Rivista Anarchica Online
Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)
Blackbird Come costringere nel breve spazio di poche righe un così
bel disco, pieno di ottima musica (fatta però da non-musicisti), e così carico d'amore, di persone,
incontri, idee ed emozioni? Dall'altra parte del mondo, da Hong
Kong, ecco i Blackbird, un nome, quello del gruppo/progetto di Guo e Cassi, già passato attraverso queste
pagine,
eppure così irrimediabilmente lontano. Dopo dodici anni di attività e quattro album pubblicati
su cassetta, ecco questo Uniracial subversion, un compact
disc. Innanzitutto, come non compiacersi dell'attrito evidente tra il formato tecnologico così
all'avanguardia e
la confezione di carta pesante fatta a mano, bella della bellezza delle cose semplici? E ancora, come non restare
a bocca aperta davanti a questa affascinante mescolanza tra est ed ovest sia in senso grafico (ideogrammi cinesi
e parole in lingua inglese che, attraverso i testi delle canzoni, sanno disegnare mirabilmente i pensieri) che in
senso emotivo e sonoro? Di sé stessi, i Blackbird danno una definizione stringata ed esplicita: «Siamo
un
collettivo antiautoritario e libertario che fa musica. Non siamo dei professionisti, e intendiamo riappropriarci della
musica strappandola dagli artigli dell'industria dello spettacolo.». E ancora, leggendo dalle loro note
biografiche, danno la dimostrazione più semplice e solare che i confini possono essere scavalcati e
le distanze (tutte:
geografiche e culturali) rese invisibili: «Ci muoviamo secondo criteri di totale autogestione. Siamo sempre stati
etichettati esplicitamente come un gruppo politico e antiestablishment dai massmedia locali. Non abbiamo un
genere musicale stabilito, e la nostra musica va dal folk al punk, dal blues alla sperimentazione. I nostri testi sono
scritti in vari dialetti cinesi e in inglese.». E, riguardo all'imminente cambiamento politico ed economico (Hong
Kong passerà sotto il controllo della Cina comunista/neocapitalista nel 1997): «Ci interessa produrre
delle
provocazioni sonore che ispirino la gente ad una presa di coscienza della situazione, così che riprendano
in mano
la propria vita. Messi di fronte al cambio della guardia che avverrà tra poche centinaia di giorni, il nostro
collettivo spera di confrontarsi in una prospettiva libertaria con la realtà politica che si verrà a
verificare.». Parlando più specificatamente del disco, sono da sottolineare alcuni tratti caratteristici
davvero speciali: l'intero
progetto, pur mantenendo una forte identità che potrei superficialmente definire «cinese», è forte
di contributi internazionali. Il cd comprende un'unica suite lunghissima ed eterogenea, fatta di diversi passi
musicali realizzati
in collaborazione con musicisti, gruppi ed artisti provenienti da diversi paesi del mondo. Un bel progetto di
fratellanza universale che sfrutta le onde sonore: un viaggio attorno alla Terra che congiunge Hong Kong e
Praga, Manila e Torino, Zurigo e Montréal, Tokyo e piazza Tien An Men. Tra le partecipazioni, ci
tengo a segnalare
un'incredibile versione italo/cinese de «Il battito del cuore», originariamente pubblicata nell'album Il Giardino
delle Quindici Pietre dei Franti, qui trasformata in una canzone disperata da un sapiente lavoro in studio: «Il
popolo sono quelli che preparano il cibo e producono le armi per il governo. Il popolo sono quelli che vengono
ammazzati dall'esercito del governo, quelli che si nutrono del cibo del popolo e sono armati delle armi del popolo.
