Rivista Anarchica Online
Processiamo il papa!
di Francesco Berti
Anche quest'anno, dal 19 al 23 agosto, si è tenuto a Fano il Meeting Anticlericale. Ne parliamo con due
degli
organizzatori.
Undici volte Meeting. Anche quest'anno, nonostante innumerevoli
difficoltà organizzative, l'ostilità manifesta
della giunta comunale di Fano e del sindaco Giuliani, il clima di intimidazione politica causato dalla assurda
condanna ad otto mesi di carcere comminato dal tribunale di Pesaro ai compagni Francesca Palazzi Arduini e
Federico Sora del circolo Papini per vilipendio a capo di stato estero, tale W. C. (Wojtyla Karol), si è
ugualmente tenuto, presso la Rocca Malatestiana, dal 19 al 23 Agosto, il consueto appuntamento anticlericale.
Cinque giorni di festa, dibattiti, concerti, spettacoli teatrali, convivialità, in un clima sereno e
propositivo: ormai
il Meeting è il punto fisso di ritrovo degli anticlericali italiani, oltreché l'unica festa nazionale
del movimento
libertario italiano, anche se molti compagni e gruppi anarchici si rifiutano di partecipare, non trattandosi di una
festa esclusivamente anarchica. La partecipazione sia della gente del luogo, sia delle compagne e dei compagni
che venivano da fuori, è stata molto buona: centinaia di persone ogni giorno, con punte massime di
qualche
migliaio di persone nelle serate di venerdì e sabato. Come sempre accade in questo tipo di raduni, la
partecipazione è stata inferiore per i dibattiti piuttosto che per i concerti. Vi è però da
dire che alcuni interventi
sono stati molto seguiti, soprattutto quelli della giornata di sabato, incentrati sulla nuova destra,
sull'antisemitismo e le sue radici cristiane. Per avere una idea più diretta di quanto è accaduto,
rivolgiamo alcune
domande alle compagne e ai compagni del circolo Papini di Fano.
Questo undicesimo meeting anticlericale è stato sicuramente positivo sotto molti punti
di vista, ma ha
ancora una volta evidenziato tutta una serie di problemi - organizzativi e politici - che si erano manifestati
anche nelle precedenti edizioni. Potreste descrivere brevemente gli aspetti positivi e negativi che sono
emersi quest'anno?
Federico Sora - Il Meeting anticlericale è sempre stata una festa «libertaria», abbiamo
però da sempre preferito
che la caratterizzazione «anarchica» emergesse più dai contenuti e dall'impostazione che dallo sventolio
delle
bandiere. Abbiamo avuto limiti organizzativi (e politici) che non sempre ci hanno fatto raggiungere l'obiettivo.
Forse anche quest'anno la caratterizzazione anticlericale della festa era in tono minore. Ripercorrere idealmente
i luoghi della festa è emblematico: all'entrata c'era il «Menù Eretico», molto pubblicizzato dalla
stampa ma al
quale non vorremmo affidare l'esclusiva dell'anticlericalismo del 2000, poi c'erano le bancarelle, i concerti, le
tende, solo alla fine arrivavano delle mostre (una solo, su tre, chiaramente anticlericale) e, più in alto,
il salone
della libreria (dove durante il giorno si svolgevano i dibattiti), quale idea si poteva formare il semplice
visitatore? L'esperienza di quest'anno ha evidenziato problemi già presenti, è emersa ancora
una volta la
diversità dell'approccio dei partecipanti al meeting, molti attirati solo dai concerti gratis, dai momenti
di
socializzazione e di incontro, forse anche dalle «attrattive turistiche locali», più che dall'interesse sui
contenuti
anticlericali. In passato questo però è stato un «problema» solo in particolari situazioni, il limite
mostrato in
questa edizione è il «consumismo» con cui molti affrontano l'appuntamento. Alcuni sono interessati
al
«mercato» (non sempre si tratta di Autoproduzioni), altri si interessano solo al «bere»...tanti comunque
accomunati dallo scarso rispetto verso l'ambiente e verso i rapporti umani e politici. Dal punto di vista
strettamente organizzativo il problema principale è l'esiguità delle risorse rispetto alla continua
crescita
dell'iniziativa (rispetto allo scorso anno presenza e consumi sono aumentati del 25%, contribuendo così
all'assorbimento del notevole aumento dei costi, affitto spazi e spese postali per l'invio del «Peccato»
principalmente). Quello che è ancora una volta mancata è la collaborazione attiva e solidale
dei compagni del
movimento, non che questa non ci sia stata, ma dovrebbe essere presente TUTTO L'ANNO. Se ormai il meeting
è un appuntamento nazionale del movimento, è ora di superare l'aiuto a parole e di collaborare
veramente alla
costruzione ed organizzazione del meeting. L'Associazione per lo Sbattezzo durante questi ultimi anni non
riesce ad esprimere una proposta politico-culturale, mentre non riesce bene a curare il Meeting anticlericale.
