Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 27 nr. 236
maggio 1997


Rivista Anarchica Online

Segnali di fumo
a cura di Carlo E. Menga

Anna si sveglia a mezzogiorno

Non è per mestiere che guardo la pubblicità. Per questo motivo, se non ci sto attento e non ho in quel momento nessuna voglia di analizzare, perché sto aspettando che cominci il film o Super Quark, magari il messaggio arriva lo stesso, anzi: meglio, però non riesco a capire che cosa mi colpisce e per quale meccanismo. Finalmente, dopo tante volte che lo vedevo, ho capito che cosa mi sconvolge nello spot della pasta Barilla. Un'illuminazione: perché Anna si mette a fare la doccia mentre il marito (suppongo) armeggia in cucina fra pentole e grano duro?
Non me la sono sentita di dare subito una risposta. La mattina dopo, in ufficio, ho intervistato in proposito i miei colleghi, quasi suscitando un vespaio di polemiche. E' giorno. No: è sera. Ma non hai visto che la luce è diurna? No, è artificiale. Ma sì: lei è appena tornata dal lavoro. E lui, allora? Perché non si lava? Che c'entra: lui deve tornare in ufficio il pomeriggio e non ha tempo; lei invece ha già finito.
Non male, per dei bancari abbrutiti. Non ho indagato oltre, anche perché, come dice il mio capoufficio, l'Istituto aveva già cominciato da sette minuti a erogare il nostro stipendio. Però le ipotesi erano tutte buone. Io e il mio cervello, che non siamo abituati a vivere costantemente immersi in un fluido di pensieri esclusivamente dedicati al lavoro, ne avevamo intravista un'altra, di ipotesi: quella che, o perché lei non lavorasse affatto o perché fosse Sabato o Domenica, Anna facesse la doccia perché si era alzata dal letto solo in quel momento.
Notate, però, che qualunque sia l'interpretazione prevalente, il messaggio implicito si mantiene costantemente in corsa sul filo di rasoio dell'ambiguità. Anna lavora? Però non capisce niente di pasta. Come? Una donna italiana? Già, ma quando poi alla fine l'assaggia, lo riconosce, il grano duro, per attitudine innata (poco ci manca che si metta a dire: "Colore chiaro, gusto pulito ...").
E' un giorno festivo? Va bene, però: guardate come siamo moderni e liberali noi italiani. Lasciamo riposare la moglie fino a tardi e ci mettiamo noi a occuparci delle faccende di casa. Oltre tutto, si capisce, le sappiamo fare anche meglio. Non è l'uomo il miglior cuoco? Certo non riusciamo subito a trovare la pasta, però anche lei, Anna, non è che ci sappia dare delle indicazioni precise. Comunque, ed è quello che conta, conosciamo bene la differenza che c'è tra la pasta in generale e la pasta Barilla in particolare.
Anna non lavora? Però è tanto simpatica, con quel sorriso così disarmante, con quell'accappatoio bianco e puro e coi capelli neri ancora bagnati, mentre mastica il rigatone e dice: è Barilla. Sembra un topolino. Anche lui è simpatico, mica come Michele di Glen Grant con quella faccia da borgataro rifatto. Ha gli occhialini, sembra un intellettuale, forse è addirittura uno che lavora nella pubblicità. Io non li conosco, quelli che lavorano nella pubblicità. Ma m'immagino, per quello che posso intuire del loro lavoro e da qualche film americano (vi ricordate Per favore, mi presti tuo marito?), che debbano avere quasi tutti la gastrite. Sospetto che possa essere perché non conoscono la pasta Barilla e pascolano nei fast-food.
Anna piace parecchio anche a me. Cosa importa se è giorno o notte, se lavora o poltrisce fino a tardi, se fa carbonizzare il consommé o se il tempo di digestione del suo soufflé è pari alla vita media dell'uranio 238, se io ho due polli al giorno e tu zero polli? Non è deliziosa lo stesso? Non faremmo tutti qualsiasi sacrificio per lei? Non sopporteremmo eterne gastriti e quotidiane dispepsie pur di giacere di notte con quello zuccherino, e averla nei pensieri, di giorno?
Non siamo ancora convinti che, in media, siamo (pardon: abbiamo) tutti un solo, unico pollo?