Napoli: lo studente Domenico Puddu gravemente
ferito in via Sevil Di Porto. 3 Pavia: spaccati a sassate vetri e insegna della
sede della UIL. 4 Catanzaro: quattro bombe contro la folla che protesta
contro gli slogan provocatori diffusi dalla sede
del MSI. Ucciso il muratore socialista Giuseppe Malacaria. Dodici feriti di cui due
gradi. 4 Napoli: aggressione all'Istituto Magistrale Margherita di Savoia
e al Liceo Vico: tre studenti feriti di cui
uno gravemente. 4 Brescia: i fascisti, a cui è stato negato l'uso
del Salone della Cavallerizza per una conferenza del
direttore di Candido, Giorgio Pisanò, provocano una serie di incidenti e feriscono un agente di
polizia. 4 Roma: uno dei fascisti presenti all'inaugurazione della sezione
missina del Quadraro accoltella il
diciottenne Pietro Cossa. 5 Brescia: bottiglia incendiaria contro
l'abitazione del sindaco Boni che aveva rifiutato la concessione
della sala per la conferenza di Pisanò. 5 Roma: tentativo di
invasione fascista al Liceo Alighieri. 5 Roma: lo studente Paolo Ricci
ferito con una coltellata al viso da uno degli squadristi che assaltano il
Liceo Mamiani per impedire una protesta contro il delitto di Catanzaro. 5
Bari: studenti universitari aggrediti dopo un'assemblea di protesta per i fatti di
Catanzaro. 5 Messina: attacco con spranghe e catene contro un gruppo
di studenti: dieci feriti. 6 Cirò Marina: incendiata la sede della
Camera del Lavoro. 8 Trento: bomba-carta esplode di notte sul piazzale
dietro il palazzo della Regione. 8 Genova: una bomba danneggia un
edificio nello scalo marittimo. 8 Conegliano Veneto: due bottiglie
incendiarie lanciate contro la sede del PCI. 9 Genova: attentato
incendiario alla sede de "La Comune" in via Sant'Agnese.
Antifascismo anarchico
"Le provocazioni fasciste e poliziesche devono essere stroncate, la teppa squadrista deve sparire! I
libertari sono
sempre in prima fila quando lo scontro è necessario, e i fascisti lo sanno bene! Ma questo
è il compito minimale
di un programma rivoluzionario" (da un manifesto del gruppo libertario del Politecnico di Milano).
Cinturato al rogo
Milano. I pneumatici bruciati il 7 gennaio scorso nel magazzino "308-Prodotti finiti" della "Pirelli"
di viale Sarca
facevano parte di una commessa destinata agli Stati Uniti ma che non sarebbe mai stata consegnata al
cliente
perché già contestata. Le misure delle coperture andate a fuoco erano infatti diverse da
quelle montate sugli ultimi
modelli delle vetture americane. Questa notizia è circolata sia tra gli operai della "Pirelli" sia in
altri ambienti, ma
non è stata pubblicata dalla stampa.
Aggressioni fasciste a Trieste
Trieste - Il 10 febbraio si è svolto il processo contro sei giovani fascisti imputati di aver
partecipato
all'aggressione alla sede anarchica di via Mazzini 11 ai primi di agosto dello scorso anno. Quella sera
una dozzina di appartenenti alla "Giovane Italia" decisero di dare una lezione agli anarchici
per vendicarsi dei fatti di Trento, come dichiarò uno dei loro avvocati difensori. Diverse
volte qualcuno aveva tentato di sfondare la porta della sede senza riuscirci. Questi tentativi
avvenivano mentre diversi compagni erano fuori Trieste. Quando i fascisti riuscirono ad entrare,
danneggiarono la sede finché trovarono una dura reazione nel
vecchio militante anarchico Umberto Tommasini, unico presente in quel momento. Pur essendo una
mezza dozzina i fascisti tentarono di raggiungere arditamente la via di uscita mentre il compagno li
picchiava con decisione. Sulle scale venivano visti da un inquilino che ne fermava due e li
consegnava alla polizia. Tra i partecipanti alla ingloriosa "spedizione punitiva" c'era un fascistello di
nome Claudio Scarpa molto
noto agli studenti triestini per le sue azioni squadriste e le continue provocazioni. Costui pur avendo
notoriamente promosso ed eseguito numerose aggressioni continuava a circolare liberamente, sicuro di
godere sempre dell'impunità e della protezione degli esponenti fascisti molto influenti a
Trieste. L'azione di questi personaggi contribuiva ad aggravare le notevoli difficoltà di un
lavoro politico