Gli assassini e le vittime sono gli stessi...». In conclusione, un'opera mirabile e importante sotto tutti i punti
di vista. Peccato che il cd non sia per ora
disponibile da questa parte del mondo: sono in corso delle trattative per la distribuzione, a proposito delle quali
vi terrò informati tramite queste pagine. Se la curiosità vi brucia (e fareste bene...) e proprio non
ce la fate ad
aspettare, scrivete a p. o. box 25244, Harbour Building, Hong Kong (senza specificare il nome Blackbird sulla
busta, per favore), oppure mandate un fax al numero 00852-29841964. I più attrezzati possono contattare
il
gruppo all'indirizzo di posta elettronica: lennyguo@asiaonline.net.
Istrales Il secondo e nuovo lavoro degli Istrales si
chiama Bisos e sorpassa davvero tutte le aspettative: parte proprio da
dove era terminato il primo ed omonimo cd egli ex-PSA, per proporre ancora dell'ottimo rock suonato con il
cuore e parole cariche di sentimento e poesia, ma con una marcia in più e una più raffinata
coesione. Sebbene si
usi ancora (e volentieri) la lingua sarda per costruire alcuni dei testi, il gruppo offre generosamente un suono vivo
che dalla Sardegna sa scavalcare il mare e fare il giro del mondo. Questo disco è concepito come una
collana fatta
di episodi alterni: canzoni strutturate in maniera per così dire «tradizionale» si accompagnano a
frammenti più
brevi, ognuno contraddistinto da una diversa voglia di sperimentare nei territori del suono e dello stile. «Bisos»
è chiaramente un grosso passo in avanti, ma non è solo questione di miglioramenti tecnici e di
maggiore
virtuosismo: la comunicazione è stata spostata su un diverso livello, certo più impegnativo di
quello generalmente
richiesto da chi fa dei dischi mettendo assieme qualche giro di chitarra e una manciata di endecasillabi in
rima. Nelle intenzioni degli Istrales si legge un chiaro bisogno di confronto e dialogo: le loro non sono certo
canzonette
da guerra-tra-bande al Roxy Bar televisivo. Il progetto va ben più in là: il loro è un invito
esplicito ed articolato alla riflessione ed all'introspezione. Gli Istrales chiedono che per ascoltarli si usi anche,
e soprattutto, quella parte
del corpo che sta in mezzo alle orecchie. E che li si ascolti anche con un po' di cuore, aggiungerei. Dentro al
percorso narrativo di «Bisos», la vita (sebbene percorsa al contrario, dalla vecchiaia al ventre materno) si fanno
strada «la mancanza di assoluti, il diritto dietro ogni rovescio, le contraddizioni, i contrari, l'apparenza e la
realtà,
le sfumature apparentemente insignificanti che intervengono a modificare gli eventi. E ancora la ramificazione,
l'imponderabilità e l'incomprensibilità delle scelte» - si legge nelle note di copertina. E, poco
più avanti: «La vita
è come un fitto e ramificato reticolato di situazioni, un labirinto di eventi. Se noi prendiamo a percorrerlo
andando
da una parte, svoltando in un senso nel fare delle scelte di vita, le infinite ramificazioni che si dipartono nel senso
inverso vengono abbandonate, escluse per sempre dai nostri destini futuri. In realtà, la storia della vita
qui
raccontata è solo una delle infinite vie possibili, ed è anche un invito a considerare tutte quelle
strade che non
abbiamo percorso, tutte le scelte che non abbiamo fatto, le opportunità che abbiamo perso non per qualche
enorme, evidente motivo, ma per una sfumatura, per una sola nota di musica, per il battito d'ali di un insetto, per
un fugace riflesso in uno specchio, per una goccia di pioggia vista su un vetro, per una goccia di sangue vista in
tv...». Se vi è piaciuto il cd precedente, troverete nell'ascolto di questo ancora maggiori soddisfazioni. Se
invece
non avete avuto l'opportunità di ascoltare prima il gruppo, bene, questo lavoro vi potrà dimostrare
ancora una
volta che, sotto al nome di un gruppo musicale poco conosciuto perché poco incline a lasciarsi
addomesticare dai
mass media, si nasconde la musica che forse avete sempre ascoltato in sogno. Il libretto è ricco di
informazioni, ci sono tutti i testi e molti disegni, davvero molto belli (la grafica è curata da
Danilo Sini, che ha recentemente firmato anche qualcuna delle più belle copertine del nostro
giornale). Gli Istrales hanno messo a nostra disposizione come sottoscrizione alcune copie di questo cd:
costano 25 mila
lire l'una, comprese le spese di spedizione, e possono essere richieste ovviamente al nostro indirizzo. Per
contattare direttamente il gruppo: Raios, via Angelo Roth 13/c 07100 Sassari.