Vorremmo cogliere l'occasione di questa intervista per aprire un dibattito, sollecitiamo interventi, osservazioni
e critiche ma anche disponibilità concrete e collaborazione attiva (inviando lettere alla stampa ed al
nostro
Circolo di Fano).
Federica Palazzi Arduini (Dada Knorr) - Come ho già tentato di spiegare su «Il
peccato 6», giornale
dell'Associazione per lo Sbattezzo, per me il negativo macroscopico di questa edizione è stato l'evidente
spregio
dei compagni per le opinioni politiche di chi al meeting viene magari per aiutare quando può, anche se
(sua
culpa) non partecipa alle riunioni nazionali, e per le compagne femministe. Compagne che vengono tutti gli anni
per aiutare, e partecipano anche a riunioni a Fano, si sono ritrovate a dover assistere (e poi pulire) alla
performance con carne macinata «Cupio Dissolvi» organizzata da un tipo con velleità sadomaso, a
spese del
meeting, malgrado il dissenso politico sull'iniziativa fosse EVIDENTE già dall'anno scorso. Il tira a
campare
di molti compagni sul meeting svela un amore, non apertamente dichiarato ma evidente dalle iniziative accettate
e pagate, per l'antifemminismo ed il volgare, per finte «aperture» alla sessualità che altro non sono che
retro-libertinismo e cazzate (era già successo in passato il «polverone» sulla sessualità con la
pseudo sessuologa
radicale Pezzilli), compagni che se ne fregano altamente della solidarietà contro gli stupri o con le
iniziative
femministe, sono pronti ad accorrere e a pagare iniziative di «spettacolo» che attraggono piccolo borghesi
curiosi delle lamette e dei quarti di bue, pubblicizzate da una donna con un asparago (sic) in bocca.
Una delle novità contenute in questa edizione è stato il tentativo di allargare
il dibattito e la discussione
ad altre tematiche - come quelle relative al neonazismo o al ruolo delle multinazionali nell'economia
mondiale - che hanno poco o nulla a che vedere con l'anticlericalismo. Quali motivazioni vi hanno spinto
a questo allargamento di campo? Qualcuno potrebbe pensare che dopo dieci edizioni dedicate quasi
esclusivamente all'anticlericalismo vi fosse ancora poco da dire in merito; qualcun altro, ancora più
cattivo, potrebbe pensare che voi riteniate l'anticlericalismo una battaglia superata, e che piano piano
vogliate trasformare il meeting in una più sfumata festa «antagonista»...
Federico Sora - I motivi di questa novità sono diversi, spesso si
è osservato, all'interno del movimento anarchico
e all'esterno, che occuparsi esclusivamente di anticlericalismo era un «limite». Come Circolo Culturale noi ci
occupiamo anche di tanti altri argomenti, ma l'iniziativa più visibile rimane il Meeting Anticlericale;
per dare
una risposta «positiva» alle osservazioni abbiamo cercato di collegare le tematiche tradizionali anticlericali ai
temi di interesse generale. Es. parlando dell'attuale situazione politico/sociale con il riemergere di vecchie e
nuove destre si è approfondito il ruolo della Chiesa Cattolica di complicità con i regimi fascisti
e di copertura
dell'espatrio di gerarchi nazisti come il collegamento attuale tra le frange integraliste cattoliche e i movimenti
neonazisti.