soprattutto tra gli studenti medi triestini. D'altronde questi fatti avevano assorbito gran parte della nostra
attività a causa della necessaria risposta. La denuncia politica del ruolo dei fascisti veniva fatta
a livello
di massa con un volantinaggio capillare, unica forma possibile di risposta in un periodo di chiusura delle
scuole e di ferie nelle fabbriche. Oltre a ciò i compagni hanno ritenuto di non rinunciare alla
possibilità di una denuncia legale, pur
sapendo che la risposta migliore è sul piano della lotta politica di massa combattendo
contemporaneamente padroni, Stato e fascisti. Tuttavia anche gli effetti di un processo possono servire
a limitare le provocazioni fasciste. Lo conferma la nostra esperienza. Infatti, scritte, intimidazioni e
aggressioni sono scomparse non appena
alcuni capoccia fascisti sono stati oggetto di azione giudiziaria. Al processo i fascisti tenevano un
atteggiamento spavaldo e provocatorio. I loro avvocati, due del MSI
ed uno nazista, sostenevano addirittura che l'infelice azione era la conseguenza del temperamento
"idealizzato" degli aggressori i quali, non avendo obbedito agli ordini del MSI di non rispondere alle
"violenze" di Trento, si comportarono in "modo anarchico". Il compagno Mori dell'accusa metteva
in evidenza come lo sfruttamento dei giovani apprendisti (diversi
imputati erano tali) comporta una loro situazione di costante incertezza ed inferiorità. Le
condizioni
economiche e culturali derivanti da tali lavori (bassissimi salari e visione limitata dei rapporti sociali) sono
strumentalizzati dai fascisti per usare questi giovani contro i movimenti di sinistra e contro le lotte
operaie. Il compagno Tommasini, che testimoniava sull'aggressione, ricordava con forza che il
nemico
dell'emancipazione sociale non è costituito tanto da questi semplici esecutori ma dai loro
mandanti.
Contro di essi deve dirigersi la nostra lotta. Per aver detto queste parole "alzando troppo la voce" veniva
allontanato dai carabinieri. I giudici, dopo una lunga permanenza in camera di consiglio,
pronunciavano un verdetto di condanna: a Scarpa 1 anno e 4 mesi, ad un altro (che aveva dichiarato
alla polizia di aver infranto diversi vetri) 10
mesi con i benefici; per 3 il perdono giudiziale. Uno degli imputati era assolto per insufficienza di
prove. I baldanzosi giovani, anche se visibilmente contrariati per la sentenza inattesa, si sono
allontanati dal
tribunale cantando "Allarmi siam fascisti!" ma è bastato che alcuni compagni si facessero vedere,
per
zittirsi immediatamente.
Ancora un processo a Valpreda
Insieme con altri cinque imputati, Pietro Valpreda sarà processato il 20 marzo a Roma,
dovendo
rispondere del reato di vilipendio alla Magistratura. L'accusa si riferisce al testo di un volantino diffuso
in occasione dello sciopero della fame, organizzato da alcuni anarchici romani per solidarietà con
i
compagni arrestati per gli attentati fascisti del 25 aprile a Milano. È questo il terzo processo
intentato
contro Pietro Valpreda, detenuto a Regina Coeli, in attesa che abbia luogo il processo per la strage di
Milano.
Valpreda chiede il patrocinio gratuito?
Per fotocopiare diciassette volumi di verbali e documenti processuali occorrevano oltre 3 milioni di
lire,
senza dire di tutto il resto. Il sistema giudiziario italiano è fatto così: se sei innocente devi
dimostrarlo, e
per dimostrarlo devi intanto pagare tutte le spese per documentarti. Questa giustizia cartacea, che impone
a un imputato (o al suo avvocato) di leggersi e quindi copiarsi diversi chilogrammi di parole e di scrittura
leguleia, è indice di un determinato tipo di civiltà: la "civiltà" della vuota parola,
della retorica e del
sotterfugio verbale, che ha il preciso compito di far dimenticare la civiltà sostanziale, la
realtà umana,
quella dei fatti, che non hanno bisogno di chilogrammi di parole per essere giudicati. Valpreda, per
non essere schiacciato da diciassette ponderosi volumi, chiede allo Stato italiano di potere
usufruire della stiracchiata norma di legge "a favore dei poveri" (quella stessa legge, il gratuito patrocinio,
che è stata definita una vera e propria "ipocrisia costituzionale"). E Valpreda è non solo
povero, è
INNOCENTE.