Wide Records Una precisazione doverosa, e una bella notizia. Un paio di
numeri fa, nel segnalare le pubblicazioni
dell'americana Re/Search scrivevo di aver riscontrato problemi di reperibilità e soprattutto di aver trovato
in giro
dei prezzi ingiustificatamente alti. Vorrei segnalarvi che in un mio successivo e del tutto casuale contatto con
Wide Records (un negozio di dischi di Pisa che si occupa anche di distribuzione) ho appurato che questo
distribuisce regolarmente in Italia, tra le altre cose, proprio i volumi editi da Re/Search. Tra i materiali
proposti da Wide ritroviamo anche tanti titoli di etichette discografiche minori, tra cui Crass ed
Alternative Tentacles, altrove difficilmente reperibili se non a prezzi, appunto, esagerati ed ingiustificati. I
prezzi indicati nel catalogo di Wide mi sembrano, invece, più che corretti. Ci tengo a dire che è
stato
cordialissimo ed amichevole il tono della telefonata di uno dei titolari, Gabriele, che tra l'altro si è detto
lettore di vecchia data di A/Rivista Anarchica, nonché disponibile ad allungare la lista dei dischi
messi a nostra
disposizione come sottoscrizione. Potete richiedere il catalogo e rendervi conto di persona dei prezzi
mandando 3 mila lire a: Wide Records, via
Franceschi 13, 56125 Pisa. Telefono (050) 501457 e 501459, fax (050) 501454.
Mimi Festival Ferdinand Richard, direttore artistico del festival, ci ha spedito
il programma del MIMI 1996, che quest'anno si
terrà al Théatre Antique di Arles, Francia. Ecco nomi e date. 22 luglio: Braaxtal (NL)
e Doctor Nerve (USA). 23 luglio: Milos Petrovic (ex-YU) e Ferus Mustafov (Macedonia). 24 luglio:
Christiane Cohade e Tactile (F) e Peter Blegvad, Chris Cutler e John Greaves (GB). 25 luglio: Les Sculpteurs
de Vinyl [cioè Otomo Yoshihide, Christian Marclay, Tom Cora e Catherine Janiaux e
tre deejays marsigliesi] (F, J, USA, B) e Amoebic Ensemble (USA). 26 luglio: Louis Sclavis (F) e Sarband
(D, GB, Bulgaria, Turchia, Libano). Sono previsti incontri ravvicinati con i musicisti (cioè la
possibilità di scontri creativi che vi vedano protagonisti),
proiezioni di filmati di cinema sperimentale, dischi-cassette-cd a prezzo ridotto. La tessera che dà
diritto all'ingresso per tutt'e cinque le giornate costa 100 F (circa 30mila lire). Informazioni maggiori si
possono ottenere rivolgendosi agli organizzatori, cioè l'AMI (Aide aux Musiques
Innovatrices): 41, rue Jobin F- 13003 Marseille, France. Telefono 0033- 91114252, fax 0033-91114253 dall'Italia.
I più attrezzati possono contattare l'AMI all'indirizzo e-mail ami@lia.imt-mrs.fr. Per informazioni
su sistemazioni in alberghi, pensioni e campeggi: Office du Tourisme de la ville d'Arles,
telefono 0033-90184120 e fax 0033-90931717 dall'Italia.
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