Rivista Anarchica Online
Il posto di Ferrer nell'anarchismo
di Nico Berti
Il problema pedagogico chiave dell'anarchismo può essere formulato con
queste domande: educare alla libertà
vuol dire formare un uomo "nuovo"?In una società libera, gli uomini saranno veramente diversi dal
presente?
Cosa vuol dire libero e cosa vuol dire "nuovo" dal punto di vista anarchico? Ecco, une degli esempi
più significativi dell'educazionismo libertario, Francisco Ferrer Guardia, riflette
completamente questo nodo centrale del rapporto tra libertà ed educazione. Ferrer, la cui concezione
culturale è
tutta interna alla dimensione del positivismo (non però nella sua versione evoluzionistica), cerca di
elaborare una
proposta pedagogica intesa quale sintesi di questa duplicità: far coincidere l'idea di
libertà con l'idea di una nuova
umanità. Con tale prospettiva, la libertà non è concepita come una semplice
possibilità che si apre al nuovo, ma
come una reale e specifica alternativa antropologica alla condizione presente; come una nuova posta in essere.
In altri termini, come delineazione concreta della stessa libertà, la quale trova così una sua
descrizione ed un suo
significato. La concezione pedagogica ferreriana vuol essere la messa in pratica dell'idea di rivoluzione
libertaria ed
egualitaria e perciò in essa non vi è posto per uno sviluppo educativo non-orientato.
Nella Scuola Moderna gli
allievi vengono educati, prima di tutto, alla consapevolezza dell'infinita liaison del tutto e perciò alla
conoscenza
delle sofferenze umane che costituiscono la pietra fondamentale della costruzione di ogni società. Gli
individui
devono sapere, prima di tutto, quanta fatica e quanto dolore sono costati per edificare questa realtà nella
quale
si trovano a vivere; perciò essi devono partecipare attivamente alla vita. Si tratta dunque di una
conoscenza che
deve essere fondata sulla storia e sulla sociologia e attivata con l'indicazione e il coinvolgimento della stessa
scuola all'interno della società; tra l'una e l'altra non vi deve essere soluzione di
continuità. Con questa premessa, di segno tutto societario, è possibile sviluppare nell'allievo
l'idea della dimensione
universale del pensiero umano. Una vera cultura, secondo Ferrer, non può non essere cosmopolita e
perciò non
può non scagliarsi contro tutte le forme del pre-giudizio. Questo attraversa non soltanto la
questione fondamentale
dell'esistenza umana, cioè il rapporto vita-morte (e dunque il problema decisivo della religione), ma anche
il
rapporto vita individuale - vita collettiva (e quindi il problema politico della questione sociale). Mentre,
rispetto alla religione, Ferrer, seguendo la più rigida concezione positivistica, si dimostra categorico, nel
problema del rapporto individuo-società segue una linea più possibilista (probabilmente per i forti
influssi
massonici che in lui non vennero mai meno). Il razionalismo scientifico, che costituisce il fondamento
metodologico della Scuola Moderna, è diretto a sradicare ogni pregiudizio religioso, che
in pratica significa dare
un'educazione agli alunni seguendo una direttiva dichiaratamente atea. L'ateismo, in Ferrer, è veramente
centrale
e in ciò egli si rifà non soltanto alla più classica visione positivistica, ma anche alla
più "tradizionale" visione
anarchica. L'ateismo porta ad una interpretazione disincantata del mondo, che non dissolve soltanto i fantasmi
del cielo, ma anche quelli, assai più concreti, che corrispondono ai nomi di giudice, poliziotto, padrone,
burocrate,
ministro, ecc. Allo stesso modo Ferrer intende che il razionalismo scientifico operi per una visione
disincantata della vita
sociale, anche se qui, come abbiamo accennato, egli non pretende di dare una direzione precisa. L'ovvia
domanda che ci si pone a questo punto è se l'educatore spagnolo fu consapevole della dimensione
altrettanto dogmatica insita nel razionalismo scientifico. La risposta è che non ne fu consapevole ma
è certo,
tuttavia, che nella sua Scuola Moderna non vi fu questa incongruenza, perchè l'idea di
libertà che l'animava era
sufficiente per neutralizzare la formazione di ogni possibile nuovo dogmatismo. Il rapporto tra l'uomo nuovo
e l'uomo libero non fu risolto da Ferrer. Egli però ne pose con forza, e forse più di
tutti, il problema. E' questo il suo posto, fondamentale, nella storia dell'anarchismo.
|