Obiettori di coscienza
Roma 9 febbraio.
Si è tenuta la conferenza stampa degli obiettori di coscienza: Neno Negrini di Olgiate, Mario
Pizzola di
Sulmona, Alberto Trevisan di Padova, Giuseppe Amari di Voghera, Gianfranco Truddaiu di
Vigevano. Nel corso della conferenza i cinque giovani hanno così motivato il loro rifiuto ad
indossare la divisa: "... ci rifiutiamo di collaborare in qualsiasi forma con le strutture che fanno da
pilastri all'attuale sistema
sociale, a cominciare da quelle che non servono assolutamente al popolo. L'esercito è senza
dubbio una delle peggiori strutture ed è per questo che crediamo importante rispondere
con un netto rifiuto all'ingiunzione di partecipare al suo mantenimento e rafforzamento. Ogni anno
300 mila giovani devono subire nell'esercito la logica dell'obbedienza cieca, della non
partecipazione alle decisioni, dell'inquadramento che vieta lo sviluppo di ogni capacità critica:
devono cioè
superare l'ultimo esame per diventare dei buoni servi del sistema. Le forze armate (polizia,
carabinieri, esercito) servono per la repressione sui cittadini che cercano lo
spazio per un libero sviluppo e una vera giustizia sociale: infatti nella sola Italia, negli ultimi 20 anni,
più
di cento lavoratori sono stati assassinati perché si ribellavano alle leggi dei padroni. Quattro
miliardi e mezzo al giorno spesi per il mantenimento dell'esercito sono un crimine permanente
ai danni del popolo. L'industria bellica è produzione di beni inutilizzabili per la creazione di
vero benessere della gente, e
quindi furto continuo ai danni della popolazione e doppio sfruttamento per gli operai che ci
lavorano". E terminano la loro dichiarazione "... siamo quindi fermamente intenzionati a continuare,
in sostituzione
del servizio militare, il nostro lavoro con la gente che vive in condizioni di sfruttamento e di sotto
sviluppo, al fine di costruire delle strutture realmente autogestite, che costituiscano l'alternativa a quelle
esistenti e che diventino uno strumento di lotta anticapitalista".
Manifestazione anarchica a Treviso
Treviso - Il 14 febbraio c'è stata una manifestazione a favore del compagno Tito Pulsinelli
che si trova
nel carcere locale, promossa dall'Organizzazione Anarchica Veneta. Alla manifestazione, iniziata alle
11 davanti al tribunale, sono confluiti una cinquantina di anarchici di
Treviso e dintorni, con la partecipazione di altri compagni veneziani. La manifestazione che aveva
lo scopo di far conoscere la situazione assurda, vergognosa e criminale dei
compagni innocenti che marciscono nelle galere in seguito agli attentati dei fascisti dell'Aprile '69,
è stata
la prima prova di forza del gruppo trevisano. Da un anno a questa parte crescono e si moltiplicano
gruppi anarchici sia nelle città che nei centri di
provincia del Veneto, preoccupando poliziotti, magistrati, borghesi, sindacalisti, fascisti e
marxisti-leninisti... Questa manifestazione non è che l'inizio di una serie di altre dimostrazioni
che verranno in seguito attuate
per continuare la lotta di solidarietà in favore dei compagni anarchici in galera.
TV e fascisti
Dopo l'infelice sortita di De Feo di qualche tempo fa, i burocrati e i privilegiati di ferro della RAI-TV
sono di nuovo venuti fuori. Questa volta tentano la carta sindacale. Carpita la buonafede di un gruppetto
di lavoratori, con la scusa del nuovo sindacato "apolitico" stanno tentando di costituire al CP-TV la
sezione CISNAL. L'on Roberti ha chiesto all'Intersind di appoggiare la richiesta fascista. È
successo, però,
che in occasione dell'assemblea indetta dai lavoratori per protestare contro il crimine fascista di
Catanzaro,
uno dei promotori, un certo Rodìo, è stato chiaramente accusato di introdurre
subdolamente la CISNAL
alla RAI-TV e messo in difficoltà dagli stessi lavoratori che avevano creduto
all'"apoliticità" del nuovo
sindacato. In tutto questo non è chiaro il gioco della CISL (per non parlare degli altri
sindacati). Mentre da una parte
si dichiara "antifascista", ecc., nei conciliaboli segreti non disdegna il colloquio sindacale coi fascisti,
specialmente con quei burocrati nostalgici, che sognano un regime forte all'interno dell'azienda. Basti
citare un solo episodio. Lo scorso anno, un gruppo di lavoratori iscritti alla CISL, dinnanzi al
collaborazionismo corporativo dei dirigenti sindacali, avevano deciso di costituire una nuova corrente,
detta appunto "Gruppo di Rinnovamento". La direzione nazionale della CISL mandò allora alla
TV un
commissario, per valutare le ragioni della spaccatura. Conclusione: detto "commissario" (si chiama
Giachi) mise brillantemente a frutto la sua ispezione; fu eletto segretario nazionale e
contemporaneamente
assunto alla RAI con elevatissimo stipendio. "Gruppo di Rinnovamento", naturalmente, fu
sconfessato.