Dada Knorr - Alle riunioni nazionali si è invece evidenziata la rottura (anche di
scatole) tra compagni fanesi
e di altre città in merito al rapporto tra anarchici e libertari ed anticlericali in genere: alcuni compagni
fanesi
hanno presentato l'allargamento delle tematiche del meeting come una questione di principio, mentre
l'organizzazione poi del «fuori tema» è stata in realtà del tutto snobbata, male organizzata, od
organizzata in
modo da non coinvolgere i compagni anarchici e libertari che si interessano di queste tematiche. Io penso che
i compagni più giovani dovrebbero fare molta attenzione a snobbare le tematiche anticlericali, se in
quelle non
riconoscono il messaggio di libertà che coinvolge anche loro per come vivono il sesso, la famiglia,
l'integralismo. Inoltre i compagni che vogliono fare del meeting un luogo ove si parla di tutto dovrebbero
chiedersi se gli interessa parlarne con un taglio anarchico e libertario (seppure tra diverse versioni!) oppure se
basta loro solo «fare tendenza» e parlare di ciò che va adesso per la maggiore, invitando il primo che
capita a
tenere banco. Quando si diventa, come noi, una «tradizione», bisogna sapersi chiedere se, come la tradizionale
chiesa cattolica, stiamo sacrificando i contenuti alla forma.
Una delle contraddizioni a mio avviso più evidenti del meeting sta nel fatto che da un
lato vi è un evidente
tentativo di coinvolgere individui e forze laiche e di sinistra nella discussione e nella festa, cosa che
determina una sfumatura dei caratteri anarchici della stessa, dall'altro vi è però ancora uno
scarso
interesse per l'iniziativa da parte della sinistra istituzionale e rivoluzionaria (sedicente tale), mentre la
componente anarchica e libertaria è ancora la parte più numerosa e attiva del meeting, sia per
quanto
riguarda la gestione degli spazi e dei servizi - cucina, libreria - sia per quanto riguarda la partecipazione.
Non ritenete che questa soluzione, senza riuscire ad ottenere l'interesse sperato nei primi, possa
scontentare i secondi?
Federico Sora - La caratteristica positiva da sempre presente al Meeting Anticlericale
è che tutti si trovano a
loro agio in questo spazio, giovani e vecchi, anarchici e non, ecc. In quali altre occasioni è possibile
questo
scambio? Tra tante cose negative questa caratteristica positiva ci è stata sempre riconosciuta, e
vorremmo
mantenerla.
Dada Knorr - In Italia abbiamo una sinistra quasi del tutto cieca, per motivi elettorali e di
comunanza col
perbenismo cattolico, alle angherie ed ai privilegi della chiesa cattolica, questi pidiessini non sono molto diversi
dal Craxi che firmò il nuovo concordato, se non in una aleatoria culturale della «sospensione del
giudizio» che
li porta a scansare l'integralismo, ma a partecipare fianco a fianco col clero alle celebrazioni istituzionali, e ad
entrare in aula sotto un bel crocefisso, dall'altro lato abbiamo ancora gli antireligiosi fobici (e spesso fobici di
tante altre cosette), che definiscono baciapile tutti coloro che invece sanno stare in una definita battaglia per la
libertà delle e dalle religioni, che lasci a tutti il pieno diritto di esprimersi Al di là (sic) dei
giudizi etici, estetici,
e politici sulle religioni d'ogni genere. ( ... )
Quali sono i motivi principali che, secondo voi, rendono la lotta anticlericale ancora
importante, in una
società dove la secolarizzazione e la laicizzazione dei costumi sembrano rendere sempre meno influente
il ruolo della chiesa, e dove gran parte degli individui sembra indifferente agli appelli anacronistici delle
gerarchie ecclesiastiche contro la contraccezione, l'aborto, il divorzio, ecc.? L'attenzione morbosa e
ossessiva del papa e della chiesa per i problemi del terzo e quarto mondo - vedi conferenza del Cairo -
sembrano infatti dettati dalla consapevolezza che la battaglia per la cristianizzazione dell'occidente è
ormai persa, e che la chiesa cattolica rischia di perdere terreno anche nei paesi poveri, perlomeno in
Africa, dove le masse diseredate subiscono maggiormente il fascino dell'integralismo nazionalistico
islamico...