Giappone
I nostri compagni giapponesi hanno fondato un centro di ricerca sull'anarchismo nell'intento di
riunire e
classificare tutti i documenti relativi alla storia del movimento in questa parte del mondo e metterle a
disposizione dei ricercatori e dei militanti. Essi si propongono egualmente di tradurre e pubblicare articoli,
studi, opuscoli già pubblicati in altre lingue per diffonderli presso di loro. Secondo un
rapporto della polizia pubblicato ai primi di gennaio, l'agitazione studentesca, che ha
conosciuto una pausa nel 1970 dopo che 5.933 studenti "solamente" sono stati arrestati nel 1970 (in
luogo dei 14.000 del 1969), potrebbe riprendere con maggior vigore nel corso del 1971. Non
c'è dubbio infatti che il ritorno di Okinawa e dell'arcipelago dei Kyu - Kyu al Giappone
sarà il
"cavallo di battaglia" di tutta l'estrema sinistra giapponese. Già dei violenti scontri hanno avuto
luogo a
Okinawa, dove dei manifestanti - contadini e studenti - armati di pietre e di bambù, hanno
attaccato
accampamenti americani.
Convegno dei gruppi anarchici federati
Torino, 24 gennaio - Presso la sede dei Gruppi Torinesi "La Comune" e "Azione Anarchica" si
è tenuta
l'Assemblea dei Gruppi Anarchici Federati. Oltre a questioni di carattere pratico (quali la vigilanza
rivoluzionaria contro infiltrazioni e provocazioni,
la collaborazione alla nostra rivista, ecc.) l'assemblea ha discusso sul tema "Le unità produttive
libertarie". La relazione su questo punto è stata svolta dai gruppi torinesi ed ha tratteggiato
la possibilità di porre le
basi per la rivoluzione attraverso la costituzione di aziende e comunità libertarie che costituiscano
il tipo
di organizzazione delle "comuni": abolizione della divisione tra lavoro manuale e intellettuale, rotazione
degli incarichi, decisioni collettive, ecc. Interessante, tra l'altro, l'accenno alla riduzione dei costi di
produzione che si otterrebbe nelle aziende
organizzate egualitariamente. È seguita un'ampia discussione (pro e contro la "teoria delle
comuni") che ha mostrato l'interesse di tutti
i compagni a questa forma di edificazione del processo rivoluzionario. La prossima assemblea dei
G.A.F. avrà come argomento teorico "L'anarco-sindacalismo ed i consigli
operai". I G.A.F. sono una federazione che unisce alcuni gruppi operanti nell'Alta Italia. Altre
organizzazioni del Movimento Anarchico Italiano sono la F.A.I., (Federazione Anarchica Italiana)
ed i G.I.A. (Gruppi di Iniziativa Anarchica).
Il potere ha paura delle verità scritte sui muri
Quanto riportiamo qui di seguito è la dimostrazione che ai padroni dà molto fastidio
ciò che i
rivoluzionari comunicano agli altri proletari tramite scritte e manifesti murali.
Prot. n.12.B11/11815 Gab. PREFETTURA DI MILANO Milano, 30 ottobre 1970 Ai
Signori SINDACI DEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI MILANO OGGETTO:
SCRITTE ABUSIVE SU EDIFICI CITTADINI.
In questi ultimi tempi si è accentuato il malcostume di deturpare gli stabili cittadini con scritte
di
propaganda politica, emblemi di parte, epiteti ingiuriosi scambiati fra opposte fazioni. Tali episodi,
oltre a costituire un illecito penale, mortificano le più elementari esigenze di decoro dei centri
urbani e sono motivo di critica dell'opinione pubblica non solo nei confronti dei responsabili, ma anche
verso i pubblici poteri cui viene addebitata trascuratezza o indifferenza di fronte al deprecabile
fenomeno. Come è noto, l'obbligo di provvedere alla cancellazione delle iscrizioni abusive
fa carico alle
Amministrazioni comunali che, salvo il risarcimento dei danni da parte dei responsabili (art.185 c.p.),
vi
sono tenute a norma dell'art. 91, lett. c., n. 2 del T.U.L.C.P. 1934, nel quadro dei servizi relativi alla
nettezza delle pubbliche vie e piazze, nella cui nozione deve intendersi compresa anche la eliminazione
di ogni deturpamento ed imbrattamento degli edifici cittadini. In relazione a ciò si richiama
l'attenzione della SS.LL. sulla necessità che alla eliminazione delle scritte,
emblemi e disegni abusivi venga provveduto con mezzi adeguati e con immediatezza, ogniqualvolta se
ne presenti la necessità, utilizzando personale esperto. Questa Prefettura ha impartito nel
contempo disposizione agli organi di polizia perché sia intensificata
la vigilanza per la prevenzione di tali illeciti comportamenti e per la identificazione dei responsabili ai fini
della loro denuncia all'autorità giudiziaria. Si prega assicurare.
IL PREFETTO (Mazza)
A questa lettera i compagni del gruppo di intervento "Società libertaria" hanno risposto con
una lunga
lettera portante come intestazione "Signor Sindaco attento al tuo fascismo latente" dove, tra l'altro, oltre
a rigettare la provocazione di essere messi sullo stesso piano della teppa fascista, si prende lo spunto per
attaccare la politica attuata dal Sindaco di Melzo (PSI) e di tutti coloro che si sono serviti della resistenza
per instaurare il proprio potere.
Chi c'è dietro i fascisti di Varese
Varese. Il movimento fascista per la Costituzione repubblicana, di Giacomo De Sario, che ha la sua
sede
a Varese di fronte al palazzo comunale, è finanziato dai commercianti varesini. Si tratta del
minore fra
i due gruppi neosquadristi del Varesotto. Oltre a De Sario, ne è figura rappresentativa Aldo
Mariotti,
proprietario del ristorante "Impero" di via Dazio Vecchio. L'altro gruppo, il più numeroso, fa
capo ai
fratelli Luigi e Giulio Federiconi, figli di un reduce dalla Libia. Conta su una cinquantina di squadristi
che
provengono dai paesi del circondario e sembra percepiscano 15 mila lire a testa per ogni "spedizione".
Il denaro per queste bande proviene direttamente da alcuni industriali di Varese, tra i quali si indica con
certezza l'industria di confezioni Bianchi. Per quanto riguarda la "Ignis-Ire" di Cassinetta, vi sono attivi
una ventina di fascisti il più in vista dei quali è il venticinquenne Giuseppe Canzoneri,
ex-comunista, uno
dei diciassette arrestati alle porte di Milano il 23 gennaio su un pullman carico di manganelli e sbarre di
ferro. La figura più importante del neofascismo dentro la "Ignis" è però indicata
nel capo del personale
dottor Vittoriano Zambrini, fiorentino. Un altro centro neofascista è attivo a Luino, intorno
alla persona del ragionier Ferdinando Bossi, uomo
di spicco nel periodo della repubblichetta di Salò. Il 10 febbraio è stato arrestato a Luino,
per detenzione
d'armi, l'ex-assicuratore Calogero Di Stefano, cinquant'anni, esponente del MSI. Il segretario del MSI
di
Luino si chiama Benito Gatti.
Penitenza dura per il soldato ateo
Pavia. Un soldato in forza alla caserma "Rossani" rischia sei anni di carcere per essersi
rivoltato contro
l'ingiunzione di un maresciallo. Si tratta del soldato Passeretti, il quale il 10 gennaio scorso, non essendosi
recato in chiesa, si è sentito dire dal maresciallo capo Bozzolini che doveva o andare a messa o
spalare
la neve. Il soldato ha reagito dicendo che non accettava questa alternativa. È stato rinchiuso in
cella di
rigore e deferito alla corte marziale dal tenente colonnello Pasteris che comanda la caserma
"Rossani".