Federico Sora - Una delle massime cariche politiche dello «Stato», al meeting degli
integralisti di CL, dichiara
che le regole della società devono soggiacere al volere di «DIO», non un Dio qualsiasi, ma quello vero
e giusto
dei cattolici e invita, abbandonando i vecchi legami del partito dei cattolici, ad una partecipazione attiva dei
«cattolici» alla vita della società, un appello che assomiglia all'invito per una nuova Teocrazia. La
posizione
italiana alla Conferenza Internazionale sul problema demografico è subordinata alla posizione del
Vaticano. La
differenza è che molti «laici di buona volontà» sottovalutano questi avvenimenti e noi
preferiamo rispondere
in maniera attiva.
L'avvento al potere delle «destre», ed in particolare dei fascisti, ha ridato fiato alle forze
più intransigenti
del cattolicesimo, che vorrebbero rimettere in discussione tutta una serie di conquiste sociali, garantite
dalle leggi dello stato - come la 194 - che si pensavano definitivamente acquisite. Ritenete che questo
blocco reazionario, peraltro trasversale - tra i più convinti sostenitori della revisione della 194 ci sono
i
«progressisti» Orlando e Melandri - possa riuscire davvero a riportare l'Italia al clima clericale degli anni
'50? Come intendente muovervi in tal senso?
Federico Sora - Il clima in Italia è GIÀ da anni '50, lo sviluppo di uno stato
reazionario ed autoritario è una
realtà della quale molti, purtroppo, non si sono accorti. Non si tratta di gridare al lupo, chi fa tutti i
giorni attività
politica e sociale ne ha avuto ampie dimostrazioni, pagando di persona. Non se ne sono accorti coloro che
osservano i cambiamenti nella società guardando la TV. È necessaria una reazione «attiva»,
bisogna reagire,
non si può restare fermi. Invitiamo tutti, nei campi più differenti, ad evitare involuzioni parolaie
e perfezioniste
ma chiuse in se stesse. E' ora di mettersi in «movimento».
Dada Knorr - Spero che faremo insieme questo «processo» al signor Carol Voitila,
documentando e analizzando
la sua politica antisociale e xenofoba, imperialista e antifemminista. Sarà una occasione per dare la
parola a vari
esponenti di categorie sociali e politiche «offese», a ricercatori e ricercatrici che facciano del Papa una analisi
caratteriale e antropologica (io adoro trattare oggettivamente il papa, da residuo di un'epoca primitiva, poi
stiamo sempre a scoprire che le età della pietra nel senso negativo del termine non finiscono mai).
Un'ultima considerazione: l'incredibile vicenda giudiziaria che ha portato alla condanna di
Federico e
Francesca per vilipendio a W.C., una condanna in realtà politica al meeting e all'anticlericalismo, ha
trovato sinora una tiepida solidarietà negli stessi ambienti anarchici, e una quasi totale indifferenza nella
sinistra italiana. Anche questo è un segno dei tempi? Com'è possibile, infatti, che lo scempio
del diritto -
una condanna senza prove! -, la persecuzione della libertà di pensiero e di parola, sulle quali dice di
fondarsi la liberaldemocrazia, non turbino gli animi del popolo di sinistra, peraltro ormai avvezzo da anni
ad esaltare l'uso sbirresco ed inquisitorio del potere dei giudici, a partire dall'inchiesta «Mani Pulite»?
Federico Sora - La risposta è collegata alla precedente, la scarsa attenzione alla
vicenda della condanna per
vilipendio è il termometro della situazione, ancora non ci si è resi conto del mutato clima
politico/culturale,
molti continuano a pensare che sia un episodio limitato e circoscritto, che non tocca la generalità. Invece
questa
vicenda, unita a tanti micro episodi danno segnali ben evidenti. Chiediamo al movimento non una
solidarietà
generica contro le nostre condanne, ma una reazione ed una attenta vigilanza su tutte le forme di repressione
striscianti e non. In merito all'analisi politica sul ruolo dei giudici, almeno per gli anarchici, dovrebbe essere
simile, questo braccio del potere statale non sarà mai «sovversivo». Se qualcuno si aspetta che una
«rivoluzione» o un cambiamento a favore dei più deboli, dei lavoratori ecc., possa nascere da un potere
dello
stato è un illuso, a meno che questo «cambiamento» sia una ... cattiva sorpresa.
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