Il picchettaggio degli avvocati al palazzo di giustizia di Milano
Milano, 4 febbraio - Nel quadro dello sciopero dei professionisti, gli avvocati si sono resi più
meritevoli
di nota con il loro comportamento da perfetti fascisti. Questi i fatti: Al termine dell'assemblea in cui
erano state stabilite le modalità dello sciopero, gli avvocati
picchettavano gli ingressi del tribunale (quando gli operai picchettano le fabbriche, questi uomini d'ordine
si indignano per l'oltraggio fatto alla "libertà di lavoro") e partivano verso l'aula dove si svolgeva
il
processo ai compagni arrestati per i fatti di via Mac Mahon con l'intento di farlo sospendere. Va
notato, tra l'altro, che quello non era il solo processo che si celebrava quella mattina, ma gli avvocati
scioperanti al grido di "fuori i comunisti" invadevano l'aula dopo aver travolto (si fa per dire) i carabinieri
di guardia all'entrata che non opponevano alcuna resistenza. All'interno gli avvocati difensori dei
compagni reagivano con fermezza agli insulti e agli spintoni degli
avvocati fascisti. I carabinieri non intervenivano in alcun modo, tanto che dal pubblico presente
partivano frasi come "per
molto meno siamo finiti in galera", ed infine veniva ritmato "Vittoria, Vittoria" per invitare il
vice-questore Vittoria (presente in aula come testimone) ad esibirsi in uno di quegli show che i militanti
della
sinistra extra-parlamentare conoscono così bene. Ma quando si tratta di fascisti il vice-questore
ha il cuore
tenero. Osserviamo, di sfuggita, che il giorno successivo l'avvocato Nencioni, uno degli scioperanti,
ha infranto
lo sciopero per difendere alcuni squadristi fascisti.
Paraguay
La A.I.J.D. (associazione internazionale dei giudici democratici) ha annunciato in un comunicato
che 14
prigionieri politici effettuano in questo momento uno sciopero della fame per protestare contro le
condizioni atroci della loro detenzione. "Tutti in condizioni gravi sono incatenati nelle loro celle". Il
comunicato aggiunge che "esiste in questo paese una vera e propria scuola di tortura diretta da vecchi
criminali di guerra nazisti e che sono stati ripescati nel fiume Paranà, alla frontiera Argentina,
nel corso
dei mesi precedenti, più di 100 cadaveri orribilmente mutilati".
Cuba - Il lavoro (forzato) per tutti grazie alla rivoluzione cubana
Una nuova legge è stata promulgata in base alla quale tutti gli uomini disoccupati dai 17 ai
70 anni (tranne
gli studenti) possono essere condannati ai lavori forzati per una durata da 6 a 8 anni. I "disoccupati"
saranno costretti a lavorare in centri di "rieducazione"; naturalmente i lavoratori che avranno
abbandonato
il loro impiego per più di 15 giorni senza giustificazione potranno egualmente beneficiare di
questa legge
e fare un soggiorno più o meno lungo in uno di questi centri di rieducazione.
Troppo riserbo per il traffico d'armi
Como. A uno dei valichi italo-svizzeri sono stati fermati, nel mese di gennaio, alcuni giovani con un
camioncino carico d'armi. Interrogati dalle guardie di confine, i giovani avrebbero detto di essere degli
estremisti di sinistra e di avere ricevuto da un organizzazione "maoista" l'incarico di introdurre in Italia
le armi. Successivi accertamenti della polizia politica avrebbero, invece, permesso di identificare nei
giovani altrettanti neosquadristi. Sta di fatto che la notizia del fermo e del carico sequestrato è
stata
immediatamente bloccata e non è ancora apparsa su alcun giornale. Un episodio in parte analogo
avvenne
mesi fa: la notizia del sequestro di un camioncino targato NA, carico d'armi, nei pressi di Milano venne
data in un notiziario radiotelevisivo, ma non fu più ripetuta, né si seppe, attraverso i
giornali, il corso e
l'esito delle indagini relative.
Le grandi manovre della repressione
Trento, sabato 13 febbraio. Lo stato italiano ha voluto fare sfoggio della potenza del suo apparato
repressivo. Di fronte ad un corteo di circa millecinquecento giovani (Lotta Continua, anarchici ed
altri), ha schierato
tremila carabinieri, il terzo celere e... l'aviazione (un elicottero ha guidato le grandi manovre). Com'era
prevedibile, l'esibizione preludeva a violenti attacchi ai manifestanti. Carabinieri e poliziotti, inseguendo
i giovani compagni per bastonarli e arrestarli, sfasciavano alcuni locali pubblici e lo studio di un
avvocato.
La Redazione
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